trans
La prima volta
di Lo_Scrittore
24.02.2023 |
24.922 |
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"Si sputò sulle dita e me le infilò in culo senza troppi convenevoli:
"allarga le gambe troietta" disse mentre appoggiava il cazzo al mio culo..."
Trovare un inizio per raccontare le cose non è facile, ma forse la causa scatenante può essere ritrovata nelle numerose delusioni amorose avute con le mie ex.Nell'ultimo periodo, infatti, iniziavano a passarmi per la mente fantasie di sottomissione e cresceva la voglia di voler fare un'esperienza da passivo. Mi eccitava molto fare foto a pecora, pensare che una bellissima trans o trav mi facesse succhiare il cazzo per poi infilarmelo tutto dentro il culo. Il tempo passava e la voglia cresceva. Volevo sentirmi una troietta, desideravo trovare qualcuno che mi rendesse tale, che magari mi fotografasse mentre me lo infilava in culo.
Scartando l'ipotesi di andare con una escort (non c'è sfizio ad andare con una persona che guarda l'orologio e non è coinvolta) decisi di cercare in rete su qualche sito d'incontri. Cercai per un paio di settimane, ma trovando solo mercenarie decisi di lasciare perdere. Ma le cose accadono quando meno te lo aspetti.
Un giorno piovoso di febbraio presi l'autobus dal mio paese (in provincia di Caserta) per andare a Napoli dal momento che una mia cara amica doveva laurearsi. Il viaggio andò bene, ma per via del traffico arrivai in ritardo. Quando arrivai alla Suor Orsola infatti, le discussioni di laurea erano già cominciate e dal momento che non c'erano posti a sedere liberi decisi di aspettare in piedi che la mia amica finisse.
Mentre aspettavo vidi entrare dalla porta una ragazza meravigliosa. Era alta almeno 1,80m, capelli neri e lunghi fino ai fianchi, di costituzione snella ed indossava un vestitino rosso che metteva in mostra una quarta abbondante e due bellissime gambe. Restai ipnotizzato, la fissavo, distogliendo lo sguardo solo quando si girava verso me.
Guardando attentamente verso il basso notai un leggero rigonfiamento e mi accorsi che era una trans. Subito il mio cazzo divenne duro, sembrava voler uscire dai pantaloni. Ero talmente eccitato che dovetti uscire fuori a prendere una boccata d'aria; mi recai in bagno per sciacquare la faccia con acqua fresca. Ad un tratto sentii aprire la porta e la vidi entrare:
"Ciao, come va?" Mi disse venendo verso me.
Talmente ero ammaliato dalla sua bellezza non riuscii a proferire parola; abbassai involontariamente lo sguardo mentre lei si avvicinava.
"Me ne sono accorta sai che mi fissavi il cazzo, lo vuoi vero?" Mi sussurrò all'orecchio mentre poggiava la sua mano sulla mia spalla.
Riuscii solamente a farfugliare timidamente si, dato che poco dopo iniziò a baciarmi il collo.
"L'hai mai fatto con una trans?" Mi chiese con voce maliziosa mentre mi leccava l'orecchio.
Appena feci cenno di no si eccitò tantissimo, sentii il suo cazzo duro sulla mia gamba:
"bene, una verginella. Vedrai, ci penso io a te tesoro" e dicendo ciò mise la sua mano sulla mia testa spingendo verso il basso facendomi inginocchiare sul pavimento. Alzò il vestito, abbassò il perizoma e lo tirò fuori.
"Cazzo" pensai vedendolo: era duro come il marmo, bello grosso e venoso; ad occhio e croce un 22cm. Timidamente avvicinai la bocca, ma nemmeno il tempo di aprirla che subito mi spinse la testa sul suo cazzo spingendolo tutto in gola.
Mi sentivo soffocare, ma come mi dimenavo lei esercitava più forza. Ad un tratto lo tirò fuori per farmi prendere fiato e disse "va più dietro puttana, appoggia la schiena e la testa al muro che ti voglio scopare per bene la bocca".
Senza fiatare feci ciò che aveva detto ed in men che non si dica mi ritrovai col suo cazzo nuovamente in gola con lei che mi scopava con gusto la bocca facendomi soffocare. Sentivo mancarmi il fiato ed a tratti quasi avevo dei conati di vomito, ma non opposi resistenza, mi stava eccitando e piacendo tantissimo.
