tradimenti

Rifiutato


di iltiralatte
22.04.2023    |    8.171    |    6 6.4
"A me piace cucinare ma farlo per me sola non mi da soddisfazione..."
Come tutte la mie storie pure questa è frutto esclusivo della mia fantasia per cui ogni riferimento a persone o cose realmente esistenti è puramente casuale.

La vita di Remigio era stata tristissima sin dal giorno in cui un sacerdote lo aveva trovato in un paniere sui gradini di una chiesetta di paese sudamericana.
Con se non aveva nulla salvo il lacero vestitino che indossava ed una lercia copertina in cui era avvolto.
Solo un piccolo biglietto lo accompagnava: “Mi chiamo Remigio e già sono stato svezzato”. Null’altro.
La polizia del posto, benché prontamente interessata, aveva preso la cosa con molta leggerezza: le condizioni di quelle povere cose che il piccolo aveva con se suggerivano una storia di miseria che forse non valeva la pena di stuzzicare, per cui la mamma era rimasta ignota e non ricercata.
Il suo primo compleanno (teorico) lo passò in un istituto accudito dalle Suore della Misericordia Divina, ma ancora non poteva capire che qualche cosa non era corretta nella sua posizione.
Il mese successivo sembrò che la fortuna si fosse ricordata di lui. Un hombre basso e tarchiato con enormi baffoni si mise d’accordo colle suore (che non vedevano l’ora di disfarsi di quel peso) e lo portò, senza tante carte o cerimonie, a casa sua, dove la sua compagna attendeva, con quel bambino, di definirsi madre.
Il piccolo crebbe così, per un paio d’anni, in un ambiente che si poteva definire tutto tranne che sereno
L’hombre rientrava spesso ubriaco. La donna, da parte sua, cercava di arrabattarsi con quei quattro soldi che raccattava accattando ed il bambino, magro come uno stecco era abbandonato a se stesso durante il giorno mentre, la notte, la trascorreva rannicchiato nell’angolino più buio della capanna sperando di sfuggire all’attenzione dell’ubriaco urlante.
La fortuna si ricordò di lui quando la polizia, in uno scontro a fuoco, pose termine ai giorni del baffone, facendo poi irruzione nella capanna,
Fortuna per modo di dire, perché la polizia, assodato che quel bambino era in realtà un orfano lo ricondusse alle suore che già lo avevano venduto.
La sua vita migliorò, ma non di molto. Le suore, con atteggiamento molto bigotto, cominciarono a vessarlo con preghiere, educazione rigida e quant’altro.
Nuovamente si presentò una coppia per adottarlo, questa volta con carte regolari ed il piccolo si trasferì in una vera abitazione, modesta ma ben diversa dalla capanna in cui era stato finora.
Il cibo era sufficiente e si irrobustì un po’, i vestiti puliti ma la mamma adottiva pretendeva sempre da lui le orazioni. Lui, che dalle suore aveva imparato a detestare questa pratica, si ribellava facendosi così la nomea, appunto, del ribelle.
Il risultato fu che, un giorno prima del termine in cui la sua adozione sarebbe diventata definitiva, fu riportato, con tanti saluti, dalle suore e lui, ancora una volta dovette affrontare un abbandono.
Si chiuse in se stesso lasciando che la vita gli scorresse attorno (tremendo riferito ad un bambino di neppure 5 anni).
Grazie all’adozione internazionale però una coppia italiana lo scelse, portandolo definitivamente via da quel convento per condurlo in Italia.
La coppia era sterile in quanto gli spermatozoi del marito erano scarsi e pigri (sic!) e subito si innamorò di lui.
Stare in Italia, coccolato e vezzeggiato gli piaceva molto. Finalmente poteva vivere una vita degna. Si innamorò perdutamente della mamma adottiva e di suo marito. Non era più un ribelle, ma un bravo bambino rispettoso ed obbediente.
Aveva inoltre cominciato a frequentare l’asilo.
Dopo il primo giorno di terrore, in cui si era visto abbandonato da quella mamma che tanto amava, scoprì che in quel posto tanti bambini della sua età erano presenti, intrattenendolo sino al momento in cui la mamma tornava a recuperarlo per riportarlo a casa.
Qui un bambino specialmente gli risultava simpatico: Andrea che, lui ancora non lo sapeva, sarebbe risultato importantissimo nel suo futuro.
Una sera poi, tornando a casa, trovò la tavola imbandita con una stupenda torta alla crema ed il papà che era tornato prima dal lavoro per l’occasione.
La mamma pose dapprima una candelina sulla torta invitandolo a spegnerla subito dopo averla accesa.
