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LA PUTTANA DELLE MONTAGNE 9 - VIAGGIO AD OVEST CON LA MIA PAPPONA TRANSEX.
di Strapps
20.06.2023 |
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"“Dove sono i soldi?” era vestita con una tunica nera e rosa, alta come Sugar, la stessa pelata, la bocca grossa e sotto tutti quei denti dorati..."
Così iniziò la mia nuova vita in città come puttana di strada. Il giorno lo passavo sul mio marciapiede nella strada assegnatami da Sugar: 600 metri, contati e verificati più volte, dall'angolo fra la 524Ovest e la 27th, la sera quando smontavo tornavo da Sugar, vivevamo assieme come lei aveva promesso. Dopo i primi giorni di assestamento presi il ritmo, essere forgiati al freddo della montagne per una puttana faceva la differenza:ero pronto a tutto(in realtà Sugar mi dette anche una piccola pistola da donna da tenere nella borsetta oltre ad un cellulare per comunicare solo con Lei) in città poi la clientela era migliore, più tranquilla, meno pazza e con qualche soldo per le mance. La tavola calda era sempre affollata, mi conoscevano tutti, passavo lì ore quando pioveva o quando gente in giro poca, ero un ottimo cliente anche, 2 pasti al giorno, succhi di frutta, banane, gelato...Sugar infatti oltre a passarmi un piccolo fisso settimanale mi lasciava anche il 30% delle mance, così io mi impegnavo molto per ottenere le mance. Con i soldi miei potevo comprarmi del cibo, scarpe, vestiti, presto mi feci un bel guardarobino, impensabile da Mammie. Dalla tavola calda passavano anche le altre pappa della gang di Sugar, in particolare Priscilla e Jim con le loro tuniche sgargianti e i cappelli, mi trattavano come una loro troia di scuderia(ne conobbi molte in effetti)ma sempre in presenza di Sugar. La vicinanza con una stazione di polizia era una vera fortuna, vero che prima di arrivare da me potevano fermarsi in buoni bordelli sulla strada, ma io e le altre troie dell'isolato, facevamo prezzi più bassi e poi a molte poliziotte transex piaceva essere abbordate per strada, essere corteggiate, spinte a fare un giro...così pompini e quel bel servizio di culo da 30 crediti+mancia ci scappava spesso. Alcune preferivano andare nei vicoli per il brivido di essere viste, altre invece salivano con me nella stanzetta affittata da Sugar: un letto, pochi oggetti, acqua calda, un bagno a vista, niente altro. Quando tornavo a casa da Sugar prima gli consegnavo i soldi, poi gli baciavo i piedi in ginocchio, quindi gli anelli alle mani, poi secondo i suoi umori o mi prendeva in braccio e mi coccolava fra lunghi baci e carezze oppure mi prendeva a schiaffi perché era solo nervosa o incazzata inventandosi scuse assurde. Ma io ero contento: Lei era la mia boss, la mia Pappa e la mia fidanzata, se mi picchiava era suo diritto, la amavo per le botte tanto da stuzzicarla quando non era in serata, ma anche lei mi voleva molto bene, quando mi coccolava sotto il letto, quando mi faceva leccare per ore le sue tette o il suo culo o quando mi baciava con passione estrema.Ovviamente Sugar non era sempre in casa, Lei andava e veniva spesso anche senza dirmi niente. Stava fuori anche giorni, settimane, da Markey o da Lou o con gli altri pappa nei night a spendere i soldi fatti dalle loro troie.
Quando tornava ero contento e facevo di tutto per farla felice. Si fidava di me alla fine non sarei scappato e non avrei imboscato soldi(cosa che però pensai di fare tante volte quando lei non c'era per giorni), sapeva che al ritorno mi avrebbe trovata ad attenderla contento, in ginocchio pronto a baciare i suoi piedi.
Altre volte era routine che fosse a casa per intere settimane, guardavamo la tv o giocavamo a dama e carte oppure facevamo sesso o robe così, mi portava anche spesso a cena fuori.
