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La Moglie Infedele E La Sua Prima Volta In Un Privè - Seconda e ultima Parte
di giorgal73
02.01.2024 |
24.036 |
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"«Giorgio, ho bisogno che tu vada più veloce..."
Il corpo di Angela in quel momento mi appartenne completamente. Nuda, trepidante con un seno magnificamente pronto a ricevere le giuste attenzioni.Durante uno dei nostri scambi di messaggi, mi confidò di aver provato spesso delusione e insoddisfazione al ritorno a casa dopo un incontro romantico. Pertanto, cercai di distinguermi dagli altri, assicurandomi che la sua esperienza fosse appagante e completa. Misi da parte il mio desiderio fisico e mi concentrarmi esclusivamente sul suo benessere.
Cominciai a massaggiarla, iniziando dal collo e applicando una pressione con entrambe le mani che si estendeva dal centro fino alle spalle.
Il calore delle mani e la pressione delicata crearono un piacevole senso di rilassamento.
Angela chiuse gli occhi, permettendo ai miei movimenti di sciogliere le tensioni accumulate. Continuai il massaggio con attenzione, seguendo i contorni del suo corpo.
Dopo aver completato il massaggio alle spalle, mi concentrai sulle braccia lavorando con cura lungo i muscoli.
Angela sembrò apprezzare, emettendo sospiri di sollievo. Decisi di estendere il massaggio anche al seno.
Misi le mie mani sotto i suoi seni, una di fronte all'altra, con le punte delle dita che si toccavano. Poi iniziai a muoverle, delicatamente e in perfetta armonia, guidandole verso l'alto.
I piccoli, ma sodi capezzoli, simili a boccioli rosei, si annidarono nelle fessure tra le mie dita ad ogni passaggio. Ogni volta che le mie mani intraprendevano questo viaggio sensuale, un morbido gemito di estasi mi rassicurava del lavoro ben eseguito.
Continuai il massaggio, ma cambiai il movimento. Posizionai le mani a semicerchio e iniziai a massaggiare le belle colline, lungo la loro circonferenza, su e giù. Di tanto in tanto, le mie dita si chiudevano come una morsa e i capezzoli eretti si offrivano ai miei occhi e non solo. Come se fosse un piatto prelibato, iniziai a salivare. Mi leccai le labbra, come se li stessi già assaporando.
«I tuoi capezzoli hanno una voglia tremenda di me, vero?»
«Si… tremenda…»
Le mie labbra catturarono quei piccoli e deliziosi bocconcini e iniziarono a tirarli e a succhiarli. Sono stato estremamente attento e meticoloso. Il gioco durò diversi minuti. Mi alternai, prima su uno e poi sull’altro, li succhiai voracemente.
Angela mi pregò di smettere, ma le mie orecchie fecero finta di non aver percepito la supplica.
La mia bocca si mosse lentamente verso il basso. Le mie mani la seguirono, abbracciando e stringendo i suoi fianchi. Mi soffermai sul suo ombelico e la mia lingua visitò quel piccolo forellino più volte massaggiandone i bordi.
Angela sopportava passivamente il mio trattamento, ma i brividi che apparivano sulla sua pelle mi incoraggiavano a osare di più.
Scesi fino ad arrivare alla foresta di riccioli biondi.
«Apri le gambe e ripiegale al ginocchio posando i piedi all’esterno delle cosce, voglio ammirare il paradiso!»
«Mi vergogno un po’, ti piace?»
«Piacere è un eufemismo.»
Poggiai le mani sulle cosce, avvicinai trepidamente la mia bocca alla fonte e passai la lingua sulla fessura ardente. Angela emise un urlo di piacere mentre io gustavo il dolce nettare. Leccai, succhiai, mordicchiai e insinuai la lingua in profondità, imitando un atto sessuale.
Il corpo alla mia mercè si agitò freneticamente, si strofinò sul mio viso e con le ginocchia lo catturò per non farlo fuggire.