Remigio, che parlando con Andrea aveva saputo di quella tradizione si affrettò ad ubbidire. Ore si attendeva la sua fetta del dolce ma la mamma, prese altre 2 candeline, le pose sulla torta accendendole. Poi, dopo aver strizzato l’occhio al marito, assieme a questi le spense.
Finalmente fece le porzioni mentre il papà spiegava:
-La prima candelina è per te, Remigio. Oggi l’adozione si è finalmente completata ed ora tu sei ufficialmente ed a tutti gli effetti nostro figlio.
La mamma si precipitò ad abbracciarlo ed a stringerlo al seno mentre il papà proseguiva:
-Le due candeline sono per festeggiare un miracolo: la mamma è incinta. Dopo tanti tentativi andati a vuoto non ci speravamo neanche più. Presto avrai un fratellino o una sorellina, a seconda di quello che il cielo vorrà inviarci.
Ed a sua volta si avvicinò al resto della famiglia stringendosela al petto.
Sembrava che la fortuna si fosse finalmente ricordata di lui ma una prima gravidanza di una donna ahimè attempata non era un viaggio di piacere.
La mamma si trovò alle prese con una posizione bassa del feto e con il pericolo di distacco della placenta e, temendo di perdere il bambino, dovette mettersi a letto riducendo al minimo i movimenti.
Il bambino si trovò da un giorno all’altro, alla presenza di una donna che sembrava sana ma che lui interpretava sofferente e cominciò ad odiare quel fratello/sorella che tanto faceva soffrire la sua mamma,
Il papà lo accompagnava all’asilo tornando poi a recuperarlo.
Remigio era molto orgoglioso di questo e continuamente se ne vantava con Andrea che invece continuava ad essere accompagnato solo dalla sua mamma.
A casa Remigio spiava sempre la mamma nel timore che le succedesse qualche cosa ed il suo carattere cambiò. Ora era più ombroso che giulivo come avrebbe dovuto essere un bimbo della sua età.
L’unico appiglio col mondo divenne il suo amico Andrea, che in questo modo non faticò a prendere la leadership della coppia.
Durò otto mesi questa situazione, poi finalmente la mamma partorì una bambina. Lei riacquistava libertà di movimento ma la piccola era molto gracile e bisognosa di assistenza.
Ancora una volta la sindrome di abbandono si impadronì di quel bambino, troppo immaturo per comprendere quelle urgenze familiari.
In se stesso ripudiò completamente la sorella e si strinse ancora di più all’unica persona con cui poteva realmente condividere la quotidianità: Andrea appunto.
Passarono gli anni. L’odio per la sorellina si attenuò anche se la mamma, vista la debolezza della piccola, doveva forzatamente dedicarsi più a lei che non a lui.
Remigio divenne assolutamente gregario di Andrea.
Se Andrea proponeva una gara di pipi era li, pronto a schizzare il suo getto a comando. Peccato che Andrea vincesse sempre.
Alle medie una delle materie era educazione fisica. Sul campo si correva e si sudava. Chiaramente al termine degli esercizi si doveva fare una doccia in un doccione comune e la gara di pipi si trasformò in una gara di pene.
Inutile dirlo; anche in questo campo Andrea risultò superiore e questo stabilì definitivamente l’asservimento di Remigio all’amico.
Altro tempo passò: si giunse agli ultimi anni delle superiori dove i due ragazzi ricevettero un eccellente diploma e poterono finalmente cercare di ritagliarsi un’indipendenza economica.
Per due anni si persero di vista.
In questo periodo Remigio trovò un’ottima occupazione e conobbe Anna, una bellissima ragazza, dolce come il miele ed eterea come un angelo di cui non tardò ad innamorarsi perdutamente.
Stava talmente bene assieme a lei che non tardò a chiederla in moglie. Lei acconsentì entusiasta e presto si celebrarono le nozze con la sorella di Remigio testimone della sposa e con Andrea testimone dello sposo.
Fu qui che Andrea conobbe per la prima volta Anna e ne rimase a sua volta incantato.
Al ricevimento nuziale, in una pausa dei festeggiamenti, si avvicinò all’amico
-Complimenti hai scelto una moglie eccezionale
Remigio gonfiò orgoglioso il petto:
-Si lo so, non ce ne sono molte dolci belle ed intelligenti come Anna
Andrea sorrise:
-Ne sono assolutamente convinto anch’io. Quindi voglio che tu mi aiuti a divenire il suo amante. Nel frattempo stai attento a non ingravidarla: voglio essere io quello che lo farà anche se,naturalmente tu riconoscerai sempre come tuoi i suoi figli: dopotutto è tua moglie!