Andò avanti così per qualche minuto, poi lo tolse e mentre colava la saliva dalla mia bocca e prendevo fiato mi diede un leggero schiaffo:
"bene, adesso facciamo sul serio, alzati puttanella ed appoggia le mani al muro. Mettiti a novanta, forza". La sua voce era diventata più autoritaria; senza dir nulla feci ciò che aveva ordinato.
Mi girai dandole le spalle, appoggiai le mani al muro e allargai le gambe andando indietro col bacino. Mi slacciò il pantalone e lo tiro giù, fino alle caviglie, insieme alle mutande. Si sputò sulle dita e me le infilò in culo senza troppi convenevoli:
"allarga le gambe troietta" disse mentre appoggiava il cazzo al mio culo.
Iniziò a spingere piano fino a fare entrare tutta la cappella dentro per poi fermarsi un istante; faceva male e faticava ad entrare ma non osai lamentarmi. Afferrò i miei fianchi ed iniziò a spingere più forte fino a farlo entrare fino alle palle. Avevo le lacrime dal dolore, ma stetti zitto:
"vedrai troietta, tra poco ti piacerà" sussurrò, iniziando a muoverlo per bene e sempre più forte. Il dolore iniziale iniziò a trasformarsi in piacere. Andò avanti a scoparmi per una ventina di minuti, poi quando stava per venire si fermò e lo tirò fuori:
"in ginocchio, muoviti" mi urlò; mise una mano sulla sua testa per farmi inginocchiare mentre con l'altra si segò fino a sborrare sulla mia faccia: era davvero tantissima.
"Brava troietta, ora pulisci" disse mentre infilò il suo duro cazzo nella mia bocca.
Avevo preso gusto a succhiare quel cazzone, ero in ginocchio sul pavimento che glie lo succhiavo e mi toccavo. Continuai per circa cinque minuti fino a quando non sborrai sul pavimento sotto il suo sguardo divertito: "ma brava, sei proprio una troietta" disse ridendo per poi darmi uno schiaffo.
In silenzio mi alzai e presi le mie cose per vestirmi, altrettanto fece lei. Prima di uscire prese dalla tasca del mio pantalone il mio cellulare e fece uno squillo al suo:
"adesso hai il mio numero, oggi hai avuto l'assaggio, ma la prossima volta voglio scoparti meglio puttanella" e senza aspettare risposta mi diede il telefono ed uscì dal bagno.
Restai qualche istante in bagno confuso da quanto appena accaduto, poi uscii e mi recai verso le aule per controllare che la mia amica avesse finito. Fortunatamente arrivai giusto in tempo per congratularmi con lei e fare il brindisi.
Una volta salutata la mia amica, mi incamminai verso la fermata degli autobus e tornarmene a casa: ero davvero distrutto ed in più mi faceva davvero male il culo, me lo aveva sfondato per bene.
Una volta salito sull’autobus presi porto vicino il finestrino ed appoggiando la testa al vetro mi addormentai dopo nemmeno 5 minuti. Mi svegliai di soprassalto appena in tempo per la mia fermata. Sceso dall’autobus notai che era buio, “chissà che ore si saranno fatte” pensai.
Quando fui dall’altra parte della strada e presi il telefono per vedere che ora fosse notai un messaggio su whatsapp da un numero sconosciuto:
“Puttanella come va? Sono Juliana, colei che ti ha rotto per bene il culo oggi pomeriggio, come va? Fa male?”.
Alla lettura del messaggio il cazzo mi divenne duro come il marmo. Non immaginavo che si sarebbe fatta sentire così presto; inoltre scoprii anche il suo nome, non che fossi così tanto interessato a saperlo, ciò che mi eccitava da morire era il pensiero di quel cazzo duro e da come mi aveva scopato in bagno.
Ma i miei pensieri furono interrotti dal clacson di un’auto che per poco non mi investiva. Riposai il telefono in tasca e mi diressi a casa, avrei risposto dopo con calma dal momento che non sapevo cosa dirle.
Arrivato a casa mi diressi in bagno per fare un bagno caldo e mentre riempivo la vasca presi il cellulare per rispondere a Juliana. Notai che c’è un altro suo messaggio:
“Troietta visualizzi e non rispondi? Oltre a culo ti fan male anche le dita?” scrisse con delle faccine arrabbiate.
Non sapendo cose risponderle mi presentai dicendole il mio nome e mi scusai per il ritardo dal momento che ero appena sceso dall’autobus e che l’avrei risposta con calma a casa.