Una sera Sugar entrò in casa infuriato urlando e sbattendo il bastone. Cercai di calmarlo ma Lei sbraitava incazzata. QUELLA TROIA DI LOUUUUUUU!!!!!! MALEDDATTA ZOCCOLA BIANCA!!!!!!E' SCAPPATA, CAPISCI??????????
Mi raccontò di Lou che era fuggita con un ricco cliente del Sud del Territorio Transex. Sugar era infuriato: Lou lo aveva fregato, oltre a fuggire si era portava via anche dei soldi e degli anelli di Sugar. Fece una valigia e mi disse: “Vado con Marky a cercarla,starò via qualche tempo, non so...Jim ti terrà d'occhio! Vado!” prese la borsa e uscì, lo rincorsi per abbracciarlo e baciarlo ma Lei era troppo incazzata per degnarmi di attenzione.
Io mi misi a fare la vita di sempre battendo sull'isolato, notizie di Sugar e Marky molto poche.
Una sera passò Jim e mi portò a casa sul suo pick-up giallo.
“Dove sono i soldi?” era vestita con una tunica nera e rosa, alta come Sugar, la stessa pelata, la bocca grossa e sotto tutti quei denti dorati.
“Nel cassetto dove li metto ogni sera.”
“Perchè non in cassaforte?”
“Perchè non ho la combinazione..e.
Mi mollò uno schiaffo: “Ehi puttana, Sugar mi ha detto di tenerti d'occhio e prendere i soldi, ne sta spendendo parecchi per ritrovare Lou...”
Lo schiaffo era stato forte e mi doleva la mascella.
“….scusi Signora...non volevo mancare di rispetto...i soldi sono nel cassetto...” e gli baciai la mano in segno di assoggezione ai voleri di Sugar e ai suoi.
“Ok, va bene.”
prese i soldi ed uscì.
Due giorni dopo venne a prendermi ancora col pick-up era pomeriggio presto però, avevo appena finito di spompinare una poliziotta transex in un vicolo per 20 crediti, quando Lei, alta, imponente, la tunica bianca, mi fece segno di seguirlo. A casa prese i soldi e andò alla porta: “Adesso io vado in un posto. Torno fra 30 minuti, 1 ora al massimo, tu lavati, improfumati, vestiti eleganti e fatti trovare pronta, ti porto a mangiare fuori. Ho parlato con Sugar, e mi fece vedere un messaggio, che potevo disporre di me – e lei è d'accordo. Ciao!” e uscì.
Feci quanto ordinato e mi feci trovare in gonna, sneakers bianche nuove, canotta rosa, un filino di trucco agli occhi, burro di cacao, pelliccia sintetica della montagna. Lei mi trovò in ginocchio in attesa dopo 45 minuti. Lei mi fece alzare: “Perfetto baby..mi piace questa tua aria sexy da troia e da ragazzetto innocente...” mi palpò il culo e mi condusse fuori città, correndo spedita sulle highway. Cenammo in un ristornatino e lei parlò molto, ma volle sapere anche di me, dell'orfanotrofio, del bordello di Mammie, della volta che ero andato vicino ad essere preso in casa da una poliziotta Transex di Classe A come schiavo-domestico in un appartamento di super-lusso con altri schiavi bianchi come me.
“Ma adesso sei innamorata persa della tua Pappona, SugarChubby...non è vero?”
“...ehmmmm...sì, lo sono, Sugar mi ha dato stabilità e anche un poco di libertà, soce che non ho mai avuto nella vita prima di incontrarla...cioè prima che mi comprasse da Mammie...e sono...contento di essere la sua puttana e la sua amante...”
“Ah ah...che carina...ma che ingenua...lo sai vero che Sugar tratta come te altre troie? E quando cercherà un altro per andare in montagna?”
Ordinai un Martini. Jim rideva con i denti dorati che scintillavano.
“...lo so...mi sta bene...e poi non so..”
