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La trombamica clandestina 2


di iltiralatte
06.07.2024    |    8.141    |    4 7.4
"Vede signora? Proprio il fatto di averne fatto le mie amanti è stato quello che ha favorito il loro ingravidamento..."

Un paio di mesi erano passati ed Eva stava finalmente riuscendo a vincere il disgusto di se stessa che inizialmente l’aveva colta, anche se, all’esterno, riusciva a celarlo completamente.
Aprire le gambe ad un perfetto estraneo e permettergli di usufruire della sua femminilità, per di più ringraziandolo nel momento in cui lo stesso si appagava dentro di lei, avevano generato un senso di vergogna e di disagio che si era riflesso all’interno del suo matrimonio.
Giosuè, ignaro di quanto stesse combinando sua moglie, si era trovato più volte a far l’amore con un pezzo di legno, per cui, attribuendo quella improvvisa frigidità alle mancate gravidanze della compagna, decise di prendere in mano la situazione e si rivolse, a sua volta, ad un medico per esaminare la sua fertilità.

-Eva, ho brutte notizie per te (esordì Giosuè), so quanto tu desideri un bambino e tu sai quanto io lo voglia
Disteso sul letto l’uomo si avvicinò alla moglie accarezzandola dolcemente
-Stasera no tesoro, perdonami ma non sono in vena di fare all’amore.
-Mi hai frainteso passerotto mio (ridendo) la brutta notizia non era quella che desideravo accoppiarmi, anche se, con questo atto, potrebbe aver molto a che fare. Vedi? Ho pensato di sottopormi ad una prova per la fertilità, tanto la mutua la passa gratis, per essere certo della mia possibilità di diventare padre.
Nella penombra della loro camera Eva lo guardò attenta e lui proseguì:
-Oggi sono andato a ritirare l’esito e questa è la brutta notizia: io sono quasi completamente sterile.
-Lo sapev … (rispose Eva mordendosi poi immediatamente la lingua, poi si corresse) lo immaginavo amore, uno di noi due doveva avere un qualche problema. Ma perché dici che è brutta la notizia? Abbiamo identificato il problema: ora una bella cura rinforzante e presto sarai anche tu papà ed io mamma.
-Non è così semplice amore. Per la precisione io ho un liquido seminale praticamente privo di spermatozoi e, quei pochi che ci sono,, spersi nel liquido, sono pigri: non si agitano come dovrebbero il che riduce praticamente a zero le mie possibilità di paternità.
-Dobbiamo quindi cercare soluzioni alternative. Ci ho pensato molto. Dovrò soffrire più di un cane roso dalla gelosia, ma tu hai diritto di avere un figlio tuo e di diventare mamma.
-Si potrebbe tentare una fecondazione eterologa, col seme di un qualche donatore sconosciuto, ma non vedo volentieri questa soluzione. Cominciare una vita in mano ai medici non è certo un fausto augurio per il futuro di nostro figlio nascituro.
-In più il seme, come ti ho detto, non sarebbe mio per cui praticamente introdurremmo un estraneo in casa, spacciandolo poi per figlio nostro. No non mi va!
-Allora cosa proponi? (ribatté Eva) Senza conforto medico c’è un unico altro modo in cui uno spermatozoo raggiunga l’ovulo: il tradizionale.
-Si cara, lo so. Dovresti farti un amante che ti fecondi. Io non indagherei il mentre ma non potrò ignorare il modo per cui, pur avendotelo domandato io stesso, impazzirei di gelosia. Tuttavia ti prometto che accetterei il bambino come mio e che sarei per lui un padre perfetto.
-Sei molto generoso amore ma io non mi sento di divenire mamma sulla scia di un tradimento. Se il tuo seme non è buono: pazienza. Sono disposta a rinunciare ad un figlio, però tu non sei castrato, quindi qualche possibilità esiste ancora.
-Non più del 5 % amore.
-Allora è deciso: diamo alla natura la possibilità di sfruttare questo 5 %. Siamo giovani ma dobbiamo imparare a non avere fretta. Attendiamo forse la soluzione ci si presenterà da sola.
Dopo aver scambiato un dolce bacio col marito che, nonostante i suoi discorsi, appariva sollevato, Eva si girò sul fianco e si addormentò: il seme di Adamo, all’interno del suo grembo, non correva rischi di contaminazioni o di (lecita) concorrenza e suo marito aveva ora un motivo in più per affidarsi a lei.

