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Lui & Lei

i trombamici di mia moglie - parte 1


di iltiralatte
02.08.2022    |    14.564    |    8 8.1
"Alle otto in punto vidi il portone aprirsi e lei che ne usciva abbracciata al desso che il giorno prima aveva insultato a morte..."
(Di solito i miei racconti piacciono ma mi piacerebbe ricevere anche qualche commento, non importa se positivo o negativo: tutto è utile per migliorarsi)
Mi ricordo della prima volta che incontrai Milvia.
Nonostante le mie differenti idee politiche mi ero infiltrato in una Festa dell’Unità
La giornata era calda e soleggiata, si ballava, si mangiavano salamelle e si beveva, soprattutto birra.
Io non ci conoscevo nessuno ma, a 22 anni, gli ormoni ti spingono a cercare la femmina ovunque essa possa trovarsi e le compagne avevano fama di essere molto generose con le loro grazie per cui: perché no? Pagato il biglietto d’ingresso mi persi in quella folla variegata ed allegra che si infischiava altamente della politica. Li parole come PC o DC o PSI non avrebbero avuto nessun peso se non ad un mezzo comizio programmato per la sera a cui nessuno sarebbe stato costretto a partecipare.
Mentre gironzolavo un po’ annoiato con un panino alla salamella in mano la vidi: Una biondina tutto pepe, non altissima e con tutte le curve al punto giusto che stava monopolizzando l’attenzione degli astanti con una serie di smorfie e di battute rivolte però ad un povero diavolo che sembrava non riuscisse neppure a guardarla
Spinto da spirito di solidarietà maschile mi avvicinai: “Signorina, non so cosa le abbia fatto, ma …. lo guardi. Ho visto cani bastonati con uno sguardo più allegro del suo”
Lei si voltò inviperita verso di me, pronta a subissarmi con la sua loquela aprì la bocca e finalmente le mie parole raggiunsero il suo cervello: si mise a ridere con una risata fresca e cristallina “Vuoi difenderlo forse? Non so se ti converrebbe. Se vuoi saperlo è un cretino che ha tradito la sua ragazza, si è fatto sorprendere, lei lo ha mollato ed ora lui è disperato. Siccome gli voglio molto bene lo stavo sgridando ma ora è il momento di lasciarlo riflettere da solo.
Vuoi offrirmi una birra?”
Di buon grado acconsentii, ne presi una alla bancarella e lei graziosamente la prese, la stappò e senza attendere il bicchiere di carta la tracannò d’un fiato.
“Quella mezza scenata mi aveva seccato la gola” spiegò “Ti sei voluto inserire: è giusto che paghi” e rise con una risata che a me sembrò più melodiosa di mille musiche
Annuii e cominciai a parlarle del più e del meno.
Fu così che venimmo a conoscenza dei nostri nomi (Milvia e Lorenzo), delle nostre età (22 io 2 di meno lei), delle nostre aspirazioni , delle nostre speranze e delle nostre previsioni per il futuro.
Ad ogni momento che passavo con lei mi sembrava di riflettere me stesso in un specchio magico dove, tra morbidi sbuffi di nuvole di zucchero filato io avevo trovato quella metà di me stesso che gli dei crudeli avevano creato quando punirono gli uomini separandoli in maschio e femmina-
Prima che la giornata avesse termine la baciai e lei mi rispose con entusiasmo
Cercammo un angolino appartato infischiandocene della festa e dei suoi motivi cominciando a limonare come due ragazzini sanno fare
Ti ho appena conosciuta ma già ti amo da morire” mi scappò di dirle “Vuoi essere la mia donna? Assieme a te vedo già un futuro pregno di felicità”
Con un grossissimo sorriso lei mi guardò negli occhi “ Si lo voglio” poi con sguardo di sfida” Ed ora ti faccio scappare: voglio anche che mi sposi e che mi dia dei figli”
Non avevo previsto un evolversi così veloce degli eventi ma stavolta fui io a cercare di prendere lei in contropiede “Assolutamente d’accordo …. Ed ora andiamo ad iniziare quanto abbiamo programmato”
Rise felice “ Se vuoi accompagnami, ma non sarà stasera: sarà presto, te lo prometto ma ora devo andare”
Lasciammo così la festa e ci avviammo per le vie del paese sino ad una casa dove lei, alzandosi in punta di piedi, mi fermò con un dolce bacio sulla bocca: “Ci vediamo domani amore”
“La notte è lunga” protestai io “Come posso resistere senza te sino a domani chissà quando?”
“Facciamo così, ti aspetto per le otto e faremo colazione assieme. Vuoi la verità? Anche a me tu manchi già … e non ci siamo ancora lasciati. Sembra assurdo visto che ieri ignoravo del tutto la tua esistenza ma l’idea di lasciarti, sia pure per la notte, mi rattrista”
Con un ultimo bacio aprì il portone sparendo al suo interno ed a me non rimase che tornarmene alla mia abitazione.
