Lui & Lei
Una famiglia particolare 2
di iltiralatte
01.08.2023 |
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"Aveva un debole speranza ma sapeva che, finora la moglie non era mai riuscita ad infilarsi nel letto del figlio e questo gli faceva male al cuore..."
Come tutte la mie storie pure questa è frutto esclusivo della mia fantasia per cui ogni riferimento a persone o cose realmente esistenti è puramente casuale. Flavio = Fl
Gino= Gi
Gaia=Ga
Raggiunto un accordo ai tre non restò che iniziare la loro convivenza forzata senza rendersi conto che oramai formavano una famiglia che di quel nucleo parentale presentava tutti i difetti senza nessun pregio a controbilanciarli.
Un esempio? Gino, usufruendo dei servizi, amava far le cose con estremo comodo per cui spesso, davanti alla porta chiusa, Gaia e Flavio, chiaramente molto discinti, dovevano restare in coda ad aspettare ed il ricordo della passata passione faceva soffrire entrambi.
Gaia, da parte sua, non era soddisfatta di quell’unica volta settimanale in cui il marito soddisfaceva la sua voglia d’amore.
Col tacito consenso di Gino, qualche notte, indossando solo un piccolo paio di slip, si recava nella camera di Flavio.
Lui restava sinceramente ammirato da tanta prorompente bellezza generosamente mostratagli.
Le tendeva le braccia coll’intento di accoglierle e perdonarla ma la sua immagine, senza mutandine ed abbracciata a suo padre era indelebilmente scolpita nella sua mente. Istantaneamente la respingeva rimandandola dal marito e Gaia, con un nervosismo sempre crescente non poteva che obbedire.
Quanto a Flavio si rendeva conto di non riuscire proprio a sopportare i rumori che, a volte, provenivano dalla camera dei coniugi. Quella che una volta gli era sembrata una dolce nenia capace di consigliargli il sonno, si era trasformata in un feroce tormento e lui, abbracciato al cuscino piangeva senza ritegno.
Gino dal canto suo, capiva sempre meno. Era anziano e lo sapeva. Continuava a non capire perché il figlio avesse rifiutato la sua offerta di sposare Gaia consentendo però a lui di sfogare la sua libidine colla nuora. Sarebbe stato tanto semplice! Una scopata alla settimana e poi Gaia sarebbe rimasta a completa disposizione del maritino il quale ora, quando lo incrociava all’interno dell’abitazione, neppure più lo salutava- Lui aveva pure dovuto onorare la sua promessa sposando Gaia. Aveva un debole speranza ma sapeva che, finora la moglie non era mai riuscita ad infilarsi nel letto del figlio e questo gli faceva male al cuore. Nonostante lo avesse cornificato alla prima occasione amava veramente suo figlio e soffriva nel vederselo cos’ distante,
Insomma quella convivenza era diventata un vero inferno per tutti.
Gaia e Flavio erano giovani! Potevano reagire e lo facevano sia pure ciascuno alla propria maniera.
Gino no! Si consumava e si macerava finché il suo vecchio cuore ebbe un mancamento,
Flavio si era appena addormentato quando si sentì scuotere. Aperti gli occhi vide le tette nude di Gaia troneggiare su di lui.
Fl: -Vattene! Come posso farti capire che non ti voglio?
Ga: -Scordiamoci le nostre beghe stasera, tuo padre sta male, ho bisogno di aiuto.
Senza por tempo in mezzo Flavio si alzò di scatto mancando quelle poppe per una distanza minima e, nudo com’era si precipitò nella camera del padre.
Gino era ancora vivo ma era incosciente. Rantolava e questo era un pessimo segno,
Di colpo Flavio prese il telefono chiamando l’ospedale che immediatamente inviò in soccorso una ambulanza.
Il tempo per ambedue di rendersi presentabili che suonò il campanello e due barellieri accompagnati da in medico, fecero il loro ingresso nell’appartamento.
Il dottore di corsa si recò nella camera dell’infermo.
Gino non respirava più.
Col cuore straziato dall’abbandono del figlio se ne era andato in silenzio ad esplorare quel mondo di cui tutti noi vorremmo sapere molto di più del nulla attuale.
Medico: -Mi spiace signori, sono giunto troppo tardi ma così, ad occhio e croce, non avrebbe potuto essere salvato in nessun modo. Lo dico perché voi stessi non vi sentiate in colpa. La natura ha seguito il suo corso: condoglianze vivissime.
Essendo deceduto in casa il defunto non poteva essere asportato per cui medico e barellieri abbandonarono i due giovani ai loro problemi.
I due per prima cosa composero il morto e lo vestirono poi si guardarono negli occhi: ancora avevano una grande parte della notte da affrontare.
Fl: -Gaia era tuo marito ma anche mio padre. Propongo in questa occasione di impedire ai nostri dissapori di farci litigare,
Ga: -Assolutamente d’accordo Flavio, sai anche tu quanto io abbia cercato un nostro riavvicinamento.
