Racconti Erotici > Lui & Lei > L'isola delle Opportunità - La discoteca
Lui & Lei

L'isola delle Opportunità - La discoteca


di Membro VIP di Annunci69.it giorgal73
23.08.2024    |    14.617    |    2 8.2
"Come avevo fatto prima, all'improvviso, mi ritrassi..."
Una delle funzioni di Facebook che più apprezzo sono i ricordi: ogni tanto, ti ricorda alcuni momenti felici e speciali del passato. Oggi, per esempio, mi ha segnalato un ricordo del viaggio a Cuba del 1996 con Claudio ed Ettore. Era l'epoca di Fidel Castro e dell' embargo americano, quindi una Cuba ancora particolare e unica.

Mentre scorrevo le vecchie foto, i ricordi mi riaffioravano alla mente: il caldo sole sulla pelle, il sapore del caffè cubano, la musica vivace nelle strade, i Cuba Libre e soprattutto le donne. Non potevo fare a meno di sorridere mentre ricordavo le avventure che avevamo vissuto in quel viaggio.

Tutto ebbe inizio da una giornata noiosa a lavoro. Io e Claudio, all'epoca, lavoravamo insieme nella mia società di consulenza informatica. Mentre pranzavamo in un bar del Pantheon, ricevetti una telefonata dal mio amico Pasquale che era appena tornato da un viaggio di piacere a Cuba.

Pasquale aveva sempre amato viaggiare e, nonostante i suoi modesti mezzi economici, riusciva sempre a organizzarsi per visitare posti meravigliosi. Questa volta, però, sembrava particolarmente entusiasta del suo ultimo viaggio a Cuba.
Mi raccontò dei colori vivaci delle case coloniali, della musica ovunque e soprattutto delle donne cubane: bellissime e sensuali come solo le donne latine sanno essere. Mi descrisse le lunghe passeggiate sulla spiaggia, il profumo dei sigari e l'atmosfera magica che si respirava ovunque sull'isola e di alcune avventuri ai limiti della decenza.
.
Claudio ed io eravamo comunque scettici: non avevamo mai considerato Cuba come una meta turistica interessante. Per noi era solo un paese pieno di problemi politici ed economici, certo con belle donne, ma lontano e scomodo.
Ma Pasquale continuò a insistere e ci disse che dovevamo vederlo con i nostri occhi per poter capire quanto fosse bello quel posto.
Io e Claudio ci guardammo negli occhi e sorridemmo con un piccolo ghigno malefico e la luce negli occhi dell’avventura.

"Ma che dici? Se invece di lavorare partissimo per Cuba?" chiesi a Claudio, notando il suo sguardo illuminarsi all'idea.
Claudio, che è peggio di me quando si tratta di prendere decisioni avventurose, mi disse subito di sì. Ma poi aggiunse che aveva dato una mezza parola ad un suo amico per andare in vacanza insieme in un posto esotico.

Dopo una settimana, eravamo sulla scrivania del mio studio con i biglietti aerei per l'Avana tra le mani. Avevamo deciso di condividere questa esperienza con il nostro amico Ettore, che era sempre stato un grande appassionato di cultura e storia latino-americana e oltretutto anche lui era un po' matto come noi.
.
E così partimmo alla volta di Cuba, ansiosi e curiosi di scoprire cosa ci aspettasse. Durante il volo discutemmo sulle varie attività da fare e sull’ organizzazione in generale dei divertimenti.

Pasquale ci aveva consigliato Las Terrazas, un Appart-Hotel situato a Playa del Este. Era una sistemazione particolare, poiché si trattava di un albergo con tanti piccoli appartamenti, una piscina, una discoteca e attività di animazione, il tutto a soli 100 metri dalla spiaggia.

Arrivati all'Apparta-Hotel, ci sistemammo nei nostri appartamenti: uno tutto per me e uno condiviso da Claudio e Ettore.
Non appena ci sistemammo nelle nostre stanze, decidemmo di esplorare la struttura. Pasquale aveva ragione: il posto era fantastico. La piscina era grande con un bel ristorante e un bar. La discoteca era aperta tutte le sere e l'animazione proponeva diverse attività durante la giornata.
La spiaggia poi...era semplicemente paradisiaca. Acque cristalline e sabbia bianca come la neve. Non potevamo credere ai nostri occhi.
Inoltre la zona in cui ci trovavamo era considerata poco turistica ed era frequentata quasi esclusivamente da cubani. Ciò rendeva l'esperienza ancora più autentica e ci permetteva di immergerci completamente nella cultura locale.