“Come ti chiami non mi interessa puttanella, visto che ti chiamerò sempre così. Inoltre non mi piace aspettare, quando ti scrivo voglio essere risposto immediatamente, hai capito?” mi risposte arrabbiata.
Rimasi scioccato da una simile risposta, ma non volendo farla arrabbiare ulteriormente mi scusai e le dissi che aveva ragione, che non sarebbe mai più successa una cosa del genere.
“Brava, ora si ragiona. Ascoltami bene: oggi ti ho dato un assaggio, ma non ho ancora finito con te, ho voglia di divertirmi e svuotarmi ancora per bene le palle. Quindi stasera voglio che mi raggiungi a casa per le dieci; non mi interessa se hai l’auto o meno, vieni e zitta troia” e senza attendere risposta mi inviò la posizione.
Risposi solamente con “va bene” per poi posare il cellulare e fare il bagno. Essendo le otto avevo ancora due ore di tempo e comunque distava una ventina di chilometri da casa mia. Fortunatamente l’auto non serviva ai miei genitori e potevo uscire dicendo che avrei visto qualche amico. Restai un’oretta nella vasca a riflettere sull’accaduto. Ero eccitato sempre di più, pensavo e ripensavo a quel meraviglio cazzo ed il dolore al culo mi faceva sentire una vera troia.
Finito il bagno decisi di indossare qualcosa di carino per piacere a Juliana: pantalone grigio con cintura in pelle nera, una camicia grigia ed un maglioncino nero. Una volta vestito le mandai un messaggio per dirle che ero pronto e che mi stavo per avviare. Ovviamente la sua risposta fu molto chiara:
“ Muoviti troia, che ho già il cazzo duro” il tutto accompagnato dalla foto del suo splendido cazzone.
La sola visione di quella foto mi fece eccitare come un maiale. Montai in auto, misi il navigatore e mi avviai. Guidai praticamente tutto il tempo col cazzo duro come il marmo pensando e ripensando alla sua foto, toccandomi ogni tanto da sopra i pantaloni.
Dopo circa venti minuti arrivai a destinazione. Parcheggiai l’auto davanti al portoncino d’ingresso e presi il telefono per scriverle di aprirmi, ma nemmeno il tempo di aprire whatsapp che già c’era un suo messaggio:
“Troietta ti lascio il portone aperto, il mio appartamento è al secondo piano, quello difronte alle scale”.
Salite le scale citofonai e dopo neanche venti secondi aprì la porta. La visione che mi si presentò davanti era a dire poco surreale: indossava un vestitino nero super scollato e dei tacchi altissimi. Già di suo era alta 1,80m, poi coi tacchi mi faceva sentire ancora più piccolo.
“Eccoti troietta, era ora, entra muoviti”. Mi disse tirandomi per un braccio.
L’interno era davvero molto grazioso, ben arredato l’appartamento seppure piccolino. Ma ovviamente il mio guardare timidamente intorno durò poco, visto che subito sentii il suo casso duro premere da dietro sul mio culo e la sua lingua leccarmi il collo:
“Vedrai che bella serata ti aspetta, oggi in bagno mi sono dovuta trattenere, ma qui non c’è nulla che mi ferma. Dal primo istante che ti ho visto ho capito che avevi del potenziale per diventare la mia schiava svuota palle, non sei contenta?” Mi sussurrò mentre strusciava il cazzo sul mio culo.
Mi fece girare e poggiando la mano sulla mia spalla capii chiaramente che dovessi inginocchiarmi per succhiargli il cazzo.
“Vedo che impari in fretta, già sai cosa devi fare” disse ridacchiando mentre tirava fuori il suo cazzo duro alzandosi il vestitino.
Immediatamente aprii la bocca e poggiando le mani sui suoi polpacci infilai tutto il suo cazzo nella mia bocca iniziando ad insalivarlo per bene. Ovviamente le sue mani guidavano la mia testa e spingendo sempre più forte mi infilava sempre più in gola quel manganello.
“Alzati su, togliti le scarpe e sdraiati pancia in su” mi disse mentre mi dava due schiaffi e mi sputava in bocca.
Il tempo di stendermi che salì sul mio petto infilandomi il cazzo nuovamente in gola iniziando a scoparmi la bocca energicamente. Rispetto al pomeriggio era molto più energica e mi stava soffocando, ma non potevo muovermi avendo le sue ginocchia che bloccavano le mie braccia. Quindi dovetti subire la sua violenza cercando di respirare col naso. Non so dire per quanto tempo continuò, ma quando lo tolse dalla mia gola quasi persi i sensi, avevo tutta la saliva che colava sulla mia gola e sul maglioncino. Ma uno schiaffo, questa volta forte, mi fece svegliare
“Troia non svenire che siamo solamente all’inizio” disse afferrandomi la gola con una mano per poi sputarmi in faccia ridendo.
