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La Mattana - La vendetta di una moglie


di Membro VIP di Annunci69.it giorgal73
25.10.2024    |    10.594    |    7 9.1
"Pensaci, ti aspetto domani sera alle 9 nel parcheggio dell'ufficio..."
Piccola premessa al racconto.

Preso da un raptus creativo e stimolato da un messaggio privato, colgo l’invito di Coppia-Curiosa90. Come cpcuriosa60 mi avventuro nei meandri dell’immaginazione per dare un seguito al racconto La Mattana-Solo un inizio. Di solito non scrivo racconti di pura fantasia, ma questa volta voglio uscire dalla mia confort-zone. Ho comunque rispolverato alcune esperienze personali per adattarle alla storia. Pertanto, il Marco della storia sarò io e tutto quello che leggerete deriva dalla mia esperienza e dal mio carattere.

*********
Ero spiazzata. Quella foto mi metteva in una posizione compromettente. Sapevo che Giancarlo era un collega affidabile, ma quel messaggio non lasciava dubbi sulle sue intenzioni. Con le dita tremanti scrissi: "Cosa vuoi?"

"Voglio rivederti così, ma solo per me stavolta. Domani sera dopo il lavoro."

Un brivido mi percorse la schiena. Ero tentata ma spaventata allo stesso tempo. Marco era via e l'idea di una trasgressione eccitante mi attraeva, ma tradire la fiducia di mio marito mi sembrava sbagliato.

"Non lo so, Giancarlo...è rischioso. Siamo entrambi sposati."

"Sarà il nostro segreto. Nessuno lo saprà mai. Pensaci, ti aspetto domani sera alle 9 nel parcheggio dell'ufficio. Se non verrai, dimenticherò tutto e farò finta di niente."

Naturalmente raccontai tutto a Marco. L'idea di immaginarmi vestita da prostituta e a disposizione del mio collega lo eccitò molto.
Mi convinse ad accettare l'invito. Inoltre, se le cose fossero andate male, mi avrebbe suggerito di usare anche a me la stessa tattica del ricatto. Il mio ammiratore non diceva la verità sul suo passaggio nella zona delle prostitute, dove mi aveva visto. Il pensiero di usare metodi così subdoli mi faceva rivoltare lo stomaco, ma sapevo di non avere scelta se volevo proteggermi. Inoltre, Marco mi parlò di un piano malefico per vendicarci successivamente del comportamento poco consono del mio collega.

Passai una notte insonne, combattuta tra desiderio e senso di colpa. La mattina mi alzai stanca e confusa. La giornata in ufficio fu snervante, tra il lavoro e gli sguardi complici di Giancarlo.
Alle 18 uscii e mi diressi verso casa. Continuavo a pensare al messaggio di Giancarlo e alla proposta per la sera. Sapevo che era sbagliato ma l'eccitazione stava prendendo il sopravvento.
Alle 20:45 presi una decisione. Indossai solo un cappotto sopra la lingerie più sexy, mi truccai e uscii di casa. Arrivai al parcheggio dell'ufficio con il cuore che mi martellava in petto.
L'auto di Giancarlo era lì, con lui che mi aspettava appoggiato allo sportello. Mi avvicinai lentamente. Lui mi guardava con un sorriso sornione.

"Sapevo che saresti venuta. Non vedo l'ora di scoprire cosa c'è sotto quel cappotto", mi sussurrò all'orecchio.

Con mani tremanti slacciai la cintura e lasciai scivolare il cappotto a terra, rivelando il mio corpo seminudo. Giancarlo mi divorò con lo sguardo. Mi prese per mano e mi fece salire in macchina. L'abitacolo era avvolto nella penombra, ma potei percepire il suo desiderio ardente. Si avventò sulle mie labbra con foga, esplorandomi la bocca con la lingua. Le sue mani si insinuarono sotto la lingerie, accarezzandomi con bramosia.
Fremei di eccitazione mentre i nostri corpi si intrecciarono sui sedili. Giancarlo mi spogliò con impazienza, baciandomi il collo e il seno. Gemetti di piacere quando la sua bocca scese sul mio ventre e poi più giù.
Persi ogni inibizione, abbandonandomi completamente alla passione. Facemmo l'amore con un'intensità selvaggia, i nostri ansiti riempivano l'aria. Raggiungemmo l'apice del godimento insieme, fondendoci l'uno nell'altra.