Lei mi fece bere due Martini, più del dovuto ed ero completamente ubriaco quando nella sua macchina gli feci un pompino. Ricordavo quel cazzone nero che mi aveva “battezzato” con l'avvallo di Sugar una delle prime sere di ritorno dalla montagna, ma quella sera fu bello ritrovarlo: era bello grosso, lungo, massiccio, esteticamente più bello di quello di Sugar per dei canoni classici, ma io adoravo il cazzone di SugarChubby la mia Pappa e padrona.
Ad ogni modo spompinai ben bene il cazzone di Jim guardandol negli occhi, fissando la sua pelata lucida come quella di Sugar, lei sotto le labbra rosse intenso sorrideva con i denti dorati e mi riempiva la bocca di sborra calda e densa.
Quando terminai Lei si voltò di scatto verso il finestrino e gridò: CAZZO FAI TU IDIOTA?
E scese minacciosa dal pick-up, vidi appena la scena, ma c'era un uomo che si stava masturbando mentre facevo il lavoretto di bocca alla pappona. Quello provò a scappare ma Jim lo riprese subito, lo sbattè a terra e lo riempì di botte. Quello piangeva e si copriva la testa. “Adesso come minimo mi paghi per quello che hai visto...” disse e gli prese dalle tasche delle banconote. Quello si ricopose esi rialzò.
Io usci dall'auto e vomitai in un angolo. Jim mi dette una mano e mi pulì, quando tornammo al pick-up il tizio era ancora lì fermo. “Ehi fottiti via da qui, stronzo!”
Lui non si mosse, mi fissiva.
“Cazzo vuoi ancora?”
“...ecco...era proprio brava la tua amica…
“Vuoi che ti spacchi la testa?” urlò Jim brandendo il bastone.
“..no...noo...ecco...io ho altri soldi…
il volto della pappa si illuminò. Il tipo le passò delle banconote. Lei le prese e le nascose nella tunica. “Per questi la mia troia può finire il lavoro che avevi iniziato...”
“Dai...no...Jim...sto male...” piagnucolai. Lei mi mollò due schiaffi mentre il tipo rideva coi denti storti. Mi trascinò per il collo davanti all'uomo. Era piccolo, brutto, puzzava. Gli abbassai la patta dei pantaloni e sotto aveva un cazzetto modesto già eccitato. Lo presi in mano e mentre la pappa mi osservava e annuiva masturbai il tizio che venne subito.
Mi pulii la mano e vomitai ancora mentre il tipo provava a toccarmi il culo.
La pappa gli rifilò una bastonata sulla schiena e quello scappò via.
Mi risvegliai nel mio appartamento la mattina dopo. Avevo mal di pancia e di testa, così me ne stetti a casa.
Sugar tornò una sera per prendere dei vestiti e dei soldi e andò via ancora.
Continuai a battere nel mio isolato, mangiare alla tavola calda, vedere ogni tanto Jim che passava a prendermi e mi portava a cena fuori, mi faceva ubriacare e poi si faceva fare un pompino nel suo pick-up.
Una sera Sugar tornò. Era stanca, infuriata, nervosa, stava sempre al telefono, provai a calmarla con un bel massaggio dei piedi, ma lei era troppo adirata. Quando smise di telefonare, le preparai un robusto cocktail e le baciai le mani: “Bentornata Sugar mi sei mancata tanto...” Lei prima mi dette uno schiaffo ma poi mi prese sulle ginocchia e mi baciò in bocca a lungo con passione. Ero eccitato. Lei bevve e mi spiegò: “Grosse novità cara mia...Lou è sparita per sempre...anche Markey...l'ho passato a Priscilla per una bella somma, quella che mi serve per il mio viaggio...”
“Che viaggio?” anche Markey era andato? Allora rimanevo solo io con la pappana SugarChubby, la strinsi con amore e baciai il suo collo sudato e profumato di transex.
“Sì, un lungo viaggio, prima infatti devo riposarmi un po'...riprendere le forze, far sistemare la mia macchinuccia e poi partire per ritrovare i miei anelli, anelli di famiglia, importantissimi, Lou li ha impegnati in un posto del cazzo ad Ovest del Regno Transex..”
“Accidenti! Lontanissimo...ci vorranno giorni con l'auto...”