Continuai a giocare con la sua intimità. Dopo alcuni minuti, tuttavia la mandibola mi chiese una tregua. Sostituii la mia stanca lingua con un dito. Lo infilai dentro di lei, sentii le pareti interne stringerlo. Calda, umida e morbida, iniziai una lenta masturbazione. Inserii un secondo dito; la vidi avvicinarsi ulteriormente per accogliere il nuovo venuto e assecondò gemendo la sua intrusione.
«Ti voglio sentire dentro di M…»
Non riuscì a terminare la frase, perché un nuovo orgasmo decise di farle visita. Il suo corpo ebbe diverse convulsioni, ancora più intense di prima. Io continuai a scoparla con le dita, ma non mi limitai solo a quella misera azione. Mi avvicinai e catturai nuovamente il suo clitoride tra le mie labbra.
Le dita si fermarono dentro di lei in profondità, poi iniziai a succhiare. La sua essenza femminile si riversò su di me, un po' nella bocca e un po’ fuori, bagnando tutto il lenzuolo.
Rimanemmo immobili per alcuni minuti. Poi le mie mani ripresero a muoversi. Mi allontanai dalla fonte, temporaneamente prosciugata e le feci distendere le gambe. I palmi delle mani iniziarono a imprimere una pressione costante e scivolarono verso le ginocchia. Giocai con le rotule, strofinando i polpastrelli sia sopra che lateralmente. Il viaggio riprese verso i polpacci che colmarono il vuoto delle mie mani. Strinsi delicatamente le dita cullando i muscoli e facendoli scivolare. Infine, raggiunsi i piedi. Le mie nocche si trasformarono in cunei che esplorarono, puntellandole in più zone, le piante dei suoi piedi.
«Come stai Angela?»
«Magnificamente, ora però vorrei ricambiare e farti godere.»
«Non ti preoccupare, arriverà il tuo turno. Ora però, proporrei una doccia veloce e poi dieci minuti in sauna per terminare il lavoro suoi tuoi muscoletti.»
Mi alzai immediatamente, senza darle possibilità di replica. Notai un leggero disappunto sul suo volto, ma appena entrammo in doccia e iniziai a insaponare il suo corpo con le mie rudi mani, le rimostranze vennero dimenticate. Poi fu il suo turno di lavarmi e il tocco delle sue mani sul mio corpo mi risvegliò. Cercò di giocare con il mio amichetto gaudente, ma la fermai, suggerendole di lasciarlo stare fino a dopo la sauna, perché il calore ci avrebbe reso più ricettivi e sensibili.
Uscimmo dalla doccia, ci asciugammo e, con gli asciugamani avvolti intorno alla vita, scendemmo le scale per tornare alla Spa. Durante la discesa sentimmo di una campanella. Era il segnale che annunciò l'imminente inizio della cerimonia AUFGUSS.
Incoraggiai Angela a provare le gettate di vapore aromatizzato. Entrammo nella sauna e ci posizionammo nell'area inferiore. Dopo cinque minuti, arrivò l'officiante e il calore iniziò a torturarci. Essendo abituato, io non ho avuto molti problemi, ma Angela ha iniziato a sudare copiosamente. Le massaggiai le gambe e le altre parti del corpo raggiungibili per distrarla. Dieci minuti dopo eravamo completamente cotti e la mia compagna, esausta, ha lottato per raggiungere le docce. Aprii l'acqua fredda e ricevetti subito una raffica di paroline dolci che mi insultavano, ma alla fine ricevetti anche la giusta gratitudine.
«Sei pronta per tornare su e dedicarti a me?»
La risposta fu quella di una bambina a cui viene offerto un gelato: piena di eccitazione e di attesa.
Risalimmo le scale per tornare al privé, questa volta entrammo in una cabina meno casta, ovvero c’era la possibilità per gli uomini all’ esterno di poter inserire i cazzi all’interno dei buchi per poter essere succhiati a dovere, ma questo Angela lo ignorava.
