incesto
Il diario di Jen: Finalmente mio Fratello


24.03.2025 |
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"Mi ritrovo sdraiata su di lui, le gambe intrecciate alle sue, le mani che esplorano il suo corpo muscoloso sotto la felpa..."
Sono Jennifer, e oggi è domenica, una di quelle giornate di Maggio del 1998 in cui il sole è tiepido e il vento di Cervia sa di mare e primavera. Ho diciassette anni, vengo dall’Ungheria, adottata a otto anni da questa famiglia che mi ha dato una casa piena di cassette e ricordi. È passato un po' di tempo da quando ho spiato Luca nella sua stanza, e da allora i nostri sguardi sono un fuoco che non si spegne. Stamattina, abbiamo deciso di andare a Mirabilandia con un gruppo di amici: Sara, Matteo e un paio di altri del liceo. Luca guida, io sono sul sedile del passeggero della sua Fiat Punto rossa, un po’ ammaccata ma con il lettore cassette che funziona ancora. Sara e Mateo sono dietro, chiacchierano e ridono, ma io sento solo il battito del mio cuore quando lui mi guarda, mentre gli altri si trovano su un'altra macchina.
Luca è un sogno che non riesco a scrollarmi di dosso. Ha diciotto anni, i capelli castani mossi che gli cadono sugli occhi verdi, profondi e pericolosi come il mare in tempesta. La sua pelle è dorata, abbronzata dal sole di mille giornate passate fuori, e oggi indossa una felpa grigia dei Nirvana, un po’ larga, che gli scivola sulle spalle larghe, mostrando i muscoli sottili delle braccia quando si muove. I jeans scoloriti gli pendono sui fianchi, con la cintura di pelle consumata che spunta appena, e le sue mani : grandi, ruvide, con le dita lunghe, stringono il volante con una sicurezza che mi fa girare la testa. Ha quel profumo che mi stordisce, un misto di sapone e dopobarba economico, e ogni volta che si gira verso di me, sento il calore del suo respiro.
A Mirabilandia, il giorno vola. Facciamo la fila per il Katun, urliamo insieme mentre la montagna russa ci scaraventa in aria, e ridiamo come matti sullo Sierra Tonante. Ma tra le risate e le corse da una giostra all’altra, ci sono momenti solo nostri. Mi sfiora il braccio mentre mi passa una lattina di Coca, le sue dita calde contro la mia pelle, e io gli tocco la spalla per attirare la sua attenzione, lasciando la mano lì un po’ troppo. Sono tocchi innocenti, o almeno così sembrano agli altri, ma ogni contatto è una scossa che mi attraversa. Ci guardiamo, i suoi occhi verdi che brillano sotto il sole, un sorriso provocatorio che mi fa arrossire. Durante la pausa pranzo, seduti su una panchina con gli amici, le nostre ginocchia si sfiorano sotto il tavolo, e nessuno dei due si sposta. È un gioco, un segreto che ci lega, e più passa il giorno, più lo voglio.
Alle 22, il parco chiude. Siamo stanchi, felici, con i capelli spettinati e le guance arrossate. Saliamo in macchina dopo aver salutato i nostri amici, Sara e Matteo hanno deciso di andare co gli altri, e Luca mette una cassetta dei Pearl Jam che riempie l’abitacolo di Alive. Usciamo dal parcheggio, le luci di Mirabilandia si spengono alle nostre spalle. Ma invece di prendere la strada per Cervia, Luca gira a sinistra, verso la stradina dello Zoo Safari lì accanto. Lo guardo, sorpresa, ma lui non dice niente, solo un sorriso, quel sorriso che mi fa tremare. La macchina rallenta, entra nel vialetto buio, circondato da alberi e silenzio, e poi si ferma. Spegne il motore, il rumore della cassetta si interrompe, e il buio ci avvolge.
“Che fai?” sussurro, ma prima che possa dire altro, Luca si gira verso di me. I suoi occhi verdi brillano nella penombra, intensi, affamati. Si avvicina, lento, e il suo profumo mi colpisce come una droga. Poi mi bacia. Le sue labbra sono morbide, calde, con un leggero sapore di Coca e sale dalla giornata.
È un bacio improvviso, profondo, e io mi sciolgo contro di lui. Le sue mani, quelle mani che ho sognato, mi afferrano il viso, le dita ruvide che mi accarezzano le guance, e io gli passo le braccia intorno al collo, tirandolo più vicino. Il cuore mi esplode nel petto, il respiro corto, e non penso al fatto che siamo fratello e sorella, a niente. C’è solo lui, la sua bocca che si muove sulla mia, il calore del suo corpo, il modo in cui la sua felpa mi sfiora la pelle.