“Sì, puttanella per questo ho bisogno di soldi...penso di fare tutto in una settimana forse due...dipende dall'automobile...e altri fattori, ma da solo dovrei cavaemela…
“Perchè solo baby? Portami con te!”
“Ah grazie puttanella, so che ti manco...ma da solo ho meno spese, non devo stare dietro a nessuno e…
“Aspetta Sugar pensaci: io non consumo molto, il gelato mi basta lo sai...e poi durante il viaggio potrei esserti molto utile?”
“E come puttanella?” e mi baciò.
“Pensaci babe: ti farò compagnia, termos col caffe e pompini mentre guidi. Nelle soste magari potrei battere nelle zone dei camionisti e così porterei soldi al mio pappa...e poi...la sera avrai un corpicino caldo da usare per scaldarti..”
“Ah la mia TROIA!!! - e mi baciò sulla testa – lo sapevo che eri una vispa e astuta...ma hai ragione, mi saresti utilissima in viaggio...certo qui guadagneresti di più...accidenti...anche questo è un fattore...”
“Ma Sugarbabe….è solo un viaggio...e poi lavorerò per te..anche le mance...”
“Oh la mia troia vuole proprio venire in viaggio col suo Pappa…
“Sì lo voglio tanto Sugar...portami con te...” e gli baciai le mani e gli anelli.
Così dopo un paio di giorni partimmo. Avevo lavorato sodo per convincere Sugar e lei era contenta alla fine. La prima tappa fu la città di M. a 550km da casa nostra. Cenammo in una tavola calda e io rimediai un pompino in bagno, così che Sugar si comprò una bottiglia di gin e se ne scolò mezza in un motel sulla highway. Io lo baciavo mentre era distesa sul letto e beveva, baciavo le sue gambe, l'interno cosce, il ventre grasso, i rotoli di carne, leccavo il sudore dei suoi pori, baciavo le sue tette grosse e gli toccavo il cazzone grosso. Ma lei si addormentò sfinita per il viaggio.
Il giorno dopo andando sempre a Ovest incontrammo vento e neve e ci dovemmo fermare in un motel perché l'auto slittava troppo e il riscaldamento faceva le bizze. Eravamo in mezzo al niente fra la highway e la campagna piatta e innevata. Sugar era incazzata perché eravamo costretti ad attendere un pezzo di ricambio da WJ.Mi vestii da troia e mi misi nella hall del motel sperando che entrasse qualche viaggiatore solitario in voglia di fare qualcosa. Ma non c'era nessun giro in quel posto, provai ad abbordare due transex nel parcheggio, ma quelle mi mandarono a fanculo.
La sera però vidi entrare nel motel una puttana in compagnia di un cliente, presero una camera e uscirono una ventina di minuti dopo, il cliente andò via e quella mi notò subito e venne da me. Era una donna sulla quarantina, bassa, con stivali da cowgirl e una pelliccia bianca pesante, aveva una faccia simpatica. “Ehi ragazzo...se pensi di rimediare qualcosa qui sei fottoto...devi andare a GH.a 20 miglia da qui...e..”
“Grazie cara..posso offrirti un Martini?”
“Certo cara...andiamo..come dicevo..”
“Non posso allontanarmi da qui, io e il mio pappa abbiamo l'auto in panne e dobbiamo aspettare un pezzo di ricambio da WJ.”
“Merda che schifo, cara...una bella rogna...ma ti ho detto qui non si batte chiodo...ci ho provato pure io..” parlammo bevendo e la tipa, Karla, si dimostrò molto simpatica e carina, alla fine per sdebitarsi del Martini mi passò una bustina di erba: “Così potrete divertirvi in camera in attesa...”
La ringrazia, ci abbracciammo come due vecchie troie di strada che si conoscevano da anni e salii in camera da Sugar: “Ehi Babe, ho due notizie, una buona e una cattiva..” “Parla stupida e basta...”
“Ho conosciuto una troia che lavora in zona e mi ha detto che qui non si batte, nada, nothing...impossibile...ma mi ha dato questo per trastullarci qui in camera...” e gli detti l'erba.
