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Le storie di Giulia - Turchia perversa EP2


di Membro VIP di Annunci69.it giorgal73
12.09.2024    |    18.227    |    1 9.1
""Togliti la benda e mettiti carponi", ordina, con voce fredda e autoritaria..."
"Togliti la benda e mettiti carponi", ordina, con voce fredda e autoritaria. Esito per un momento, incerta su cosa avesse pianificato. Ma lo sguardo nei suoi occhi è ora cupo e intenso, e so che non ho altra scelta che obbedire.

Mentre mi metto in posizione, Roberta infila la mano nella borsa e tira fuori un pezzo di corda. Mi lega i polsi, assicurandoli saldamente dietro la schiena. Provo un brivido di paura misto a eccitazione, il cuore che mi martella nel petto.

"Ora sei mia", sussurra Roberta, il suo respiro caldo contro il mio orecchio. "E farò tutto quello che voglio di te".
Il mio corpo trema per l'attesa. Non sono mai stata così eccitata in vita mia. Roberta mi passa le mani sul corpo, stuzzicandomi i capezzoli e strizzandomi i seni. Gemo, i miei fianchi si muovono involontariamente.

"Ti piace, vero?" mi schernisce Roberta, pizzicandomi forte i capezzoli con le dita. "Sei una maialina in calore, vero?"

Mi mordo il labbro, cercando di trattenere i gemiti che minacciano di uscire. I miei sensi sono in subbuglio, ogni fibra del mio essere è avvolta in un misto di desiderio e sorpresa. Non mi hanno mai parlato in questo modo prima, ed è inebriante. La voce di Roberta è un sussurro seducente, carico di promesse e segreti.

"Non resistere," dice con tono mellifluo, i suoi occhi brillano con una luce che non avevo mai visto prima.

Le dita di Roberta scivolano lungo il mio stomaco, calde e leggere come una piuma, tracciando sentieri invisibili sulla mia pelle. Il suo tocco è tanto delicato quanto audace, e il mio respiro si fa affannoso mentre si dirige nuovamente verso la mia fica bagnata. Ogni movimento è un invito a lasciarmi andare, a cedere a questo vortice di emozioni che ci avvolge.

Improvvisamente, una forte sculacciata si abbatte sul mio sedere, il suono echeggia nella stanza come un tuono che rompe il silenzio. Urlo, il dolore si mescola al piacere in un modo che mi fa sentire stordita; è come se ogni colpo risvegliasse una parte di me che non avevo mai conosciuto.

"Senti come brucia?" chiede Roberta, con un sorriso malizioso che illumina il suo volto. Le sue parole sono un incitamento, un richiamo a esplorare l'ignoto.

Roberta non si placa e continua a sculacciarmi; ogni colpo mi manda onde d'urto nel corpo, un mix di emozioni contrastanti che si intrecciano in un'unica sinfonia di piacere immenso.

"Non fermarti," riesco a mormorare tra i gemiti, il mio corpo risponde in modi che non avrei mai immaginato.
La stanza attorno a noi svanisce, diventando solo un palcoscenico per questa danza di sensazioni e desideri.

Il suo sguardo è fisso su di me, ogni movimento della sua mano sembra orchestrato per far crescere la tensione.

"Sei così bella quando ti sottometti e sei cosi vulnerabile," dice con voce calda, quasi ipnotica. Le sue parole scorrono dentro di me come una dolce melodia, mentre la mia mente vaga tra sogni e realtà.
Ogni sculacciata diventa un mantra, una dichiarazione che segna il confine tra dolore e piacere. E mentre la mia mente si perde in questo turbinio, sento una connessione profonda con lei, qualcosa che va oltre il mero desiderio fisico; è una fusione di anime che danzano insieme nell'oscurità.

"Dimmi cosa vuoi," sussurra Roberta all'improvviso, i suoi occhi fissi nei miei. La sua voce è un mormorio, ma c'è una determinazione profonda, un desiderio che si riflette nel modo in cui le sue labbra si curvano in un sorriso enigmatico. La luce soffusa della stanza danza sulle sue guance, mettendo in risalto un leggero arrossire che sembra catturare l'essenza della nostra intimità. Il battito del mio cuore accelera, come se stesse cercando di rispondere alle sue parole prima ancora che io possa farlo.

"Io… voglio sentire ogni parte di te."

