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Allattare è bello 4


di iltiralatte
11.06.2024    |    1.239    |    0 8.5
"-Qui siamo soli donna e non dovete avere di questi timori..."
D’un tratto mi trovai senza fiato.
Era vero che non mi ero illusa, ma mai mi sarei attesa che il mio protettore volesse vendermi.
Con le lacrime agli occhi gli detti comunque il mio consenso. Non potendo io ambire a sposare un nobile era giusto che assumessi il ruolo di prostituta, comune alla gente della mia classe. Mi ero illusa di potermi sottrarre a questo destino quando la realtà mi faceva pagare salatamente la mia illusioni.
-Ma Conte, e se io non gli piacessi? Poi mi dica: come posso abbordare il Re? Non lo vedo girare per i vicoli in cerca di avventure.
-Certo Jeanne, il re non è tanto facile da abbordare, specialmente in considerazione del fatto che la prima mossa tocca a lui. Ma tu hai due alleati potenti: me ed il Duca che è pure un cugino del re, Quindi abbi fede e via quei lucciconi dagli occhi. Certamente non sarai più il mio giocattolo personale ma continueremo a vederci ogni volta che io tornerò a Parigi solo che, se le cose dovessero andare come prevedo, dovrò essere io a guardare te dal basso in alto ed a dovere mendicare da te un segno di benevolenza.
-Voi signore? Mendicare un cenno di benevolenza da me? Giammai! Voi siete il mio padrone e tale resterete in eterno. Io sono cosa vostra. E se dovrò far felice il re lo farò perché voi me lo ordinate, non per altro motivo.
-Ne sono lieto Signora, ma come vedete io pure sto abituandomi al nuovo status che Jeanne Bécu presto raggiungerà.

Due giorni dopo a corte era indetta una grande festa in occasione del genetliaco del re.
I miei protettori mi fecero trascorrere tutto il giorno precedente in balia di parrucchieri, estetisti e massaggiatori vari quindi, dopo avermi fatto indossare un abito in riga con la moda del tempo ma che metteva assolutamente in risalto le mie curve potei rimirarmi allo specchio.
Spiegò il duca:
-Tutti noi invitati ci disporremo su due file, creando un corridoio che il re dovrà attraversare. Tu ti metterai davanti a noi: non proferirai parola e non muoverai muscolo a meno che non sia il re medesimo a pretendere una tua risposta. Capito?
Con voce resa ancor più tenue dall’emozione seppi solo rispondere con un:
-Si

È il grande giorno. La sala del trono è colma di persone che delimitano il famoso sentiero. Io sono circa a metà sala e, seguendo le istruzioni dei miei mentori mi dispongo in bella vista davanti a loro.
Appare il re, scortato da due ministri che gli fanno da valletti.
La fila ondeggia ed il corridoio sembra chiudersi-
Io, fedele alle istruzioni ricevute, non mi nuovo, lascio che siano i miei due protettori a tenere la folla lontana da me..
Il re è alla mia altezza: mai lo ho visto tanto da vicino. Poi accade qualche cosa di impensato.
Il re si ferma e mi osserva a lungo.
Sembra voglia parlare, ma è solo un attimo.
Dopo una eternità prosegue il suo cammino e raggiunge il trono.
-Ti ha notata
Mi dice il conte
-Prevedo che entro stasera domanderà notizie su di te. Ora divertiamoci, quello che dovevamo fare oggi lo abbiamo fatto.
Quella fu una piacevolissima serata ma, contrariamente al mio pensiero, fu solo la prima di infinita altre che seguirono.