“Allora sei soddisfatto? Hai ottenuto tutto quello che desideravi? Dimmi perché mi hai costretto a scoparti?”

Giancarlo mi guardò intensamente negli occhi, ancora ansimante dopo la nostra focosa unione.

"Non ti ho costretta a fare nulla, tesoro mio. Lo desideravi quanto me, ammettilo."

“No Giancarlo, l'altra sera mi hai fotografato apposta per scopare con me. Io ero lì con mio marito a giocare e lo sapevi, ma tu non sei capitato li perché eri di strada, me lo puoi confessare ora, visto quello che c’è stato. Vai spesso in quella zona a cercare prostitute all’ insaputa di tua moglie?”

“Mi hai scoperto! Si, mi piace scopare le puttane come te. Mi eccita tantissimo. Tanto con il lavoro che faccio è facile trovare delle scuse per mia moglie. Almeno una vota a settimana passo da quelle parti, mi carico una figa e me la scopo senza tante complicazioni.”

Mi sentii avvampare di rabbia per le sue parole offensive. "Come osi trattarmi così, dopo quello che abbiamo appena condiviso? Io non sono una puttana e tu non sei altro che un viscido bastardo!"

Gli mollai uno schiaffo sul viso ma lui mi afferrò il polso con forza, attirandomi contro il suo corpo. "Attenta a come parli, tesoro. Non vorrai mica che quelle foto finiscano nelle mani sbagliate, vero?" minacciò con un ghigno maligno.
Rimasi pietrificata, realizzando in che trappola ero caduta. Lui aveva orchestrato tutto fin dall'inizio. Le lacrime iniziarono a rigarmi le guance. "Sei un mostro... non la passerai liscia!"

"E chi mi fermerà? Tu? Non credo proprio. Ora rivestiti e sparisci dalla mia vista prima che cambi idea." Mi spintonò via con disprezzo.

È vero non sarò io a fermarti ma Marco.” Allungai la mano verso la borsetta e tirai fuori il telefono e lo porsi a Giancarlo. Marco era rimasto in ascolto tutto il tempo dell’incontro e aveva registrato ogni singola parola.
Giancarlo afferrò il telefono con uno scatto fulmineo, il volto distorto dalla rabbia. Io a voce alta dissi: “Tesoro, puoi parlare.”

Marco con tono calmo, ma deciso inizio a illustrare la situazione: “Vedi Giancarlo, noi siamo una coppia aperta e non ci nascondiamo nulla. Se abbiamo dei desideri li condividiamo e cerchiamo il giusto compromesso, a differenza di te che sei un bastardo e tradisci tua moglie. Questa cosa non è giusta e ho pensato che ti meriti una punizione. Il nostro, alla fine, è stato un gioco e non ci interessa che qualcuno ci giudichi. Ma quello che hai detto e fatto tu, è veramente pesante sia nei confronti di tua moglie che anche della tua azienda, che in nessun caso potrebbe accettare la tua immoralità.”
Il volto del mio collega iniziò ad avere i colori dell’arcobaleno e lo sguardo cominciò a diventare cupo.
Giancarlo rimase immobile per alcuni istanti, il telefono stretto in mano, il respiro affannoso. Marco dopo qualche secondo riprese a parlare.

“Per pareggiare i conti sia con noi che, con tua moglie ti conviene stare a sentire la mia proposta. Quando, più tardi, tornerai a casa riferisci a tua moglie che domani andrete a cena da una tua collega. Falla vestire in modo provocante e senza intimo. Trova delle scuse, ma assolutamente deve essere sexy, come una puttana di strada, visto che è la stessa cosa che hai chiesto mia moglie.”

Giancarlo sputò velenoso: "Ma che cazzo stai dicendo? Sei impazzito? Non se ne parla nemmeno! Non metterò mai mia moglie in una situazione del genere, bastardo!"
Marco rise beffardo. "Allora sei un vile ipocrita oltre che un bugiardo traditore. Pretendi dagli altri quello che non sei disposto a fare tu. Pensaci bene... o accetti la mia proposta o domani mattina tua moglie riceverà la registrazione integrale di questa sera. E anche il consiglio di amministrazione della tua azienda. Voglio proprio vedere come reagiranno scoprendo che razza di verme lavora con loro."