Decidemmo di andare a fare un giro in spiaggia prima di cena. Lungo il tragitto, ci fermammo ad ammirare le case colorate e gli edifici coloniali che caratterizzavano l'isola. Il calore dei cubani ci accoglieva ovunque andassimo e non potevamo fare a meno di essere contagiati dalla loro allegria.

Arrivati in spiaggia passeggiando sul bagnasciuga, notammo subito le donne cubane. C’era chi prendeva il sole e chi si faceva il bagno. Ma la cosa che ci spiazzò era il fatto che tutte ci salutavano al nostro passaggio, con un sorriso caldo e ammiccante.
Ci fermammo a parlare con alcune di loro e scoprimmo che erano molto socievoli e aperte alle conversazioni con i turisti.
Quello che più ci colpì fu la forza e la determinazione che traspariva dalle loro parole. Nonostante le difficoltà, non si lamentavano mai e cercavano sempre di godersi ogni momento.

Decidemmo di ripartire per l'albergo solo quando cominciò a fare buio. La cena al ristorante dell' hotel fu deliziosa: pesce fresco e piatti tipici cubani accompagnati da una bottiglia di rum locale per i miei amici e un bel galletto alla griglia per me che non mangio pesce.

Dopo cena, ci dirigemmo alla discoteca e qui cominciò la nostra avventura Cubana.

La discoteca non era molto grande, per chi conosce quella del Bolero Palace, si può fare un’ idea.
Decidemmo di andare subito al bancone del bar per ordinare qualcosa da bere e qui conoscemmo Armando, il gestore della discoteca.

Abbiamo iniziato a parlare con lui e lui ci ha raccontato della sua vita e del suo lavoro lì. Abbiamo ricambiato raccontando le nostre. Mentre parlavamo, gli ho chiesto quattro Cuba libre.
Con disinvoltura, ha mescolato i drink e li ha messi davanti a noi. Quando ha notato che eravamo solo in tre, ha chiesto a chi fosse destinato il quarto drink.
Con un sorriso, ho risposto: "È per te". L'espressione di Armando si è trasformata in qualcosa di unico e particolare mentre mi ringraziava profusamente, dichiarando che era la prima volta che un turista gli offriva da bere. Un semplice gesto in qualsiasi parte del mondo, ma a Cuba aveva un significato speciale. Da quel momento in poi, mi disse, saremmo stati amici e potevo contare su di lui per qualsiasi cosa. Un senso di cameratismo e lealtà nacque tra noi in un istante, sigillato su bicchieri di Cuba libre, poi ci presentò come amici fraterni al resto del personale della discoteca.

Armando ci assicurò di poter contare su di lui per qualsiasi cosa: un passaggio in macchina, consigli sui ristoranti, sui locali più in voga e, con un occhiolino, aggiunse: "Soprattutto per le donne". Ci presentò subito una bionda dai capelli fluenti che si muoveva al ritmo della musica: "Giorgio, ti presento Stella. È una mia nipotina molto vivace e birichina! E parla benissimo l'italiano".

Stella aveva all'incirca la mia età, ma emanava un'energia giovanile contagiosa, come un’alba che rompe il silenzio della notte. Di statura minuta, la sua pelle ambrata brillava sotto la luce soffusa, un invito irresistibile a esplorare ogni sfumatura dei suoi contorni. L'abito leggero che indossava, in un tessuto fluido e trasparente, sembrava danzare ad ogni suo movimento, avvolgendo le curve morbide del suo corpo con una delicatezza quasi poetica.

Il suo décolleté generoso, accentuato dalla scollatura profonda, rivelava una pelle vellutata che pareva una tela su cui il sole avesse dipinto dolci riflessi dorati. Ogni volta che si piegava o si muoveva, il tessuto si adattava perfettamente alle sue forme, lasciando intravedere la promessa di ciò che si celava sotto. La sua silhouette, sinuosa e ben definita, attirava lo sguardo come magnete, senza mai scadere nella volgarità, ma piuttosto evocando un senso di mistero e seduzione.