La sua lingua sfiora la mia, esitante all'inizio, poi sempre più audace. Un brivido mi percorre la schiena, un calore si diffonde nel mio ventre. Le sue mani scendono lungo il mio collo, le spalle, fino a posarsi sui miei fianchi. Mi tira ancora più vicino, finché non sento il suo corpo premuto contro il mio, il battito accelerato del suo cuore che fa eco al mio.
Annaspo in cerca d'aria quando finalmente ci stacchiamo, le labbra gonfie e il respiro affannoso. Luca mi guarda, gli occhi scuri di desiderio, e so che anche lui lo vuole quanto me. Senza una parola, si sposta sul sedile posteriore, trascinandomi con sé.
Mi ritrovo sdraiata su di lui, le gambe intrecciate alle sue, le mani che esplorano il suo corpo muscoloso sotto la felpa. Lui mi accarezza la schiena, poi afferra l'orlo della mia maglietta e me la sfila dalla testa. Il contatto pelle contro pelle mi fa gemere, un suono basso e gutturale che non mi sembra nemmeno mio.
Luca mi bacia di nuovo, con più urgenza questa volta, mentre le sue mani si muovono sul mio corpo, toccando, stringendo, accarezzando. Sento il suo desiderio premere contro di me, duro e pulsante, e un'ondata di calore mi travolge.
Lo voglio, lo voglio così tanto che mi fa quasi male. Anni di attrazione repressa, di sguardi rubati e sogni proibiti, tutto conduce a questo momento. So che è sbagliato, che non dovremmo, ma in questo istante non mi importa di nient'altro che di lui, di noi, di questo.
Le sue dita trovano il bottone dei miei jeans, lo slacciano con impazienza. Sollevo i fianchi per aiutarlo a sfilarli, insieme alle mutandine, poi faccio lo stesso con i suoi. Quando finalmente siamo nudi, pelle contro pelle, ansimo dal desiderio.
Luca mi guarda, gli occhi pieni di amore e lussuria. "Sei sicura?" sussurra, la voce roca.
In risposta, lo bacio con tutto quello che ho, mettendo in quel bacio tutti i sentimenti che non ho mai osato esprimere. Lui capisce, e con un unico, fluido movimento, entra in me.
“Cazzo, ma sei vergine!”
La sua esclamazione mi fa arrossire, ma annuisco. "Sì, lo sono. O meglio, lo ero."
Luca mi guarda con un misto di sorpresa e meraviglia. "Avresti dovuto dirmelo. Sarei stato più delicato."
"Non importa," rispondo, baciandolo dolcemente. "Lo volevo. Ti volevo."
Lui ricambia il bacio, poi inizia a muoversi dentro di me, lentamente all'inizio, poi sempre più velocemente. Ogni spinta mi manda ondate di piacere in tutto il corpo, e mi ritrovo ad andargli incontro, desiderando di più, sempre di più.
I nostri corpi si muovono all'unisono, come se fossero stati creati per stare insieme. Luca mi bacia il collo, il petto, mormorando parole dolci sulla mia pelle. Io mi aggrappo a lui, affondando le unghie nella sua schiena, perdendomi completamente nelle sensazioni travolgenti.
Il piacere cresce, sempre più intenso, finché non esplode in un orgasmo che mi fa tremare e gridare il suo nome. Luca mi segue poco dopo, svuotandosi dentro di me con un gemito roco.
Restiamo abbracciati, ansimanti e sudati, i cuori che battono all'impazzata. So che domani dovremo affrontare le conseguenze di quello che abbiamo fatto, ma per ora voglio solo godermi questo momento, questo senso di completezza che ho trovato tra le sue braccia. Fortunatamente è già da un po’ di tempo che prendo la pillola, quindi sono tranquilla. Sento colare il suo sperma tra le gambe.
Luca mi tiene stretta, accarezzandomi i capelli con tenerezza. "Sei stata incredibile," sussurra, baciandomi la fronte sudata.
Sorrido, alzando il viso per incontrare il suo sguardo. I suoi occhi scintillano nella luce fioca della stanza, pieni di affetto e desiderio. "Anche tu," rispondo, tracciando il contorno del suo viso con le dita. "Non avrei mai immaginato che potesse essere così bello."
Restiamo in silenzio per un po', godendoci la sensazione dei nostri corpi intrecciati. La mia mente è un turbinio di emozioni contrastanti: felicità, apprensione, eccitazione, paura. So che quello che abbiamo fatto avrà delle conseguenze, ma in questo momento non riesco a pentirmene.