Un lungo silenzio. Potevo quasi sentire il cervello di Giancarlo che fumava nel tentativo di trovare una via d'uscita. Alla fine, con un filo di voce, mormorò: "E va bene. Farò come dici tu. Ma poi non voglio più avere niente a che fare con voi due, sono stato chiaro?"

"Cristallino." Rispose Marco trionfante. "Domani sera alle 8 a casa nostra. E mi raccomando, tua moglie deve essere sexy da far schifo. Proprio come piace a te. A domani! A proposito, ovviamente mi scoperò la tua dolce metà, quindi dovrai trovare il modo di farle accettare le mie avances. Ora ripassa il telefono a mia moglie."

Sconvolto, Giancarlo mi restituì il telefono. Felice e orgogliosa di mio marito, gli lanciai uno sguardo trionfante, compiaciuta della piega che avevano preso gli eventi. "Allora ci vediamo domani sera, tesoro. Non vedo l'ora di conoscere tua moglie... intimamente. E tu, cerca di non fare il geloso mentre Marco se la scopa davanti ai tuoi occhi. In fondo, te la sei cercata." Gli diedi un bacio sulla guancia e me ne andai ancheggiando, lasciandolo solo con la sua disperazione.

Il giorno dopo, Giancarlo tornò a casa presto dal lavoro. Doveva trovare il modo di convincere sua moglie Antonia ad andare all'appuntamento con Marco e Carla, vestita come una puttana. Non aveva idea di come affrontare il discorso. Con il cuore in gola, entrò in casa. Doveva convincerla senza confessare quello che aveva fatto. Pensò di proporle un giochino erotico. Alcune volte avevano fantasticato insieme, ma non avevano mai reso reale i loro sogni. Chissà se la sua bravura da commerciale lo avrebbe aiutato.

Giancarlo trovò Antonia in cucina, intenta a lavare e a sistemare le stoviglie. Le si avvicinò alle spalle, abbracciandola.
"Ciao amore", sussurrò baciandole il collo. "Ho una proposta per te."

Antonia rabbrividì al suo tocco. "Che tipo di proposta?" chiese incuriosita.

"Sai, stavo pensando... ricordi quelle fantasie piccanti di cui abbiamo parlato qualche volta? Quelle sui giochini di coppia..." Giancarlo esitò, sperando che Antonia capisse l'antifona. Lei si girò a guardarlo, un sorrisetto malizioso sulle labbra.

"Intendi quella di fare una cosa a quattro con un'altra coppia?"

Giancarlo annuì, sollevato. "Esatto. Che ne diresti se lo facessimo davvero? Ho degli amici che potrebbero essere interessati. Potremmo incontrarli stasera."

Gli occhi di Antonia brillarono di eccitazione. "Wow, non pensavo me l'avresti mai proposto sul serio! Mi piace l'idea... ma sei sicuro? Non sarai geloso?"

"Niente affatto. Anzi, non vedo l'ora di vederti con un altro. Voglio che ti vesta supersexy però, da vera troia. Farai questo per me?"

"Non lo so, sono confusa. Non credo di essere pronta per questa cosa. Fantasticare è un conto, ma rendere tutto vero, mi spaventa un po’. Poi così all’improvviso, all’ultimo momento."

Giancarlo cominciò a sudare freddo, stava vedendo che l’incertezza della sua mogliettina, ignara di quanto lui fosse un maiale ricattatore e puttaniere, stesse minando l’unica possibilità di uscire indenne dalla brutta situazione nella quale si era messo.

“Dai Antonia, mi hai sempre detto che ti sarebbe piaciuto conoscere anche il corpo di una donna e Carla, la mia collega, è bisex; quindi, potrebbe esaudire anche questo tuo desiderio. Sono certo che questa avventura ci aiuterà anche nel nostro rapporto un po’ stanco. Ti prometto che non sarò geloso e se vorrai giocare anche con Marco, sarai totalmente libera di farlo.”

Antonia, che ovviamente non era stupida, rivolse una semplice domanda al marito: “Ma non è che, semplicemente ti vuoi scopare la tua collega e vuoi per giunta la mia approvazione?”

Giancarlo si sentì sprofondare. Come aveva fatto sua moglie a vedere così chiaramente attraverso il suo bluff? Cercò di ricomporsi e di inventare rapidamente una scusa plausibile.