Gli occhi di Stella, grandi e penetranti, scintillavano di una luce vivace, rivelando un gioco di intelligenza e malizia. Ogni sorriso, ogni sguardo lanciato con un’aria di sfida, era un invito a entrare in un mondo di sensualità e piacere. I suoi capelli, lunghi e lucenti, cascavano sulle spalle come un fiume scuro, accentuando ulteriormente la delicatezza dei suoi lineamenti e invitando a perdercisi.

Camminando, i suoi fianchi si muovevano con una grazia innata, un ritmo ipnotico che parlava di sicurezza e consapevolezza del proprio fascino. Era evidente che Stella sapeva bene come valorizzarsi e, in ogni gesto, trasmetteva un'energia che sembrava promettere avventure indimenticabili, come un segreto da scoprire solo per chi avesse avuto il coraggio di avvicinarsi.
Armando ci chiamò al bancone del bar con un sorriso affabile e un gesto invitante, promettendo di presentarci alle altre ragazze della discoteca. Quando ci avvicinammo, ci trovammo di fronte a un gruppo di giovani donne che sembravano uscite da un sogno tropicale.

Tra loro c'erano ragazze di colore, con la pelle vellutata come la cioccolata e capelli crespi che sfidavano l’umidità della serata, incorniciando volti radiosi. Le loro curve erano eleganti, mentre danzavano con una grazia innata, il loro stile rifletteva un mix di tradizione e modernità. Accanto a loro, c'erano anche bellissime creole, con una bellezza che combinava tratti africani e latinoamericani, creando una sinfonia di colori e personalità. I loro occhi brillavano di intelligenza e vivacità, e quando ridevano, sembrava che il locale intero si illuminasse, come si direbbe oggi in Romagna ... era la sagra delle patate!

Ogni ragazza aveva il suo stile unico: alcune indossavano abitini attillati che esaltavano le loro forme, mentre altre optavano per gonne voluminose, risultando fresche e affascinanti. I gioielli scintillavano su di loro, riflettendo le luci della pista da ballo, e il profumo dolce e fruttato si mescolava all’aria, creando un’atmosfera incantevole.

Armando, con una certa vanità allusiva, ci deliziò con storie di queste ragazze. Ci parlò della loro sensualità e dei numeri da circo che ci potevano far fare a letto. Ogni parola sembrava aggiungere un altro strato di incanto a questo angolo di mondo, dove musica e gioia si intrecciavano in un caldo abbraccio, proprio come le ragazze che ci circondavano. Ci suggerì un comportamento gentile e generoso, loro di contro ci avrebbero trattato come fidanzati e non come semplici estranei.

Ci sedemmo al tavolo insieme a loro e cominciammo a parlare.

Mentre chiacchieravamo con le ragazze per conoscerle meglio, Stella si sedette provocatoriamente sulle mie ginocchia, premendo il suo piccolo corpo contro il mio.
Le sue dita morbide scivolarono tra i miei capelli mentre la sua voce sensuale raccontava la sua storia e quanto le piacesse la mia compagnia. Il leggero sentore del suo corpo e del suo profumo riempì l' aria intorno a noi, aggiungendosi all'atmosfera già carica . Con ogni movimento del suo corpo, potevo sentire il calore emanare dalla sua pelle. Era come essere sotto un incantesimo, rapito da ogni sua parola e tocco .Il suo respiro caldo sulla mia pelle e il movimento del suo culetto su di me stavano facendo crescere una bruciante erezione sotto i miei pantaloncini, non riuscivo a nasconderla, ma non mi importava nulla. Inoltre, niente poteva distogliere il mio sguardo dal suo seno perfetto, quasi in procinto di uscire dal vestito ad ogni movimento . Il tessuto aderiva alle curve del suo corpo come una seconda pelle , rivelando la sua bellezza senza pari. I miei occhi erano attratti dalla perfezione dei suoi seni , e un desiderio ardente mi bruciava dentro . I suoi capezzoli erano duri e si ergevano come piccoli chiodi sotto il vestitino, provocatori e disinibiti , invitanti alla tentazione . Era impossibile non sentire l'impulso irresistibile di toccarli e assaporarli con ogni fibra del mio essere.

