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Padrona Ramona,Ts bodybuilder 5, La Monta


di Strapps
01.09.2024    |    103    |    0 6.0
"Passarono vari minuti, rimasi appeso lì in attesa..."
LA MONTA

(appeso al soffitto e montato da varie trans brasiliane)





Quando ebbi ripulito il suo cazzo, mi lasciò una cartelletta con delle istruzione e una penna usb e poi mi lasciò per strada con un calcio, fece il dito medio divertita a me che tremavo fuori dall’auto e sgommò via.
Rimasi a guardarmi intorno, periferia di Milano primo mattino, poca gente in giro, freddo e sferragliare di tram.
Non potevo immaginare che quel pompino alla mia padrona Ramona, in un vicolo, in auto, sarebbe stato l’ultimo per altri mesi, speravo che la storia con Yeex finisse prima o poi. Rimasi fermo, infreddolito, sudato per il lavoro di bocca e in gola il sapore dello sperma eccezionale di Ramona. Mi piaceva da impazzire, ma diamine era mesi che non mi filava per niente, non era giusto, ero suo marito alla fine, lavoravo per lei nella vita privata e quella reale, ma avevo dei diritti...diritto del cazzone della PADRONA ogni tanto.
Così tornai alla carica con Serenona e la storia di andare in Brasile, Paolitas fu di grande aiuto, era una persona brillante ed esperta. Contantò un suo amico per agganciare Serenona sui social e lei abboccò. Il boys era vero, ma a chattare e interagire era Paolitas che le diceva le parole giuste ed le spiegavo la mentalità di Serenona. Alla fine si convinse e parlò con Yeex e Ramona, loro due, dopo un passaggio a Roma dove solo Luis potè raggiungerla per una serata, la padrona era in giro per il mondo. Incredibile. Yeex accordò il viaggio a Serenona ovviamente ed io l’avrei accompagnata. Comunicai tutto a Paolita: “Così ci rivedremo culobianco e ti farò passare una seratina da vera troia….” “Non vedo l’ora Paolita…”
mi assicurai che Serenona non parlasse di Paolitas con Ramona, non la ricordai mai per nome, chiesi invece cosa facesse in chat tutto il tempo. Mi disse che aveva conosciuto un brasiliano carino, giovane, dolce. Meglio così per me.
All'aeroporto di Roma Serenona si presentò in vestito stretto, tacchi vertiginosi, tutta rimbambita di pastiglie per dormire, il volto spento, la faccia strana dopo la plastica al naso e il resto, due gambone infinite mezze nude, ovviamente ci fermarono per controlli. Dopo un po’ capirono la situazione e ci lasciarono andare.
Paolitas aveva organizzato tutto: primo giorno Serenona avrebbe rivisto i parenti, il giorno dopo invece aveva appuntamento con Julyy il suo amichetto di internet del quale si era invaghita. Paolitas era stata brava e sveglia.
Dopo i parenti che furono noiosi, ma almeno ebbi modo di sballarmi di erba con i cugini di Serenona, rientrammo in albergo di primo mattino e dormimmo tutto il giorno. La sera aiutai Serenona a vestirsi e truccarsi per Julyy, si era messa un abitino firmato elegante ma da gran troia, poppe in vista, truccatissima, tacchi alti, le chiamai un taxi.
“E tu cosa farai pucciacciotto mioooo?”
“Oh farò due passi, andrò a letto presto. Divertiti, ti aspetto al ritorno. Ma speravo che non sarebbe tornata quella sera. Uscì. Paolitas mi aveva recapitato un pacco e delle istruzioni. Dovevo farmi trovare all’angolo di vja Geerminal con Vja Lunga alle 10 di sera. Il pacco conteneva il mio vestiario: dei pantaloni fino al ginocchio stile rapper una camicia amaranto e scarpe comode. Mi avrebbe caricato una sua amica e la parola d’ordine sarebbe stata: 20 di bocca 50 di culo.
Eccitato mi recai al luogo indicato.
“Sicuro che è qui?” fece il tassita, il posto era squallido, in periferia, poche luci accese, poca gente per strada, auto che passavano veloci sulla Vja Lunga. “Sì” dissi intimorito. Avevo solo il mio cellulare e un documento, pochi spicci nelle tasche. Scesi a mi misi ad aspettare, non era un bel posto. Avevo fifa, camminavo avanti e indietro col cuore mille, arrivò un barbone e gli detti due monete, dei ragazzi in bici presero a fischiare verso di me. Li ignorai fingendo di essere al telefono. Guardavo la strada. Ero impaurito. I ragazzi presero a fischiare più forte e uno si avvicinò. Tremavo. Mi allontanai, ma lui mi chiese una sigaretta, non ne avevo e gli detti una banconota. La prese ed io indietreggia. Non arrivava nessuno. Feci per telefonare a Paolitas. Il tipo mi toccò un bracciò. Urlai di paura e mi allontanai di fretta. Lui non si mosse, ma rise forte e mi mostrò un coltello piccolo che teneva nei jeans. Gridai ancora, nessuno che si voltava verso di me. Arretrai, una paura boia. Quello rideva indicando il coltello. Feci altri passi indietro, una botta al fianco.