"Ma no, tesoro, non è affatto così! Sai che ti amo e non farei mai nulla per ferirti. Volevo solo regalarti un'esperienza speciale, qualcosa di nuovo ed eccitante per ravvivare il nostro rapporto. Ma se non ti senti a tuo agio, non importa. Possiamo lasciar perdere."

Antonia lo fissò intensamente negli occhi, si convinse della buona fede del marito.
“Ok, allora mi vado a preparare, però se ad un certo punto mi sentirò a disagio mi devi promettere che andremo subito via!”

“Tranquilla, sei tu che deciderai ogni cosa. Ti chiedo solo di vestirti in modo molto provocante e di non indossare biancheria intima.”

Antonia annuì e si diresse verso la camera da letto per prepararsi. Aprì l'armadio e scelse un vestito nero, corto e aderente, che metteva in risalto le sue forme sinuose. Si truccò con cura, enfatizzando gli occhi e le labbra, e si pettinò i lunghi capelli in morbide onde. Non mise nulla sotto, né reggiseno e né mutandine. I suoi capezzoli erano già duri e pronti e premevano contro il vestito che i, invece di nasconderli, li evidenziava.
Quando uscì dalla stanza, Giancarlo rimase a bocca aperta nel vederla così sensuale e provocante.

"Sei bellissima, amore mio", le sussurrò all'orecchio, stringendola a sé.

Salirono in macchina e si diressero verso l'appartamento di Carla e Marco, il cuore che batteva forte per l'eccitazione e l'anticipazione. Quando arrivarono, Carla li accolse sulla porta con un sorriso malizioso. Indossava una vestaglia di seta rossa, che lasciava intravedere le curve del suo corpo.

"Benvenuti, sono felice che abbiate accettato il nostro invito", disse con voce suadente, facendoli accomodare nel salotto. Marco era già lì, a torso nudo, con indosso solo un paio di jeans attillati.

Antonia si sentì avvampare sotto lo sguardo di quei due sconosciuti, ma allo stesso tempo un brivido di eccitazione le percorse la schiena. Giancarlo le prese la mano, come a rassicurarla, e insieme si sedettero sul divano.
Carla versò loro da bere e poi si avvicinò ad Antonia, sfiorandole il viso con una carezza.

"Sei davvero splendida, non vedo l'ora di assaggiarti", le sussurrò, prima di baciarla con passione. Poi la prese per mano e la fece alzare.

Le mani di Carla si fiondarono sul sedere di Antonia. Strinse i glutei e alzò il vestito, scoprendola totalmente.
Antonia si lasciò andare alle carezze sempre più audaci di Carla. La donna le sfilò completamente il vestito e iniziò a baciare ogni centimetro della sua pelle nuda, scendendo verso il basso. Quando raggiunse il suo sesso, Antonia non riuscì a trattenere un gemito di piacere a fatica disse:” Pensavo che dovessimo cenare!”

Carla rise maliziosamente, il suo respiro caldo sulla pelle di Antonia. "Oh, ma questa è la mia cena, mia cara..." mormorò, prima di tuffarsi avidamente tra le gambe di Antonia.

Antonia gettò la testa all’indietro, sopraffatta dalle sensazioni travolgenti. La lingua esperta di Carla danzò sul suo sesso, leccando e succhiando nei punti giusti per farla impazzire di piacere.
Marco si avvicinò all’ orecchio di Giancarlo: “Non ti eccitare porco! lo spettacolo non è per te. Oggi sarai solo uno spettatore, non ti azzardare a fare nulla se non te lo chiederò io.”

Subito dopo Marco si alzo e si avvicinò alle due donne.

Marco si inginocchiò dietro ad Antonia e iniziò ad accarezzarle la schiena, facendola rabbrividire di piacere. Le sue mani forti scesero lungo la spina dorsale fino a raggiungere i glutei sodi. Li strinse con desiderio mentre la sua eccitazione crebbe.
Carla, nel frattempo, continuò a leccare avidamente la intimità di Antonia, assaporandone l'essenza. La sua lingua si mosse abile, stimolando il clitoride gonfio e sensibile. Antonia si contorse e gemette sempre più forte, travolta da un piacere crescente.
Marco si abbassò i pantaloni, liberando la sua erezione pulsante. Con una mano guidò il suo membro duro verso l'entrata bagnata di Antonia, sfiorandola appena.

