Scambio di Coppia
Sexy Befana al Bolero -3- La sala Coppie
di giorgal73
15.02.2024 |
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"Con un gesto, feci cenno a Giorgio di avvicinarsi e gli chiesi di andare a visitare il privé al primo piano per vedere come fosse la situazione e poter dar..."
Ciao, mi chiamo Marica. Sono la protagonista femminile della storia che stai leggendo. Per quest'ultima parte del racconto, Giorgio mi ha chiesto di fare da voce narrante. Come al solito, lui presterà le sue mani per scrivere, mentre io condividerò con lui i miei pensieri, le mie emozioni e le mie sensazioni di questa splendida serata.
È stata una serata spontanea, molto più piacevole ed emozionante dei miei piani originali, che fortunatamente sono andati a monte. Un sabato unico, piacevole e libertino.
Abbiamo iniziato con una piacevole passeggiata per le strade di Bologna, tra una leggera pioggerellina che non ci ha dato troppo fastidio. Abbiamo esplorato tutti i negozietti lungo via Indipendenza fino a raggiungere Piazza Maggiore. Giorgio doveva comprare una camicia al negozio Desigual, il che mi ha dato l'opportunità di trovare una bellissima giacca rosa con un grande cuore al centro. Purtroppo, le camicie erano finite, quindi siamo usciti dal negozio a mani vuote, tranne la mia giacca.
Dopo due ore, la fame cominciava a farsi sentire. Sulla via del ritorno, ci siamo fermati in un pub nella zona universitaria, dove abbiamo soddisfatto il nostro appetito con deliziose e saporite fajitas, accompagnate da una birra scura.
Subito dopo abbiamo recuperato la nostra auto e siamo andati in hotel, dove mi sono rinfrescata e preparata velocemente.
Ero molto curiosa di vedere il locale, Giorgio me ne ha parlato spesso, ma non vivendo a Bologna non l’ho mai ne visitato e ne frequentato.
Appena arrivati, abbiamo fatto un rapido giro. Il posto mi ha ricordato l’Harem di Milano, un club simile, ma molto più grande. Come ha già raccontato Giorgio: ci siamo recati prima alla spa e poi abbiamo fatto una visita veloce e stimolante nella sala Bdsm, sia per ingannare il tempo, sia per dare sfogo a qualche piccola voglia.
Il tempo passò velocemente e arrivò inevitabilmente l'ora di cena. Un grande buffet con tanti piatti freddi e caldi era stato allestito nella zona ristorante. Presi delle verdure e della pasta, tutto accompagnato da un Sangiovese corposo e profumato. Feci due giri e per terminare, trascinai Giorgio nella sala fumatori.
Fu gentilissimo e non mi stressò per il fumo e per questo lo ricompensai appoggiandogli la mia manina in mezzo alle gambe e gli stropicciai un pochino il suo duro amichetto.
Dopo aver finito la sigaretta, tornammo nella sala principale, dove la musica era iniziata e la pista da ballo era gremita. Due splendide ragazze vestite da streghette sexy erano intrecciate intorno ai pali e ballavano in modo seducente e altamente erotico. Non perdevano occasione per toccarsi il seno e scambiarsi baci.
Mi eccitai molto per la scena che si proponeva davanti ai miei occhi e iniziai a bagnarmi. Mi avvicinai alle ragazze con la speranza di giocare insieme a loro.
La mia natura esibizionista mi spinse ad abbassare la parte superiore del vestito per scoprire i miei seni e offrirli alle incantevoli ballerine. Purtroppo, solo una di loro ne approfittò. Le sue mani accarezzarono tutto il corpo partendo dal collo, passando per i capezzoli rigidi e sensibili fino ad arrivare sui fianchi.
La musica mi fece vibrare il corpo e l’anima, mentre il viso angelico e allo stesso tempo perverso della ragazza accendeva qualcosa di profondo e umido dentro di me. Con un gesto, feci cenno a Giorgio di avvicinarsi e gli chiesi di andare a visitare il privé al primo piano per vedere come fosse la situazione e poter dar sollievo alla mia calda e vogliosa passerina. Afferrai la mano di Giorgio e l’intrecciai alla mia, poi ci dirigemmo verso le scale.
L’affollamento era alto e si era formata anche una fila per salire.
«Andiamo direttamente nella sala delle coppie, non credo che qui troveremo una saletta libera».