Stella mio invitò a ballare e io accettai senza esitazione. Ci dirigemmo verso la pista da ballo, mentre gli altri ragazzi continuavano a parlare con le altre ragazze al tavolo.
Il contatto dei nostri corpi mentre ballavamo fu come un fuoco che bruciava sempre più intensamente. La sua grazia ed eleganza nel muoversi sul ritmo della musica mi facevano sentire in trance, completamente rapito dalla sua presenza e dalla sua brama erotica. Lievi baci sul mio collo e occasionali scontri tra i nostri corpi ebbero un effetto afrodisiaco e il mio cervellino iniziò a galoppare.

Non riuscivo più a resistere e la tirai ancora più vicino a me, desideroso di sentire ogni parte del suo corpo contro il mio. Era come se fossimo solo lei e io, in un mondo fatto di passione e lussuria. Le poggiai le mani sul culo e subito provai un senso di eccitazione per come il mio gesto le fece emettere un piccolo gemito che solo io potevo sentire. I nostri occhi si incrociarono, le sue labbra si avvicinarono alle mie.

Il nostro bacio fu intenso e passionale, le nostre lingue in un vortice lento, esplorando ogni angolo della bocca dell'altro. Sentivo il suo corpo tremare sotto la mia mano mentre la sfioravo sulle sue curve perfette.
Mentre le nostre labbra si separarono per un attimo, Stella si mordicchiò il labbro inferiore con malizia, facendomi impazzire di desiderio. La mia mano si insinuò sotto il suo top, sentendo i suoi seni duri, subito mi morse nuovamente il labbro a dimostrare il suo gradimento alle mie attenzioni.

Ci baciammo ancora e ancora, sempre più appassionatamente. Le mie mani esploravano ogni parte del suo corpo, mentre lei mi toccava con una sensualità senza pari. Mi catturò la lingua e la risucchiò delicatamente, simulando un pompino che mi fece gemere a mia volta e io ricambiai con la sua.
In quel momento non c'era più nessuno nel locale tranne noi due. Eravamo totalmente immersi nella nostra passione, senza alcuna preoccupazione per chi ci stesse guardando o cosa gli altri pensassero di noi.
Continuammo a ballare in modo sempre più provocante e sensuale, fino a quando Armando non ci chiamò al tavolo per bere qualcosa tutti insieme. Ci sedemmo uno accanto all'altra, ancora eccitati dall'intimità che avevamo appena condiviso sulla pista da ballo.
Ma non appena finimmo le nostre bevande, Stella mi prese per mano e mi portò verso l'uscita della discoteca. Ci dirigemmo verso la spiaggia, ancora deserta a quell'ora della notte, ma le proposi di andare verso il mio appartamento, che si trovava a soli 50 metri di distanza.

Subito mi infilò una mano nei pantaloncini e iniziò a tastarmi il pisellino che ormai non era più tanto timido. Dopo qualche istante di estasi, allungai la mano e con una presa ferrea le circondai il polso della mano malandrina e l’attirai ancora di più verso di me. Lei sussultò, appena si accorse della mia durezza e della mia incontenibile erezione che cercava di uscire dai pantaloncini. Sembravo un lupo e lo sguardo di Stella mi indicava la sua totale sottomissione al mio, anzi al nostro desiderio.
Anche se vicino, l’appartamento sembrava distante anni luce.
La spiaggia, tuttavia, era li. Era deserta e la luna ci accarezzava.

Le lasciai il polso e le mia dita tracciarono un percorso lungo il suo braccio e attraverso il suo petto. Le presi il seno, il mio pollice le sfiorò il capezzolo, inviando una scossa di elettricità attraverso il suo corpo. Poi le feci scivolare la mano lungo il suo stomaco, le sue dita si serrarono con maggiore enfasi sul mio cazzo, pronto all’azione. Stella divaricò le gambe, invitandomi toccarla nel suo punto più caldo e umido.
Non esitai.
La mia mano scivolò sotto la sua gonna e nelle sue mutandine. Lei gemette mentre le mie dita scivolarono tra le sue pieghe bagnate sempre più in profondità. Il suo corpo iniziò a sussultare e a tremare di piacere.

"Sei così bagnata," mormorai, il mio respiro caldo contro il suo orecchio.

"Sei meravigliosa e ho voglia di te, qui, ora!"