"Ti voglio..." le sussurrò con voce roca di desiderio.

Antonia si sentì completamente in balia dei suoi amanti, pronta a lasciarsi andare totalmente.

"Sì, prendimi..." lo implorò eccitata e non più timorosa, spingendo i fianchi verso di lui.

Con una spinta decisa, Marco la penetrò, strappandole un grido di piacere. Iniziò a muoversi dentro di lei con un ritmo lento e profondo, mentre Carla continuò a leccarla e succhiarla con passione.
Giancarlo osservò la scena, il suo membro che pulsava dolorosamente nei pantaloni. Avrebbe tanto voluto unirsi a loro, ma sapeva di dover obbedire agli ordini di Marco. Potè solo guardare, mentre i tre amanti si univano in una danza erotica di piacere.
La lingua di Carla, dal basso, iniziò a salire leccando ogni centimetro della pelle di Antonia c, come aveva già fatto. Le sue labbra tornarono a baciarla per poi dare fiato ad un sussurro: “Ti piacerebbe conoscere il mio sapore? il tuo è meraviglioso e credo che ti piacerà anche il mio.”

Antonia annuì con foga, il piacere che le annebbiava la mente. "Sì, ti prego, fammi assaggiare..." supplicò con voce tremante.

Carla sorrise maliziosa. Fece allontanare Marco e condusse Antonia in camera da letto. La fece stendere e si portò sopra il viso di Antonia, abbassandosi lentamente fino a sfiorarle le labbra con la sua intimità bagnata. Antonia inspirò profondamente, inebriata dal profumo del suo eccitamento. Senza esitare, fece scivolare la lingua tra le pieghe vellutate, assaporando i succhi dolci che ne sgorgavano.
Carla gemette di piacere mentre Antonia la leccava con dedizione, esplorando ogni centimetro della sua femminilità pulsante.
I due mariti le seguirono a ruota, Marco in pole position e Giancarlo dietro. Marco fece sedere sulla poltrona Giancarlo e poi si avvicinò al letto. Dischiuse con gentilezza le gambe di Antonia e riprese a penetrarla. Ogni affondo la fece gemere di piacere, ma i suoni erano soffocati dalla vagina di Carla che si strusciava sulle sue labbra.
Marco spinse sempre più forte dentro Antonia, mentre lei continuò a leccare e succhiare avidamente l'intimità di Carla che le premeva sul viso. Le tre lingue danzavano all'unisono, assaporando i rispettivi piaceri.

Le spinte di Marco si fecero sempre più intense e veloci, portando Antonia sull'orlo del piacere. Allo stesso tempo, i movimenti esperti della lingua di Antonia fecero tremare Carla in un orgasmo travolgente.
Giancarlo osservò ipnotizzato, il suo membro che premeva dolorosamente contro la stoffa dei pantaloni. La sua mano scivolò quasi involontariamente verso il cavallo, massaggiando l'erezione pulsante. Sapeva che non avrebbe dovuto toccarsi senza permesso, ma la tentazione era troppo forte.

"Giancarlo! Cosa stai facendo?" La voce autoritaria di Marco lo riscosse dal suo stato di trance. Giancarlo si bloccò, la mano ancora premuta sull'eccitazione.

Marco rallentò i movimenti, pur restando profondamente affondato nel corpo di Antonia.

"Vieni qui," ordinò con tono severo. "Inginocchiati vicino a noi e guarda. Ma non osare toccarti."

Giancarlo obbedì immediatamente, avvicinandosi al letto e inginocchiandosi accanto ai tre amanti intrecciati. I suoi occhi erano incollati sulla scena di fronte a lui, assorbendo ogni dettaglio lussurioso: il membro di Marco che entrava e usciva dal corpo di Antonia, la lingua di lei che danzava sull'intimità di Carla, i gemiti e i sospiri di piacere che riempivano la stanza.
La sua erezione era quasi dolorosa nella costrizione dei pantaloni, ma non osò toccarsi di nuovo. Invece, strinse forte le mani sulle cosce, godendosi lo spettacolo proibito.

Antonia, ormai sull'orlo del piacere grazie agli affondi decisi di Marco, aumentò il ritmo della sua lingua sui genitali pulsanti di Carla. La donna bionda inarcò la schiena e affondò le dita nei capelli di Antonia, spingendole il viso ancora più a fondo nella sua intimità.