Solo qualche giorno era trascorso e Giosuè tornò alla carica.
-Forse c’è una soluzione Eva (mostrandole un biglietto scarabocchiato a mano) Questo è il nome di un uomo fenomenale. Un mio amico questurino mi ha detto che egli, una decina di anni fa, ha avuto dei problemi dopo che era diventato amante delle mogli di due uomini e che queste si erano scoperte entrambe gravide.
-Ha dovuto fuggire per garantire la sua stessa sicurezza ma gli esami, compiuti alla nascita sui bambini, dimostravano senza alcuna ombra di dubbio, che i padri erano i mariti delle stesse, ed entrambi avevano problemi simili al mio.
-Lui senz’altro è stato un po’ maialino, per non dire di peggio, ma deve certamente aver trovato il modo di superare il problema dei loro mariti. Mi piacerebbe riuscire a convincerlo, forse vedersi considerato un benefattore questa volta sarà sufficiente per lui senza che avverta il bisogno di scoparti.
Eva prese il biglietto e lesse Adamo ed un numero di telefono che conosceva benissimo.
-Dio vede e Dio provvede! Vedi che avevo ragione a consigliare una attesa?
-Certamente cara, ma i nostri problemi non sono ancora stati risolti. Sembra che dal momento della sua fuga si sia trasformato in un elemento misogino che tiene un fossato tra se ed il sesso femminile. Cercherò il suo indirizzo ed andrò a trovarlo. Se si rendesse conto che non solo non sono pericoloso ma che anzi gli sarei grato di tutto quanto decidesse di fare o di rivelarci per aiutarci, forse sarebbe possibile smuoverlo.
-Temo di no Giosuè! Ricordi? A quanto tu stesso hai detto i mariti intendevano fargli la festa. In una situazione come questa io, al suo posto, non ti riceverei neppure. Forse è meglio che il primo contatto lo prenda io. Dammi l’indirizzo ed io andrò a trovarlo, poi alla sera, ti riferirò.
-Sei sempre saggia Eva, non posso che essere d’accordo con te! Tratta pure hai carta bianca. Mi fiderò ciecamente del tuo giudizio e delle tue impressioni,

Due giorni dopo, senza neppure guardare i bigliettini consegnatile da Giosuè, Eva raggiungeva la casa di Adamo
-Ben arrivata Eva, non ti aspettavo fino a domani. Hai una qualche urgenza che devo soddisfare?
-No Adamo, non di quel tipo, Devo semplicemente parlarti.
-Allora l’urgenza l’hai fatta venire a me, andiamo a letto, chiacchiereremo scopando.
Passarono pochi minuti poi, mentre le molle del letto intonavano la loro dolce canzone Eva esordì:
-Il nostro piano non può più essere realizzato.
-Perché mai scopamica mia?
-Mio marito ha fatto un test di sterilità ed ora sa!
-Capisco, quindi vuoi troncare la nostra amicizia?
-Questo no Adamo, ma dobbiamo cambiare i nostri piani.
-Cosa avresti in mente?
-Giosuè avrebbe voluto venire a trovarti per convincerti ad aiutarci. Lo ho dissuaso dicendogli che tu probabilmente neppure lo avresti ricevuto.
-Su questo punto avresti indovinato. Già con te ho avuto le mie riserve, ricordi?
-Adesso io dovrei aver compiuto la mezza impresa di riuscire ad avvicinarti e di convincerti a parlare con lui.
-Non se ne parla proprio: basta mariti! Ero stato chiarissimo con te fin dal principio.
-Invece in questo caso dovresti fare un’eccezione. Ti inviterò a cena e sarà sufficiente che tu finga di avermi conosciuta da poco. Giosuè non è pericoloso: sa dei tuoi problemi coi precedenti mariti delle tue amiche e ti farà le sue richieste. Tu non sei stupido e sei in grado di condurre con successo una trattativa, conscio del fatto che io, comunque presente, ti sosterrei il più possibile.
-Un amico deve fidarsi ed io non sono semplicemente un mandrillo. Daccordo allora: come cucini? (sorridendo)

-Giosuè ho invitato Adamo a cena. Ritengo di aver conseguito un notevole successo: dapprima non avrebbe neppure voluto ricevermi. Obtorto collo mi ha fatto entrare in cucina per offrirmi una tazza di caffè poi, di fronte alle mie insistenze nel magnificarti e nel lamentare le nostre sfortune ha ceduto. Ho pensato di invitarlo a cena per domani sera, tanto per avere il tempo di organizzare qualche cosa.
-Perfetto Eva: sapevo di potermi fidare di te!


