tradimenti
Sharon 2
di iltiralatte
17.06.2024 |
1.395 |
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"Sapessi ballare non ti lascerei da sola..."
Sono passati già tre anni. Tre anni di sogni trasmutati in realtà.
A differenza mia lui era vergine e completamente impacciato (non che io fossi molto più esperta e smaliziata, però se non altro, avevo almeno un termine di paragone).
Ancora ricordo con un sorriso la prima sera: le sue mani sembravano esitare mentre, ben protetti nella nostra camera da letto, mi sfiorava i seni giungendo poi al folto boschetto che, ancora adesso, mi piace mantenere intatto sul pube.
Non l’avrei detto ma era completamente eccitato.
Identificò facilmente la mia femminilità, ci appoggiò una specie di bastone nodoso e spinse violentemente.
-Ahia, mi fai male!
Mi sfuggì di bocca.
Istantaneamente si ritrasse
-Perdonami amore, ma non sono esperto. Esiste un modo indolore con cui possa penetrarti?
-Sei eccitato, ora lo so, ma devi avere pazienza. L’amore è bello quando lo si fa in due, quindi, prima di andare in gol devi costruire bene l’azione, eccitare anche me, poi tutto diverrà più facile: ne sono sicura.
Parole sante! Da quel momento iniziò a travolgermi in un oceano di carezze, leccaggi e toccamenti che mi fecero perdere la testa.
Io stessa accompagnai il suo membro, rimasto durissimo, dentro di me.
Ero completamente bagnata e questa volta scivolò dentro senza nessuna fatica.
Nuova piccola delusione.
I maschi sono esseri strani.
Ti vogliono, ti desiderano, giungono a possederti e, quando finalmente hanno vinto ogni ostacolo in due minuti scaricano tutto il loro godimento in te, non lasciandoti praticamente neppure il tempo di godere della loro azione.
Così fu anche nel nostro caso la prima notte di nozze.
Un minuto, due colpi … e FINE!
Avvertivo a malapena qualche contrazione ma di quel rigido palo non c’era più traccia.
.Ti è piaciuto amore?
Con che faccia mi faceva questa domanda?
Quasi adirata lo guardai ed istantaneamente mi resi conto come egli fosse ingenuamente sincero nella sua espressione.
- È stato bellissimo tesoro …
Mentii:
-Solo, la prossima volta cerca di resistere un po’ di più
Non lo vidi divenire di 1000 colori solo per il fatto che entrambi eravamo nascosti dal buio ma avvertii la cosa dal mutato tono della sua voce
-Mi spiace … io non sapevo … io non potevo …
Il malumore mi passò in un momento.
Lo attrassi a me zittendolo con un bacio.
-Riproviamo amore! Ora non sarà più una novità, certamente l’estasi potrà avere una maggiore durata.
Ora però io che dimostravo di essere io a non avere una idea della fisiologia maschile.
Fu necessaria almeno una mezz’ora di attesa, che trascorremmo proficuamente coccolandoci, prima di poter ritentare.
La seconda volta fu molto più soddisfacente, per me e sospetto pure per lui.
Da quel momento avemmo una intesa sessuale perfetta tanto che, se non fosse stato per il tepore di questa vasca, forse neppure avrei mai ricordato queste prime difficoltà.
Dopo quella prima volta ci esercitammo molto in quell’arte vecchissima ma sempre nuova ed il risultato fu che, un anno dopo, nasceva Andrea, il nostro primo figlio.
Dopo un primo periodo di timore il latte cominciò ad affluire copioso nelle mie mammelle e questo mi tranquillizzò assai.
Per un paio di mesi dovetti tramutarmi in una piccola schiavetta, data la frequenza con cui era necessario allattare il piccolo.
Pensai di cambiare stanza per non disturbare Paolo che il giorno successivo avrebbe dovuto andare al lavoro ma lui si oppose:
-Io non ho tette. Se tu accendi la luce e ti alzi posso girarmi sull’altro lato e continuare a dormire. Non preoccuparti per me, dividere, almeno in modo tanto leggero, il tuo fardello sarà per me fonte di gioia.