"E adesso?" chiedo infine, rompendo il silenzio. "Cosa facciamo?"
Luca sospira, stringendomi più forte. "Non lo so," ammette. "So solo che scopare con te è fantastico, ma dovremmo cercare di evitare in futuro. Non vorrei che i nostri genitori ci scoprissero"
Il tempo si ferma. Non so quanto restiamo lì, persi l’uno nell’altra, ma alla fine si stacca, respirando pesante. I suoi capelli mossi gli cadono sugli occhi, la felpa sgualcita, e mi guarda con un misto di colpa e voglia. “Dobbiamo tornare,” sussurra, ma la sua mano resta sul mio fianco un attimo di troppo. Annuisco, il viso in fiamme, e mi sistemo sul sedile, cercando di calmare il battito del cuore. Accende il motore, la cassetta riparte, e usciamo dalla stradina in silenzio.
Torniamo a casa e parcheggiamo davanti alla nostra villetta. Mamma e papà dormono, la TV spenta. Scendiamo dalla macchina, e nel buio del cortile ci guardiamo di nuovo. I suoi occhi verdi brillano sotto la luce della luna, la sua figura alta e sensuale avvolta dalla felpa, e io mi mordo il labbro. Non diciamo niente, ma il calore tra noi è ancora lì, elettrico. Entriamo in casa, ognuno nella sua stanza, ma so che non finisce qui.
Sono Jennifer, nata in Ungheria, cresciuta a Cervia nel 1998, e Luca è il mio desiderio proibito. Oggi a Mirabilandia abbiamo giocato, ci siamo toccati, ci siamo voluti. E stasera, in quella stradina, è iniziato qualcosa che non possiamo più fermare.
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Tempo fa ho conosciuto Jennifer; i dettagli di quel primo incontro li trovate nel racconto "La funzione nascosta di Telegram." Sono passati quasi due anni da allora, e per un po’ ci siamo persi di vista. Poi, a Capodanno 2025, mi è arrivato un suo messaggio di auguri, e da quel momento abbiamo ripreso a scriverci e a incontrarci ogni tanto.
Tra noi si è creata una dinamica particolare, un’intimità speciale, non romantica ma di profonda amicizia. Lei, affascinata dalle mie storie, un giorno mi ha fatto un regalo: il diario della sua adolescenza, chiedendomi di trasformarlo in un libro. Il racconto che avete appena letto è il terzo capitolo di una storia più lunga che nel tempo avrà diversi protagonisti e diverse realtà. Ho voluto rendere la storia più delicata, senza inserire scene troppo forti visto anche la delicatezza del contenuto. L'erotismo non è solo un atto sessuale, ma un gioco tra i desideri e l'istinto e spero che questo sia emerso tra le righe del racconto.
Come avrete notato, ho scelto di cambiare un po’ il mio stile: ora è più erotico, meno pornografico, un’evoluzione che spero apprezzerete(anche per esigenze editoriali). Ho diviso la sua storia in più capitoli, ognuno autoconclusivo ma collegato al precedente, per dare respiro alla narrazione. Le vicende sono ispirate alla realtà, tratte dalle poche righe del suo diario, ma il 70% è frutto della mia immaginazione, un intreccio di verità e fantasia.
Eccoci qua: tocca a voi decidere se sono un genio incompreso o solo un tizio che si illude di saper scrivere. Dai, un votino non me lo potete negare, non siate tirchi! E se vi va, buttate lì un commento: anche uno di quelli che strappa una risata, che male non fa.
Scrivo queste storie perché mi piace farvi viaggiare con la fantasia, ma, lo ammetto, anche per mettermi un po’ in vetrina. Sono tipo un venditore di sogni proibiti, di quelli che piazzano la bancarella all’angolo della strada. E sì, ho un debole per le donne, non lo nego, ma non ho un “tipo” fisso. Mi piace variare, sperimentare, buttarmi nel caos delle possibilità.
Se vi va di entrare nel mio club di fan (o meglio, di complici), fatevi avanti. Chissà, magari insieme possiamo inventare , o vivere, ancora meglio, una storia ancora più folle. Io sono un maestro della pubblicità subliminale, mi vendo tra le righe, ma il modo migliore per capirmi è conoscermi di persona. Poi si vedrà dove ci porta la corrente!
Potete contattarmi qui su A69 o su Te. le. gr. am, stesso nick: giorgal73. Proposte, idee, commenti, o magari un invito a una serata o un club per scrivere insieme il prossimo capitolo – sono tutto orecchi. P.S.: se preferite la vecchia cara email, parte con giorgal73, poi la chiocciolina, e chiude con gmail.com. Facile, no?
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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