La mia risposta esce come un sospiro, quasi un segreto svelato nell’aria densa di tensione. Le parole fluiscono dalla mia bocca come un fiume in piena, cariche di tutte le emozioni che ho cercato di nascondere.

"Voglio tutto."

La mia voce si fa più forte, e nel suo sguardo vedo un lampo di sorpresa, ma anche di comprensione, come se avesse sempre saputo che avremmo raggiunto questo punto.
Roberta si avvicina, i suoi capelli scuri che cadono in morbide onde sulle spalle, sfiorando la mia pelle con un brivido. "Tutto?" chiede, il suo tono giocoso maschera una vulnerabilità che mi colpisce.
Ancora con le mani legate, mi fa mettere in ginocchio ai piedi del letto.
Roberta si siede ai bordi del letto, allarga le gambe per rivelare la sua grande, bella e pelosa fica. Il profumo forte e inebriante mi fa girare la testa.

"Fammi sentire bene, Giulia. Mostrami quanto sei abile e quanto ti piace", mi schernisce, con la voce che gocciola di dominio lascivo e imperioso.

Alzo lo sguardo verso di lei, i miei occhi implorano pietà, ma lei è implacabile. Si china e mi afferra una ciocca di capelli, tirandomi indietro la testa.

"Adorerai la mia fica e implorerai di più", sibila, il suo respiro caldo contro il mio orecchio.

Mi sporgo, la mia lingua guizza fuori per assaggiarla. Un denso liquido già esce e la rende scivolosa per l'eccitazione. Lecco le sue pieghe, assaporandone il sapore. Le succhio e le mordicchio con le labbra. Lei geme, i suoi fianchi si sollevano contro il mio viso.

"Ecco fatto, piccola sgualdrina. Succhiami il clitoride", ordina, con la voce piena di lussuria.

Obbedisco, succhiando e leccando il suo clitoride gonfio finché non inizia a tremare di piacere.
Lei mi libera le mani e io faccio un respiro profondo, i polmoni si riempiono del profumo della sua eccitazione. Anche io sono eccitatissima, la mia fica pulsa di bisogno. Con le mani ora libere posso toccarmi, ma Roberta non vuole e mi schiaffeggia la mano libertina.

"No, non puoi venire finché non te lo dico io", ringhia, con gli occhi che brillano di intensità. Gemo stremata, il mio corpo desidera ardentemente un agognato e meritato orgasmo.

Tuttavia, Roberta con voce bassa e sensuale mi dice: “Alzati” un comando imperioso mi ordina di alzarmi. Barcollo, ho le gambe molli. Riesco ad alzarmi anche se con una piccola incertezza, però appena in piedi, due mani si poggiano sulle spalle e mi spingono con decisione sul letto.
Perdo l’equilibrio e cado stesa.
Roberta sale sul letto in piedi.
Allarga le gambe, si mette a cavalcioni sul mio viso, mentre le cosce mi stringono la testa. Il mio naso cattura l’odore dell’eccitazione e subito mi viene l'acquolina in bocca.

Roberta spinge con forza i fianchi contro il mio viso, le sue dita afferrano i miei capelli con ferocia per farmi avvicinare, poi mi lasciano e iniziano a tracciare i contorni del suo clitoride rigonfio. Due lunghe dita si insinuano dentro di lei con decisione, ma lentamente. Il suono umido del suo piacere mi attraversa come un fulmine, scuotendo il mio stesso nucleo pulsante.
La mia lingua viene fuori dalla bocca in una supplica silenziosa per assaggiare la sua sfrenata lussuria.

"Ti piace così, Giulia?" sibila Roberta con voce roca, carica di perversione.
"Ti piace essere la mia piccola puttana?".

Le sue domande rimangono senza risposta mentre la sua presa diventa ancora più forte, segnando il suo possesso su di me. Gocce densamente profumate della sua femminilità cominciano a sgorgare sul mio viso, e io apro avidamente la bocca per gustarne ogni singola goccia. Il mio desiderio selvaggio sembra solo aumentare la sua eccitazione, e lei accelera il ritmo senza pietà.

"Bevi tutto, brava troietta" canta come un mantra ossessivo, costringendomi a succhiare fino all'ultima goccia della sua essenza divina.

“Ora, puoi toccarti, ma non osare venire finché non ti do il permesso."