Un auto.
“Ahi...feci nell’auto una trans coi ricci rossi.
“20 di bocca e 50 di culo” disse in portoghese. Mi precipitai dentro la Fiat di quella e la ringraziai: “Cazzo che paura!” lei sgommò fino al tipo col coltello, lo squadrò e poi sputo contro di lui. Quindi sgommammo via con quello e i suoi amici che ci veniva dietro in bici. Li seminammo presto e lei fece dei giri per la periferia. Mi fece qualche domanda e mi parlò di Paolitas, quindi ricevette una telefonata. “Ok, fra 20 minuti arriviamo” disse in brasiliano e poi girò in una stradina buia, fece qualche metro e spense l’auto. Ebbi ancora un sussulto. “Ma Paolitas ci aspetta…” “Lo so, ma è qui dietro, rilassati puttanella...eccoti i venti.” e me li mise in bocca, quindi indicò il suo pacco. Aveva un bel cazzo, largo, non lungo, ma una bella base, palle dure. Aveva però una bella ricrescita di peli e l’odore non era il massimo, ma le feci un pompino e lei venne copiosa.
Dopo pochi minuti eravamo da Paolitas. Era vestita da mistress tutta in nero, ben truccata, arrapante. Il suo cazzone era visibile. Mi buttai ai suoi piedi e la ringrazia. L’abbracciai e baciai, lei rispose. Mi dette però dei soldi. “Avanti sarai la mia puttana da monta stasera, ho in serbo per te tanti cazzi, come ti piace?” “Sììììì….non vedo l’ora di riprendere il suo, Bellissima Paolitas…” “Lo avrai...certo, presto!” La trans si accomodò in un angolo e Paolitas mi portò in una stanza di legno sporca e con ciotole e fruste in giro, per terra. Dal soffitto pendevano delle catene e lei mi immobilizzò ad esse, in modo che fossi in una posizione adatta alla monta e comoda per me, avevo le gambe aperte, il culo pronto ad essere scopato ed ero legato braccia e gambe al soffitto. Paolitas scherzò con me sulla cosa di prima coi tipi loschi. “Sei una puttanella da marciapiede….stasera ti guadagnerai in tuoi soldi….” Chiamò la tipa riccia e le ordinò di leccarmi il culo. Lei lo fece con passione e con modi erotici, mi tintinnava il buchetto con la lingua, leccava, succhiava. Mi preparò alla prima monta da parte di Paolitas. Lei si posizionò dietro di me con l’aiuto di Palemelita mi sollevò all’altezza giusta per incularmi e poi lo fece. Mi ficcò il suo bastone nero caldo e duro nel culo e mi scopò. Mentre Paolitas mi montava sentivo arrivare gente, voci di trans, risate, e griolini. Intanto io gridavo di piacere scopato da Paolitas che mi fotteva alla grande, mi teneva i fianchi o mi toccava il petto ma intanto mi montava da dietro e dopo una bella cavalcata mi sborrò dentro a pioggia.
“FEERRRRRMOOOOO adesso col culo, trattieni puttanella!” così mi ritrovai a stringere il culo che invece era bello aperto per la scopata di Paolitas mentre lei prendeva una ciotola e la metteva sotto il mio culo.
“Avanti venite amiche!!! guardate come gode il culo di questa TROIA!!” e mi ordinò di rilassarmi e il seme di lei prese a scendere giù e finire nella brocca.alcune trans vennero da me a salutarmi e baciarmi mentre facevo uscire la sborra di Paolitas. Erano tutte trans grossotte, mulatte, nere, una bianca. “Ok ora che ci conosciamo….avanti bellezze a turno montate questa puttanella bianca….voglio distruggere il suo culo stasera!!!”
Cazzo pensai a Ramona ed ebbi paura, ma poi mi ripresi ed ero eccitato per quella serata.
La prima trans che si fece avanti era una stangona con poche tette e capelli lunghi, si sistemò il mio culo al punto giusto per le sue gambe e me lo ficcò dentro. Era piccoletto rispetto a Paolitas ma la tipa era una che sapeva scopare. Mi leccava l’orecchio mentre mi sbatteva e venne nel mio culo. Pamelitas raccolse la sborra quando lei ebbe finito e venne avanti una mulatta grassa con una bella mazza. Il mio culo era bello aperto e pieno di seme delle sborrate precedenti, così quel cazzone entrò facile, ma la tipa era una safada e sapeva montare una cagna affamata di cazzo come me. Mi scopò e mi sbattè alla grande e poi mi venne dentro. Quindi se ne andarono tutte eccetto Paolitas: “Voglio giocare ancora un po’ con la mia puttanella italiana...fino adesso ti è piaciuto? Vero puttanella?”
“Oh...io...oh...sì…...Paolitas sei stata favolosa e le tue amiche…
“ok...lo sapevo...bene...sei stato bravo...ma non è finita..” prese una benda rinforzata di velluto caldo e me lo mise sugli occhi. Buio. Sentivo solo il suo profumo intenso. “La monta continua bellezza...ma senza che tu possa guardare...mi eccita…” e mi baciò sulla bocca, quindi mi fece bere dell’acqua, prendere delle vitamine e se ne andò. Rimasi al buio, legato al soffitto, pronto per una nuova monta, il culo aperto e già scopato da vari cazzi brasiliani che gocciolava sborra nella bacinella sotto.
