Lui & Lei
Dirigente per forza
di iltiralatte
18.07.2023 |
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"Dopo un certo tempo udì la voce dell’ex-capoufficio proveniente dall’ufficio di Marisa..."
(seguito di "Marito per forza)Come tutte la mie storie pure questa è frutto esclusivo della mia fantasia per cui ogni riferimento a persone o cose realmente esistenti è puramente casuale
Mentre tornava alla sua abitazione (si era riservato il resto del giorno libero), Mattia quasi non riusciva a credere alla fortuna che gli era capitata. Sacrificando uba inesistente libertà sessuale aveva ottenuto un posto da dirigente ed una nuova bellissima abitazione che sarebbe divenuta sua il giorno in cui avesse sposato Giada.
L’aveva brevemente conosciuta in piscina e subito si era reso conto che quella donna non era fatta per lui: troppo bella e sofisticata per un galoppino. In condizioni differenti avrebbe potuto scontrarsi con lui e proseguire il suo cammino senza neppure accorgersi di aver urtato quella piccola mosca.
Ted avrebbe voluto che si fermasse a pranzo ma lui aveva comunque necessità di riorganizzare le idee ed aveva, con qualche difficoltà, declinato l’invito.
Allora Ted aveva convocato il suo segretario personale affidandolo a lui e questo gli aveva fatto firmare una quantità di autorizzazioni, prese di conoscenza, permessi da essere sufficienti per una intera vita.
Tra tutte queste scartoffie non gli erano però sfuggite la sua nomina a Dirigente e l’assegnazione diu una villetta: Ted aveva detto sul serio.
Giunto a casa si dedicò quindi alla preparazione dei bagagli e si preparò a traslocare.
Il giorno successivo si ripresentò, come al solito, alla ***** ma stavolta, sorretto da una più fiera coscienza di se, andò direttamente dal Capo del personale.
Logicamente fu necessaria un po’ di anticamera, l’uomo non era ancora arrivato ma in compenso ebbe la soddisfazione di vedersi immediatamente riconosciuto al suo arrivo e di essere immediatamente convocato nell’ufficio
-Bene, bene, bene (esordì l’uomo), ho saputo della tua promozione.
-Si signore, mi scusi ma immagino che dovrò cambiare ufficio, è vero?
-Ma che formalismi sono questi? Mi dai ancora del lei? Da ora diamoci del tu, come è giusto che sia tra pari grado.
-D’accordo ma non mi hai risposto perr l’ufficio
-Hai naturalmente diritto ad un nuovo ufficio. Al momento cìè libero solo quello subito accanto al mio. È un po’ piccolo ma in compenso + direttamente comunicante con quello della segretaria: una grande comodità
-Ho diritto ad una segretaria?
-Naturalmente si, anzi, se hai un momento da dedicarmi potremo sfogliare l’elenco del personale per scegliere un dipendente che ti aggradi.
-Non serve l’elenco, ti posso addirittura fare il nome: Marisa!
Il Capo con il suo interfono chiamò la segretaria:
-Convochi immediatamente qui da me la signora Marisa. (le comandò, poi rivolse nuovamente la sua attenzione a Mattia)
-Anche questa è fatta, hai altre necessità?
-Beh, una l’avrei, quella di conoscere le mie funzioni. In parole povere cosa dovrei fare?
-Questa è una questione diretta tra te ed il sig Ted. Ti assegnerà certo lui qualche compito, in mancanza sei libero di fare ciò che vuoi.
-E dimmi. Posso dare ordini ai dipendenti?
-Naturalmente si ma, per favore, prima di dare disposizioni che possano incidere sull’attività aziendale avvertimi con un certo anticipo.
-Tranquillo su questo punto, so che la ditta funziona bene e non la trascinerò nel baratro (con un sorriso diabolico sul volto) solo pensavo a certe mie piccole vendette.
Bussarono alla porta e la segretaria, senza attendere autorizzazioni entrò; -Ho qui la signora Marisa
-La faccia entrare allora, che aspetta?
Marisa entrò nella stanza con le gambe che facevano Giacomo Giacomo. Aveva sempre cercato di tenere un basso profilo e non si aspettava certo una convocazione da parte del Capo del personale, temeva di aver commesso qualche sbaglio mostruoso.
-Signora Marisa è soddisfatta del lavoro che attualmente svolge?
-Si signore (rispose la poveretta che neppure aveva notato la presenza di Andrea nella stanza)
-Sa che può decisamente migliorare la sua posizione?