Entrammo nella cabina e subito la mia piccola principessa mi rubò un bacio. Le sue mani strinsero il mio sedere e la sua lingua invase la mia bocca. Io ricambiai e il bacio divenne più rude quando sentii le sue unghie punzecchiami con prepotenza i glutei. Io rimasi in piedi, ma lei lentamente scese facendo prima un pit-stop sui miei capezzoli mordicchiandoli per poi continuare fino a destinazione, dove il mio pene venne rapito dalla sua calda bocca.
La sensazione della sua lingua che mi stimolava fu meravigliosa. Le sue mani accompagnarono il lento su e giù delle labbra massaggiando con delicatezza le palle.
Interruppi il pompino perché volevo scorgere il suo sguardo mentre violavo la sua intimità. Misi una mano sulla sua figa e ritrovai le dita bagnate di un nettare caldo. Bramai la sua essenza, un afrodisiaco naturale che fece divampare il mio desiderio e anche il suo. La sensazione delle sue mani sulla mia pelle, sul mio corpo nudo, fu una forza magnetica inimmaginabile che mi fece aderire al suo corpo anelando maggiore contatto. In quel momento Angela rappresentava per me la mela di Biancaneve e non vedevo l’ora di morderla.
Mi abbassai per baciarla, i suoi capezzoli si scontrarono con i miei e colsi una scintilla rapace nei suoi occhi. Le nostre labbra si incontrarono, la sua lingua si insinuò nella mia bocca esplorandola, assaporandola. Un sapore di pesca mescolata ad un desiderio ardente invase le mie papille gustative.
Le sue mani, tra i miei pochi capelli, mi costrinsero ad un bacio infinito, intrappolandomi. Riuscii a liberarmi con grande fatica. Mi inginocchiai sul letto all’ altezza del suo bacino, le presi le caviglie e le poggiai sulle mie spalle. Fortunatamente trovai subito la pochette e tirai fuori un preservativo. Il mio pollice si mise a stimolare il centro nevralgico del piacere, quel bottoncino che massaggiato e premuto l’accese, inarcò la schiena gemendo.
«Non fermati, continua …»
Io però fui cattivo e mi interruppi. Presi in mano la mia erezione, la massaggiai e la puntai verso l’agognato bersaglio. Non la penetrai subito. Mi misi a giocare, le passai la punta sulle grandi labbra aprendole e massaggiandole. Adriana gemette e poi ansimò per il piacere. Un susseguirsi di mugolii divenne la colonna sonora che attirò dei curiosi. Le posai le mani sulle natiche per sollevarla e continuai a sfregarmi contro la sua intimità.
«Ti piace?» Le chiesi. Tuttavia, la risposta fu un’accozzaglia di parole incomprensibili miste a un «Si, si …»
Appena i suoi occhi si strinsero e assunsero un aspetto languido e implorante, spinsi dentro di lei la passione che venne divorata all’ istante. Nuovi gemiti invasero lo spazio dei vecchi, mentre dei cazzi fecero capolino nei buchi della cabina. Angela non si accorse di nulla, sia per colpa degli occhi chiusi, sia perché i cazzi erano dietro la sua testa.
«Giorgio, ho bisogno che tu vada più veloce. Voglio sentire sbattere le palle sulla mia vagina»
Incrementai il ritmo e cercai il fondo ad ogni spinta per esaudire la sua richiesta. Le gambe sulle mie spalle favorirono la penetrazione rendendola più aperta e ricettiva. Le sue mani si poggiarono sulle mie che tenevano le gambe aperte e le avvilupparono con forza.
La pressione esplose e Angela urlò mentre si inarcò e la soddisfazione si impadronì del suo corpo. I tremiti la ridussero una bambola di pezza completamente bagnata come nuovamente lo fu il povero letto e immediatamente dopo, venni dentro di lei, finalmente vuoto.
Mi abbassai per assaporare nuovamente la sua bocca e poi le sussurrai all’orecchio destro: «Dietro di te ci sono degli ospiti che vorrebbero delle attenzioni.»