Il giorno dopo, nella casa parigina del conte, vidi sopraggiungere il Duca accompagnato da due strani personaggi.
Questa volta mi fu permesso di assistere ai colloqui dato che in ballo c’era la mia persona.
-Il re la ha notata!
Affermò il duca e proseguì:
-Eccome se la ha notata. Ha chiesto notizie su di lei non appena seduto sul trono. Non ha potuto convocarla immediatamente perché non sapeva chi fosse, ma la prossima volta gliela faremo conoscere e lei accetterà graziosamente sia la corte che le richiesta di Sua Maestà.
Intervenne uno degli accompagnatori:
-Lei signora soffre o ha sofferto di sifilide?
Ottenutone un cenno di diniego proseguì:
-Malattie sessuali varie? Pruriti? Candida?
Nuovamente risposi con cenni negativi
Intervenne il secondo personaggio:
-Madame ci perdoni ma ora dobbiamo comunque esaminarla per decidere se la sua vagina è adatta al pene reale.
Con una scrollata di spalle guidai tutto il gruppo in una camera da letto e mi distesi con le gambe bene aperte.
Mentre il conte ed il duca, ai lati del letto controllavano l’operazione i due sollevarono la gonna mettendo allo scoperto il mio pube.
Li avvertii accarezzare la parte esterna poi, a turno, esplorare l’interno usando un dito.
Non durò moltissimo.
Alla fine uno dei due affermò:
- È nostro parere che la vagina di madame sia scevra da malattie od infezioni e quindi che sia adatta al nostro sovrano
Già la sera stessa venivo presentata a re Luigi 15 che naturalmente mi invitò a seguirlo nella sua camera.
Il re era focoso, un amante addirittura migliore del conte ma, memore dei consigli dei miei maestri, non osavo emettere neppure un gemito per il timore che il re, scambiando i miei mugolii per parole, decidesse che, dato che avevo infranto l’etichetta, non avrebbe mai più voluto rivedermi.
-Che vi succede madame? Non amate forse le attenzioni del vostro sovrano?
-Oh no Maestà,ma io sono una ragazza semplice ed ho timore di infrangere l’etichetta di corte. Amo le vostre mani addosso a me come pure tutte le attenzioni di cui mi onorate, ma il timore di perdervi mi blocca completamente.
-Qui siamo soli donna e non dovete avere di questi timori. Qui siamo solo Luigi e Jeanne. Ti da fastidio l’etichetta? Ti confiderò un segreto: anche a me. Quindi, almeno quando siamo soli, fammi il piacere di dimenticarla. Se puoi mostrami quella donna selvaggia che certamente nascondi dentro di te ed in questo modo sii completamente mia,
Era un ordine cui obbedii volentieri ed il sovrano stesso si ritrovò al mattino completamente esausto ma soddisfatto e felice,
-Ricorderò a lungo questa notte
Disse mentre mi donava una stupenda collana di smeraldi e voglio sperare che acconsentirai a ripeterla qualche volta,
-Non qualche volta, mio re.
Risposi,
-Ma ogni volta che Voi lo desidererete. Mi congedai e, usando addirittura la carrozza reale che mi era stata messa a disposizione,tornai all’abitazione del Conte.
Verso sera vidi sopraggiungere il duca che stava cercando me.
-Jeanne, avete fatto centro. Tutte le Vostre paure si sono sciolte come neve al sole. Il re vi desidera e vuole che andiate subito da lui. Uno dei suoi consiglieri ha scoperto che voi non siete di nobili natali ed ha provato più e più volte a mettere in guardia il sovrano.
Lo guardai curiosa.
-Sapete cosa gli ha risposto? “Non mi interessa, quella ragazza mi è entrata nel sangue, ora lei è la mia vita, Per favore provvedete affinché lei si trasferisca stabilmente a corte."
Non si può disobbedire al re, con un certo rincrescimento abbracciai e baciai per l’ultima volta il conte e seguii il duca fino alla reggia.
Oramai il dado era tratto: una nuova vita stava cominciando per me, una vita in cui, lo sapevo, avrei dovuto difendermi dalle gelosie e dagli intrighi su cui si reggeva il palazzo ma che senz’altro valeva la pena di essere vissuta.
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