♫ Driin ♫ Driin ♫
-Vai tu ad aprire amore? Io termino di cucinare
Alla porta un ometto di mezz’età con in mano un mazzo di fiori ed un vassoio di pasticcini.
-Buona sera. Io sono Adamo e la sua signora ha ritenuto di invitarmi a cena.
-Buona serata a lei! Io sono Giosuè ed ho approvato in pieno la decisione di Eva. Volevo parlarle e discutere davanti ad un piatto fumante di maccheroni è il modo migliore per eliminare qualche eventuale divergenza. La prego si accomodi.
Giosuè guidò l’ospite in salotto dove una tavola era stata completamente arredata.
-Gradisce un aperitivo?
-Grazie: ha forse intenzione di viziarmi?
-Viziarla? Certamente no: diciamo che io ho una richiesta per me importantissima da sottoporle e vorrei metterla nella migliore condizione d’animo possibile.
-Una richiesta? Mi aveva accennato qualche cosa del genere la sua signora, ma io sono un ometto comune, non ho molto potere neppure sul lavoro e non ho abilità particolari
Eva entrò nella stanza reggendo una marmitta di maccheroni fumanti.
-La prego di assaggiarli, questa ricetta mi è stata tramandata da mia nonna
Mentre la moglie serviva le razioni Giosuè iniziò a trattare il tema che gli interessava:
-So che lei, in passato, ha avuto seri problemi coi mariti di alcune signore.
-Scusi sig Giosuè, ma questo è un argomento che non mi piace affrontare.
-Mi spiace perché forse in esso può trovarsi la soluzione ad un problema che affligge me e la mia sposa.
Intervenne Eva:
-Suvvia sig Adamo, sappiamo che la cosa può anche non gradirle molto, tuttavia qui siamo tra amici. Nulla di quanto ci dirà uscirà da questa stanza.
-Se me lo domanda con questa grazia signora non posso esimermi dall’accontentarla
-Voglio essere sincero sig Adamo (intervenne Giosuè) ho raccolto qualche informazioni su di lei ed un mio amico questurino mi ha detto che due uomini, afflitti da sterilità congenita, si sono ritrovati ad essere padri biologici di due bambini dopo che le loro mogli erano divenute sue amanti. Mi sembra evidente che lei abbia dato, a quelle signore, “qualche cosa” capace di vincere la sterilità dei loro uomini. Questo “qualche cosa” è quanto interessa a me ed ad Eva. Noi abbiamo lo stesso identico problema.
-Capisco sig Giosuè ma sa anche come è finita l’avventura quando i mariti hanno scoperto la mia azione? Si sono inferociti. Mi hanno aggredito nella pubblica piazza. È intervenuta la polizia e loro si sono allontanati minacciandomi di morte. Ho dovuto cambiare nome e paese. Mi spiace ma non ho nessuna intenzione di ripetere l’esperienza.
-Mio marito non è un violento sig Adamo. Forse quei due uomini sono stati presi in contropiede dall’aver scoperto i suoi metodi o forse erano semplicemente gelosi della loro donne. Dopotutto Lei ne ha fatto le sue amanti!
-Già, parlarne prima forse avrebbe azzerato la sorpresa. Vede signora? Proprio il fatto di averne fatto le mie amanti è stato quello che ha favorito il loro ingravidamento.
-Cosa dice?(s’intromise Giosuè)
-Io sono un essere unico in questo senso sig Giosuè. Per uno scherzo della natura si è scoperto che il liquido seminale prodotto dalla mia prostata è indigesto per quegli spermatozoi non nati in esso. Ha mai osservato una lumaca quando incontra del sale sulla sua strada? Non ha mai visto come cerchi il più in fretta possibile (per lei) di allontanarsene? All’interno della vagina avviene lo stesso per lo sperma ma la via di fuga è unica e quelle simpatiche virgolette si ritrovano nelle tube pronte a fecondare l’ovulo.
-Capisco: la cosa è veramente stupefacente, non ci crederei se non sapessi di quei due precedenti, e capisco pure la sorpresa e l’ira dei due mariti che non sapevano quanto aveva fatto per loro. Le spiace se mi apparto un istante con mia moglie?
Alzandosi da tavola Giosuè fece cenno ad Eva di seguirlo e la condusse in un’altra stanza.. I coniugi restarono assenti una decina di minuti prima di rientrare.
-Rieccoci sig Adamo, scusi se l’abbiamo abbandonata. Ho parlato con mia moglie e ci spieghi ancora: come è riuscito ad attivare quei pigracci di spermatozoi?
-Semplice sig Giosuè. Le loro mogli facevano l’amore coi loro mariti facendosi riempire il più possibile, quindi correvano da me che completavo l’operazione con un’ulteriore copula. Il seme dei loro maschi non aveva nessuna possibilità se non quella di percorrere le tube, a questo punto, ovunque avessero voluto dirigersi di differente avrebbero incontrato la mia sborra, indigesta per loro,