In un attimo il mondo crollò addosso a Remigio:
-Ma Andrea, cosa dici? Anna ora è mia moglie ed io la amo.
-Bene,se la ami vorrà dire che non avrai altre donne. Però, sempre se la ami dovrai cedermela ed aiutarmi ad averla.
-Non se ne parla neppure! Per quale motivo dovrei farlo?
Andrea lo guardò deciso:
-Ricordi le nostre gare di cazzo? Chi le vinceva? Tu forse? Ho sempre prevalso io e tu non vuoi per il tuo amore la cose migliori? Ecco spiegato perché IO devo essere l’amante. Inoltre il capitano della nostra squadra sono sempre stato io. Se io ti domando tu devi acconsentire. O non sei d’accordo?
-Ma cosa dici Andrea? Si ti ho sempre seguito ed ho sempre fatto quello che mi chiedevi, ma qui la cosa è un po’ diversa direi.
-Niente affatto Remigio, tu sei e resti il numero 2. Comunque pensaci bene: dopo questo discorso i casi sono due.
• O accetti in toto la mia richiesta
• o la nostra amicizia finisce qui: non potrebbe sopravvivere ad un tuo diniego.
La sindrome di abbandono colpì a questo punto Remigio con la forza di un maglio. Se non accettava quelle condizioni anche Andrea lo avrebbe lasciato: questa era una cosa che proprio non poteva permettere.
Un solo momento di indecisione poi abbassò gli occhi al suolo:
-Va bene Andrea, hai vinto. Cosa devo fare?
-Visto che sei ragionevole ti rispondo di partire tranquillo per il viaggio di nozze e di scopare tranquillo con Anna. Solo dovrai stare attento a non ingravidarla: un ben misero sacrificio non credi? Poi, quando rientrerai, mi inviterai a frequentare casa tua con una certa assiduità e concorderemo il da farsi. Sono abbastanza ragionevole?
-Assolutamente si Andrea. Grazie!
I due sposi partirono quindi per il viaggio di nozze e questo fu il periodo più sereno per Remigio che potè unirsi senza pensieri a sua moglie innamorandosi ogni giorno di più di lei.
Però, come per tutte le favole, anche i bei sogni svaniscono all’alba, e fu proprio una prima mattina che i due sposi presero l’aereo che li avrebbe ricondotti a casa.
Non fecero quasi in tempo ad arrivare che incrociarono Andrea che li accolse affettuosamente abbraccciandoli entrambi:
-Sei per me una sorella
Disse ad Anna, mentre chiese a Remigio ragguagli sul loro viaggio.
-Lasciami rientrare!
Rispose Remigio con un sorriso tirato sapendo che ora avrebbe dovuto agire per passare la sua amata ad Andrea:
-Vieni a cena da noi questa sera e ti racconteremo tutto.
Così fu: Andrea si presentò con una bottiglia di ottimo spumante italiano che consegnò agli sposi e spiegò:
-Dopo cena voglio fare un brindisi: si un brindisi alla vostra felicità.
Anna, che in cuor suo aveva dato dello sciocco a Remigio per aver invitato un estraneo nella loro alcova proprio il giorno del loro rientro, accolse con favore quella simpatica dimostrazione di amicizia. Sapeva che stava entrando nel suo periodo fertile ed avrebbe voluto quel rompiballe fuori dalle scatole ma, dopotutto, si trattava solo di una cena e del loro primo ospite. Per le scopate avrebbero avuto tempo tutta la notte, questo non comportava che avessero dovuto comportarsi da orsi quando alzati.
Un sorriso le illuminò il bellissimo volto:
Grazie Andrea. Io e mio marito apprezziamo moltissimo. Dopo cena, seduti sul divano, ti racconteremo le nostre avventure ed alzeremo i calici al cielo.
Così fu. Dopo aver mangiato, un po’ brilli per il vino consumato durante il pasto con l’aggiunta del successivo spumante, resero pienamente edotto Andrea di quanto avevano visto durante le vacanza ed Anna raccontò tutte le avventure che avevano affrontato. Tutte quelle avventure, una al giorno, avevano però una conclusione prevedibile e comune.
I due sposi si ritrovavano, al loro termine, in camera a scopare come ricci.
Proprio al termine di uno di questi racconti Andrea si alzò:
-Ragazzi, mi sono reso conto di essere alla presenza di due maniaci del sesso (gli altri risero di gusto a questa battuta) e credo proprio che in questo momento mi stiate vedendo come un ostacolo al vostro hobby preferito: quindi levo le tende. Ci vediamo domani.