Effettivamente, dopo un veloce giro, tutte le stanze erano sold-out. L’unica speranza era la sala coppie. Varcato il cancello d’ingresso, notammo che il sovraffollamento era presente anche lì. Tuttavia, non ci scoraggiammo e ci inoltrammo all’interno.
I gemiti e le urla di piacere ci circondavano. L’odore di sesso impregnava l’aria e quando arrivammo nella sala più spaziosa facemmo un po’ ti fatica a trovare un posticino per noi.
I grandi letti erano presi, solo il divano laterale ci offrì dello spazio. Attorno a noi tantissime coppie nude erano concentrate sul proprio piacere.
Io mi sfilai il vestito e rimasi solo con le scarpe ai piedi. Una volta nuda, armeggiai con la cintura e i pantaloni di Giorgio, riuscendo a sfilarglieli insieme ai boxer. Il pene del mio compagno risultò timido, ma appena mi abbassai e la mia bocca si prese cura di lui, divenne arzillo e pronto a nuove avventure. Lo sentii pulsare e crescere. Il suo sapore lievemente salato stuzzicò la mia lingua.
Mentre la mia testa andava su e giù, guidata dalla mano che vi era appoggiata sopra, notai una coppia che si era seduta accanto a noi. L'uomo, sulla cinquantina, vestito con jeans scuri e camicia bianca, mise la sua mano sulla mia gamba. La donna, anch'essa sulla cinquantina, portava occhiali da segretaria troia, rosa con le punte estreme all’ insù, aveva uno sguardo da Bambi e i capelli raccolti in uno chignon.
Si inginocchiò e iniziò ad assistermi. Le nostre lingue si sono intrecciate e io ho sentito subito un sentore di frutti di bosco, probabilmente dovuto a una caramella che aveva mangiato poco prima.
Le morsi leggermente il labbro inferiore e la punta della sua lingua scivolò prima sotto il mio labbro superiore, e poi lungo i miei denti prima di tornare a esplorare il resto della mia bocca.
Cercai di allontanarmi da lei e di concentrare la nostra attenzione sul glande pulsante e in attesa, che si trovava a pochi centimetri dalle nostre bocche.
«Tesoro io sono Marica, tu come ti chiami?»
«Sono Eleonora, mentre mio marito si chiama Franco.»
«Eleonora, dai aiutami a succhiare questo cazzo, facciamo sentire a Giorgio quanto siamo brave.»
Mentre guidavo Eleonora, la mano di Franco salì fino ad arrivare sulla Figa. Pochi istanti dopo sentii un dito entrare dentro di me.
Ero bagnatissima e questo agevolò il polpastrello che si divertì a farmi un massaggio interno, come se stesse cercando la X del tesoro. Tuttavia, il tesoro lo trovò il pollice appena si scontrò con il mio grande e infuocato clitoride. Appena Franco si rese conto della grandezza del mio fiore peccaminoso, decise che la sua bocca era il luogo migliore per accoglierlo. Sentii le labbra lisce e calde avvilupparmi e iniziare a succhiarmi. La lingua, leggermente ruvida, passò più volte attorno al mio piccolo pene femminile, facendomi sussultare più volte. Ad ogni risucchio io mi bagnavo sempre di più.
La mia bocca, impegnata ad assaggiare lentamente il funghetto rosa di Giorgio, spesso si scontrava con la lingua di Eleonora. Le nostre lingue indugiavano sul frenulo, accarezzandolo e picchiettandolo.
Allontanai il viso di Eleonora. La fissai intensamente negli occhi, sputai sulla cappella davanti a noi e poi, la spinsi fino a farle ingoiare tutto il pene fino alla base e la mantenni ferma in quella posizione.
Dopo alcuni secondi, risalì l’asta creando un effetto sottovuoto spettacolare, le sue guance erano incavate ed evidenziarono la forma del glande che le accarezzava dall’interno. Andava su e giù con grazia, litri e litri di saliva colavano ai lati della bocca. Ad un certo punto, Eleonora si fermò.
Lasciò libero il cono gelato che puntò verso la mia bocca che lo catturò immediatamente per emulare ciò che pochi istanti prima stavo ammirando. Eleonora mi lasciò sola per dedicarsi ai miei capezzoli. Li morse e li succhiò abbandonando la delicatezza che prima aveva avuto con il pompino.