Fl: -Non allargati Gaia. Ti sto offrendo il mio letto per dormire non posso certo chiederti di passare la notte assieme ad un defunto, ma a parte questo, anche se sarai distesa al mio fianco, nulla succederà tra di noi. Sono stato chiaro?
Ga: -Chiarissimo Flavio. Mi sono resa conto di quanto assurde fossero le mie pretese! Non si può domandare ad un marito di convivere sotto lo stesso tetto con un amante, a meno che i rapporti non siano deteriorati o che ambedue i coniugi siano trasgressivi, ma nessuno di questi è il nostro caso. Io spero che tu possa giungere a perdonarmi.
A questo punto si sdraiò sotto le lenzuola chiudendo gli occhi per cercare di addormentarsi.
Flavio restò ancora un poco sveglio. Disteso accanto a lei appoggiato su un braccio la guardo dormire alla tenue luce fornita dai led del condizionatore.
Quando fu ben certo che lei non potesse udirlo le sussurrò
Fl: -Perché hai voluto tradirmi. Hai distrutto in un attimo il mio mondo ed il nostro futuro.
E le pose un casto bacio sulla fronte prima di stendersi e di addormentarsi a sua volta.
Gaia non avvertì quel bacio, ma il suo subconscio si ed al mattino si stupì di come, per la prima volta dopo tanto tempo, avesse fatto solo sogni felici … eppure era appena morto suo marito!
I funerali richiesero qualche giorno. Amici e parenti invasero l’abitazione per porgere le loro condoglianze. Tra gli altri la mamma di Flavio, prima moglie di Gino, che unica notò la presenza di soli due letti doppi, In uno era stato posizionato il morto. Dove diavolo dormiva quella sciacquetta al cui fianco era morto il marito?
Fl: -Dorme con me mamma, ma stai tranquilla solo di riposo si tratta!
Mamma: -Tuo padre, pace all’anima sua, ultimamente era diventato un vero porco. Per questo lo ho lasciato. Tu ora avresti la possibilità di scopare la sua vedova; ti prego fallo e vendica in questo modo tutti quei tradimenti che ho dovuto subire negli ultimi tempi della nostra relazione.
Fl: - Non per contraddirti mamma, ma questo è proprio quello che non farò. Papà stesso avrebbe gradito un simile comportamento da parte mia, ma mai lo accontenterò, neppure ora che è morto.
La madre lo ascoltò stupefatta, non conosceva i retroscena della storia, ma alla fine concordò e, con un bacio si accomiatò dal figlio.
Il funerale ora apparteneva al passato.
I due cominciarono a convivere ma le cose non andavano certo lisce. Una sera a cena
Fl: -Certamente senza fretta, ma quando pensi di liberare la casa?
Ga: -Vuoi mandarmi sotto un ponte? Sai che non ho altra abitazione se non questa.
Fl:- Non voglio metterti all’addiaccio, ma ora questa casa è totalmente mia. Capisci che la tua presenza è d’ostacolo a tutta la mia vita privata? Potrai dormire tranquillamente, per qualche tempo almeno nella stanza di mio padre, non voglio metterti fretta, ma devi almeno cominciare a programmare la tua vita futura.
Flavio prese il mucchietto della corrispondenza he rientrando aveva tolto dalla cassetta poggiandolo sulla tavola.
Fl: -Guarda! Una lettera indirizzata a te e, subito sotto, una identica indirizzata a me.
Curiosi aprirono immediatamente le loro lettere, Provenivano da uno studio notarile che li convocava in virtù della lettura del testamento di Gino,
Poco si stupirono, Gino era solo stato previdente.
Dal notaio, dopo la solita tiritera legale il succo: Gino lasciava alcune sue cose di valore a Flavio e la sua parte della casa a Gaia.
Sulla via del ritorno
Fl: -Siamo punto e a capo Gaia. Tu hai sulla casa i miei stessi diritti. Perdonami se ti ho chiesto di abbandonarla. Manteniamo le stesse regole stabilite finora?
Ga: -Ti avevo capito Flavio, avevi ragione, Per fortuna Gino si è ricordato di me. Però accontentami, ho capito che non potrò mai essere tua. Stabilita la mia consapevolezza non potremmo almeno essere amici e dividerci come fratello e sorella la casa e quanto contiene?
Flavio senza pensarci accettò.
Un casto bacio sulla fronte fu il suggello del patto.
Ga: -Grazie Flavio ma …non capisco. Questo tuo bacio mi ricorda qualche cosa di piacevole, qualche cosa proprio a lui dovuta, ma tu non mi hai mai baciato così, neppure quando stavamo assieme, non ne avevi bisogno.
Flavio sorrise pensando a quella notte, ben recente, in cui aveva baciato in quel modo la donna e fu lieto che lei avesse associato quel gesto a qualche cosa di piacevole.