-Un attimo!(rispose Anna) Ti sei dimostrato un buon amico e mi sono resa conto che amici non ne abbiamo tanti. Ieri ti ha invitato Remigio, ora vorrei farlo io. Perché non vieni a cena anche domani sera? Ho notato che la tua compagnia è molto piacevole e certo mio marito sarà felice di dividere un po’ del nostro tempo con te
Andrea non attendeva altro ed accettò con entusiasmo, quindi il terzetto si divise con l’intesa che si sarebbe riformato la sera successiva.
Quando lui ebbe chiusa la porta Anna prese il marito per mano trascinandolo verso la camera da letto ma qui ebbe la sua delusione:
-Amore, sono stanco! Siamo appena tornati dal viaggio e la giornata è stata faticosa. Dopo cena sei stata tu a reggere le conversazione: io mi impegnavo a restare sveglio ma nel contempo notavo come tu fossi brava ad intrattenere rapporti. (le diede un bacio), Non adirarti ora ma adesso vorrei dormire, magari utilizzando come cuscino il tuo splendido seno.
.Con un sospiro Anna si sottomise e passò la prima parte della notte a guardare (meglio immaginare) il suo sposo addormentato su una delle sue mammelle. Poi, a sua volta, chiuse gli occhi ed entrò a sua volta nel mondo dei sogni.
“Andrea stava carezzando Anna, ma in maniera piacevole e non lasciva. Le succhiava un capezzolo e lei sentiva che, ai piani inferiori, stava allagandosi. Poi appoggiava la guancia su una sua mammella e lei stringeva forte quella testa attirandola verso di se” Allarmata Anna si svegliò all’improvviso. La testa che si stringeva al seno era quella di Remigio, se ne rese conto con sollievo, che a quella improvvisa manifestazione di possesso non potè che piacevolmente destarsi.
I due avevano le loro occupazioni e, per tutto il giorno non poterono incontrarsi.
Lo fecero alla sera, quando Anna, impegnata a preparare la cena, ebbe occasione di parlare col marito.
-Come è andata oggi? (domandò l’uomo)
-Bene ma mi sono sentita un po’ sola …
In quel momento suonò il campanello: era Andrea con la sua classica bottiglia di spumante.
-Buona sera ragazzi (disse questi allegramente) Avete passato bene la giornata?
-Stavo giusto dicendo a Remigio che oggi mi sono sentita sola (rispose Anna). Al supermercato non avevo certo compagnia, poi ho cucinato un pranzo che ho consumato sola soletta, ed infine al pomeriggio la noia ha imperato. Fare qualche faccenda domestica non è sufficiente a vincerla
-Ma Remigio, lasci così tanto sola una così bella creatura? (domandò Andrea mentre Anna si scioglieva in brodo di giuggiole) Devi stare attento o verrà un lupo che ti ruberà la pecorella (ridendo)
-Non posso fare diversamente Andrea: io lavoro all’altro capo della città e non ho un intervallo meridiano sufficiente a consentirmi un ritorno a casa! Anzi, sono fortunato ad avere una mensa aziendale o dovrei digiunare sino a sera.
-Siamo tre solitari allora (replicò Andrea) Io pure pranzo da solo alla mensa aziendale della mia ditta! Peccato, se Anna fosse mia moglie io il tempo per tornare a mezzogiorno lo troverei, tanto più che il mio posto di lavoro è qui vicino.
Poi venne il momento della cena ed i tre amici lo trascorsero piacevolmente tra lazzi, frizzi e tanta allegria.
La sera qualcuno propose un gioco da tavolo: era disponibile il Risiko e tirarono allegramente mezzanotte.
Nuovamente Andrea si alzò per andarsene.
-Aspetta un momento (lo fermò Anna che, guardando il marito continuò) Per Remigio non c’è nulla da fare, ma noi potremmo unire le nostre solitudini a mezzogiorno. A me piace cucinare ma farlo per me sola non mi da soddisfazione. Avere un ospite fisso che poi mi aiuti a consumare il pasto potrebbe rivelarsi piacevole per tutti. Oramai io e te, Andrea, possiamo definirci amici. Voi due lo siete dalla più tenera infanzia. Almeno due di noi potrebbero consumare consapevolmente un pasto civile in compagnia.
-Mmmm. (rispose Remigio) tu lo inviti a mezzogiorno ed io alla sera. Andrà a finire che non vorrà più andarsene da casa nostra (e rise)
-Volevo farvi una sorpresa ma tanto vale lo sappiate subito (annunciò Andrea) Ho venduto il mio appartamento e col ricavato ho acquistato quello di fianco al vostro. Mi ci trasferirò tra un paio di giorni. In questo modo potremo ricostituire la nostra squadra arricchita dalla presenza di Anna. Accetto di tutto cuore il tuo invito Anna, con me che abito accanto voi neppure le malelingue potranno obiettare se al mezzogiorno rincaserò (per quanto ne sapranno loro) per mangiare in compagnia.
