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Mia moglie difende il mio onore


di iltiralatte
11.08.2024    |    5.242    |    2 7.0
"Come tutte la mie storie pure questa è frutto esclusivo della mia fantasia per cui ogni riferimento a persone o cose realmente esistenti è puramente casuale..."
Come tutte la mie storie pure questa è frutto esclusivo della mia fantasia per cui ogni riferimento a persone o cose realmente esistenti è puramente casuale.

Sono uno studente universitario molto vivace.
Un esempio?
Ieri notte, insieme a qualche complice, ho raggiunto la vettura del Magnifico Rettore.
In quattro e quattr’otto, le abbiamo tolto le ruote, che poi abbiamo usato come zeppe per appoggiare i mozzi delle ruote.
Con una pistola spruzzatrice, l’abbiamo poi interamente verniciata di marrone, dileguandoci infine senza che nessuno ci vedesse.
In questo momento, seduto nel corridoio su cui si apre l’ufficio del Magnifico sto tremando preoccupato!
Sono stato convocato e non posso fare a meno di pensare: “Non può aver scoperto la mia azione di questa notte ne sono certo, nessuno ci ha visto! Anche quando abbiamo capovolto tutti i mobili, sedie comprese, nel laboratorio di Fisica dando l’impressione che il modo fosse tutto sottosopra l’abbiamo fatta franca! Che si sia offeso perché abbiano vestito con un abito a tinte vivacissime (neppure fosse stata una puttana) la copia della Venere di Milo che campeggia all’ingresso dell’università? Noo, non è stata poi un’infrazione tanto grave. Ecco, è riuscito, non so come, a scoprire chi ha manomesso il computer dell’università Per una settimana tutti i cartelloni elettronici hanno dato indicazioni a capocchia. Dal divieto di entrare dalla porta principale causa neve (eravamo in giugno e boccheggiavamo dal caldo, ai giochi di parole sino alle barzellette sconce. Il Magnifico, alla fine, ci aveva tutti convocati nell’Aula Magna per giurarci vendetta.”
“Ahi, mi ha beccato “ pensavo, “ed ora come me la cavo?”
La porta dell’ufficio si apre ed un usciere mi chiama:
-Simone, aspettano te.
E si scosta per farmi passare.
Entro con aria spavalda … ed immediatamente le ginocchia mi si piegano.
Il Magnifico non è solo: riconosco il Prorettore alle Relazioni Internazionali, il Direttore Generale,, il Direttore dell’Ufficio Relazioni Internazionali: ed altri quattro alti papaveri di cui ignoro le funzioni: … e sono tutti li per me!
-Sig Simone,- mi apostrofa il Magnifico Lei non ha fama di essere particolarmente studioso!
“Ecco, ora mi caccia”, penso.
-Tuttavia vorremmo offrirLe la possibilità di migliorarsi un poco.
-Nell’ambito delle relazioni e scambi culturali con altre facoltà. Il nostro Ufficio Esteri ha trovato il modo di inserire uno studente in un scambio ed abbiamo pensato a Lei. È interessato?
La paura mi si scioglie in un istante. Velocemente ho risposto:-Certamente si, Magnifico Rettore, quando dovrei partire? I progetti Erasmus sono sempre più che interessanti.
-Non è proprio un Erasmus questo ma non credo che le differenze siano sostanziali.
-È la nostra università che, nella sua autonomia didattica ha deciso che lo scambio sarebbe valso le spese che dovrà sostenere.
L’ho guardato proprio curioso.
-Lei dovrà percorrere un periodo di sei mesi all’Università Federale Nord-Orientale Ammosov situata a Jakutsk, nella Repubblica di Sacha (Yakutia)
Ha parlato ed io ho capito solo che sarei stato spedito in Russia.
Repubblica di Sacha dove diavolo è? Ma la Russia non è uno stato unico con una specie di Zar al suo vertice?
E dove diavolo è Jakutsk? Provando a guardare una mappa della Russia, questo stato è talmente grande che persino Mosca è indicata in piccolo ed è di difficile individuazione.
Stavolta è stato il Magnifico a fare lo scherzetto a me!