Gemiti … Sospiri … Una voce femminile: “ Siiii, ancoraaa …” … Altri gemiti … La stessa voce: “Non fermarti, continuaa” … “Bravo mi piace così!”
Stavolta Flavio non riusciva proprio a dormire e, a pugno chiuso, bussò alla parete.
Solo un momento poi ricominciarono.
Gemiti … Sospiri … Una voce femminile: “ vienii,” … Altri gemiti … La stessa voce: “Bravo, riempimi tutta!”.
Fl: -Speriamo abbiano finito! Questa sera sono proprio stanco, se vuole comportarsi da sorella che mi lasci almeno dormire!
“HO DETTO DI NO! ORA VATTENE!”
Fl: “Altro che dormire, ora si mette pure a gridare!” Pensò
“NO, NO E POI NO. VAI VIA” …“MA COSA STAI FACENDO? AIUTO, AIUTOO!”
Senza por tempo in mezzo Flavio scattò dal letto correndo verso la camera della donna. Per fortuna, da quando avevano deciso di comportarsi da persone civili, nessuna porta era chiusa a chiave. Bastò scuotere la maniglia e spingere: la porta si aprì.
Un tizio, completamente nudo, stava cercando di strangolare Gaia.
Flavio reagì e subitamente si lanciò all’attacco.
L’uomo reagì indirizzando su di lui la propria ira e la battaglia ebbe inizio mentre Gaia si portava le mani alla gola nel tentativo di recuperare il respiro.
L’uomo era forte: più forte di Flavio che cominciava a perdere terreno. Era quasi alla disperazione, ridotto in un angolo della stanza quando vide Gaia svicolare fuori.
“Meno male, almeno lei riuscirà a mettersi al sicuro” pensò prima di riconcentrarsi sull’avversario.
Ora era proprio finita: un altro colpo e sarebbe finito KO. Strinse i denti in attesa del colpo fatale ... ed ebbe la sorpresa di vederlo cadere esanime sul pavimento.
Alle sua spalle Gaia troneggiava col mattarello della pasta in mano.
Ga: -Ho sempre detto che è meglio seguire i buoni vecchi metodi. Avessimo avuto una impastatrice automatica ora non avrei proprio saputo come aiutarti.
Si abbracciarono strettamente: assieme avevano affrontato una battaglia ed avevano vinto.
Mentre attendevano l’arrivo della polizia, subito chiamata, fu spontaneo per loro baciarsi, ma proprio mentre le labbra stavano sfiorandosi Flavio si irrigidì.
Fl: -Perdonami Gaia ma ho sempre in mente quella scena terribile quando, dopo averti presentata come mia fidanzata, ti ho visto uscire assieme a mio padre dalla sua stanza.
Fl: -Conoscevo quel maialone ed immaginavo si fosse procurato un nuovo giocattolo, per cui la sera mi sono addormentato sereno cullato da quei rumori che mi giungevano da oltre la parete.
Fl: -Altro che rumori rilassanti: quella che io avevo scambiato per una nenia familiare eri tu, che buttavi nel cesso il nostro rapporto ed il nostri futuro.
Fl: -Io ti amo Gaia, questo è fuori da ogni dubbio, ma nel contempo ti odio. Un sentimento forte e viscerale che fatico a contenere. Capisci perché per noi non potrà mai esserci un futuro? Quella maledetta notte si frapporrebbe sempre tra noi. Ogni volta che ti abbraccerei continuerei a vedere te, senza mutande, che abbracciavi Gino.
Ga:-Povero amore, quanto male ti ho fatto! Ero stupida e credevo di avere ragione. Che dico stupida? Proprio scema. Ora mi accorgo anch’io, colla mia debolezza e con la mia scempiaggine di aver distrutto irreparabilmente qualche cosa di bello che era appena nato: il nostro amore.
Ga:- Anch’io sono innamorata di te, alla follia, ma solo una cosa posso fare per rimediare al mio sbaglio. Lasciarti!
Ga: -La casa è tua! Se io restassi getterei solo sale sulle tue ferite impedendo loro di rimarginarsi. Cercherò un’altra abitazione, dammi tempo per andarmene e poi dimenticami.
Ga: -Sono sicura che, liberato dalla mia presenza, non tarderai a trovare una brava ragazza, quale ero io prima e viaggerai con lei sui sentieri della felicità.
Fl: -E tu cosa farai? Nessuno può vivere da solo!
Ga: -Mi troverò un cornuto che mi voglia sposare Flavio. Già lo vedo: non potrà mai essere veramente mio marito. Avrò mille avventure, mille compagni. Mille amanti ma non ne avrò realmente nessuno. Solo con te avrei avuto la possibilità di avere un rapporto felice e sereno ma tu hai ragione: sono stata io a gettare nel water il nostro amore. Avrò quello che mi sono meritata tutto qui! Solo ti prego di essere felice: te lo meriti. Siilo anche per me.
Fine
Come sempre mi succede mendico critiche motivate (anche negative) e pareri, indispensabili per migliorarsi
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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