Non so neppure descrivere come passai quella notte: ero eccitato, tentavo di prendere sonno ma non ci riuscivo: me lo impediva il pensiero che l’indomani l’avrei rivista ma con la paura che qualcosa avrebbe potuto impedirlo
Guardavo l’ora ogni 3 minuti: mi alzavo, mi lavavo la faccia e tornavo a letto. Non avevo mai avuto la faccia tanto pulita ma non funzionò
Quella notte l’insonnia vinse sovrana e quando finalmente giunse il mattino mi preparai con tanto anticipo che mi presentai all’appuntamento un’ora prima.
Alle otto in punto vidi il portone aprirsi e lei che ne usciva abbracciata al desso che il giorno prima aveva insultato a morte.
Come mi vide un enorme sorriso le illuminò il viso: si slacciò e corse ad abbracciarmi. Ed a baciarmi rannicchiandosi tutta contro di me
“Tesoro ti spiace se Marco fa colazione assieme a noi?”
Io ero totalmente spiazzato: alla speranza si era sovrapposta la delusione nel vederla abbracciata ad un altro, ma poi la mente mi aveva suggerito che non doveva essere come mi ero immaginato vista la sua spontanea reazione.
Certamente avrebbe potuto darmi qualche spiegazione ed annuii silenziosamente “Piacere Lorenzo” porgendo la mia mano
“Piacere Marco” replicò lui “ e grazie per aver cercato di difendermi ieri” concluse
Pochi minuti dopo, davanti ad un cappuccino, affrontai l’argomento
“Ieri mi hai parlato della sua ragazza, ma mi avervi taciuto di essere tu” con una nota di tristezza nella voce
“Ioooo??? Non potresti sbagliarti di più” disse lei
Intervenne Marco “Siamo solo amici Per favore non fraintenderci”
“No, no no!” subentrò decisa Milvia “Lui è il mio uomo, certe cose è giusto che gliele dica io … e io sola!”
“Ora capisco” s’illuminò Marco ”Complimenti amico, hai scelto una donna fantastica. Da stupido io ho avuto la possibilità di accaparrarmela molto prima di te ed ho mancato l’occasione così ora devo accontentarmi della sua amicizia” e nuovamente mi strinse la mano
La colazione era finita e, ad un cenno di Milvia, Marco si congedò salutandoci calorosamente
Io rimasi solo con la mia donna ma ero sempre confuso.
Se erano solo amici per quale motivo lei aveva passato la notte con lui, ormai era evidente, anziché con me, come sarebbe stato logico?
“Cos’hai amore?” mi domandò sollecita: era evidente che io fossi quantomeno perplesso
“Dimmi la verità” mi sforzai di parlare serenamente” Tu hai passato la notte con lui, vero?”
“Certo che si Lorenzo, quel portone è quello della casa di Marco”
Annuii pensoso “ Ed immagino che non siate rimasti svegli tutta la notte per parlare della sua ragazza, sarebbe assurdo ed allora cosa diavolo avete fatto?
“Ma abbiamo fatto l’amore naturalmente, lui ne aveva bisogno ed io, che avevo l’organo adatto, mi sono prestata di buon grado a soddisfare le sue necessità”
Capivo sempre di meno, oramai mi girava la testa “Ma … ma tu …. Ma tu ieri sei diventata la mia donna. Hai detto di sognare un futuro con me: hai progettato dei figli insieme … e poi mi hai salutato per andarti ad infilare nel letto di Marco?”
“Capisco i tuoi dubbi, quindi è corretto che te li sciolga” mi rispose
“Avrai capito che Marco era in una fase in cui necessitava assolutamente di sesso dato che la sua donna, di cui comunque è innamoratissimo lo ha lasciato dandogli un bel 2 di picche
Un tempo eravamo tre amici e non avevamo segreti l’uno per l’altro. Già da tempo avevamo stabilito un patto eterno di mutuo accordo e soccorso. Siamo sempre stati e siamo rimasti solo amici ma con l’intesa che se uno di noi ne avesse avuto la necessità, in qualsiasi modo ed in qualsiasi momento chi poteva sarebbe andato in suo soccorso.
Lui aveva bisogno di scopare, io ho quanto gli serviva per farlo e l’ho accontentato con gioia. L’amicizia può chiedere lievi sacrifici ma questo può essere pure un piacere da soddisfare”
“Ma tu sei la mia donna” protestai col muso lungo“ed è solo a me che dovresti riservare le tue grazie. Sappi che sono assolutamente geloso del tuo organo”
“Certamente Lorenzo e così è!” ancora mi sorrideva “ La fedeltà è un valore assoluto. Io sono e sarò assolutamente e completamente solo tua. Ma questo non è tradimento. Considera la cosa da un punto di vista generale. Quando si verifica un tradimento il tradito, se non vuole affondare tradisce a sua volta. Si genera così un cerchio perverso in cui nessuno dei due amanti riesce più a trovare il bando della ragione e la coppia scoppia.
