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Oltre il velo del Desiderio


di Lo_Scrittore
21.10.2024    |    10.165    |    5 9.6
""Il cuore sa sempre cosa vuole, anche quando la mente è confusa..."
L'anno scorso è stato un periodo di confusione per me. Non solo per la scuola, che sembrava essere diventata una montagna insormontabile, ma soprattutto per qualcosa che stava nascendo dentro di me. Avevo 18 anni e frequentavo il quinto liceo, e questa nuova emozione, inaspettata, mi confondeva e mi attraeva allo stesso tempo.
Ero sempre stata una studentessa diligente, ma la matematica sembrava sfidare ogni mia capacità. I numeri, le formule, tutto sembrava scivolarmi tra le dita. Così, sotto la pressione dei miei genitori, mi ritrovai a prendere ripetizioni da un’insegnante privata. Il primo incontro fu inaspettato, non solo per l’argomento in sé, ma per l’impatto che ebbe su di me.
Lei si chiamava Elena. Una donna di trent'anni, con lunghi capelli castani che cadevano morbidi sulle spalle, e occhi di un verde profondo, che sembravano scrutarti fino all’anima. La sua bellezza mi colpì subito, un fascino naturale, semplice, ma incredibilmente magnetico. Mi accolse nel suo studio, una stanza piccola ma accogliente, piena di libri, con una grande finestra che lasciava entrare la luce del tramonto.
Le prime lezioni furono dure. Elena era severa, molto precisa, e io mi sentivo goffa, incapace. Ogni volta che sbagliavo un calcolo o una formula, sentivo il suo sguardo penetrante su di me. Non era il tipo di sguardo che si riserva a uno studente svogliato, ma qualcosa di più profondo, come se mi stesse osservando non solo come studentessa, ma come persona. C’era una tensione strana, che non sapevo spiegarmi, ma che cresceva ogni volta che ci vedevamo.
Nonostante la severità, però, cominciavo a vedere un lato diverso di lei. Era paziente, spiegava le cose con calma, e ogni tanto mi sorrideva in un modo che faceva battere il cuore più forte. Sentivo un calore nuovo crescere dentro di me, una sensazione che all’inizio non avevo capito del tutto.
Poi arrivò quel giorno, il giorno in cui tutto cambiò.
Era una giornata calda di inizio estate. Ero arrivata a casa sua come al solito, pronta per la lezione, ma quando entrai nella stanza, c'era qualcosa di diverso. L'aria sembrava più densa, come se fosse carica di un'energia che non riuscivo a descrivere. Elena indossava una camicia bianca, leggermente aperta sul davanti, e un paio di jeans. Non ci avevo mai fatto caso prima, ma quella volta non potei fare a meno di notare come ogni suo movimento fosse fluido, naturale, ma allo stesso tempo sensuale. Non potevo staccarle gli occhi di dosso.
Iniziammo la lezione come sempre, ma io faticavo a concentrarmi. I numeri davanti a me erano confusi, il mio sguardo continuava a cadere su di lei, sui suoi gesti, su quella camicia che lasciava intravedere appena la sua pelle. Elena se ne accorse. "Sei distratta oggi," disse con un tono di voce che aveva qualcosa di diverso, più morbido, quasi dolce.
"C-come?" balbettai, cercando di riprendere il controllo di me stessa.
Lei si avvicinò, mettendosi accanto a me, ma stavolta non si limitò a correggere il mio errore sul quaderno. Posò delicatamente la mano sulla mia gamba, un gesto che mi fece trattenere il respiro. Il suo tocco era leggero, ma bruciante. Sentii il calore delle sue dita attraversare il tessuto dei miei jeans e diffondersi in tutto il corpo.
Il mio cuore iniziò a battere forte, troppo forte, e non riuscivo a capire se fosse paura o desiderio. Mi girai verso di lei e i nostri occhi si incontrarono. C’era qualcosa di nuovo in quel suo sguardo, una dolcezza e una curiosità che non avevo mai visto prima.
"Sai..." sussurrò, avvicinando il viso al mio, "ti ho notata da subito." Il suo respiro era caldo contro la mia pelle, e il suo viso si fece sempre più vicino. "So che ti senti confusa... ma non c’è nulla di male nel seguire ciò che senti."