Quindi salutò e se ne andò lasciando ancora una volta soli i due coniugi.
Anna e Remigio, rimasti soli, andarono a coricarsi e qui l’uomo, con un rigurgito d’orgoglio si avvicinò alla sua donna con evidenti intenzioni.
Anna si lasciò spogliare, accarezzare, baciare ma senza reazioni. Dove fino al giorno prima si era dimostrata eccitata e disponibile ora era amorfa ed indifferente.
Deciso a vincere quella sua dipendenza da Andrea Remigio le allargò le gambe deciso a penetrarla, anche a costo di infrangere il divieto dell’amico (anche lui sapeva fare i conti e sapeva bene del periodo fertile di sua moglie che doveva più o meno essere in quel periodo). Anna si lasciava fare senza muovere un muscolo. Quel comportamento tanto indifferente lo smontò completamente. Il pene, già imboccato all’ingresso della vagina si afflosciò del tutto e lui ebbe paura. Paura di essere abbandonato da Andrea ma, ora, pure da Anna. La sindrome aveva agito addirittura sulla sua virilità.
Abbandonati i pensieri di copula abbracciò strettamente sua moglie:
-Anna, voglio da te un giuramento.
-Quale giuramento amore mio? (rispose lei)
-Voglio che mi giuri che non mi lascerai mai, neppure se dovessi avere tutti i giusti motivi che ti spingerebbero a farlo.
-Ma cosa dici stupidone? (ribatté lei) Tu sei il mio solo ed unico uomo, perché mai ti dovrei abbandonare?
-Non sapremo mai cosa ci riserva il futuro (singhiozzò il marito) oggi no ma magari domani l’amante deciderai di fartelo. Anche in questo caso voglio che tu rimanga con me, io da parte mia giuro che non mi opporrò a nessuna tua azione
-Se questo ti può tranquillizzare te lo giuro. Tu sei e sarai sempre mio marito. Contento?
Con un tenue sorriso la donna, fece una leggera carezza a l marito e si girò addormentandosi.
“Andrea era nel suo letto e la stava accarezzando come poco prima aveva fatti suo marito. Anna, sotto di lui, gemeva e si dimenava inconsapevole del resto del mondo. Poi Andrea imboccava il pene sulla sua vagina penetrandola dolcemente e lei accettava con piacere quella intrusione nella sua intimità- La figa continuava a secernere umori che favorivano l’azione di pompa del suo amante che, da parte sua, la aveva travolta in una scopata senza fine”
-Svegliati Anna è mattino!
Suo marito la stava scuotendo:
-Cosa ti succede? Un incubo? Stavi lamentandoti nel sonno: gemevi come se qualcuno ti stesse torturando
-Solo un brutto sogno (rispose lei) ieri sera devo aver mangiato qualcosa che mi è rimasta sullo stomaco.
Mentre il marito si vestiva lei si alzò a sedere, ma qualche cosa la metteva a disagio. Le pareva di esser seduta sul bagnato. Toccò il lenzuolo sotto di lei: completamente fradicio, sembrava che qualcuno ci avesse pisciato sopra. Si ricordò che nel sogno era giunta un paio di volte a squirtare. Allora era vero tutto! Senza farsi notare dal marito corse in bagno a cambiarsi ripromettendosi di sistemare il letto come prima azione non appena Remigio fosse uscito.
La mattina trascorse veloce: sistemare il letto, rassettare la casa e preparare il pranzo per il suo ospite le prese tutta la mattina.
Mezzodì era suonato da pochi minuti quando suonò il campanello ed Andrea fece il suo ingresso accompagnato, stavolta, da una bottiglia di ottimo vino.
Anna , orgogliosamente gli imbandì i suoi piatti migliori che, innaffiati col vino di Andrea, suscitarono l’entusiasmo dei due amici.
Terminato il pranzo, visto che ancora era avanzato parecchio tempo, si misero sul divano a parlare ed a scambiarsi confidenze
-Ieri sera Remigio mi ha fatto impressione (esordì Anna). Sembrava un cucciolo abbandonato e mi ha fatto giurare che non l’avrei mai lasciato, neppure se mi fossi fatta un amante
Andrea inarcò un sopracciglio.
-Il fatto è che io, a parte te, non conosco altri uomini. Come posso farmi un amante? E soprattutto come posso abbandonare lui?
-Io sono un uomo (replicò Andrea) e se devo dirla tutta farei ben volentieri l’amore con te!