Fino a Mosca avrei saputo arrivare … e ci sono arrivato; poi ho dovuto forzatamente porre fiducia nei dvornik russi.
Il viaggio in aereo è stato bello e veloce, ma ora mi attende la ferrovia che però non mi avrebbe portato a destinazione ma solo fino a Yakutsk.
Questa città è famosa per essere la più fredda del mondo.
Non siamo a gennaio, quando la temperatura media oscillerebbe attorno ai -50°C, anzi neppure i -40°C ci sono, per cui l’interprete provvisoriamente assegnatomi, celiando, ha fatto l’atto di togliersi i vestiti a cipolla:
-Fa caldo amir(amico)!
Io guardo oltre la finestra e vedo rari imbacuccati che sembravano orsi tanto sono infagottati farsi i fatti loro e rabbrividisco solo al pensiero di poter essere là in mezzo.
Tanto noi ci lamentiamo delle ferrovie italiane ma tutti dovremmo provare un po’ quelle russe! Eppure sono giunto a rimpiangerle. L’ultima parte del viaggio ho dovuto affrontarla da solo, su uno scalcinato pullman tenuto assieme più dalla ruggine che dalla colla, con un motore che spara un colpo fortissimo una volta al minuto. Un po’ mi sono informato: so che in quella zona non si deve mai spegnere il motore per evitare che l’olio geli. Quindi, cogli olii santi in tasca che stanno congelandosi pure loro ho imparato in un solo viaggio quello che non avevo prima appreso in tutta una vita: pregare ed implorare Dio per la mia sopravvivenza e contemporaneamente maledire il Magnifico: “Altro che storie: quello ha subodorato qualche cosa! In Siberia mi ha mandato. Ma se torno integro non mi limiterò a travestirgli la macchina da stronzo ma la riempirò di letame così che lui possa trovarsi nel suo elemento.”
Dio mi ha ascoltato! Avevo perso la sensazione del tempo e dello spazio quando finalmente siamo entrati in una fermata coperta,
Un cartello avverte con una qualche bestemmia in cirillico ma una mano caritatevole aveva apposto al suo fianco la traduzione in caratteri latini: Jakutsk.
Ero arrivato, per cui sono sceso dal pullman per raggiungere la sala d’attesa riscaldata.
Non c’è molta gente e quasi nessuno era smontato da quel mezzo d’Inferno assieme a me, ma subito ho notata una bella ragazza, occhi scuri e penetranti, pelle abbronzata dal freddo, e capelli scuri e fluenti.
Indossa abiti tradizionali riccamente decorati e vieppiù la ho apprezzata quando ha innalzato al cielo un pezzo di cartone con su scritto: SIMONE.
Mi sono avvicinato battendomi le mani in un debole tentativo di ottenere un po’ di calore:
-Sono io Simone.
Lei. Con molta vivacità mi ha risposto:
-Io sono Anya, felice di conoscerti. L’università mi ha mandato a prenderti.
Subito dopo mi ha dato il tradizionale bacio di benvenuto: un bacio a schiocco proprio li, sulla bocca.
Sono rimasto talmente stupito che non sono riuscito a renderglielo e nuovamente ho maledetto il Magnifico che non mi ha anticipato una simile sorpresa.
-Spero che il mio italiano sia comprensibile – mi ha detto subito dopo. - Al corso di Italiano sono risultata la prima ma sono assolutamente deficitaria nella lingua parlata che vuoi, noi non abbiamo molte occasioni per parlare la tua lingua.
-Sei bravissima invece Anya. -ho ribattuto- Magari avessi potuto averti vicina durane il viaggio, Sai? Sono bastati pochi minuti accanto a te, alla tua vivacità ed alla tua allegria per consolarmi di rutti gli inconvenienti patiti per arrivare qui.
-Marpione: mi avevano avvertito che gli Italiani avrebbero potuto essere come te. Tu stai solo adulandomi nella speranza di poter ottenere chissà cosa!
-No Ania, sono assolutamente sincero, credimi- Presentami pure al tuo fidanzato. Ci penserà lui a mettermi in riga se hai di questi sospetti.
-Fidanzato? Io non ho fidanzati. Ho undici fratelli maschi tutti forti e nerboruti, ma non posso darti loro in pasto, Tu qui sei un ospite e l’ospite è sacro. Sei un ospite mio e quindi, contemporaneamente, anche loro.
A questo punto si intristì in un attimo:
-Ho paura di aver commesso un grosso errore quando ho accettato di essere la tua interprete.
-Chiariamo subito questo punto Anya: gli Italiani non sono mandrilli per nazionalità! Certo tra noi ci sono dei cacciatori seriali di gonnelle ma non dirmi che in Russia non ce ne sono: non ti crederei. Gli uomini quando si tratta di donne, sono tutti uguali. Quindi con me tu sei al sicuro. Sei religiosa? Accetteresti un giuramento come prova?
-Questo è buono Simone: una volta lo stato era ateo ma ora possiamo liberamente professare la nostra religione. I nostri pope ed il nostro sciamano ci tengono vicini a Dio.
-Ecco allora io ti giuro solennemente che non attenterò mai alla tua virtù- Solo questo però, non posso giurare che non ti corteggerò mai, se ne avrò l’occasione, perché mi piaci. Sei una bellissima ragazza intelligente e sicura cui unisci quel pizzico di esotismo che ti rende ai miei occhi irresistibile. Come vedi parlo sinceramente.
-Le occasioni non ti mancheranno, credo. Mi hanno ordinato di starti vicina e di assisterti per tutto il tempo della tua permanenza qui e voglio proprio sperare che tu sia un vero uomo capace di mantenere la sua parola.
-Questo mi fa felice. In cambio mi impegno ad insegnarti al meglio la mia lingua.. So di essere un rompiscatole per natura: questo sarà il mio modo di sdebitarmi.
Incauto, non mi ero reso conto di ciò che avevo promesso.
La ragazza è sempre stata al mio fianco dal mattino alla sera.
Fa colazione con me, pranza con me ed infine cena con me nell’albergo della città in cui mi era stata riservata una camera. Solo la sera fa ritorno al suo jaranga. La notte è comunque gelida ma lei mi riferisce che anche se è solo una parete di pelle, li si sta calda calda ed io le credo,
Una presenza così costante ed una intimità tanto forzata hanno però favorito l’innamoramento da parte di entrambi senza che ce ne rendessimo conto.
Io continuo a mantener fede al mio impegno ma, una volta che . quasi casualmente, tra noi è scoccato il primo bacio vero, mantenere questa promessa è diventato sempre più difficile.
-Non resisto più Anya. Ogni giorno vicino a te sta trasformandosi in un tormento. Mi sono accorto di amarti veramente e voglio sposarti. Quindi devo farti due domande: la prima è: vuoi diventare mia moglie? La seconda è collegata alla prima: a chi devo chiedere il permesso per ottenerti?
-Sono felice che tu me lo abbia chiesto Simone. Anche tu mi piaci molto ma ti sei pure accorto che io tengo molto alle tradizioni della mia gente. Noi Ciukci siamo un popolo molto libero, e questo vale sia per gli uomini che per le donne.
-Tuttavia i genitori mi sa che sono proprio uguali in tutto il mondo, che i figli siano liberi o meno loro vogliono i nipotini. Ti accompagnerò quindi al mio jaranga così che tu possa domandare a mio padre il permesso di sposarmi. Tradizionalmente è giusto e normale che il pretendente domandi al padre il permesso di “rubargli” la figlia.
-Ci potrebbero essere problemi di dote?
-No nessun problema tranquillizzati, del resto noi siamo abbastanza abbienti oppure i miei non avrebbero potuto pagarmi l’università. Probabilmente mio padre ti regalerà una renna con cui tu potrai, tramite un baratto, riscattarmi,
-A questo punto ci resterà solo da raggiungere lo sciamano che benedirà la nostra unione e saremo moglie e marito.