-Ma signore io sono soddisfatta così, faccio quanto mi viene richiesto sperando di compiere i meno errori possibili.
-Ne sono lieto cara signora, tuttavia lei è stata richiesta come segretaria personale di un importante dirigente. Vuole che io gli comunichi il suo diniego?
-No signore, anzi lo ringrazi, Solo temo di non essere all’altezza dei nuovi compiti che mi saranno richiesti.
L’imbarazzo della donna era palpabile e palese. A questo punto intervenne Mattia: -Tranquilla Marisa, ti conosco da tempo e sono certo che tu sarai una segretaria perfetta.
Solo allora Marisa notò la sua presenza e sbiancò leggermente in volto: Mattia, saresti tu il dirigente?
-Si Marisa, ma ancora non mi hai risposto: vuoi ssere la mia segretaria?
Con un grosso sospiro di sollievo la donna annuì: -La tua segretaria? Certo che si.
-Allora trasferisci le tue cose nell’ufficio secondario di fianco a questo. Ti do un’ora di tempo. Ancora un avvertimento: non fare parola a nessuno del tuo nuovo incarico, se ti domandano qualche cosa di semplicemente che ti hanno trasferita. D’accordo?
-Si Mattia, agli ordini. Conta su di me (e lasciò la stanza)
-A questo punto ti lascerei libero (concluse il Capo del personale), va pure a prendere possesso del tuo ufficio. Naturalmente, se avrai bisogno di me, non esitare, resto a tua disposizione.
E lo congedò
Mattia si recò nel suo ufficio e constatò che esso non era poi tanto piccolo. Nel lato opposto alla porta troneggiava una maestosa scrivania. Imponenti vetrate davano una vista completa della città ed una porta finestra dava accesso ad uno spazioso balcone privato.
Un angolo era adibito a salotto di rappresentanza: bar personale e due comode poltrone cha unite ad un grande divano attorniavano un tavolino in alabastro mentre 2 spaziosi armadi ed una cassaforte a combinazione completavano l’arredamento.
Stava ancora rimirando l’ambiente quando avvertì del movimento nell’ufficio collegato ed affacciatosi notò che Marisa stava sistemando le sue cose.
-Quando hai finito raggiungimi (le disse).
-All’istante capo! (rispose allegramente lei)
Afferrato un taccuino ed una matita lo raggiunse dopo pochi istanti.
Mattia le indicò il divano invitandola a sedersi e prese a sua volta posto su una poltrona,
-Hai avuto difficoltà coi colleghi?
-No signore. Si capiva che erano curiosi ma non hanno osato interferire.
-Brava ragazza, ben fatto. Per inciso: quando siamo soli dammi come sempre del tu. Riserviamo il Lei ad improbabili cerimonie ufficiali.
-Ti riconosco Mattia, da te non mi aspettavo niente di meno, Sei proprio come ti ho giudicato.
-Allora ti do io qualche informazione: tempo di fare le pubblicazioni e mi sposerò.
-Veramente? Non sapevo fossi fidanzato, anzi, veramente avevo fatto io qualche pensierino su di te.
-Siamo sinceri Marisa, fossi rimasto a fare fotocopie non avrei avuto possibilità con te anzi, se fossi rimasto il reietto avresti rischiato del tuo frequentandomi.
A quelle parole la donna abbassò vergognosamente gli occhi: -Hai ragione! Te ne domando scusa ma il coraggio non è mai stato il mio forte.
-Veniamo al punto allora. Vuoi aiutarmi a vendicarmi di quella massa di imbecilli?
-Se vuoi collaborerò con piacere: cosa debbo fare?
-Fino a che punto sei disposta a spingerti?
-Mi fido di te, fin dove verrai.
Mattia si appoggiò comodamente allo schienale della poltrona cambiando argomento.
-Marisa sai che una tradizione non scritta impone che una segretaria scopi col suo dirigente?
-Si Mattia anche se non credo sia una tradizione ma una necessità. I dirigenti, sotto un certo punto di vista, sono uomini come gli altri ed hanno bisogno di rapporti sessuali. La segretaria è una donna quindi è in grado di soddisfare le loro necessità.
-E tu? Saresti disposta a soddisfare le mie?
-Con piacere Mattia, ti ho ben detto di aver fatto qualche pensierino su di te.
Mattia pensò con rincrescimento alla gabbietta che avrebbe dovuto indossare il giorno del matrimonio ma cercò di godersela mentre poteva.
-Allora voglio che fino al momento dello sposalizio tu sia la mia amante ed il mio strumento di vendetta: spogliati.