Poi con uno sguardo da satiro negli occhi proseguì:
-E poi durante l’allattamento, la tua ovulazione rimane bloccata, Vuoi che mi perda tutte queste belle occasioni lasciandoti scappare dal mio letto?
Fiduciosa accettai.
Vorrei proprio sapere chi ha inventato questa balla dell’ovulazione bloccata!
Un anno dopo festeggiavamo la nascita di Luisa, la nostra bambina.
La famiglia ora cominciava a divenire pesante e, benché Paolo guadagnasse bene, i soldi non bastavano per arrivare alla fine del mese.
Giocoforza fu che io pure trovassi un lavoro per contribuire al mantenimento della famiglia e trovai fortunatamente occupazione presso uno studio notarile.
Ne io ne Paolo avevamo vizi reali però a me mancava una parte essenziale di me.
Sto parlando della mia passione per il ballo, passione purtroppo che non poteva essere condivisa da mio marito che in pista rivaleggiava cogli orsi ammaestrati.
Già da fidanzati, un sabato ogni tanto, avevamo fatto parte di un gruppo,amiche ed amici, con cui andavamo a ballare.
Andavamo è un modo di dire: mentre lui seduto mi guardava volteggiare in pista io danzavo volta volta con uno dei maschietti che facevano parte del nostro gruppo.
Con lui presente nessuno faceva mosse inopportune, lui si beava a guardarmi ed io a ballare: una soluzione che soddisfaceva tutti.
Ora il ballo mi manca e, anche se cerco di nasconderlo, Paolo stesso se ne è accorto e di sua iniziativa me lo ha proposto:
-Amore, so che a te il ballo manca
Mi propose:
-Perché qualche sabato non ti metti d’accordo con le tue amiche e non passi una serata diversa? Stai tranquilla, resterò io a casa coi bambini. Lavori duramente durante la settimana ed anche tu hai diritto ad un minimo di alleggerimento. Io guarderò la partita in televisione ed ambedue sono convinto che ne guadagneremo.
Dopo qualche mia debole rimostranza abbiamo preso la decisione.
Io ho telefonato a Marisa e lei è facilmente riuscita ad organizzare una serata:
-Vieni come il cacio sui maccheroni. In questi giorni ospito un mio cugino, Nando. Con lui e mio marito faremo 2 coppie, perfette per la pista, ma Paolo non si opporrà?
-No Marisa: anzi lui stesso mi ha proposto una serata diversa e poi … sono curiosa di vedere come se la caverà da solo coi bambini
E risi complice.
Questo appuntamento è il vero motivo di questo bagno.
Mi sembra naturale voler fare buona impressione ad un estraneo che mi verrà presentato.
Esco dall’acqua, mi asciugo completamente.
Ieri sono stata dal parrucchiere, la mia acconciatura è perfetta. I capelli non sono più neri e lisci, me li sono fatti fare biondi ed ora i miei occhi corvini sono incorniciati da due sopracciglia che li mettono in risalto.
Mi trucco: quanto tempo che non lo faccio più con tanta accuratezza! Mi guardo allo specchio.
Una bella bionda mi rende il mio sguardo.
Sono proprio io, sono completamente soddisfatta di me.
Mi vesto: quelle belle mutandine trasparenti che conservavo per qualche occasione speciale, calze autoreggenti, un bel reggiseno (di quelli che ti fanno belle tette), un velo trasparente di rossetto color carne e sono pronta.
Mio marito mi vede e fischia ammirato:
-Sei uno schianto amore. Sapessi ballare non ti lascerei da sola. Divertiti!
Marisa è già giù in strada: in macchina.
Salgo con lei sul sedile posteriore, l’anteriore, di fianco al conducente, è occupato da un bel ragazzo che Marisa mi presenta: Nando.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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