Percepii una profonda e intensa voglia scaricarsi dalla sua bocca. Anche le sue mani presero a stringermi e a palparmi con intensità. Fortunatamente i morsi erano leggeri, come le piccole scariche elettriche che invadevano il mio corpo.
Franco uscì da me, con le mani allargò le mie gambe e il vuoto lasciato dalla sua mano e dalla sua bocca venne colmato da Eleonora. La sensazione fu completamente diversa. Molto più rude ed energica. Le dita che aiutarono la sua instancabile lingua erano perfide e senza pietà. Il marito era lento e gentile, lei era veloce e affondava con vorace consapevolezza. Il tutto divenne ancora più travolgente quando le dita divennero tre, riempiendomi completamente.
Il ritmo divenne incalzante. Mi sentivo profanata ed eccitata fino ad esplodere.
L’orgasmo arrivò violento, la bocca piena mi impedì di palesare il mio piacere, ma comunque sarebbe stato uno tra i tanti che in quel momento erano miei compagni di viaggio. Il mio miele invase completamente la bocca e la faccia di Eleonora. Il mio piacere fu di stimolo a quello di Giorgio che si riversò nella mia bocca. Il pulsare del suo membro sembrava sincronizzato agli spasmi della mia pancia, i suoi schizzi mi arrivarono direttamente in gola.
Credevo che Franco avrebbe approfittato della situazione, tuttavia, sia lui che Eleonora si alzarono. Li vidi andare al bagno, forse per ripulirsi, ma non tornarono più.
Mi tirai su e andai anche io al bagno per sistemarmi un po’ e per ripulirmi. Quando tornai da Giorgio, la sala si era riempita ulteriormente, ma si era liberato un posto sul letto grande e ne approfittammo per prenderlo subito e stare più comodi. Ovunque i miei occhi si giravano, vedevano gente che scopava, che elargiva pompini e tutto quello che poteva dare piacere.
Donne e uomini si guardavano, si toccavano e chiedevano il permesso di unirsi agli amplessi. Alcuni curiosi erano semplicemente degli spettatori passivi, altri erano dei protagonisti. Faceva caldo e l’odore di sesso si era intensificato, stavo per chiedere a Giorgio di uscire, quando un uomo, anzi un cazzo mostruoso mi chiese se mi potesse essere di aiuto. Si presentò come Gerardo.
Fisicamente, un uomo medio, non particolarmente attraente. Con barba e capelli color sale e pepe e un fisico piuttosto magro. Tuttavia, ciò che lo rendeva perfetto per l'occasione era un pene grande come una lattina di birra da mezzo litro. Sia la lunghezza che la circonferenza mi hanno spaventato, ma hanno anche stuzzicato la mia curiosità di provare.
«Ciao Gerardo, sono Marica e questo è il mio ragazzo Giorgio. Devo dire che ammiro i tuoi impressionanti attributi. Inoltre devo anche ammettere che sono allo stesso tempo curiosa e apprensiva. Se mi assicuri che sarai delicato e gentile, forse potremo fare qualche attività divertente e stimolante insieme. Giorgio, cosa ne pensi?»
«Per me nessun problema, però deve promettere che lo tiene lontano anche da me! Ti va di prenderlo da davanti? Così io posso godermi le tue espressioni e non solo.»
Notai un sorriso malizioso sul volto di Giorgio. Mi spostai verso il bordo del letto e allargai le gambe, cercando di aprire la mia vagina il più possibile. Usai le dita per tenere aperte le labbra esterne. Gerardo mi mise un preservativo. La cosa preoccupante è che il preservativo, sebbene grande, arrivasse solo a metà della sua lunghezza.
Iniziò a premere e a strofinare contro di me. Me lo fece sentire per tutta la sua lunghezza. L'attrito con le mie labbra stimolò la lubrificazione e iniziai a bagnarmi. La sua asta, muovendosi, si scontrava anche con il mio clitoride, che mostrava la sua approvazione inviandomi segnali piacevoli.
Arrivò il momento della penetrazione.
La cappella puntò direttamente al centro, agevolata dalle mie dita che mi tenevano aperta e pronta per l’invasione. Spinse piano, la punta riuscì ad entrare completamente. Provai immediatamente una pressione interna sulle pareti che mi ricordò la nascita di mia figlia. Rimase qualche secondo immobile per farmi abituare e poi continuò ad entrare. Centimetro dopo centimetro la trivella avanzò fino a giungere al collo dell’utero spingendolo.