Mentre la ragazza obbediva la si avvicinò cominciando ad accarezzarla ed a palpeggiarla.
Marisa. Una volta denudatasi si dedicò a spogliare lui poi, quando ambedue furono liberi dai vestiti iniziarono a baciarsi furiosamente e ad accarezzarsi per ogni dove.
Quando Mattia la giudicò pronta le diede l’ordine:
-Chiama il nostro vecchio capoufficio e digli che vogliamo 2 caffè. Immediatamente! E che deve portarceli di persona.
Guardò la ragazza telefonare, spiegare dove i caffè avessero dovuto essere recapitati e tornare verso di lui.
A questo punto la penetrò delicatamente iniziando a pomparla.
Dopo un certo tempo udì la voce dell’ex-capoufficio proveniente dall’ufficio di Marisa.
-Fallo venire qui (sussurrò)
L’uomo ubbidì alla richiesta della ragazza e varcò la porta dell’ufficio padronale pietrificandosi istantaneamente vedendo Mattia chiavare Marisa.
Era salito al piano dirigenziale deciso a far valere il suo grado ma fu solo capace di emettere un belato:
-Ecco il suo caffè signore.
-Imbecille (rispose Mattia) non vedi che siamo impegnati? Sta li fermo e zitto senza disturbare.
E continuò tranquillamente a ciulare Marisa incurante della sua presenza.
Dopo un periodo che all’uomo parve eterno vide Mattia scaricare il suo piacere nel grembo di Marisa.
Solo allora disse con voce untuosa: - Il caffè signore le darà forza. (porgendogli il contenitore)
Mattia, senza proferir parola allungò una mano a prendere il contenitore. Mente l’uomo allungava a Marisa il suo caffè se lo portò alle labbra ed istantaneamete lo gettè in faccia allo sfortunato.
- È freddo cretino! Chi beve un caffè freddo?
-Perdoni signore, quando lo ho portato era caldo: ho fatto di corsa la strada dal bar a qui per non farlo raffreddare.
-Dal bar? Ma per chi mi hai preso? Per un barbone come te?
-Marisa mostragli dove è nel nostro bar la macchina per il caffè!
-Ma Mattia, sono nuda, vuoi che mi veda?
-Mia cara in questo caso esaudiresti le sue aspirazioni, Non hai mai notato in quale modo ti guardava in ufficio?
La ragazza si alzò dirigendosi al bar.
-Ferma! (tuonò Mattia)
-E lei (rivolto alla sua vittima), non stia li impalato! Non vede che lungo le cosce sta calando dello sperma? Prenda il fazzoletto e la pulisca, non sa quanto quelle candele possono essere fastidiose?
-Mi spiace signore, non ho con me un fazzoletto pulito
-E allora usi la sua camicia piuttosto che le sue mutande, MA SI SBRIGHI!-
Il poveretto non potè far altro che obbedire togliendosi la camicia ed usandola per un lavoro accurato.
Non appena ebbe concluso Mattia rincarò la dose:
-Non sono per nulla soddisfatto. La prossima volta le farò usare la lingua. Ed ora vada, torni al suo ufficio e si porti via quello straccio sporco della sua camicia.
Non appena l’uomo, umiliato, li ebbe lasciati soli,, Mattia abbracciò la ragazza.
-Hai capito cosa voglio fare? Se non sei d’accordo a continuare possiamo fermarci se vuoi.
-Sono la tua segretaria e come tale intendo appoggiarti in tutto finché posso. Hai voluto scoparmi? Per me è andato bene. Hai voluto esibirmi? Mom ho assolutamente nulla in contrario. Hai voluto usarmi per umiliarlo? La cosa mi ha solo divertito! Continua così capo.
In quel momento squillò il telefono e Marisa si affrettò a rispondere per poi subito passargli la cornetta.
-È il Capo del personale e chiede di te!
-Non sai che il nostro sistema di sicurezza copre con telecamere tutte le stanze e che il sistema fa capo a me? Valendomi di questa capacità ho voluto seguirti nel tuo primo giorno in ufficio. (e rise di gusto) In futuro, se vorrai ripetere queste performances con un po’ di riservatezza avvertimi ed io non ispezionerò il tuo ufficio. Comunque mi sei piaciuto: se con Ted qualcosa dovesse andare male non temere, per me tu sei un dirigente perfetto.
FINE? (segue con "Vendicarsi per forza")
Come sempre mi succede mendico critiche motivate (anche negative) e pareri, indispensabili per migliorarsi.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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