Lei annuì, i suoi fianchi si sollevarono mentre le mia dita entravano ed uscivano dentro e fuori di lei. Sentivo il suo abbandono e la sua brama di desiderio. Il viso cambiava ogni secondo mostrandomi espressioni libidinose e meravigliosamente porche. I suoi occhi parzialmente socchiusi mi facevano impazzire. Sentivo crescere in lei l’orgasmo, il suo corpo si irrigidiva a ogni colpo della mia mano.
All'improvviso, tirai via la mano, lasciandola sola. Lei gemette, il suo corpo struggeva per la liberazione.

"Non ancora", dissi, con voce bassa e autoritaria. "Voglio vederti come lo prendi in bocca!"

Lei annuì, il suo corpo tremava per il bisogno. La spinsi in ginocchio. Stella afferrò con entrambe le mani i bordi del pantaloncino e con un gesto secco li spinse in basso. Il mio pene si ritrovò libero, maestoso davanti ai suoi occhi. Stella avvolse le dita attorno all'asta, la sua mano riusciva a malapena a circondarla.

"Succhialo", ordinai con voce dura. "Fammi vedere quanto lo vuoi."

Lei obbedì, le sue labbra si aprirono mentre lo prendeva in bocca. Lo succhiò avidamente, la sua lingua roteava attorno alla punta del mio cazzo. Più succhiava e più diventavo duro, mi gonfiavo nella sua bocca senza ritegno. Vedevo litri e litri di saliva uscire dalla bocca e cadere sulla sabbia bianca.

La sensazione della lingua calda sulla mia cappella mi fece gemere, le mie mani si intrecciarono nei suoi capelli mentre guidavo i suoi movimenti. Mi sentivo perdere nel momento, il mio corpo rispondeva ad ogni ingoio. La mia eccitazione e quella di Stella aumentava sempre di più. Percepivo il suo desiderio, che mi supplicava di scoparla. Immaginai l suo clitoride pulsare di bisogno.

Come avevo fatto prima, all'improvviso, mi ritrassi. Il mio cazzo era scivoloso e luccicante per la sua saliva. La spinsi con delicatezza sulla sabbia facendola mettere in ginocchio.

“Appoggia le mani sulla sabbia, ma prima alza la gonna e fammi vedere il tuo culo.”

Si alzò la gonnellina e mi ritrovai un opera d’arte davanti agli occhi.

Mi abbassai anche io. Le mie dita tornarono a cercare la sua intimità fino a trovare il suo clitoride. Lo strofinai delicatamente, il mio tocco le trasmise ondate di piacere e di desiderio.

"Ti piace, vero?" sussurrai, con voce bassa e seducente. "Ti piace se ti tocco così?"

Non ricevetti risposta diretta alla domanda, tuttavia, il suo corpo si contorse e i suoi gemiti si unirono al canto delle onde.

"Per favore," sussurrò, con voce roca. "Per favore, entra dentro di me, non c’è la faccio più."

Non poteva vedermi, ma sorrisi. Prima di impalarla volevo però conoscere il suo sapore. Avvicinai il mio viso alla sua femminilità profumata di sesso e iniziai a passarle la lingua come se fosse un cono gelato. Le sue grandi labbra si aprirono ad ogni mio passaggio, accogliendomi e godendo delle mie leccate. Sentii il suo sapore. Il sapore di una bellissima ragazza che godeva grazie alle mie azioni e al mio essere porco.

Stella gemeva sempre più forte ogni volta che la mia lingua si intrufolava e si posava sul clitoride pulsante. Con le mie mani le tenevo le gambe aperte per non darle la possibilità di sfuggirmi mentre lei si dimenava sul lato della sabbia.

"Per favore..." ansimò Stella, con voce supplichevole. "Non fare così... fammi venire..."

Con un sorriso sadico smisi di leccarla e mi ritirai indietro.

"Mi dispiace Stella," dissi, con voce maliziosa. "Prima devo conoscere il tuo sapore."

Senza aspettare una risposta, baciai i suoi petali delicati e infilai due dita nella sua vagina bagnata di desiderio. Lei emise un gemito acuto quando sentì la mia penetrazione improvvisa.
Le mie dita cominciarono ad esplorare l'interno della sua vagina umida e calda, trovando ogni punto sensibile che facesse urlare di piacere Stella.

"Ti piace?" chiesi, affondando sempre più profondamente dentro di lei.