Le sue labbra sfiorarono dolcemente il mio collo, lasciandomi paralizzata dall'emozione. Non mi aspettavo quel gesto, ma al tempo stesso lo desideravo più di ogni altra cosa in quel momento. Il mio corpo rispose prima della mia mente, e mi ritrovai a chiudere gli occhi, lasciandomi andare a quella sensazione. I brividi mi attraversavano mentre la sua mano accarezzava la mia gamba, salendo lentamente, in modo delicato ma deciso.
Poi, senza pensarci troppo, mi girai e le nostre labbra si incontrarono in un bacio che sembrava mettere in pausa il mondo intorno a noi. Era dolce, morbido, e allo stesso tempo intenso. Era come se tutto quello che avevo provato fino a quel momento trovasse finalmente la sua espressione. Le sue mani mi accarezzavano dolcemente il viso, e io mi lasciai trasportare in quell’attimo, senza più pensare, senza più avere paura.
Il bacio si fece più profondo, più intenso, e il mio cuore sembrava scoppiare nel petto. Era come se ogni carezza, ogni tocco, fosse una rivelazione, un passo in più verso una parte di me che non avevo mai esplorato.
Quando ci staccammo, per un istante restammo in silenzio. I suoi occhi cercavano i miei, come a voler capire cosa stessi provando. Ero senza fiato, con il cuore in gola, ma in quel momento capii che non c'era più confusione, solo la consapevolezza di ciò che sentivo.
"Siamo in due," dissi infine, in un sussurro appena percettibile, ma che conteneva tutte le mie emozioni. Lei sorrise, un sorriso dolce e rassicurante.
"Non devi avere paura di essere te stessa," mi disse, posando la sua mano sulla mia, intrecciando le nostre dita. "Il cuore sa sempre cosa vuole, anche quando la mente è confusa."
Dopo quel bacio, tutto cambiò. Ogni volta che i nostri sguardi si incrociavano, sentivo una scossa attraversarmi, come un richiamo silenzioso tra noi, qualcosa che non poteva più essere ignorato. Elena sembrava essere ovunque nei miei pensieri: le sue labbra morbide, la dolcezza del suo sguardo, il calore delle sue mani sulla mia pelle. E ogni volta che tornavo a casa sua per una lezione, l'attesa diventava quasi insopportabile, come se ogni minuto che passava senza di lei mi allontanasse da quella nuova parte di me che avevo appena scoperto.
Un pomeriggio, quando il sole era già basso all’orizzonte, mi accolse con un sorriso che sapevo essere solo per me. Stavolta non c’erano numeri, non c’era matematica: c’eravamo solo noi, e il silenzio che riempiva la stanza.
Mi prese per mano senza dire una parola, conducendomi sul divano del suo studio. Mi fece sedere, e si mise di fronte a me, inginocchiata, come se volesse guardarmi più da vicino, entrare dentro i miei pensieri. Le sue mani iniziarono a sfiorarmi il viso, tracciando lentamente il contorno delle mie labbra con i polpastrelli. Era un gesto delicato, ma sentivo il mio corpo rispondere con un fremito, come se il mio cuore stesse accelerando a ogni suo tocco.
“Elena...” sussurrai, ma la mia voce era spezzata, come se fosse trattenuta da un nodo di emozioni che non riuscivo a sciogliere. Non avevo mai provato nulla di simile prima, e il desiderio che cresceva dentro di me era al contempo travolgente e sconosciuto. Lei sembrava capirlo, perché il suo sguardo si addolcì.
“Non devi dire nulla,” mi disse dolcemente. “Lasciati solo andare a quello che senti.”
Si avvicinò lentamente, il suo viso si fece più vicino al mio. Il suo respiro era caldo sulla mia pelle, e il battito del mio cuore accelerò ancora di più. Poi, le sue labbra sfiorarono le mie, leggere come una piuma, un contatto che era al tempo stesso dolce e carico di tensione. Il nostro bacio si fece più profondo, e io mi lasciai andare, avvolta dalla sua presenza, dai suoi gesti che sembravano sapere esattamente cosa volessi, cosa stessi cercando.