Poco dopo si alzò e appoggiando un ginocchio sul divano me lo infilò nuovamente in bocca:
“Lecca anche le palle da brava” mi diceva divertita.
Dopo qualche minuto mi fece alzare e spogliare:
“Da brava troietta, togliti il pantalone e mettiti a 90° appoggiata al divano” mi ordinò con tono austero. Ormai si rivolgeva a me usando solamente il femminile, ero diventata la sua troietta e la cosa non mi dispiaceva, anzi mi eccitava come non mai in vita mia.
Feci come mi disse ed una volta spogliato mi misi a 90° in attesa del mio destino. Sputò un paio di volte sul mio culo ed una volta sul suo cazzo, poi afferrati i miei fianchi si mise dietro ed appoggiata la cappella iniziò a spingere. Sarà che rispetto al pomeriggio già mi aveva sfondato, ma questa volta entrò con molta più facilità. Una volta che il suo cazzo fu dentro per metà lo estrasse quasi del tutto per poi dare una spinta decisa facendolo entrare tutto in un sol colpo facendomi sentire un dolore atroce.
“Soffri puttana, soffri, che voglio incularti a sangue stasera” diceva ridendo malignamente spingendo sempre più forte il suo cazzone duro come marmo.
Sentivo il culo in fiamme, ma nonostante ciò stavo godendo come una cagna in calore, ero eccitato tantissimo ed iniziai a mugolare dal piacere.
Andò avanti così per una mezzoretta abbondante senza fermarsi mai fino a quando sentii lei ansimare più forte ed il suo cazzo pulsare nel mio culo inondandomi di tanta sborra calda.
Una volta sborrato tirò fuori il cazzo e senza che dicesse nulla mi inginocchiai consapevole del mio compito:
“Bene, vedo che già sai cosa fare. Leccalo per bene troietta”.
Con tanta dedizione ripulii quel bel cazzo dalla sborra non sprecandone nemmeno una goccia. Aveva un sapore strano, ma mi eccitava tantissimo al punto che mentre leccavo presi a masturbarmi fino a venire sul pavimento provocando la sua ira:
“Brutta puttanella come ti permetti di sporcarmi il pavimento? In ginocchio immediatamente e pulisci con la lingua” mi urlò contro.
In silenzio abbassai lo sguardo ed una volta a quattro zampe iniziai a leccare mentre lei da dietro prese a darmi dei colpetti alle palle col piede via via sempre più forti fino a che con un calcio forte non mi accasciai a terra sul fianco senza respiro:
“La prossima volta impari, senza il mio permesso tu non ti puoi toccare, hai capito?” urlò afferrandomi per i capelli per sputarmi in faccia.
Senza dir nulla feci cenno di si con la testa e mi alzai tirato per un braccio da quella che ormai era diventata la mia padrona.
Mi spinse sul divano a pancia in giù e venendomi sopra spinse nuovamente quel durissimo cazzo dritto nel mio culo in un solo colpo. Fece davvero male, ma non avrei mai osato lamentarmi. In silenzio subii e ripresi a godere come non mai.
Non so dire per quanto tempo mi scopò, ma sicuramente per un lasso di tempo quasi il doppio della prima scopata. Quando stava per venire lo tirò fuori e mi sborrò sulla schiena:
“Prendi puttana, prendi tutta la mia sborra”.
Una volta alzata dal divano mi fece cenno di restar giù ed andò a prendere il cellulare dalla borsetta:
“Puttanella voglio farti qualche foto per ricordo, sai? Voglio essere sicura di averti in pugno per bene, anche se da quanto vedo non ce ne sarà bisogno visto che ti piace essere tratta così”.
Non osai dire nulla, mi limitai a farmi scattare varie foto col suo cazzo sulla faccia ed in bocca.
“Rivestiti pure, per oggi mi sono svuotata le palle abbastanza, poi ti avviserò io quando devi ritornare a fare il tuo dovere troietta”.
Mi rivestii come aveva ordinato e senza dire nulla uscii dalla porta col culo sfondato e dolorante.
P.s
Il racconto è frutto della fantasia, così immagino la mia prima volta con una trans.
Ci sarà un continuo se il racconto vi piacerà.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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