Non provai dolore, ma una sensazione di totale pienezza. Aprii gli occhi che avevo tenuto chiusi durante la penetrazione e vidi che, anche se era arrivato a destinazione, il suo enorme pene era entrato solo per metà.
Gli poggiai una mano sugli addominali come segnale di stop per non spingere ulteriormente. Prese le misure, Gerardo iniziò a scoparmi lentamente. Io sentivo chiaramente la cappella andare su e giù, inizialmente con un po’ di fastidio, ma poi, grazie ai miei umori, divenne solo piacevole e stimolante. Intanto i miei capezzoli vennero presi di mira dalle labbra di Giorgio, che sdraiato accanto a me, li leccava e li succhiava. Le due parti del mio corpo più sensibili mi stavano facendo impazzire. I miei rochi “sii” si unirono alla sinfonia della stanza.
Giorgio, che mi conosce bene, è consapevole del mio intenso amore per il gioco di baci e leccate, sia sui capezzoli che sulle areole, che provocano in me lunghi e profondi brividi in tutto il corpo. Per questo si è impegnato tutto il tempo a uccidermi lentamente. Ogni tanto, si è distratto e i baci sono arrivati sul collo così come dei piccoli morsi e il tutto ha intensificato le mie sensazioni. Per distrarlo ho allungato una mano fino ai suoi testicoli. Ho giocato con loro e con il pene che stava dormendo, ma io sono brava in queste cose e sono riuscita a svegliarlo: in un baleno è tornato duro e pronto alle mie attenzioni.
«Giorgio te lo voglio succhiare, ti prego mettimelo in bocca, ti voglio far godere come prima. Resisterò ancora per poco, Gerardo mi sta per far venire.»
Mi piace quando i miei desideri vengono percepiti come comandi e, poco dopo la mia richiesta, la mia bocca era di nuovo piena e pronta a elargire piacere. Sapendo che era già venuto da poco, per avere la certezza di un nuovo orgasmo, insinuai un mio ditino nell’ano fino ad arrivare alla prostata. L’arma segreta funzionò egregiamente. Dopo neanche cinque minuti, la mia bocca tornò ad assaporare l’essenza di Giorgio.
La troia che è in me riuscì subito a raggiungere un nuovo orgasmo, questa volta più forte di prima. Gerardo continuava a spingere, aumentando sempre di più il ritmo.
«Te lo posso mettere in culo?»
Ebbi un attimo di terrore. Rifiutai la richiesta perché il calibro del membro di Gerardo era troppo grosso per il mio forellino anale, anche se ogni tanto anche lui si diletta a godere, ma con cazzi più piccoli.
«Se non riesci a venire te lo prendo in bocca!»
«No, adesso vengo, aumento un po' il ritmo, fermami se senti dolore.»
Lo volevo far giungere al traguardo, quindi strinsi i denti e lo lascia fare. Nel mentre Giorgio tornò a sdraiarsi accanto a me per donarmi una serie infinita di bacini sul viso e sul collo.
Fortunatamente Gerardo venne poco dopo e neanche tanto silenziosamente. Il suo urlo orgasmico turbò delle fanciulle che si girarono a fissarlo. La mia patatina era distrutta, la sentivo dolorante ma felice.
«Gio, ci rivestiamo e scendiamo a bere qualcosa?»
«Certo, anche io ho bisogno di uscire e prendere aria. Per caso sai dove sono finiti i miei Boxer?»
Cercammo ovunque, ma non li trovammo più. Quindi indossò i pantaloni e sorridendo mi fece: «Ora siamo in due a non portare le mutande, troveremo il modo di approfittare dell’opportunità!»
Ormai erano le due del mattino e nella zona bar/sala da ballo erano rimaste poche persone, tutte le altre si divertivano al primo piano. Io presi l’ultimo gin-tonic, mentre Giorgio che doveva guidare si accontentò di un succo di frutta all’ ananas.
«Gio, pensavo, ma se mi facessi un’ultima sigaretta e poi torniamo in albergo? Visto che domani mattina alle undici ho il treno per Milano.»
«Per me va bene, ma se vuoi rimanere, ricordati che il biglietto può essere spostato.»
«No, preferisco andare via, così mi posso fare una doccia con calma e dormire il più possibile.»
Andammo nella sala fumatori dove trovammo una ragazza con due bei cazzoni in bocca che si divertiva, mentre i compagni fumavano beati una sigaretta.