“Oh, cazzo babe...è un bel po' che non mi faccio quella roba, mi piaceva un tempo...”
Io mi ricordavo delle giornate a casa della Poliziotta di Classe A a giocare alla play e fumare erba fra noi schiavi personali…
Sugar preparò un joint e ce lo fumammo sul letto mentre fuori cadeva una fitta nevicata. Quando fummo belli stonati entrambi ci scambiammo effusioni sul letto, io abbracciata al suo corpaccione debordante, la faccia fra le sue tette, il suo collo, la sua bocca, ammiravo la sua pelata luccicante: “Oh adoro la tua pelata SugarChubbyCara...mi fa impazzire..è bellissima...e anche gli orecchini che porti sempre ti stanno benissimo..” farfugliai strafatto e felice. Lei mi baciò con la sua lingua che mi rapiva e poi mi fece: “Mi è venuta una voglia...” “Oh sì, sì – squittii io tutto allegro – sì, qualsiasi cosa per la mia Pappa...come posso servirti?”
“E' del tempo che non sento la tua linguetta da troia che lecca il mio culone nero...”
“Vero Sugar ma tu sei stato via così spes
un piccolo schiaffetto ma leggero per farmi tacere.
“Vieni!” mi prese per i capelli e mi fece uscire dal letto, si mise contro il muro, tenendosi con le braccia, aprì le gambe e mi inginocchiai davanti a quel grosso culone nero, bello da impazzire, con tatuaggi e segni del tempo, mi feci strada con la faccia fra le natiche e mi misi a leccare il buco del culo del mio pappone SugarChubby. Leccai strafatto quel buco grosso e liscio, infilai la mia lingua mentre la mia padrona sopra gemeva di piacere anche lei fatti di erba. Leccai e baciai, adorai quel culone dal sapore di ebano e transex, lei apprezzava molto, mi teneva la testa dentro le sue chiappe enormi oppure mi lasciava libero di leccare in profondità.
“Ohhhhhhhh...sììììììì che linguaaaaaa…..troietta continua cosìììììì….ohhhhh…..cosììììììlecccccaaaaaaaaa” io le toccavo anche il grosso scroto, le palle cadevano verso il basso a portata di mano e le toccai e massaggiai mentre lei sopra contro il muro lo apprezzava. Poi si voltò di scatto, mi prese la faccia e me la mise sotto il suo cazzone : SUCCHIAMI LE PALLE TROIETTA VOGLIO VENIRTI IN FACCIA!!!! e si prese il cazzo in mano mentre io iniziai a succhiare avido le sue palle nere e donolanti. Erano belle grosse e la pelle spessa. Sopra la mia faccia Sugar si masturbava il cazzone e mi sparò un fiotto di sborra calda in faccia, sui capelli, sugli occhi, mi riempì la faccia e quando tolse la mano mi misi a succhiare quanto rimaneva della venuta abbondante della mia pappona con la faccia tutta coperta di sborra calda.
Dopo la doccia, mangiammo gelato sul lettone mentre fuori nevicava.
Il giorno dopo finalmente arrivò il pezzo dell'auto e prima di pranzo ripartimmo per Ovest. Sugar guidava con me accanto che le tenevo compagnia: cambiavo stazione radio, le servivo il caffè, parlavamo, gli toccavo il cazzo se le andava oppure mi tenevo abbracciato alla sua braccia forte, possente, calda, transex.
Ci fermammo solo per la benzina e il caffè, quando fu notte ci fermammo in una tavola calda che però era chiusa. Nel parcheggio solo un grosso tir rosa e nero e una cabina del telefono.
“Ok, per stanotte dormiamo qui e ripartiamo all'alba. Ci pensi tu alla cena. Voglio qualcosa di caldo...fagioli e carne...mais...pomodori..”
“E scusa Sugar dove trovo per scaldarti quella roba in scatola? Qui?”
lei mi mollò uno schiaffo.
“Vedi quel tir? È roba di classe, di sicuro hanno per scaldarti un pasto, magari rimedi pure un pompino troietta...”