-Voglio domandarle un gran sacrificio allora. In questi dieci minuti sono riuscito a convincere mia moglie che non si opporrà alla cura. Non vorrebbe intervenire in un nostro incontro? Io non sarei tanto irriconoscente quanto quei due.
- Si la prego anch’io (subentrò Eva massaggiandosi delicatamente la pancia) diventare genitori di un figlio nostro è il nostro maggiore desiderio.
-Signora, lei evidentemente ha grandi capacità di convincimento, ma, a questo punto, mi domando: “Ed io cosa ci guadagnerei?”
-Non la facevo così avido sig Adamo.
-Non è questione di avidità sig Giosuè, infatti non le ho chiesto un solo centesimo. Ho ascoltato e compreso il vostro problema, ma ora la prego di voler voi ascoltare il mio.
-Da giovane ero abbastanza timido e le donne, per me, erano una piacevole chimera. Sono cresciuto ed ho conosciuto una donna ed una sua cara amica: veramente una bella coppia che sarebbe stata destinata a far sognare gli uomini. Ho vinto la mia timidezza e mi sono fatto avanti colla più carina. Purtroppo era sposata ma suo marito era sterile per cui lei si sentiva autorizzata a correre la cavallina, come la sua amica del resto.
-Me le sono portate a letto entrambe, certo di non avere conseguenze e mi ci sono divertito un po’.
-Un giorno, una delle due, mi raggiunse nel letto con due candela che le colavano dalle gambe: “Scusami ma mio marito ha voluto scoparmi stamattina.” L’idea di possedere una donna già ripiena del seme di un altro mi passò veloce per la mente e subito la realizzai. Mi piacque talmente che pregai pure la sua amica di presentarsi nelle stesse condizioni.
-Fu in questo modo che mi ritrovai con due amanti incinte dei loro mariti e con due mariti, alle calcagna, decisi a farmi la pelle. Da allora ho cambiato vita, lavoro e città e non ho più toccato una donna
-Molto triste sig Adamo (annuì Giosuè), ma questo cosa centra col compenso richiesto?
-Eva è una donna molto bella e lei potrebbe essere il mio compenso.
-Ma cosa sta dicendo?
-Se volete che Eva concepisca da lei dobbiamo accordarci qui e subito: Eva deve divenire la mia amante fissa e lei deve essere d’accordo e benedire l’unione
-Sta domandando una cosa impossibile sig Adamo, io già sarei gelosissimo se lei facesse una sola scopata subito dopo di me e ne saprei il motivo e sarei stato io a domandarglielo, ma che io le possa cedele Eva in pianta stabile è fuori da ogni logica.
-Va bene sig Giosuè, ha ragione lei, naturalmente (alzandosi). Signora la cena è stata squisita, le faccio i miei complimenti. Arrivederci sig Giosuè, sono certo che da qualche parte troverà qualcuno con le mie stesse caratteristiche e differenti pretese.
Mentre Adamo si dirigeva alla porta Eva lo fermò:
-No sig Adamo si fermi! Sono certa che Giosuè troverà un accordo: lei è unico, troppo importante per noi
-Ma Eva, ti rendi conto di quanto ci ha richiesto costui? Vuoi forse realmente diventare la sua amante?
-Se questo servirà a farmi mettere incinta da te: SI! Troppo importante è che noi possiamo divenire genitori e se, perché ciò si realizzi, servirà uno zio, sono disposta ad ospitarlo in pianta stabile in questa stessa casa!
Poi raddolcita nel tono con voce suadente:
-Considera i vantaggi amore, se accettassimo le sue condizioni lo avremmo sempre disponibile compresa ogni volta che volessimo far crescere la nostra famiglia.
-Le piacciono proprio i bambini vero signora? Credo che aumenterò il mio prezzo allora (intervenne Adamo). Io devo garantirmi la vostra lealtà. Il suo primo figlio dovrà essere mio: con suo marito avrà tutto il tempo in futuro per farne una squadra.
-Basta così: mi arrendo ed accetto tutte le vostre proposte (concluse Giosuè). Lei Adamo sa di essere indispensabile ed io so che lei non vuole rubarmi la famiglia. Devo accettare prima che alzi ulteriormente il prezzo.
-Tuttavia dobbiamo risolvere il problema della sua gelosia, che probabilmente affiorerà impetuosa col tempo
-E come vorrebbe fare?
-Io suggerirei anzitutto di trasferire qui la mia abitazione,ho visto che la casa è grande quindi ci sarebbe posto anche per me. Poi lei condurrà sua moglie in camera da letto, la spoglierà davanti a me consegnandomela e mentre io la scoperò lei passerà il tempo baciandola e domandandole se la cosa la soddisfa. In non più di una settimana di questa terapia Lei si abituerò sia alla mia presenza che alla mia azione in quella vagina. Questo sino a quando la signora non sarà rimasta sicuramente incinta di me, quindi entreremo nella normalità con lei montone principale ed io sussidiario e potremo facilmente divenire una famiglia a 3, alla luce del sole.

Fine
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