Io mi sedetti accanto al trio e accesi la sigaretta. Lo spettacolo era intrigante e mi fece apprezzare ancora di più le boccate di fumo. L’angelo tentatore di Giorgio mi chiese se per caso non volessi aiutare la biondina con le grandi tette che sollazzava i ragazzotti infoiati e goduriosi. La tentazione era forte, ma sapevo che le cose probabilmente sarebbero andate oltre il semplice pompino. Quindi declinai l’offerta.
«Bastardello, lo so che ti piace la biondina e speri di fartela. Però sono stanca, magari quando arriveremo in albergo, farò in modo di non farti rimpiangere il fatto di non aver approfittato della situazione.»
Per convincerlo ulteriormente gli misi una mano dentro i pantaloni e scoprii che la mancanza dei boxer mi rendeva il palpeggio più facile, ma soprattutto lo trovai durissimo, anche se era già venuto due volte. Feci scendere la mano fino ai testicoli, perché mi piace molto la sensazione di morbidezza e come una pallina antistress ci giocai fino al termine della sigaretta. Poi ci alzammo, prendemmo le nostre cose dallo spogliatoio e saliti in macchina prendemmo la via dell’hotel.
Non appena entrammo nella stanza, mi tolsi rapidamente i vestiti e mi diressi verso il bagno. La doccia fu veloce, calda e tonificante. Mi asciugai e uscii.
Trovai Giorgio sdraiato nudo sul letto, intento a darsi piacere. Ricordando la promessa fatta al club, mi avvicinai a lui. Non potevo limitarmi a fargli un pompino, perché sarebbe stata la terza volta; gli dovevo qualcosa di più.
Presi un preservativo e glielo misi. Poi salii sul letto e mi abbassai lentamente su di lui, con le gambe ben aperte. Uno smorzacandela perfetto.
Lui mise le mani sui miei fianchi e io iniziai a muovermi. Mi chinai per baciarlo e le sue mani si spostarono dai miei fianchi alla mia schiena, abbracciandomi strettamente.
Mi piace molto la posizione, sia perché così ho io il controllo, sia perché mi permette di muovere i fianchi in ogni direzione, non solo nel tipico su e giù della penetrazione, ma anche movimenti circolari. Mi piace strusciare le mie parti intime su quelle del mio partner facendo in modo di stimolare il mio clitoride e sentire la resistenza del suo pene contro le mie pareti interne ad ogni giro. I movimenti circolari sono i migliori per me; amplificano notevolmente il mio piacere e ho scoperto che anche Giorgio li apprezza.
Mi alzai in posizione seduta e questa volta le mani del mio compagno si posarono su entrambi i seni per palparli e accarezzarli.
Aumentai il ritmo della cavalcata, lo spinsi ripetutamente dentro di me, sfregando vigorosamente il glande ogni volta che rientrava.
L'attrito raggiunse il suo scopo e un altro orgasmo mi stravolse i sensi e il corpo.
Purtroppo, Giorgio era ancora lontano, quindi decisi di passare al piano B, ovvero il piano Bocchino che prevedeva la sempre valida ed efficace stimolazione orale. Tuttavia, non gli feci un vero e proprio pompino, ma la mia bocca si concentrò sui suoi testicoli, succhiandoli e giocandoci mentre la mia mano destra lo masturbava e la mano sinistra gli massaggiava l'ano , visitandolo anche dentro. Ad un certo punto, sentii che la mano di Giorgio chiedere di sostituire la mia. Prese in mano il suo membro e la masturbazione si fece più intensa; nemmeno due minuti dopo il suo sperma uscì, sporcandomi i capelli e il viso.
«Scusami, non volevo impiastricciarti, mi merito un bel pezzo di carbone!»
«Stupido! Altro che carbone, dai vado a lavarmi di nuovo i capelli e poi ti lascio la doccia.»
Certo, usare l'asciugacapelli alle quattro del mattino mi aveva fatto guadagnare un sacco di insulti, ma non potevo fare altro. Me ne andai e lasciai il bagno a Giorgio. Non appena mi sdraiai sul letto, i miei occhi si chiusero e mi addormentai immediatamente. Mi destai per cinque secondi solo quando sentii Giorgio sdraiarsi accanto a me e mi abbracciarmi.
A quel punto caddi in letargo e solo dei leggeri morsi sui capezzoli e un infinità di bacini riuscirono a svegliarmi la mattina seguente alle dieci pronta per tornare a casa.
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