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La sciarpa azzurra 3


di iltiralatte
19.10.2023    |    1.162    |    6 7.5
"Marilena invece mi ha lasciato dicendomi che vorrà trovarsi un altro maschio..."
Come tutte la mie storie pure questa è frutto esclusivo della mia fantasia per cui ogni riferimento a persone o cose realmente esistenti è puramente casuale.

Sveva
Una voce alle mie spalle
Rob “Grazie per la chiave direttore.”
Sempre la stessa voce
Rob “Ecco la mia splendida donna azzurra. Finalmente ti posso conoscere.”
Rabbrividii riconoscendo la voce di mio marito.
Scattai in piedi come una Furia,
Sve “PORCOOO (gridando) ecco perché mi trascuri”.
Mi lanciai nella sua direzione e lo schiaffeggiai violentemente.
Robin sbiancò immediatamente in volto mentre il direttore correva a bloccarmi afferrandomi per le spalle ed allontanandomi da mio marito che cominciò a biascicare qualche scusa.
Rob “N no a amo re, ha hai, fra frainte so.”
Poi si rese conto di qualche cosa e d’improvviso ritrovò la voce mettendosi ad urlare a sua volta.
Rob “SVEVA, COSA FAI QUI? IO MI ATTENDEVO UNA PUTTANA ED ECCO SCOPRO CHE LEI . È MIA MOGLIE!”
Direttore “Calmatevi signori, disturbate gli altri clienti, e lei signora si renda conto che non può schiaffeggiare una persona come il sig Robin proprio nella hall dell’albergo.”
Inviperita mi volsi verso di lui abbassando leggermente il tono della voce
Sve “Il sig Robin? Allora lo conosce bene!”
Direttore (piccato) “Certo che si. È un cliente abituale ed ha sempre pagato i suoi conti.”
Il direttore per me aveva perso ogni interesse, quindi mi volsi nuovamente verso mio marito
Sve “CLIENTE ABITUALE VERO? QUINDI VIENI NORMALMENTE QUI CON LE TUE PUTTANE. SAI COSA TI DICO? GIÀ CHE CI SEI RESTACI. QUESTA SERA NON AZZARDARTI A TORNARE A CASA!”
Rob “ Senti chi parla! Cosa saresti venuta a fare qui se non, a tua volta, la puttana?”
Abbassai a livello la voce a livello glaciale.
Sve “Sì la puttana hai ragione” Mi ha convinta a ciò un uomo che assomigliava tanto al marito di cui ero innamorata. Un marito che da tempo mi trascurava per andare a troie, come ben testimonia quest’uomo che mi sta tenendo per le spalle.”
Direttore “Troie, troie, non esageriamo signora. Questo è un albergo serio. UNA era l’accompagnatrice di suo marito.”
Mi svincolai e mi diressi all’uscita
Sve “Voglio il divorzio Robin e non farmi più vedere il tuo brutto muso. D’ora in poi contattami solo tramite il tuo avvocato. Bel risultato ho ottenuto con anni di fedeltà. TRADITORE!”
Imboccai la porta ed uscii. Tanto ero a soqquadro che dimenticai la mia macchina al parcheggio ed, a piedi, mi diressi verso casa.
Attraversai un parco dove alcuni giardinieri stavano lavorando per tenerlo in perfetta efficienza per il pubblico.
Passai accanto ad un bel giovane cha aveva appena messo a dimora un cespugli di fiori.
Nessuno bada mai a quegli uomini che ,pagati per carità, mettono comunque il loro tempo a disposizioni dei tutti. Oltrepassandolo mi venne spontaneo dire:
Sve “Grazie.”
L’uomo alzò il volto alzandosi contemporaneamente in piedi.
Vit “Di cosa signora?”
Sve “Per l’ottimo lavoro che sta facendo a favore della collettività.”
Lo guardai in volto e dubito balzò al mio occhio quel ciclamino, ormai prossimo ad appassire, che stava incastrato tra il suo orecchio ed il cuoio cappelluto.
Vit “Grazie signora. Raramente la gente si accorge di noi.”
L’ira nei confronti di Robin non era ancora assopita e fu proprio lei a farmi rispondere:
Sve “Ed allora oggi avrai il tuo compenso: seguimi.”
