incesto
Assieme 1
di iltiralatte
02.08.2024 |
13.274 |
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"Sandro cominciava a preoccuparsi ma le gambe di un bambino sono quello che sono: non poteva essere andato lontano..."
Come tutte la mie storie pure questa è frutto esclusivo della mia fantasia per cui ogni riferimento a persone o cose realmente esistenti è puramente casuale. -Sei pronto Gabriele?
-Dammi un momento Sandro, dobbiamo scarpinare e voglio essere a posto!
-Tu sei sempre a posto Sandro, sei superiore elle nostre volgari necessità.
-Non è vero Sandro, mi piace solo essere previdente ma credo che anche tu mi assomigli un po’.
-Si è vero Gabri, in questo ti do ragione, come pure concordo sul fatto cha la Baita Mara, anche se non scapperà mai, resta comunque distante e lunga da raggiungere. Al proposito, avete messo negli zaini la carta dei sentieri? Qui non siamo in città e rischiamo seriamente di perderci!
-Azz … Meno male che ci sei tu Sandro! Tutto pronto e stavo dimenticando proprio quella, Rimedio subito!
Finalmente tutto era a posto. Gli zaini affardellati al punto giusto, una discreta scorta di bibite, qualche borraccia vuota che avremmo potuto riempire quando avessimo attraversato il ruscello e via! L’avventura ci stava chiamando e noi l’avremmo affrontata coll’incoscienza sei nostri 20 anni.
Cammina, cammina, cammina! Un’occhiata alla mappa in cerca dei punti di riferimento e di nuovo cammina, cammina, cammina.
Eravamo partiti la mattina presto e già erano circa le 10.
Il sentiero ci aveva condotti ad una piccola radura ombrosa e nuovamente ritenemmo opportuno consultare la mappa.
Eravamo tutti e tre concentrati su quella preziosa guida da non accorgerci che qualcuno stava sopraggiungendo alle nostre spalle!
-Ciao ragazzi! Anche voi state cercando di perdervi nel bosco?
Alzammo simultaneamente gli occhi: tre belle ragazze stavano abbordandoci.
-Perderci? Direi di no rispose pronto Gabriele. Apposta abbiamo con noi la mappa dei sentieri.
-Davvero? Replicò la più bellina delle tre, noi siamo ad un livello superiore.
E guardò in tralice una delle sue compagne. Noi non usiamo mezzi così comuni e volgari qual’è la vostra mappa. Noi ricorriamo alla super memoria di Scarlet!
-L’intelligenza artificiale sbiadisce al suo confronto, vero Sabrina?
-Quante storie fate, va bene, mi sono persa, ma ho scoperto io questi tre ragazzi e vi ho guidate io nella loro direzione.
A quelle parole scoppiammo tutti a ridere e solo quando ci calmammo fu possibile continuare il discorso.
-Noi siamo dirette all’Alpe San Lucio. Guardando la vostra carta potreste indicarci in che direzione è?
-Ma sei matta? È completamente fuori strada, ci vogliono almeno quattro ore di cammino per raggiungerla da qui, e faccio grazia degli errori di percorso che, se non possedete una mappa, saranno inevitabili. Vi aspetta qualcuno all’Alpe?
-Grazie al cielo no. Volevamo solo fare una escursione diversa dalla solita camminata di 5 minuti tra li paese ed il lago Palù.
-Ragazze, noi siamo in cammino per raggiungere la Baita Mara: ci mancano ancora circa 2 ore di cammino. Vi pregheremmo di non volerci obbligare al ritorno, cosa che si renderà indispensabile se non accetterete di venire con noi alla Baita.
-State proponendoci di unire i due gruppi? Che ne dite ragazze? La compagnia sembra simpatica ed anche la Mara è una buona destinazione.
Non furono necessarie votazioni: le ragazze risposero positivamente ed il gruppo, ora di sei persone, si avviò verso la nostra destinazione.
Eravamo tutti giovani e vitali e tutti amavamo la montagna. Naturale, in queste condizioni, stringere amicizia: di più, si formarono tre coppie fisse.
Sandro e Silvana, Scarlet e Gabriele e Tommaso con Sabrina.
Ma mentre le ultime due coppie ridevano e scherzavano tra loro, questo non era vero per la prima.
Sandro e Silvana iniziarono un parlottio che due anni dopo, quando si sposarono, non si era ancora interrotto e chissà quanto tempo ancora sarebbe durato.
-Sandro te lo avevo detto di stare attento!
Sandro sussultò:
-Cosa intendi cara? Cosa ho combinato? Sai che non voglio assolutamente che la colpa delle mia azioni ricada su di te! Come posso rimediare?
-Stavolta proprio non puoi caro mio e non so per quanto tempo dovrò subire l’effetto del tuo comportamento da troglodita.
-Ma insomma, posso sapere cosa ho combinato?
-Vuoi proprio saperlo? MI HAI MESSA INCINTA: SARAI PAPÀ.
Udire quelle parole ebbe su Sandro lo stesso effetto di ricevere un improvviso colpo al plesso solare.
Si ritrovò improvvisamente senza fiato, incapace di muoversi e di parlare. Durò solo un istante, ma in quel momento gli sembrò di aver analizzato tutta la sua vita. Rivide tutti e episodi gioiosi che aveva vissuto e gli sembrò che essi confluissero tutti a quell’unico scopo.
Ritrovato il respiro si precipitò ad abbracciare la moglie stringendosela forte al cuore,
-Piano orsaccio, mi stai stritolando. Lasciami almeno respirare!