Non ci abbiamo impiegato molto a giungere al punto.
-Simone questo è mio padre Tegyn.
Ho stretto la mano all’uomo che mi squadra con bonomia.
-Sig Tegyn. Io sono davanti a lei perché desidero sposare sua figlia Anya.
-Si Simone, Anya mi ha già avvertito della cosa e mi ha scongiurato di trattarti bene. Io non avrei molto in contrario alla vostra unione se non il fatto che tu sei straniero: altra religione, altre abitudini, altri usi ed altri costumi.
-Comprendo la sua preoccupazione signore, anche da noi c’è un detto: “Mogli e buoi dei paesi tuoi.” Ma tale detto non tiene in considerazioni gli impulsi del cuore ed essi sono importanti, molti più di un proverbio.
-Parli saggiamente figliolo, ma le parole non bastano a mantenere pieno uno stomaco. Anya poi è nata qui, qui è cresciuta e questo è il suo mondo…
-No. No. – lo ho fermeto, -io non intendo sottrarre Anya alla sua gente,
-Intendi quindi trasferirti qui e vivere di caccia, pesca e pastorizia?
--Anya vale molto di più di questo signore, Se necessario lo farò con gioia.
-E verresti a vivere in una jaranga?
-Certamente si. Oltretutto avrei una buona maestra in grado di guidarmi correttamente.
-Mi hai completamente disarmato figliolo: un uomo che sa mantenere la sua parola, che onora i genitori, che sa mantener vive le tradizioni e che. In più, è disposto ad unirsi a noi è certo difficile da trovare, eppure uno è proprio qui davanti a me adesso.
-Scusami un momento.
Lo ho visto avvicinarsi all’ingresso e fare uh cenno ad un uomo probabilmente poco più anziano di me.
In effetti pochi minuti più tardi è stato di ritorno.
-Mi hai visto parlare con mio figlio. Seguilo, ti consegnerà una renna perfettamente imbrigliata. Sarà un suo regalo, nulla dovrai dargli in cambio.
-Conduci qui la renna: la userai per riscattare Anya. Me la consegnerai ed io comincerò da quel momento a considerati mio genero e mi comporterò in conseguenza .
Un compito semplice. Dopo neppure un’ora ero di ritorno: Anya era mia.