Le sue parole mi fanno rabbrividire. Infilo la mano tra le gambe, le dita trovano la mia stessa umidità.
Mi stuzzico il clitoride, seguendo il ritmo delle sue spinte sul mio viso.
Posso sentire il mio orgasmo crescere, il mio corpo tremare di desiderio.

"Per favore, Roberta," supplico con voce roca. "Posso venire?"

Si ferma per un momento, alza la sua figa dal mio viso per farmi riprendere fiato, le mie dita ancora sepolte dentro di me.

"Non ancora", dice, con voce bassa e pericolosa. "Voglio sentirti implorare per questo."

Gemo per la frustrazione, i miei fianchi si piegano contro la mia mano. Ho bisogno di venire, ma so che è meglio non disobbedire a Roberta. I suoi umori continuano a bagnarmi il viso e mi rendono complicato respirare e parlare.

"Per favore," piagnucolo, la mia voce è appena più di un sussurro. "Devo venire."

La risata di Roberta è bassa e seducente. "Molto bene", dice mentre mi afferra la testa e mi spinge la bocca nuovamente contro la sua vagina dolciastra e viscida.

"Vieni per me, mia troietta ninfomane!"

Esplodo alle sue parole, il mio corpo si contorce mentre ondate di piacere mi travolgono. Roberta ha un sussulto e mi accorgo che anche lei è in procinto di avere un nuovo orgasmo. La certezza arriva mentre ho la bocca aperta per il fiatone del mio orgasmo. Nuovo nettare caldo invade nuovamente la mia gola togliendomi il respiro.
Le mie dita scivolarono fuori da me, mentre Roberta si sposta e si avvicina per baciarmi, la sua lingua traccia il contorno delle mie labbra.

"Brava ragazza," mormora, la sua voce piena di soddisfazione. "Mi fai piacere."

Sorrido, il mio corpo ancora ronza di piacere. Il letto è un campo da battaglia. Completamente bagnato e disfatto. Ho bisogno di una lunga doccia per riprendermi e dare pace al mio corpo distrutto.
Roberta mi suggerisce di andare ora, intanto lei chiama la reception per far cambiare le lenzuola. La sento confabulare al telefono, ma il mio inglese non è proprio il massimo, capisco solo la parola MAN. Forse sta chiedendo di non far venire un uomo per rassettare la stanza, ma lo scoprirò dopo, ora devo proprio lavarmi.

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"Il racconto di Giulia è così lungo che l'ho suddiviso in episodi, come una serie TV che si prende una pausa pubblicitaria – e non preoccupatevi, non voglio che vi addormentiate! Ma sapete, anche la nostra Giulia ha avuto il suo bel da fare. Dopo un’ora di chiacchiere piene di scintille durante l’aperitivo, ha deciso che era tempo di abbandonare la nave (a bordo della quale ero l’unico passeggero!) e tornare a casa da sola. E indovinate un po’? Ha promesso di svelarmi il seguito della sua epopea al prossimo aperitivo! A questo punto, sono convinto che stia solo cercando un pretesto per spillarmi un altro drink. Ma, sinceramente, sono ben felice di rivederla; le sue storielle perverse sono come un ottimo cocktail!

E mentre mi diverto a immaginare cosa succederà, c’è un piccolo pensiero che mi frulla in testa: quando incontrerò Roberta in palestra, spero di avere il sangue freddo per gestire la situazione, soprattutto dopo aver ascoltato tutti i racconti scottanti di Giulia! Ma chi può dire come andrà a finire? Che sia un’epica lotta di nervi o un romance degno di un film, non vedo l’ora di scoprirlo!"

"Avete finito di leggere? Bene, ora tocca a voi giudicare se sono un genio incompreso o solo un tizio che si crede uno scrittore. Un voto, dai, non fate i tirchi! E se vi va, lasciate pure un commento, anche uno di quelli che fanno ridere.
Scrivo queste storie perché mi piace farvi sognare, ma anche perché mi piace farmi un po' di pubblicità. Diciamo che sono un po' come un venditore ambulante di sogni proibiti. E sì, ho un debole per le donne, ma non sono fissato su un solo tipo. Anzi, mi piace sperimentare!
Se vi va di far parte della mia cerchia di ammiratori (o complici), contattatemi pure. Magari insieme possiamo inventare una storia ancora più pazza."


Se vuoi, puoi contattarmi qui su A69 o su T G con lo stesso nickname, giorgal73, per proposte, suggerimenti, commenti o inviti a serate o club per creare la nostra storia.

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