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Due volte cornuto 4


di iltiralatte
10.09.2024    |    2.555    |    0 7.3
"Hai tutto il diritto di chiedere il divorzio se lo vorrai..."
Già quattro anni erano trascorsi. Călin aveva finalmente trovato un lavoro fisso come cameriere e si era trasferito in una casa minima: 2 locali più servizi ma, guardandosi attorno, si rendeva conto che non avrebbe avuto senso proporre ad Alina di raggiungerlo in quella abitazione col piccolo Lucian.
Ora poteva permettersi di portare a suo figlio qualche piccolo regalo e questo era un sacrificio che faceva volentieri.
Tuttavia qualche cosa non girava nel verso giusto, secondo Călin.
Il giorno del 5 compleanno di Lucian si presentò con una bellissima scatola di Lego e quella volta trascurò completamente la moglie per dedicarsi al gioco col bambino.
Alina, alla vista, con un sorriso si allontanò per evadere una piccola commissione.
-Davvero papà possiamo costruire quello che vogliamo?
-Certo Lucian. La scatola è completa, possiamo costruire una casa oppure se vogliamo . un castello.
-Allora voglio fare una casa come quella che Giano ha sul lago.
-Giano ha una casa sul lago? Cosa ne sai tu?
-Si. Si. È in un posto che non so come si chiama, ma è molto bello e c’è una lunga passeggiata che costeggia il lago-
- E come fai a saperlo?
-Giano ogni tanto ci porta me e la mamma ed io posso giocare tranquillo nel giardino. Peccato che sia sempre solo, sarebbe bello che ci fosse un altro bambino con me. Poi a metà pomeriggio usciamo tutti per fare una passeggiata. È bello vedere la mamma e Giano camminare con la mano nella mano mentre io corro attorno a loro.
I bambini sono sempre la migliore tra le fonti di notizie.
Lucian non si era reso conto di quanto aveva detto ma Călin oramai era cresciuto da tempo.
Che ci faceva Alina in una casa con Giano?
E Cinzia dov’era?
Cosa faceva nel frattempo?
Considerò l’idea di chiedere conto della cosa alla moglie. Ma scartò immediatamente l’idea.
Alina avrebbe certo negato e lui non si sarebbe mosso di un passo verso la verità.
Si rese conto che da solo non avrebbe potuto provare nulla doveva trovare un aiuto e l’unica persona che avrebbe potuto darglielo sembrava essere proprio colei che alla villa era stata assente: Cinzia.
Anche se Cinzia era prevalentemente amica di Alina non aveva interrotto i rapporti amichevoli con lei.
Sapeva che la donna, al sabato, continuava a frequentare le sue attività parrocchiali ed attese con impazienza di poter avere un abboccamento con lei.

-Cinzia puoi dedicarmi cinque minuti per favore?
-Ohh! Ciao Călin. Naturalmente si. Che ti succede?
-Sono geloso Cinzia, ecco che succede! Da tempo Alina con me è svagata, non è più appassionata come una volta ed, a tratti, sembra che io le dia proprio fastidio.
-Ma cosa vai a pensare Călin? Tu sei un tipo autoritario mentre Alina, in questi anni trascorsi con me, si è molto emancipata. Ora non necessita più della tua assoluta protezione ma questo non significa che ti ami di meno.
-No Cinzia, io sento puzza di bruciato! E di solito quando si avverte l’odore del fumo il fuoco non è lontano. Tu sei diventata così amica di mia moglie da non vedere quello che avviene sotto il tuo stesso naso?
-Non è così gelosone. Io vivo la mia quotidianità con Alina e posso garantirti che nessun altro uomo la frequenta. È sempre in casa, lo noterei se qualcuno cercasse di lei.
-D’accordo, ti credo, non vengono uomini da fuori a cercarla, ma, se non sbaglio, già c’è un uomo nella tua casa.
-Giano? Non farmi ridere. Mio marito si è affezionato moltissimo a tuo figlio, tanto che potrebbe essere scambiato per suo padre. Tuttavia, con Alina è sempre stato impeccabile, e lei lo ha sempre ricambiato con la stessa correttezza.
-Sei brava ad installare dubbi Cinzia, ma i bambini non mentono mai. Se Lucian ha notato segni d’affetto tra Giano ed Alina quando sono nella casa al lago qualche cosa deve essere successa.
-La casa al lago? Cosa c’entra la casa al lago adesso? Sono secoli che non ci vado!
-Sembra che Giano ci porti spesso Alina e Lucian.
-Può essere e certamente ci sarà una spiegazione logica. Stai tranquillo Călin, tua moglie ti ama e non ti tradisce. Però intendo darti soddisfazione: terrò gli occhi ben aperti ed indagherò su questo fantomatico tradimento in modo da poterti calmare definitivamente.

Con un grosso sorriso:
-Ciao Alina, ho parlato con Călin! Non ci crederai ma è geloso di te che pure fai una vita quasi da reclusa.
-Ciao Cinzia, dici che è geloso?
-Si,figurati, teme la concorrenza di Giano! Sarebbe cosa risibile se non si trattasse di tuo marito.
-A questo punto devo raccontarti la mia storia Cinzia, tutta la mia storia.
-Va bene Alina. Mettiamoci comode, ma cosa può entrarci il tuo vissuto con la gelosia attuale di Călin?
-Sono nata povera tra le povere. Abitavo in una baracca senza servizi, senza acqua corrente e senza riscaldamento, e ti giuro cha in Romania d’inverno il freddo lo si avverte in pieno.
-Non ho mai conosciuto mio padre e, fin da piccola, mia madre mi ha indirizzata all’accattonaggio.
-Vedevo i miei coetanei andare a scuola e li invidiavo, poi tornavo a casa e consegnavo a mia madre quelle poche monete che ero riuscita a racimolare.
-Baci ed abbracci da lei? Non se ne parlava neppure anzi, spesso mi prendeva a scopate se i miei guadagni non erano sufficienti per la sua bottiglia.
-Eppure sono cresciuta. A 16 anni già si intravvedeva il me la bella ragazza prima, e donna poi, che sarei diventata.
-Sembra ridicolo ma con l’aumentare della mia avvenenza i guadagni diminuivano. Forse la gente pensava a qualche scherzo o più semplicemente ad una mia pigrizia congenita che mi tratteneva dal lavoro.
-Cosa ha pensato allora la mia dolce mammina? Per una manciata di leu mi ha venduta al padre di Călin.
-Ora ero ufficialmente una schiava. Valentin mi ha adibita a tutti i lavori più umili, facendomi dormire su una brandina in un box senza acqua, senza luce e senza riscaldamento, ma il vento non filtrava più dalle fessure. E questo per me era già un notevole miglioramento.
Cinzia la abbracciò.
-Povera piccola, sei cresciuta senza amore e senza affetto, ma ancora non vedo un nesso.
-Non è terminata la mia odissea Cinzia cara: il peggio deve ancora venire.
-A 18 anni, il mio padrone, ha deciso che dovevo prendere marito e mi ha imposto Călin.
-Călin non mi aveva mai considerata una ragazza, anzi con me era stato sempre prepotente e sgarbato e proprio non capisco perché abbia voluto sposarmi dato che immediatamente dopo ha ceduto a suo padre tutti i diritti sul mio corpo.
-Valentin mi ha violentata senza alcun riguardo per mesi durante sei giorni la settimana. Il settimo invece era riservato proprio a Călin, il mio cosiddetto marito, che mi inseminava a sua volta.
-Facile comprendere quindi come io sia rimasta gravida, ma ti prego di non diffondere questo che è un mio segreto.
Cinzia le prese una mano:
-Tranquilla fa conta che le tue parole siano state pronunciate ad un prete in confessionale.
Alina proseguì
-A questo punto ignoro cosa sia successo: Călin dichiarò di essersi scoperto innamorato di me e quale fu la sua dimostrazione di affetto? Mi lasciò scopare a sangue da suo padre per altri sei mesi invogliandomi ad accontentarlo nella sua perversione sinché non abbiamo preso il pullman per venire qui.
-Qui ho conosciuto te e Giano. Non siete la mia famiglia ma l’amore ed il rispetto che ho trovato qui non l’avevo mai provato da nessuna parte.
Alisa abbassò gli occhi al suolo:
-Quando Giano mi ha riferito della tua sterilità che ti impediva di donargli quei figli che tanto vi sarebbero piaciuti, mi sono sentita come rimescolare al mio interno. Io non sono sterile, forse avrei potuto ricompensarvi facendo qualche figlio per voi.
-Probabilmente ho sbagliato a non parlarne prima con te, ma mi sarebbe sembrato di togliere valore al mio dono.
-Voglio però tranquillizzarti. Se è vero che non sono innamorata di Călin, è altrettanto vero che non ho nessuna intenzione di sottrarti Giano. Tu sei stata molto buona con me ed io non vorrei proprio passare per una ingrata.
Intervenne Cinzia:
-Questa conversazione per il momento termina qui. Mi sembra evidente che Giano debba partecipare, quindi rimandiamola a stasera. Daccordo?
Era ancora mattina e Cinzia andò incontro ad una giornata molto travagliata.
La spontanea confessione di Alina aveva abbattuto un muro più che averci aperto una breccia e la sua mente vagava libera all’impazzata!
“Călin aveva avuto ragione: sotto il mio naso è nata una tresca ed io non me ne sono accorta.”
“Alina, ed ancor più Giano avevano tradito la mia fiducia”
“Alina era in buona fede: la sua vita non le aveva insegnato nulla sulla convenzioni sessuali.”
“A Giano piacevano moltissimo i bambini, bastava notare quanto si fosse affezionato a Lucian.”
“Anche a me piacciono i bambini ed il mio maggiore cruccio è stato proprio questo nei confronti di mio marito”
“Alina non vuole prendersi Giano, ma sono certa di poter affermare il contrario? Se Giano sottoponesse Alina ad una corte serrata lei finirebbe per cedere ed io lo perderei comunque”
Dopo una giornata colma di riflessioni simili a queste giunse la sera e Cinzia, seduta in soggiorno col marito, invitò Alina ad unirsi a loro.
-Oggi io ed Alina abbiamo avuto una franca e sincera discussione – esordì – Tu Giano non ritieni di aver qualche cosa da dire?
-Credo di capire dal tono l’oggetto della discussione Cinzia. Cosa vuoi che ti dica? Si ti ho tradito. Ho in casa una donna giovane, bella e mamma di un bambino per cui stravedo. Mille volte mi sono immaginato di essere al posto del padre e, ad un certo punto non ho più saputo distinguere il sogno dalla realtà trovandomi poi a letto con Alina la quale, onestamente, non ha posto molta resistenza. Hai tutto il diritto di chiedere il divorzio se lo vorrai. In questo caso io me ne andrò portando con me Alina e Lucian. Tu hai tutto il diritto di chiedermelo ed io non ho scuse valide da opporti.
-Fermo li marpione! Trovi una donna giovane e bella e vuoi lasciarmi? Ho molto pensato anche a questa possibilità.
-Io ti amo e se pensassi che la cosa ti farebbe felice acconsentirei. L’amore vuole la felicità della persona amata, non la propria. E Amore è proprio quella parola che nessuno tra noi ha ancora pronunciato! Bene: comincio io. Io ti amo Giano e se ho un dolore è quello di non poterti dare un figlio che dell’amore è il simbolo, l’espressione e la risultanza.
-Ed io amo te Cinzia. Perdonami Alina ma il nostro è stato solo un momento di sbandamento.
A quelle parole Alina abbassò timidamente gli occhi:
-Allora sono io che devo andarmene? Mi darete qualche giorno di agio?
-Calma Alina! Dopo un pomeriggio di pause e ripensamenti sono giunta ad una conclusione anche se per ora non la manifesto. Già che ci siamo parliamo di te. Tu hai avuto tre uomini nella tua vita: Valentin, Călin e, recentemente, Giano. Da quanto mi hai raccontato di te non hai e non puoi avere esperienze d’Amore, ma se dovessi scegliere tra questi tre a chi andrebbe la tua preferenza, e perché?
-Non è una grande scelta Cinzia e la risposta è una sola:Giano, ma lui è tuo marito!
-Lascia perdere quest’ultima considerazione e dicci il perché della tua scelta.
-Giano è un uomo buono che ama molto mio figlio ma, a parte questo, stare vicino a lui mi da un senso di protezione che Călin non riesce a darmi. Spesso mi sono domandata come sarebbe stata la mia vita se avessi conosciuto lui al posto di quello schifoso di mio marito o, peggio ancora, di suo padre.
-Ti sei resa conto che questa, detta di fronte a lui, è una vera dichiarazione d’amore? “Ti amo” non sono le uniche parole delegate a questa funzione.
-E tu Giano, senti la possibile futura madre dei tuoi figli parlare così e non ti viene in mente nulla da risponderle?
-Potrei farlo Cinzia ma la risposta potrebbe offendere te ed io ti voglio con me!
-Come sopra, anche questa tua è una dichiarazione d’amore nei confronti di Alina. Noi due già siamo una famiglia unita Giano ma essa non sarebbe più completa se anche Alina entrasse a farne parte? Lei è una fattrice che è proprio il ruolo di cui la nostra famiglia è priva. Per me sarebbe come una sorella con cui condividere tutto a partire dall’uomo di casa.
A quelle parole Alina si precipitò ad abbracciare Cinzia:
-Grazie! Grazie! Temevo che non avrei mai conosciuto il vero amore ed ora tu me lo hai regalato!
- E Călin?
Domandò Giano
Rispose pronta Alina:
-Che ne direste di suggerirgli di tornare in Romania e di farsi scopare da Valentin? Lui non può dimostrare la paternità di Lucien ed io non gli consentirei neppure di tentare una dimostrazione quindi Lucien è solo figlio mio ed io ve lo dono: sarà il mio pegno d’ingresso in questa nostra famiglia felice.

Un mese dopo Alina è nuovamente incinta. Alla notizia Cinzia sorride e stringe forte al suo seno la mano della sorella acquisita.

Fine
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