-Bene Simone – ha concluso Tegyn -sei stato di parola ma io so che tu effettivamente non possiedi ancora nulla di quanto interessa a noi. Quindi non offenderti se io cercherò di aiutare mia figlia. Mi sono messo d’accordo con le donne:ti donerò un jaranga vicino a noi. Tu puoi andare ad abitarci fin da subito, non appena lo sciamano avrà benedetto la vostra unione Ania ti raggiungerà e comincerete la vostra vita matrimoniale,
-Bello! Sembra uno dei nostri matrimoni! - esclamai – posso invitare qualcuno al rito nuziale? Certo quel qualcuno dovrà giungere dall’Italia a qui, sarà necessario attendere qualche giorno.
-Nessun problema figliolo, Anya un riparo sopra la testa lo ha e lo mantiene.
Finalmente Anya ha potuto smettere di tradurre.
Ora il padre ha concesso la sua mano e lei, felice, si è rifugiata tra le mie braccia baciandomi con passione.

“illustrissimo, reverendissimo Magnifico Rettore.
Con la presente le comunichiamo che saranno celebrate le nozze tra:
Anya e Simone.
La signoria Vostra ò invitata a partecipare alla fausta unione che si terrò il giorno *****” a Jakutsk.

Questa lettera invito rappresenta la mia personale vendetta.
Lui mi ha spedito ai confini del mondo ed io sto dimostrandogli che mi ci trovo tanto bene da formare una famiglia proprio qui.

-Eccoti qui ragazzaccio, sei proprio finito ai confini del mondo vedo!
-Si Magnifico Rettore, ci ho impiegato una vita a raggiungere questo posto.
-Macché Magnifico Rettore, se ti ho raggiunto qui è perché ti considero un amico, Chiamami Massimo e basta. Dimmi, quando avverrà il matrimonio?
-Oggi stesso Massimo, qui non c’è tanta burocrazia da rispettare. Basta andare dallo sciamano ed in quattro e quattr’otto tutto è finito e possiamo andare a pranzo.
Lo sciamano non ha impiegato effettivamente molto tempo.
La tradizione di un banchetto al termine della cerimonia non è una esclusiva italiana.
Il Magnifico Rettore è stato sistemato accanto al tavolo degli sposi: loro parlano in Italiano, nessun altro conosce questa lingua in questo posto.
-Siete fortunati ragazzi , dice ad un certo punto il Rettore – voi siete giovani ed innamorati, Avrete certo molti bambini.
-Faremo il possibile, -risponde Anya – e cominceremo subito. la mia è una stirpe di donne molto feconde e prolifiche e, giusto in questi giorni, cade la mia settimana fertile.
Tegyn si è avvicinato e la figlia gli ha tradotto la frase di Massimo e la sua risposta.
-Invece io oramai a casa mia sono in disgrazia: mia moglie non mi lascia più avvicinare a lei.- dice lui
Anya traduce ed il padre ascolta attento:
-Anya, sai quale è il tuo dovere, vero? Devi tener alto l’onore di tuo marito.
-Si papà: so cosa devo fare (in russo)
Poi in Italiano .
-Massimo tu sei un amico di mio marito vero?
-Si Anya, ritengo di potermi considerare tale.
-In tal caso penserò io a te se da tempo non riesci a congiungerti con tua moglie- Secondo la nostra più antica tradizione le mogli devono ospitare nel loro letto gli amici del marito soddisfacendo le loro necessità. È una questione di onore familiare, e non preoccuparti se mi metterai incinta. Io e Simone avremo certamente molti altri figli in futuro e lui sarà allevato con loro, ma l’onore deve essere mantenuto intatto..
Io ho sentito, sono sbiancato in volto.
Sono quasi svenuto.
Altro che invito.!
Altro che suscitare l’invidia del Magnifico!
Altro che prendere per il culo il Rettore!
Proprio lui tra tutti ora mi avrebbe cornificato, addirittura ingravidando mia moglie appena sposata!
E non posso neppure protestare: ho giurato di abbracciare e rispettare le tradizioni Ciukci. E mia moglie sta difendendo il nostro onore!

FINE

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