A quelle parole Anna avvampò ricordandosi dei due sogni delle notti precedenti e la cosa non sfuggì ad Andrea.
Andrea, avvicinatosi le fece una leggera carezza sul viso, poi mentre le mani correvano alla sua scollatura, la baciò delicatamente sulla bocca:
-Noo (protestò lei) sono sposata (e lui ripeteva il bacio con più decisione) Amo mio marito e non voglio tradirlo (e lui cominciava a titillarle una mammella) e poi sono appena tornata dal viaggio di nozze (mentre lui cominciava a spogliarla)
-Dov’è la camera da letto? (domandò Andrea prendendola in braccio)
-Quella porta (rispose Anna indicandone una)
Così Anna, smettendo di protestare si lasciò adagiare sul letto e si lasciò completamente denudare.
Andrea non si spogliò a sua volta: si stese vestito accanto a lei cominciando ad accarezzarla, a baciarla ed a stuzzicarla in tutti i modi finchè non fu Anna stessa a provvedere a denudarlo:
-Sono bollente, non resisto più: fammi tua (lo pregava)
Ed Andrea, ben felice di esaudirla, la penetrò con dolcezza permettendole poi di gustare il suo membro dentro di lei per un lungo periodo prima di completare la copula coi classici movimenti del coito.
.Remigio deve aver doti di preveggenza (constatò quando si tolse) non avevi un amante ed ora ce l’hai. Sei certa di non voler venire a vivere con me?
-No Andrea! Già avrei avuto una qualche titubanza se fosse successo ieri ma, dopo il solenne giuramento che gli ho fatto oggi, certamente non lo lascerò mai.
-Ma io ti amo! Voglio che tu sia la mia donna, voglio dei figli da te!
-Diamo tempo al tempo Andrea. Certamente non gli riferirò cosa abbiamo fatto oggi: lo ferirei troppo.
-A questo punto, almeno per il momento, mi accontento di averti. Tu sei troppo importante per me e, se non parlerò con lui, sarà solo per rispettare la tua volontà.
L’accordo era raggiunto e lo sigillarono con un bacio passionale.
Anna non sapeva della richiesta che il testimone dello sposo aveva fatto a suo marito il giorno delle nozze … ma Andrea si. Prima ancora che Remigio fosse rientrato a casa lo intercettò invitandolo al bar,
-Oggi sono riuscito a coprire per bene Anna. La prima parte del nostro accordo è compiuta e tu sei certo un ottimo numero due. Ora dobbiamo fare in modo che tu mi accetti come amante ufficiale e che me la faccia ingravidare.
A rispondere fu la sindrome: - Si Andrea, eravamo d’accordo così: ora cosa devo fare?
-Credo che il modo migliore sia che tu finga di non sapere che sono riuscito a portarmela a letto e che ti trasformi in un marito trasgressivo. Da ora non la scoperai più senza il mio permesso ma comincerai a proporle, ed insistendo, un rapporto a 3. Tienimi informato sugli sviluppi, ti dirò poi io quando sarà il caso di fare il mio nome. (ed abbracciò affettuosamente l’amico prendendolo per le spalle)
La sindrome aveva trionfato. Remigio ora si sentiva di appartenere anima e corpo ad Andrea.
-Farò quello che vuoi, ma tu non mi abbandonerai vero? Lascio a te Anna ma non me la porterai via, vero? Giuramelo
Andrea notò la bizzarria della situazione: era lo stesso giuramento che l’uomo aveva preteso dalla moglie ma, del resto, un cornuto che dopo avergli ceduto la moglie si fosse preso la responsabilità di futuri figli gli avrebbe fatto comodo:
-Se tu manterrai i patti, me la lascerai ciulare ed ingravidare ogni volta che vorrò e ti occuperai dei suoi figli come se fossero tuoi, pur senza toccarla: HAI LA MIA PAROLA. Permetterò che lei resti tua moglie e non la allontanerò da te
-Grazie Andrea: sei il migliore amico del mondo. Conta su di me per ottenere tutto quello che desideri.
Per una settimana Andrea si recò tutti i mezzodì a mangiare a casa dell’amico e. al posto del dolce, concludeva i pasti con favolose scopate con Anna.
La sera invece si trasformava in un promemoria per Remigio: la sua costante presenza non gli consentiva di scordare il suo impegno.
Remigio, da parte sua, seguiva le istruzioni. Una volta a letto cominciava con l’accarezzare la moglie, poi, quando gli sembrava bella calda, le si avvicinava:
-Amore, mi sembra che i nostri rapporti si siano raffreddati un po’
-Tu dici Remigio? A me non sembra.