“...scusa Sugar...vado..” dissi toccandomi la faccia colpita prima dal manrovescio di Sugar. Presi i fagioli e il resto e uscii dall'auto. Fuori faceva un freddo boia e pioveva neve ghiacciata. Bussai al tir e si accese una luce, una telecamera mi fissava da un angolo. Passarono alcuni secondi poi una donna vestita con una tuta rosa e bianca attillata, sulla sessantina, capelli bianchi, volto scavato, pieno di rughe, una bocca piccola e pitturata di rosa così come gli occhi mi aprì: “Cazzo vuoi puttana?”
“Scusi signora...scusi tanto...ma vede...sono col mio Pappa..
“Vieni dentro che entra aria ghiaccia!”
“...sì, grazie...dicevo...sono qui col mio Pappa e lei vuole della carne calda, ho tutto con me...ma non per scaldare….e...se Lei…
Mi squadrò perplessa.
“Ok troia, ma sbrigati!” e si mise a guardare la tv. Il camion era veramente roba di classe, pieno si specchi, pulitissimo, elettrodomestici, tv portatili e la cucina era piuttosto ampia. Mi misi a cucinare e provai a parlare con la donna. Le raccontai che andavamo a Ovest perché il mio Pappa doveva recuperare dei gioielli.
“Ok, ho capito...da quanto fai la troia?”
“...da quando ho 18 anni, non ho fatto altro. Dall'orfanotrofio sono stato venduto da due poliziotte transex a un bordello in città e ci sono rimasto alcuni anni...poi SugarChubby..
“Il tuo Pappa?”
“Sì. Mi ha comprato dalla tenutaria del bordello e mi ha portato con sé…
“Una storia banale la tua...”
Alzò le braccia per stirarsi, aveva un fisico asciutto, sotto la tutina rosa spuntavano delle tettine cascanti con piercing e notai che sotto le ascelle aveva lunghi peli. Così mi buttai: “Sa Signora che ho molte clienti che adorano farsi leccare le ascelle? Sono molto bravo in quello...25 crediti e le faccio un lavorino eccezionale..” lei rise e mi toccò il volto. “Non ne dubito puttanella...non ne dubito...ma non mi interessa….non mi piacciono i maschietti- troietta come te...”
“Ma Lei è sola qui...la notte è lunga...facciamo 20 crediti...”
“E chi è sola?”
Mi guardai attorno e non vidi nessuno.
Lei andò ad un anta sul pavimento di legno e la tirò. C'era una gabbia con le sbarre e dentro qualcuno. Lei si accucciò e colpì le gabbia. “Sì Signora, sono sveglio, Signora.”
Lei aprì la gabbia e un ometto basso vestito di lattex nero con una maschera da topo in faccia e una coda finta che gli sbucava dal culo fu in piedi accanto a noi.
“Lui è Gino il Topino. Mio marito.”
“...piacere….” dissi imbarazzata. La donna si sedette sul sedile girevole del camion e l'uomo si mise sotto le sue gambe a mò di sgabello. Io finii di cucinare, ringrazia e tornai dal mio Pappa. “Brava troietta...ha un buon sapore...brava….”
“Grazie Sugar, ti devo raccontare tutto di quella donna del camion...senti qua...”
Raccontai e lei mangiò la zuppa di fagioli e carne calda, mi concesse di mangiare delle merendine anche a me e poi ci coprimmo sotto la grossa coperta della montagna mentre fuori faceva molto freddo. La zuppa fece presto effetto e dal culo di Sugar iniziarono a scoppiare gas pesanti e puzzolenti, ma era quello che ci voleva in quel freddo sotto le coperte. Lei mi teneva abbracciata a sé: calda e protettiva e il caldo dei suoi peti. Mi sentivo al sicuro con la mia pappona: lei aveva il bastone vicino a sé, la pistola sotto il sedile, il suo cazzone era nel solco del mio culo, lo sentivo grosso e pesante, lei mi ronfava sul collo ed io ero preso da lei, dai suoi profumi intensi di sesso e transex e dai suoi gas puzzolenti.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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