Il mio cazzo era come una bomba pronta ad esplodere, divenne sempre più duro. In un istante sostituii le mia dita e la mia lingua con il mio pene che non vedeva l’ora di entrare in azione.

"Oh Dio sì!" gridò Stella mentre il suo corpo si agitava alla mia entrata in scena.

Entrai dentro di lei assaporando ogni millimetro, con lentezza e meticolosità. Era stretta, la sua figa accolse il mio pene come un vestitino di latex, percepivo ogni ruga, ogni singolo millimetro della sua bagnata perfezione.
Arrivai fino in fondo, lei urlò un dolce lamento. Rimasi li fermo a godere della sua erotica stretta.
Poi iniziai a muovermi, prima lentamente poi sempre più velocemente.
Stella era nel suo stato di massimo piacere, gemendo e ansimando mentre io andavo avanti e indietro dentro di lei.

"Sei così bella," sussurrai tra i nostri respiri affannati. "Così perfetta."

Le mie mani si agganciarono ai suoi fianchi mentre continuavo il mio ritmo costante. Lei si aggrappò alla mia schiena con le sue unghie lunghe e affilate.

"Vengo...Cazzo godo ... siii ..." urlò finalmente Stella mentre i suoi muscoli vaginali si contrassero intorno al mio cazzo.

Quelle parole e quella contrazione furono la miccia per il mio orgasmo, venimmo praticamente insieme. Infilai le mie dita nella sua bocca per soffocare i gemiti, ma la sensazione della sua lingua fece scaturire in me un ruggito.

Ci ritrovammo entrambi senza fiato dopo aver raggiunto il culmine del piacere insieme. Rimanemmo sdraiati sulla sabbia calda cercando di riprendere fiato.
Dopo esserci ripresi dal nostro intenso incontro sulla spiaggia, Stella si alzò e iniziò a raccogliere i suoi vestiti sparsi sulla sabbia.

"Devo tornare a casa," disse con un sorriso malizioso sulle labbra.

"Certo," risposi, mentre mi alzavo anch'io e cominciavo a indossare i miei pantaloncini da mare. "Possiamo andare a casa mia in alternativa."

Stella mi guardò con uno sguardo da Troia e un sorriso malizioso e disse con quel suo accento latino meraviglioso: "Sì, mi sembra un’ ottima idea, dai vieni qui!”

Mi tirò verso di lei e mi baciò con intensità. Le sue mani mi catturarono in un abbraccio e le mie le tastarono il sedere senza ritegno o sorta di pudore.

Avere ventitré anni aiuta molto. (continua)

*******************************

Grazie per aver letto la mia storia fino a questo punto. Spero che ti sia piaciuta. Ti invito a votarla e magari anche a lasciare un piccolo commento se ti va.
Non sono uno scrittore professionista e la mia presenza su questa piattaforma è solo un altro modo per essere un po' esibizionista. Per questo motivo, apprezzo molto il fatto di ricevere un feedback.
Le mie storie sono basate sulle mie esperienze e possono essere considerate come dei diari, ma non sono semplici resoconti. Di tanto in tanto li arricchisco con un po' di fantasia per renderli più accattivanti.

“Le avventure a Cuba furono molte. Da due settimane programmate, rimanemmo quasi un mese. Sono passati tanti anni, ma le sensazioni e i ricordi rimangono impresse nella mia mente. Stella è stata la prima vera esperienza. Sicuramente non ero il suo fidanzato e ne tantomeno l'uomo della sua vita. Chissà quante volte aveva già adescato i vari turisti, grazie allo zietto. Tuttavia , sembrava tutto reale e poi, ricordiamocelo, avevo 23 anni! ”


Mi piace sperimentare e conoscere nuove persone per cimentarmi in nuove esperienze. Prediligo al 99% il mondo femminile, ma l'1% è dedicato ad un altro tipo di femminilità che ovviamente avrete potuto capire leggendo i miei racconti passati.

Se vuoi, puoi contattarmi qui su A69 o su T G con lo stesso nickname, giorgal73, per proposte, suggerimenti, commenti o inviti a serate o club per creare la nostra storia o anche per un semplice incontro trasgressivo.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 8.2
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per L'isola delle Opportunità - La discoteca:

Altri Racconti Erotici in Lui & Lei:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni