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L'adultera fedele 3


di iltiralatte
26.11.2023    |    2.115    |    6 7.6
"Io posseggo solo questa dimora e la porta dello studio è contemporaneamente quella della mia abitazione..."
Come tutte la mie storie pure questa è frutto esclusivo della mia fantasia per cui ogni riferimento a persone o cose realmente esistenti è puramente casuale.
Giorgia
Mi svegliai la mattina finalmente soddisfatta.
Avevo sognato di essere con Ivan e che lui fosse finalmente riuscito a soddisfare la mia fame arretrata.
Istintivamente allungai il braccio verso lui che, al buio della stanza, udivo respirare vicino a me.
Vit “Buona giornata amore!”
Terrorizzata ritirai in fretta il braccio e in un lampo realizzai tutto quello che avevo fatto e la situazione in cui mi ero cacciata.
Io “Ab …. Abbiamo fatto l’amore vero?”
Nel mio cuore speravo ardentemente che mi rispondesse di no, invece …
Vit “Si Giorgia e devo dirti che sei stata fantastica!”
Io “Ivan non si meritava che lo tradissi, è un buon marito e so di amarlo.”
Vit “Sarà anche un buon marito, ma al momento non c’è.
Praticamente è come se tu fossi vedova non credi? E non sei ancora tanto giovane per dover sopportare una vedovanza. La natura reclama i suoi diritti.”
Mentre parlava mi accarezzava dolcemente ovunque ed io, al tocco di quelle mani sentivo pian piano i miei rimorsi svanire, sciogliersi come neve al sole,
Mi rifugiai tra le sue braccia.
Io “Come posso fare? Io amo Ivan ma hai ragione: il mio corpo reclama un uomo.”
Vit “Domandò l’agnello al lupo! Credo di essere la persona meno indicata per poterti consigliare. Posso solo dirti che questa notte a me è piaciuta. Non c’era nessuno tra noi e tu eri completamente naturale, libera e disinibita come le donne che piacciono a me. Se ti dicessi di non ripetere più questa esperienza andrei contro la mia volontà. In questo momento il mio corpo ancora reclama il tuo per cui dovrei essere masochista a darti questo consiglio, D’altra parte se ti dicessi di continuare darei un consiglio a me stesso, non a te.”
Mi strinsi a lui
Io “Sei un brav’uomo. Se non altro sei sincero, potevo capitare molto peggio. Posso considerarti alla stregua di un secondo marito? Ivan non sarà sempre negli States, qualche volta tornerà a trovare tutta la sua famiglia, me compresa ed in quelle occasioni avrò mio marito tutto per me. Poi ripartirà. Ti sentiresti sminuito se allora io tornassi da te?”
Vit “Veramente vorresti propormi un menage simile? Tu sei una donna fantastica ed ho l’impressione che io ti avrei molto più di tuo marito. Vuoi che io sia la tua ruota di scorta? D’accordo affare fatto ma in questo caso voglio la garanzia di essere trattato come se fossi il tuo marito vero.”
E si avvicinò con chiare intenzioni.
Con vero piacere lo riaccolsi dentro di me siglando così il patto.
Restavano da decidere però le modalità delle mie “visite”.
Non potevo certo recarmi tutte le sere al suo ambulatorio ed uscirne tutte le mattine.
Mi trovavo in un relativamente piccolo paese e la gente, prima o poi, mi avrebbe scoperta.
Sarebbe susseguita la chiacchiera e, da questa, un segnale d’allarme che avrebbe potuto raggiungere mio marito in occasione dei suoi rientri.
Ne parlai a Vito.
Vit “Hai ragione a preoccuparti ma non so cosa consigliarti. Io posseggo solo questa dimora e la porta dello studio è contemporaneamente quella della mia abitazione. Potrei venire io a casa tua, ma mi sembra di capire che hai con te sia la servitù che la tua figliastra con cui non vai d’accordo e, anche ammesso che riuscissi a celarmi ai loro sguardi, la gente del posto vedrebbe me tutte le mattine circolare per strade non giustificabili … ed il chiacchiericcio ricomincerebbe.”
Io “Vedo una sola possibilità realizzabile Vito. Devi cambiare casa!. Possiamo acquistare un pied a terre che abbia due ingressi separati su due diverse vie, Tu ti trasferirai li in domicilio fisso mentre io userò la seconda porta. Questa attuale diverrà il tuo intero studio. Che ne dici?”
Vit “ Fai in fretta a parlarne tu! Ma chi mi da il denaro per questa operazione? I miei guadagni sono tutt’ora limitati.”
Io “Tranquillo, non per nulla dirigo un’azienda. Ci vorrà un po’ di tempo ma lascia fare a me. Saresti nel caso disposto a pagare un piccolo mutuo?”
Vit “Se non fosse tanto gravoso si. Se tu organizzerai fammi sapere cosa hai pensato. Non posso garantirti nulla naturalmente.”
Con una carezza al suo volto preoccupato mi congedai.
Mi misi all’opera e trovai un capannone adibibile a magazzino che confinava con una abitazione adiacente un po’ vecchiotta ma facilmente restaurabile, il tutto in vendita ad un prezzo più che abbordabile.
Bloccai il tutto: l’occasione era unica.
Il capannone era adattissimo come magazzino vini da cui avrei potuto inviare una produzione, comunque in continuo aumento, in tutta Europa. In un angolo del capannone, casualmente quello a contatto con l’abitazione, ricavai uno studio con una cameretta privata.
Durante la ristrutturazione feci aprire una porta comunicante con l’abitazione.
Nel giro di un mese, adducendo il pretesto che in tal modo mi separavo definitivamente da una giovane donna sempre più ribelle, Katia, mi trasferii al magazzino.
Vito, naturalmente, prese in affitto la casa che gli locai a canone di favore.
Avevo risolto tutti i problemi.
Dopo un paio di mesi Ivan tornò per un mese di vacanza con noi.
In California le cose stavano procedendo bene. Tempo 4 anni avremmo potuto cominciare a produrre il nostro prosecco americano: l’affare stava prospettandosi addirittura mostruoso.
Mostrai tutti i conti a mio marito, compresi quelli relativi al capannone e lui li approvò pienamente lodandomi per la mia perspicacia.
Ebbe in tutto una sola piccola smorfia di disappunto, quando gli comunicai di aver preso l’abitudine di dormire al magazzino allo scopo di evitare litigi e discussioni con Katia.
So che ebbe un lungo abboccamento con sua figlia al termine del quale mi raggiunse sconsolato.
Iva “Non c’è nulla da fare, rifiuta di riconoscerti non dico come mamma ma addirittura come mia moglie. Del resto la vera mamma è una sciacquetta che si diverte ad attizzare il fuoco. Non so come mio padre sia riuscito a liberarmi da lei, questo è un segreto che si è portato nella tomba, ma fintanto che Katia subirà l’influenza di quella strega penso che non ci sia soluzione alla sua ribellione.”
Io “E se provassi a portarla con te in America? La distanza attutirebbe naturalmente l’influenza di quella donna!”
Iva “No Giorgia, preferisco che concluda qui gli studi, Certo la tua è una buona idea, al momento opportuno le farò cambiare aria. Terre nuove, popoli nuovi, usi nuovi le apriranno ulteriormente la mente. Te la senti di sopportarla ancora qualche anno?”
Io assentii convinta. Da brava moglie avrei sopportato la sua prole.


Fine ?
Come sempre mi succede mendico critiche motivate (anche negative) e pareri, indispensabili per migliorarsi.
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