Ero eccitato e strapazzato dal servizio precedente. Non osavo pensare al secondo giro...pensai però anche a Ramona, se avesse saputo tutto ciò rischiavo molto, la cosa mi terrorizzava ma mi eccitava. Per punirmi avrebbe dovuto almeno vedermi...da quando era con Yeex per me era sparita, almeno fisicamente, ma anche nel controllo della mia vita. Cioè si faceva sentire di rado, dava tutto per scontato, ma ora ero lì in una favelas brasiliana pronto a ricevere una seconda monta da parte di sconosciute. Al buio udivo bene le urla, le risate, i bicchieri che cozzavano provenire dall’altra stanza. Passarono vari minuti, rimasi appeso lì in attesa.
Pamelitas venne a vedere come stavo, mi allentò un poco le corde ai polsi e poi uscì. Ancora risate, grida, bicchieri. Ero eccitato e intimorito. Ancora passare di minuti poi la porta si aprì di colpo e un trans iniziò a toccarmi a regolare le corde come le piaceva. Doveva essere piuttosto bassa perché Paolitas l’aiuto a mettermi meglio con fatica. Ma il suo cazzo era bello consistente e mi scopò mentre io non vedevo niente sentivo solo le mani di Paolitas sul mio petto e il cazzo della trans che mi scopava. Venne presto e Paolitas mi rimise in posizione perché potessi far uscire il seme dal mio culo dentro l’anfora sotto. Dopo qualche altro minuto arrivò una trans alta che ebbe più facilità a montarmi nel gioco delle corde, Paolitas le dava una mano. Quando il suo cazzo lungo fu dentro di me, si aggrappò ai miei fianchi per scoparmi con rabbia e velocità. Paolitas mi mise delle dita in bocca da ciucciare mentre quella mi montava da dietro. Venne anche lei molto presto, ma con una vera pioggia di seme che poi feci sgocciolare giù mentre Paolitas chiamava un’altra amichetta. Questa era di media statura ma con bel pezzo di cazzo nero(almeno pensai dal suo profumo, dalle sue dimensioni e dalla voce)da infilarmi dentro mentre Paolitas mi toccava il cazzo. La trans mi sbatte con lentezza, il suo uccello era bello caldo e gonfio e me lo fece sentire a lungo prima di iniziare a montarmi come le altre, intanto la mano di Paolitas mi aveva fatto venire e lei mi baciò mentre la trans raggiunse il suo orgasmo e fui lasciato di nuovo solo a sgocciolare sperma caldo dal culo in un recipiente sotto.
Non sapevo quanti cazzi mi avevano già montato, ero venuto analmente più volte e ora anche con la mano di Paolitas.
Dopo un passaggio di Pamelitas per acqua e vitamine restai ancora da solo. Ero stanco ma ancora eccitato. Non vedevo niente ma sentivo che le voci nell’altra stanza diminuivano e la porta si sbatteva più volte. Ancora minuti appeso nel vuoto, il culo devastato dai cazzi, dolorante.
Tornò Paolitas e mi chiese come andava. Risposi che ero stanco, ma felice. Mi lasciò solo. E dopo che passò ancora del tempo tornò Paolitas, si sistemò dietro di me e leccandomi il collo: “Sei stata brava puttanella, hai resistito alla monta, brava….ora finisco io e poi sai cosa ti aspetta…”
mi ficcò la sua bestia nera dietro, era la più grossa che avevo preso quella sera, Paolitas...che roba. Mi scopò con leggerezza senza spaccarmi il culo già dolorante, ma dopo avermi fatto godere ancora con la mano mentre avevo il suo cazzone piantato nel culo, si prese la sua dose di puttanella bianca e mi montò anche lei come ore prima e mi sborrò dentro. Mi lasciò a sgocciolare nell’anfora e se ne andò.
Per fortuna Pamelitas tornò subito.

Pamelitas raccolse e mi mostrò la bacinella già bella pienotta di sperma di trans. Paolitas mi fece riposare un attimo, bere qualcosa, stendermi due minuti, quindi Paolitas venne a prendermi e finalmente mi liberò gli occhi e dalle catene. Ero sfinito. Il culo distrutto.
Paolitas mi obbligò a bere la bacinella colma di sborra brasiliana, era tanta sborra. Calda e meno, densa, speziata, mista. Non fu facile, fra lacrime e schiaffi di Paolitas mi dedicai al compito. Mi ci vollero minuti per finirla tutta. Ne rimase ancora una parte sul fondo e allora Paolitas prese l’anfora e versò il contenuto sulla mia faccia sotto le sue gambe.
Paolitas mi ordinò di non pulirmi la faccia voleva che dormissi con tutta la sborra sulla faccia, sui capelli, sul collo. Per umiliarmi. “Come una vera puttana di strada, con un bukake di sborra brasiliana!!!!!”














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