Le sue mani iniziarono a esplorare il mio corpo con lentezza, come se ogni centimetro della mia pelle fosse da scoprire. Sentivo il suo tocco attraverso i vestiti, caldo, intenso, e il mio respiro si fece più affannato, mentre un’ondata di calore mi travolgeva. Ogni sua carezza era come una scintilla, accendendo in me un desiderio che non potevo più reprimere.
“Elena,” sussurrai di nuovo, questa volta con un tono diverso, quasi implorante. Lei rispose con un altro bacio, più passionale, più intenso, le sue mani che salivano lungo la mia schiena, sfiorando ogni parte di me. Mi prese per mano e mi portò con dolcezza verso il suo letto, che si trovava in un angolo della stanza.
Mi sdraiai, sentendo il materasso sotto di me, e la guardai mentre si avvicinava. Il suo sguardo era pieno di dolcezza e desiderio, e sapevo che stava aspettando il mio consenso, che voleva essere sicura che fossi pronta. Risposi con un cenno, senza parole, lasciandomi completamente andare a ciò che stava succedendo.
Si avvicinò a me con delicatezza, le sue mani cominciarono a togliere lentamente i miei vestiti, pezzo dopo pezzo, come se ogni gesto fosse un rituale. Non c'era fretta, solo un desiderio crescente e una connessione profonda che sembrava andare oltre il semplice contatto fisico. Ogni suo tocco, ogni bacio, era un'esplorazione delicata e rispettosa, come se stessimo scoprendo insieme qualcosa di nuovo e prezioso.
Il mio corpo rispondeva al suo, e mi sentivo completamente persa in quell’attimo, avvolta dalle sue braccia e dal calore del suo corpo contro il mio. Ogni carezza, ogni sussurro era carico di una passione che ci univa sempre di più, fino a quando non ci fu più separazione tra di noi.
Ero completamente nuda e immobile, in balia delle sue mani e della sua bocca. Chiusi gli occhi e mi abbandonai al vortice di emozioni che mi travolgevano. La sua lingua si muoveva con delicatezza sui miei capezzoli, accarezzandoli, mentre le sue mani scivolavano lentamente lungo il mio corpo, fermandosi all'interno delle cosce. Un calore intenso cresceva dentro di me; mai prima d’ora avevo provato una tale eccitazione. Mi sentivo invasa da un desiderio travolgente, un desiderio che mi faceva tremare.
Le sue dita, dapprima esitanti, poi più sicure, iniziarono a esplorarmi. Penetrarono la mia intimità, già bagnata e colma di voglia. Più il tempo passava, più mi lasciavo andare, trasportata dal ritmo deciso delle sue carezze. Prima due dita, poi tre, si muovevano in un crescendo che mi regalava un piacere mai provato. Il mio respiro si faceva sempre più affannoso, ma proprio quando stavo per raggiungere il culmine, lei si fermò.
Riaprii gli occhi, cercando risposte in lei, ma prima che potessi dire una parola, le sue mani allargarono dolcemente le mie gambe. Si avvicinò e cominciò a esplorarmi con la lingua, delicata ma decisa. Il calore della sua bocca mi fece sussultare. La sua lingua sfiorava il mio clitoride, giocando con esso, per poi scivolare lungo di me, premendo dolcemente come se volesse entrare.
Le mie mani, quasi senza che me ne rendessi conto, iniziarono a intrecciarsi tra i suoi capelli, seguendo il ritmo dei suoi movimenti, assecondando ogni suo gesto. Il piacere cresceva con ogni tocco, ogni sfioramento. Il ritmo della sua lingua si faceva sempre più intenso e io sentivo l’eccitazione salire in un’ondata che non potevo più fermare. I miei gemiti si fecero più forti, finché, finalmente, raggiunsi l’apice del piacere. L'orgasmo mi travolse, facendomi vibrare in ogni fibra del corpo.
Quando alla fine ci fermammo, restammo abbracciate, con il respiro ancora affannato e i cuori che battevano all’unisono. Elena mi guardò, e i suoi occhi brillavano di dolcezza. Mi accarezzò i capelli, sussurrando: “Non c’è niente di più bello di questo… essere sé stesse, con chi si ama.”
Mi strinsi a lei, sentendo una pace profonda, come se avessi finalmente trovato una parte di me che non conoscevo. In quel momento, sapevo che nulla sarebbe più stato lo stesso. Ero pronta a vivere ogni emozione, ogni scoperta, con lei accanto.
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