-Respirare? Non se ne parla proprio,
Ed immediatamente Sandro le coprì la bocca con la sua in un lungo ed appassionato bacio d’amore.
Questa era la loro vita che trascorreva felice nel latte e nel miele.
Mai una nuvola che oscurasse il loro cielo.
Sembrava proprio che la loro felicità non dovesse mai aver fine anzi: quando Silvana partorì Gaël essa sembrò giungere al suo apice.
Ora avevano proprio tutto.
Una bella casa, ampia e spaziosa, entrambi un buon lavoro e sopra tutto il frutto del loro amore: un figlio che racchiudeva il se le proprietà del Sole e delle Stelle: bastava stargli vicino per restarne abbagliati.
Il bimbo compì cinque anni.
-Silvana, voglio fare una bella passeggiata in montagna ed intendo portare Gaël con me. Mi sembra giusto che cominci ad appassionarsi anche lui a quelle belle camminate che tanto amiamo e che ci hanno fatto incontrare.
-Voglio fare il giro del lago Serrù. È una passeggiata fresca e stupenda, vieni anche tu?
-Non oggi Sandro, ho un mucchio di cose da fare, arretrati che si trascinano da mesi. Comunque hai fatto una scelta meravigliosa. Anche se io non ci sarò Gaël si divertirà un sacco e non ci sono praticamente pericoli. Bravo, ti approvo completamente. Ora fammi agghindare il nostro ometto.
- Gaël!
Chiamò.
Un istante dopo il bambino era davanti alla madre che lo vestì nel modo adatto ad una gita di quel genere.
Era questa la prima volta che Gaël si tramutava in “montanaro”: calzoni alla zuava, maglione con l’immagine dell’uomo ragno e scarponcini ed il risultato stupì gli stessi genitori che non seppero trattenersi dallo scattargli un paio di fotografie.
-Gaël oggi andrai a spasso col papà.
-Tu non vieni mamma?
-No io oggi devo restare a casa però so di poterti affidare il papà. Mi raccomando, tienilo d’occhio e non permettergli di perdersi. Stagli sempre vicino ed obbediscigli. Ho la tua promessa?
-Si mamma, non preoccuparti, Al papà penserò io.
Silvana, con un sorriso, osservò dalla finestra i suoi due uomini che partivano per la loro prima grande avventura.
La passeggiata era veramente incantevole. Attraversarono un boschetto di larici godendo della loro frescura e Sandro mostro al figlio quei bellissimi riflessi delle acque che parevano volerli portare in un mondo di fiaba,
-Aspettami qui un momento Ivan, entro un istante nel bosco per fare la pipì.
-Ma la mamma me la fa fare ai bordi, non mi obbliga a nascondermi.
-Tu hai la fortuna di essere ancora piccolino Ivan, nessuno baderebbe a te. Io sono adulto e la cosa per me è un po’ diversa. Se ti imitassi rischierei come minimo una multa.
-Ecco vedi quel larice alle cui spalle c’è un alto cespuglio? Io mi nasconderò li dietro. Un minuto e sarò di ritorno. Fai il bravo bambino ed aspettami.
.Si papà, stai tranquillo.
Senza nessun sospetto Sandro si recò ostentatamente rumoroso dietro il cespuglio per mingere.
Non impiegò un intero minuto. Pochi istanti dopo era di ritorno … ma Gaël non si vedeva.
Provò a chiamarlo:
- GAËLL, DOVE SEI?
Silenzio.
- GAËLL NON FARE LO SCIOCCO! VIENI FUORI!
Nessuna risposta.
Sandro cominciava a preoccuparsi ma le gambe di un bambino sono quello che sono: non poteva essere andato lontano.
Cominciò nervosamente a pattugliare i cespugli in direzione del lago: nulla non si vedeva proprio alcun segno di passaggio.
- GAËL
Continuava a chiamare, ma la natura, famosa per la sua calma non gli rispondeva proprio.
Era quasi mezz’ora che il bambino era scomparso quando notò una famigliola che stava sopraggiungendo sul sentiero. Preso da una disperata speranza la raggiunse correndo.
-Non avete visto un bambino di 5 anni?
-No signore, non abbiamo incrociato nessuno, men che meno un bambino solo!
-Lei non ha per caso con se un telefonino? Sembra stiano venendo di moda ma ancora io non ho provveduto.
-Si lo ho: lei è fortunato.
- Allora chiami i carabinieri per favore: ho bisogno di aiuto, ma di un aiuto vero!
Un quarto d’ora dopo sopraggiungeva la prima pattuglia che naturalmente non trovò nessuna traccia.
La pattuglia però aveva la radio ed immediatamente domandò rinforzi. Nel giro di un’ora 20 uomini, col supporto di due elicotteri battevano palmo a palmo la zona meridionale del lago pur senza ottenere nessun risultato significativo.
Sandro trascorse la notte nella caserma dei Carabinieri ripetendo alla nausea la sua storia e descrivendo come era vestito il bambino.
All’improvviso ebbe un colpo di fulmine: si ricordò delle fotografie che avevano scattato al mattino e dieci minuti dopo un rappresentante dell’Arma si presentava alla porta di Silvana per sequestrare la macchina fotografica.
L’appuntato non era particolarmente intelligente ma Silvana non era affatto stupida:
-IL MIO BAMBINO! Qualcosa è successo al mio bambino?
-Non saprei signora: io eseguo solo gli ordini del comando. Se vuole può accompagnarmi in caserma.
Così Silvana, in una fredda stazione dei carabinieri apprese della scomparsa di suo figlio: nel modo peggiore possibile.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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