Girò lievemente la testa e si rese conto della presenza di tre cazzi eretti e desiderosi della sua calda bocca.
«Non voglio, non mi piace giocare con chi non conosco e soprattutto non vedo in faccia, ti dispiace se passo?»
«Tranquilla, devi fare solo quello che ti piace, nessuno ti costringe, che dici torniamo un po' in acqua allora?»
«Si, meglio, anche perché sono quasi le sei e tra un ora al massimo dovrò tornare a casa.»
I tre uomini, delusi, ma comprensivi si ritrassero dopo che io li informai che la signora non gradiva.
Uscimmo e tornammo al piano di sotto. Ci immergemmo per un’ultima volta nell’ acqua calda. Quando entrammo, mi accorsi della presenza di due vecchi amici: Fabiana e Kevin. I due amici conosciuti grazie a Ely dei quali ho scritto nel racconto “Teddi Maci E Lo Scambio Alternativo E Un Po’ Ambiguo.”
Ci salutammo e gli presentai Angela. Fabiana, subito, come un rapace felice per aver trovato la preda, le radiografò i prosperosi seni.
«Piacere Angela, sei bellissima e complimenti per il tuo corpo. Se ti va, dopo potremo conoscerci meglio e magari giocare un po’.»
La richiesta di Fabiana fece spaventare la mia compagna che subito la ringraziò per i complimenti e ricambiò. Tuttavia, le disse che stava andando via e che magari avrebbero potuto rimandare la conoscenza reciproca ad un altro giorno. Subito dopo mi chiese di accompagnarla nello spogliatoio, cosa che ovviamente feci.
«Grazie per la giornata, sono stata benissimo e ho goduto alla grande più volte". Sei stato molto gentile e premuroso, ma devo dire che il posto non mi ha fatto sentire molto a mio agio, anche se era bello e unico. Cosa fai adesso?"
"Rimango ancora un po', faccio un'ultima sauna e poi torno a casa. Chiamami quando sei libera così magari organizziamo un'uscita più tradizionale solo noi due".
L’abbracciai e stringendola le diedi un bacio per salutarla, ovviamente la mia mano destra saluto con enfasi il seno, mentre la sinistra palpeggiava per un’ultima volta le natiche ora coperte le feci un’ultima battuta prima di lasciarla:
«Sei stata fantastica, salutami tuo marito e digli che non sa cosa quanto tu sei speciale.»
«Anche tu sei stato fantastico, nessun uomo si è mai dedicato al mio corpo e al mio piacere come hai fatto tu e poi per così tanto tempo. Grazie! Grazie ancora!»
Poi tornai dai miei amici per scambiare quattro chiacchere… Il letto di casa mi accolse alle quattro del mattino, diciamo che non tornai subito a casa.
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Ti ringrazio di aver letto il mio racconto fino alla fine. Nella speranza che ti sia piaciuto, ti invito a votarlo e se ti va anche di lasciare un piccolo commento.
Non sono uno scrittore professionista e la mia presenza su questo portale alla fine è solo un altro modo di essere un po' esibizionista; pertanto, mi fa molto piacere ricevere dei feedback .
I miei racconti sono frutto delle mie esperienze, potrebbero essere considerati dei diari, ma non sono dei semplici resoconti, ogni tanto vengono conditi anche da un po' di fantasia per renderli più accattivanti.
Sono sempre alla ricerca di nuove esperienze e ispirazioni, se volete mi potete sia qui su A69 oppure anche su tlgm con lo stesso nickname, ovvero giorgal73 per proposte, suggerimenti o commenti o domande varia.
Ogni tanto aiuto anche qualcuno di voi a mettere per iscritto le proprie avventure/esperienze, contattatemi per maggiori dettagli. Se si tratta di revisionare e aggiustare un vostro racconto da pubblicare sul vostro profilo oppure di crearne uno nuovo in base alle vostre indicazioni da pubblicare sul mio di profilo, sarò sempre disponibile e ci organizzeremo di conseguenza.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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