"Sì, così... non ti fermare!" gridò Carla, travolta da un nuovo, intenso orgasmo.

Antonia, sollecitata dal secondo orgasmo di Carla, stava per esplodere anche lei. Il tutto accadde in un attimo. Un ultimo affondo di Marco e il suo di estasi di Carla furono il detonatore.
Antonia gridò di piacere, il suo corpo scosso da ondate di estasi travolgente. Le sue pareti intime si strinsero attorno al membro pulsante di Marco, spingendolo oltre il limite.
Con un ruggito gutturale, Marco si svuotò dentro di lei in potenti getti, riempiendola con il suo seme bollente. Antonia rabbrividì sentendo quel liquido caldo riversarsi nel suo ventre.
Per lunghi istanti rimasero immobili, ansimanti, assaporando gli ultimi strascichi del piacere. Poi Marco si sfilò delicatamente da lei e si sdraiò al suo fianco, attirandola in un abbraccio possessivo. Carla li raggiunse, premendosi contro la schiena di Antonia.
Intanto Giancarlo, ancora inginocchiato accanto al letto, faticò a contenere la sua eccitazione. Il suo membro era così duro che faceva male. Moriva dalla voglia di toccarsi, di raggiungere il proprio appagamento, ma non volle disobbedire all'ordine di Marco.

"Ti piace quello che vedi, Giancarlo?" lo provocò Carla, fissandolo con uno sguardo malizioso.

Lui annuì freneticamente, incapace di proferir parola. Però un leggero senso di stordimento e amor proprio gli fecero decidere di interrompere il gioco. Si alzò e chiese ad Antonia di rivestirsi.
Antonia si sollevò lentamente dal letto, le gambe ancora tremanti per l'intensità dell'orgasmo appena vissuto. Raccolse i suoi vestiti sparsi sul pavimento e iniziò a infilarli con movimenti languidi, prolungando volutamente lo spettacolo per gli occhi avidi di Giancarlo.
Marco e Carla li osservarono, accarezzandosi a vicenda, eccitati da quello spettacolo. Sorrisero per la bella riuscita della vendetta. Aspettarono che Giancarlo e Antonia uscissero per baciarsi e dedicarsi ai loro corpi stanchi, ma ancora eccitati.

Arrivati in macchina, Antonia chiese a Giancarlo perché fossero andati via e soprattutto perché non si fosse unito ai giochi.

“Amore, ti ho voluto dimostrare che non esisteva nessun piano per scopare la mia collega, ma solo farti divertire e provare nuove sensazioni, spero che ti sia piaciuto!”

Antonia guardò Giancarlo con aria perplessa. "Ma certo che mi è piaciuto... È stato incredibilmente eccitante. Però pensavo che anche tu volessi partecipare attivamente. Non ti sei fatto problemi a guardarmi mentre facevo sesso con un altro uomo e una donna!"

Giancarlo sospirò. "Lo so, e ammetto che mi ha eccitato da morire vederti così. Però, anche se può sembrare strano, non me la sono sentita di andare oltre. Volevo che fosse un'esperienza solo per te, per farti capire quanto tengo a te e ai tuoi desideri."

Le prese la mano e la baciò dolcemente. "Spero che tu abbia apprezzato il mio gesto e che ti abbia dimostrato che tra me e Carla non c'è niente se non una bella amicizia e complicità."

Antonia annuì, commossa. Strinse la mano di Giancarlo. "Sì, ho capito. E ti ringrazio per questo regalo speciale. Sono felice che tu abbia voluto condividerlo con me senza gelosie. Significa molto."

Si sporse verso di lui e lo baciò con passione, facendo scivolare una mano sul suo cavallo dei pantaloni, trovandolo ancora duro. "Che ne dici di tornare a casa adesso? Credo proprio di doverti ringraziare come si deve per la splendida serata..." sussurrò maliziosa.

Giancarlo sorrise, mettendo in moto. "Agli ordini, mia dea!"

Giancarlo pensò che alla fine gli era andata bene. Era riuscito a non far scoprire nulla alla moglie e per giunta si era goduto un film porno dal vivo. Inoltre, a casa lo aspettava una bella nottata di sesso. Peccato che la vendetta di Carla e di Marco, non fosse ancora giunta a termine e se ne sarebbe accorto nei successivi giorni.
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