-Si Anna credo che dovremmo studiare qualche cosa per ravvivarli
-E cosa vorresti fare?
-Ecco, credo che se inserissimo un altro uomo tra noi, che ti scopasse mentre io resto a guardare, tu godresti senz’altro di più ed io mi potrei eccitare al punto di riuscire a soddisfarti
-PORCOOO! Vuoi farmi chiavare da un altro! Ma io non ci sto: io sono una moglie fedele!
E date le spalle al marito sprofondò nel mondo dei sogni.
Donna fedele? Non più e il mezzogiorno successivo Andrea veniva relazionato sulle oscene proposte di Remigio.
Dopo una settimana Andrea rispose ad Anna:
-Sembra che tuo marito sia proprio deciso. Forse possiamo volgere la cosa a nostra vantaggio. Invece di dargli del porco … e le spiegò come comportarsi.
Quella notte Remigio tornò all’attacco
-Pensaci Anna, a te verrebbe tutto il piacere
-Va bene! Se proprio ci tieni mi hai convinto (rispose Anna) ma voglio essere io a scegliere il maschio.
-Ma se non conosci nessuno! Salvo Andrea non credo tu abbia altre conoscenze maschili.
-Andrea, ecco proprio lui! Ma dovrai essere tu stesso a domandarglielo ed eventualmente a convincerlo.
-Mi sembra una condizione giusta cara! Domani sera quando ci siederemo sul divano provvederò. Te lo prometto
A mezzogiorno Andrea fu naturalmente relazionato:-Se conosco bene tuo marito vorrà propormi una gara di cazzo. Sono pronto a scommetterci. Questa gara dovrà farsi che ambedue ti scopiamo e che poi tu elegga un vincitore.
-Ho capito allora: dovrò dichiarati vincitore così che tu possa reclamare il premio, che poi sarei io!
-No amore al contrario. Comunque vada tu dovrai dichiararmi sconfitto … ed alla grande.. Dobbiamo dare a tuo marito la possibilità di umiliarmi, così che possa dimenticarsi che stiamo realmente facendo una gara di scopate con te! Abbi fiducia in me.
Alla sera, infatti, Remigio esordì mentre Anna ascoltava attenta:
-Sai Andrea, da giovani abbiamo fatto infinite gare di cazzo: da chi faceva più lontano la pipi a chi aveva il pene più bello e devo riconoscere che hai sempre vinto tu.
-Naturale Remigio, contro me non hai mai avuto possibilità: sei il numero 2 ricordi?
-No io non sono il numero 2: sono pronto a scommettere che in una gara di scopate io sarei il numero 1.
-Ma smettila (rispose Andrea) queste erano gare da ragazzini. Direi che quel tempo è finito. Poi per una gara quale quella che proponi servirebbe una donna che faccia da giudice mentre tu, che sei un uomo sposato non puoi proporre una sfida di questo genere davanti a tua moglie. La guerra è già finita per mancanza di competitori (ridendo)
-Ti sbagli: una possibilità c’è … e non dovrei neppure tradire mia moglie nel corso della gara
Andrea si accigliò: Cosa diavolo stai dicendo? Non vorrai mettere Anna sul piatto, vero?
-Metterla sul piatto no, ma lei è una donna perfettamente in grado di proclamare un vincitore.
-E cosa vorresti mettere in palio? (domandò Andrea)
-Il vincitore potrà stabilire a suo piacere il premio.
-Ma smettila! Non ti rendi conto che mi stai chiedendo di scopare tua moglie?
-Io mi rendo conto che tu ha paura di perdere. Sai che in questo caso non saresti più l’assoluto numero 1
Andrea guardò Anna:- Ma senti cosa mi sta proponendo? Tu non dici niente?
-Cosa vuoi che dica? Ultimamente è diventato in debosciato. Vuole vedermi scopare con un altro uomo ed io ho scelto te, l’unico che conosco. Ti giuro che sarò una giudice assolutamente imparziale, così lo accontenteremo e non mi romperà più le scatole sperando che, soddisfatta la sua depravazione, torni alla normalità.
-Beh, se tu sei d’accordo e se questo può servire ad aiutarti ci sto! Quando sarà questa gara?
-Immediatamente! (rispose Remigio) invece di una gara a Risiko faremo una gara a scopate! Preparati a perdere la tua leadership.
I tre si trasferirono quindi in camera sa letto denudandosi.
Anna si distese sul materasso ed attese il primo concorrente.
-Comincio io (disse Remigio) così potrai assistere ed imparare qualche cosa. Ti do anche questo vantaggio.