Se viceversa viene stretto un patto di collaborazione prima di trovarci un partner, e noi lo abbiamo stretto già da 5 anni. Lo sfogo non è più tradimento ma solo un modo di resettare la psiche. Certo si devono usare gli organi necessari. Ma si tratta di un obbligo non di una trasgressione, quindi non è tradimento.
Stavolta ha avuto bisogno lui, la prossima volta potrebbe toccare a me, anche se ogni momento che passo con te mi rafforza nella convinzione che non ne avrò mai bisogno
Naturalmente sono anche sicura che Marco non abuserà mai di questo privilegio, specialmente ora che ti ha conosciuto ed ha capito che sono tua così dicendo mi baciò la bocca con passione
Preso alla sprovvista risposi al bacio poi mi venne un dubbio “ Che vuoi dire con non abuserà del privilegio? Ammetti che ci sposiamo, vuoi dire che potrebbe infilarsi nel nostro letto? Non credo di poter consentire una cosa del genere”
“Oh no, il nostro letto sarebbe nostro ma sarei io ad entrare nel suo come stanotte. Vedi il patto dice che chi può deve aiutare. Mettiamo subito le cose in chiaro: se tu ti rivelassi sterile ed io volessi un figlio mi basterebbe fargli un fischio e lui sposato o meno, vicino o lontano, si precipiterebbe da me per soddisfare il mio bisogno, ma c’è anche il lato contrario della medaglia: se lui volesse un figlio suo e non avesse la donna adatta gli basterebbe fare un fischio a me ed io, sposata o meno con te, lo accontenterei sono stata chiara?.
Guarda che il rispetto di questa collaborazione per me è essenziale, se mi vuoi devi accettare che da amico possiamo continuare a sostenerci” divenendo improvvisamente seria “Ti amo ogni istante di più ma se non mi permetterai di mantenere la mia parola sarò costretta a lasciarti pur con la morte nel cuore”
Mi aveva messo con le spalle al muro e le chiesi di lasciarmi riflettere un momento
Ero innamorato e la volevo ma nel contempo il tarlo della gelosia si insinuava nel mio cuore facendolo sanguinare
Lei era mia, anche se ancora non era venuta a letto con me neppure una volta Però era stata chiara e soprattutto sincera: mai mi aveva mentito, neppure una volta e le sarebbe stato facile farlo
Poi mi ricordai che l’amore è fiducia: fiducia che lei aveva avuto in me mettendomi al corrente di tutto: non potevo deluderla
D’istinto l’abbracciai e la baciai dolcemente e lei rispose con passione
“Tu vuoi fidarti di lui ed io mi fido di te perché ti amo e so che, collaborazione o meno, tu non faresti comunque nulla che possa nuocermi. Ti amo e spero che per te sia lo stesso nei miei confronti e non è certo qualche scopata che potrà inficiare questo fatto. Solo ti prego: sii sincera, non fare le cose di nascosto, avvertimi prima e prometti che tornerai ogni volta da me”
Mi rispose “Hai ragione: in questi casi la sincerità è essenziale ed io sarò sincera tornando dopo sempre da te. Mi spiace che tu non abbia un’amica come io lo sono per Marco, ma ora è tardi per fartela. Ti prometto però che farò di tutto per non fartelo rimpiangere”
Continuai a baciarla con passione, la portai a casa mia ed iniziammo a preparare il matrimonio
Tra pubblicazioni ed altro impiegammo circa due mesi prima di sposarci e Marco, che aveva accettato il ruolo di testimone della sposa, effettivamente non approfittò troppo del suo privilegio perché non ricorse più di 3 volte all’aiuto di Milvia lasciandomela comunque libera tutte le notti
Giunse il giorno del matrimonio e, come d’uso, attesi all’altare di fianco al sacerdote l’arrivo della mia sposa
Ed ella arrivò, bella, splendente come un piccolo sole e, attraverso il velo mi porse un rapido bacio sulla guancia
Poi il sacerdote, un giovane pretino, le si avvicinò sussurrandole qualche cosa ed ella rispose annuendo
“Avverti tutti che il matrimonio sarà rimandato di un’oretta” Mi disse mentre seguiva il prete in sacrestia
Rimasi sull’altare a chiacchierare con gli invitati poi, dopo un po’ chiesi venia e mi portai a mia volta in sacrestia per controllare cosa stesse succedendo.
Tutto mi aspettavo tranne che il vedere la mia sposa appoggiata con cura in avanti per non rovinare il vestito su una bassa cassa mentre il prete, coi calzoni abbassati, la stava montando alla pecorina,
“Ma Milvia, cosa fai?” Mi salì spontanea la domanda nel vedere quella scena
“Amore è tutto a posto tra un quarto d’ora ci sposiamo” rispose
“Ma…”
“Ma si amore ti avevo detto che il patto era a tre vero? Beh lui è il terzo ed in seminario ha avuto un periodo di astinenza tanto forte da chiedermi immediatamente aiuto non appena mi ha riconosciuta- Non potevo ignorarlo”
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