Vit “Dove signora? Il lavoro non mi preoccupa, questa è l’ora della chiusura, ma mi attendono a casa.”
Sve “Sposato? Hai moglie e figli che attendono di riabbracciare il loro padre/marito forse?”
Vit “O no signora: sono scapolo ed un po’ mammone. È mia madre che mi attende per cena.”
Sve “Allora le telefonerai Ciclamino. Vedrai che se le dirai di essere stato rapito da una Stella non si preoccuperà.”
Vit “Io mi chiamo Vito, non Ciclamin …”
A questo punto ebbe un’esitazione: Ciclamino più stella uguale ?
La comprensione si fece strada nel suo sguardo:
Vit “Stellina?”
Sve “Proprio io ed ora realizzerò il tuo sogno.”
Girati i tacchi tornai verso l’albergo seguita docilmente da Vito.
Direttore “Ben tornata signora. Suo marito non c’è. Ha pagato la stanza e se ne è andato pochi minuti dopo lei.”
Sve “Ha pagato la stanza? Bene la userò io. È mia fino a domani alle 10 giusto? Mi dia la chiave. Cena in camera e non voglio essere disturbata per nessun motivo.”
Muovendomi con estrema decisione feci perciò strada a Vito fino al luogo in cui avremmo costruito il nostro personale paradiso.
La giornata era stata dura: appena giunta nella stanza mi spogliai e mi rifugiai nella doccia.
Finalmente, sotto il tiepido getto dell’acqua la mia furia si placò e tornai ad essere la dolce, tenera ed ingenua ragazzina che era nella mia natura essere.
Tornai timidamente in camera coprendomi le pudende con le mani ed approfittai di un movimento di Vito per infilarmi velocemente nel letto coprendomi col lenzuolo.
A questo punto mi resi conto di quanto stavo facendo ed il pentimento si fece strada.
Ero in un letto estraneo, pronta a darmi un uomo che non era mio marito. Cosa stavo facendo? Stavo forse comportandomi come mio marito che proprio in quel letto mi aveva tradito? A quel pensiero la furia, appena sopita, riprese vigore.
Sve “Vito sbrigati con quella doccia. Oggi odio tutti gli uomini tranne te! Se non farai in fretta però ti aggiungerò al resto della lista.”
Quasi istantaneamente, ancora umido di doccia, mi raggiunse nel letto e cominciò ad accarezzarmi.
Inutile dire cosa facemmo in seguito, ritengo non ci sia gente tanto scarsa di fantasia da non immaginarlo.
Sentimmo bussare alla porta e Vito, coprendosi con un asciugamani consentì al cameriere di apparecchiare la tavola.
Nudi come vermi consumammo quella cena imboccandoci a vicenda, poi nuovamente in guerra a letto.
Mentre scopavamo mi colse brevemente il pensiero che non stavo usando nessuna precauzione.
“Poco male” pensai “Se resterò gravida sarà un’ulteriore punizione per Robin” e continuai quello che stavo facendo.
La battaglia proseguì, con brevi interruzioni, per tutta la notte. Al mattino, mentre riposava sul mio seno, Vito mi confessò:
Vit “Perdonami Stellina, ma ieri non sono stato proprio totalmente sincero. La voglia di possederti era tale che ti ho mentito sul mio stato civile. Sono sposato, con un matrimonio in crisi ma che ugualmente non mi lascia libero. Mia moglie non sa che la ho scoperta e che la ho seguita nella chat. Arial è mia moglie ed è lei l’amante di tuo marito.”
Sve “Tutti uguali gli uomini, falsi traditori e soprattutto sposati. Hai voluto vendicarti di Robin scopando sua moglie? Hai fatto bene! Diciamo che io mi sono vendicata di Arial scopando suo marito. (gli diedi un bacio) Restiamo comunque amici Vito, anche se non ripeteremo mai più una notte come questa.”
Vit “D’accordo Stellina. Un’ultima ciulatina per siglare l’accordo in regime di sincerità?”
Sorridendo l’attirai dentro di me.