Si avvicinò al letto e cominciò ad accarezzare la moglie. Passò quindi a mungerla strizzandole delicatamente i capezzoli prima di dare il via ad una notevole succhiata in ambedue le tette. Nel frattempo manteneva una mano sulla vagina, titillando il clitoride e giudicando come la vulva si fosse bagnata, Insomma non era un pivellino e, al momento giusto la penetrò dando origine all’atto vero e proprio. Aveva anche una discreta resistenza e terminò una decina di minuti più tardi senza che Andrea avesse proferito parola.
Anna si alzò dal letto:
-Devo fare pipi e, già che ci sono, ne approfitterò per ripulirmi. Se devo fare da giudice voglio che le condizioni iniziali siano il più simili possibili per ambedue. Tornò dopo una mezz’oretta e si distese sul letto disposta ad accogliere ora Andrea dentro di se.
Neppure Andrea era un novellino e senza ripetere particolari lubrici dirò semplicemente che si fece molto onore. Alla fine Anna era esausta e veramente sessualmente appagata. Ora doveva proclamare il vincitore e, memore della richiesta del suo amante, non esitò a proclamare come tale il marito.
A quelle parole Remigio non stava più nella pelle:
-Ho vinto io! Ho vinto io! (sembrava un bambino) Ora non sono più il numero 2 sono diventato il numero uno. Però mi ricordo con piacere del vecchio numero uno e sono disposto a lasciarti riconquistare il primato.
Tenendo gli occhi bassi a causa della sconfitta Andrea domandò:
-E come penseresti di permettermi di riconquistare il primato?
-Beh, per te sarà un po’ umiliante suppongo. Dopo cena, tutte le sere, dovrai scopare Anna fino a quando lei non dichiarerà che sei arrivato alla mia altezza. Solo allora verrò a controllare se le tue prestazioni saranno realmente migliorate. Io ho imparato da solo ed è giusto che anche tu faccia lo stesso.
-Potrò allenarmi nel tempo libero? (domandò Andrea)
-Naturalmente si (rispose tronfio il marito) Non ti pongo limiti di alcun tipo ma tu, quando mi vedrai, dovrai sforzarti di riconoscere in me il maestro.
-Hai vinto Remigio (sempre con gli occhi bassi ed un tono triste nella voce) Mi consenti di portare Anna nel mio appartamento? Vorrei cominciare ad allenarmi subito per capire dove ho sbagliato.
-Certo Andrea, ma non cercare di barare. L’allenamento non conta. Oramai è mattina e stasera dovrai nuovamente scoparla per sottostare al suo giudizio.
A questo punto intervenne Anna:- Ma hai deciso tutto tu? Il mio parere non conta? Perché mai devo occuparmi io dello svezzamento di questo pivellino?
-Credevo che oltre che mio amico fosse tale anche per te (rispose il marito) Se non vuoi aiutare un amico sceglieremo in’altra donna, magari una prostituta che ti sostituisca
-IO SOSTITUITA DA UNA PROSTITUTA!!!? Ma sei impazzito? (insorse Anna) Va bene, mi occuperò io dell’educazione sessuale di questo principiante, ma ti rendi conto che così potrà capitarmi di dover spesso trascorre delle notti fuori casa?
-Si amore, me ne rendo conto, ma so che anche in queste condizioni tu resterai la mia fedele ed amorevole mogliettina che sta scopando con un altro solo per addestrarlo. Ora sono tranquillo: avendo unito le due persone più importanti che per me esistano al mondo, nessuna di loro mi abbandonerà mai.
Mentre portava Anna nel suo letto Andrea le strizzò l’occhio e le sussurrò:
-Lascia o raddoppia? Ma raddoppio naturalmente.
Ora la donna era totalmente ed unicamente sua pur restando sposata a Remigio ed i 2 amanti avrebbero potuto avere liberi incontri sessuali a volontà … semplicemente obbedendo agli ordini del marito.
Passò un po’ di tempo.
Non esiste modo migliore del ciulare una donna almeno una volta al giorno scaricando in lei il proprio piacere per metterla incinta ed infatti, dopo un mesetto, Anna si scoprì gravida.
Andrea accompagnò Anna a comunicare la notizia al marito.
Alla notizia Remigio si mise ad esultare:
-Papà! Sarò papà! La mia mogliettina finalmente mi darà un figlio, bisogna subito preparargli la camera! Certo, alla nascita, dovrà rinunciare a passare tutte quelle notti ad addestrarti, Andrea, ma in questo momento della cosa poco mi importa.
Ed incurante della presenza di Andrea trascinò la moglie sul suo letto scopandola di fronte all’amante


FINE

Come sempre mi succede mendico critiche motivate (anche negative) e pareri, indispensabili per migliorarsi
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