Robin
Sveva è corsa via infuriata, e, a pensarci bene, aveva ragione a farlo.
Io dovevo comunque pagare la camera e persi quindi minuti preziosi.
La vettura di Sveva era li, nel posteggio dell’albergo ma di lei nessuna traccia.
Cominciavo a pentirmi sia di come l’avevo trattata che di averla tradita..
Quella litigata mi aveva finalmente aperto gli occhi. Io amavo ancora mia moglie e mi accorgevo di essere addirittura geloso di lei.
Dovevo assolutamente raggiungerla e prostrarmi ai suoi piedi sperando nel suo perdono.
Una sola cosa potevo fare: correre a casa, precederla ed attenderla.
Così feci ma mai la notte fu tanto lunga.
La 1. Le 2, 3 … 8, 9 ed io sempre sveglio e sempre in attesa.
Finalmente il rumore di un motore che si spegneva ed un istante dopo il rumore delle chiavi nella serratura.
Sveva apparve, un po’ scarmigliata ma calma.
Avrei voluto domandarle dove fosse stata, ma non mi sembrava il caso. Un’altra era la cosa che mi premeva di più.
Rob “Sveva, perdona questo stronzo che gai per marito. Io ti amo davvero e non so perché ti ho tradita.”
Sve “Bella recita, bravo. Ti segnalerò per il Nobel.”
Rob “Hai ragione a diffidare di me, Ti prego dammi un’altra opportunità. Una sola. Ti giuro che non la sciuperò. Io voglio invecchiare accanto a te e sono serio dicendolo.”
Sve “Troppo tardi Robin. Non ti sei chiesto perché sono rientrata a quest’ora? Te lo dico subito (perfida) Mi sono già fatta un amante e me lo sono goduto proprio nella stanza che tu avevi pagato.”
Rob “Vuoi vendicarti? Va bene, ti do ragione anche su questo. Se mi consentirai di continuare ad essere tuo marito ti consentirò di mantenerlo mentre io ti resterò assolutamente fedele. Brucerò di gelosia ogni volta che trascorrerai la notte con lui ma questa sarà le mia giusta punizione.”
Sve “Se queste saranno le condizioni per proseguire il nostro rapporto vanno bene. Accetto,”
Rob “Potrei baciarti ora?”
Sve “Certamente, sei mio marito e puoi baciarmi … ed altro, quando vuoi.”
La baciai come non l’avevo fatto mai e lei, dopo un momento d’esitazione, mi corrispose.
Senza pensarci due volte la presi e la portai sul divano.
Non avevo bisogno di sesso, ma di coccole e mi saziai coccolando ed essendo coccolato.
Era come se, per una seconda volta, Sveva mi avesse sposato,
Sve “Voglio essere sincera Robin, finalmente ti ho ritrovato. Ho dovuto andare a letto con un altro per questo ma è una cosa che non si ripeterà più. Ciclamino è stato il mio solo ed unico amante di una notte. Non lo rivedrò mai più.”
Rob “Ti credo amore e mi fido totalmente di te. Io ti perdono ma tu fai lo stesso con me.”
Come risposta ebbi un dolce prolungatissimo bacio.
Appena mi sciolsi da lei mi affrettai ad uscire: dovevo vendicarmi, la mia gelosia ed il mio orgoglio me lo imponevano.
Ignoravo dove abitasse Gelsomino ma avevo il suo numero telefonico. A volte, in passato, ci eravamo trovati ed eravamo divenuti amici. Gli diedi appuntamento al nostro solito bar.
Mi ero appena seduto che lo vidi arrivare tranquillamente.
Rob “Devo prenderti a pugni. Dove preferisci lo faccia?Qui o dove?”
Vit “E per quale motivo scusa?”
Rob “Hai il coraggio di chiederlo? Ti sei fatto mia moglie … e non dirmi che lo ignoravi. Non ti crederei.”
Vit “Hai ragione: lo sapevo e questa è la punizione che, se tu l’hai decisa, mi sono meritata. Andiamo nel vicoletto dietro il bar: li non passa mai nessuno e potrai punirmi come credi non mi difenderò. Prima però …”
Robin “Però?”
Vit “Si, decidiamo addirittura la punizione che poi io dovrò infliggere a te. D’accordo?”
Rob “A me? Cornuto e mazziato allora?”
Vit “Si. Io ho scopato tua moglie per una notte. Che donna: non la dimenticherò mai! Purtroppo quella notte rimarrà sola ed unica ma tu … tu ti sei scopato la mia di moglie per un numero indefinito di volte. D’accordo: tua moglie è una donna fantastica mentre la mia è solo un puttana della peggior specie anche se io l’amo ancora e non riesco a far capire al mio cuore che deve rinunciare a lei. Quindi dobbiamo valutare chi tra le due meriti di più che il suo uomo si batta per lei.”
Rob “Ma cosa dici? Io neppure so chi sia tua moglie. Ora ci ho rinunciato ma fino ad ieri avevo una amante che si chiama Marilena.”
Vit “Marilena=Arial, appunto..”
Spalancai gli occhi per la sorpresa scordando istantaneamente il vicolo.
Rob “A malincuore lo affermo Vito, la ragione passa tutta dalla tua parte, Sveva ha affermato che non ti vedrà più, ed io le credo. Marilena invece mi ha lasciato dicendomi che vorrà trovarsi un altro maschio. Posso solo compiangerti amico mio. Fin quando il tuo cuore sarà suo schiavo non potrai mai conoscere il calore che una donna veramente innamorata sa trasmetterti,”
Invece di prenderlo a pugni lo abbracciai strettamente prima di voltargli le spalle e di abbandonarlo a se stesso per sempre.
Da allora la chat è finita nel dimenticatoio. Ne io ne Sveva ci siamo più entrati.
Per festeggiare la nostra riappacificazione abbiamo intrapreso un secondo viaggio di nozze e da allora viviamo felici.
Ogni tanto mi ricordo dei tempi ruggenti della mia infedeltà, donne come se piovessero, ma oramai mi ritraggo inorridito da me stesso.
Con una sola donna, se è quella giusta, si è molto più felici.

La sciarpa azzurra, muta testimone della crisi che ci ha finalmente uniti in una vera coppia è ora appesa al muro in salotto al posto d’onore.
Chiunque ci visiti la nota … ma ignora il motivo per cui una semplice sciarpa di lana è appesa in tutta vista tra i nostri quadri che le fanno cornice,

Fine

Come sempre mi succede mendico critiche motivate (anche negative) e pareri, indispensabili per migliorarsi. In caso di racconti a puntate, la successiva sarà pubblicata unicamente se qualcuno lo chiederà.

Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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