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PRIGIONE TRANSEX II - CAPITOLO 3 - PRIMO POMPINO IN PRIGIONE
di Strapps
09.06.2022 |
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"“Se ti cade di mano ti spacco la faccia!”
Provai a buttare giù ancora ma era difficile..."
Il supplizio andò avanti per ore: mi riempiva dei suoi afrori dal buco nero e poi mi costringeva a leccarle il culo mentre lei rideva soddisfatta. Piano piano iniziai ad abituarmi all'odore foerissimo delle sue scorregge e mi sforzai di ignorarlo o farmelo piacere in qualche modo anche se non era facile. Le pause per farmi riprendere fiato, bere e respirare erano una benedizione, ma lei era una vera stronza e voleva umiliarmi al massimo e farmi capire chi comandava. Mi sputò un paio di volte in bocca e mi ordinò di riprendere a leccare il suo buco del culo dal quale ogni tanto sparava le sue puzze dritte nella mia bocca o nel mio naso.Alla fine si alzò dal letto e mi portò al cesso, si sedette e si liberò. Dovetti stare lì con la faccia ai suoi piedi mentre lei ci dava sotto e cagava. L'odore era tremendo ma oramai, dopo 2 ore di supplizi, ci ero abituato. Prima di tirare l'acqua mi afferrò il collo e mi spinse la faccia vicino all'acqua dove galleggiavano avanzi della cena. Mi venne da vomitare ma lei mi tirò fuori e mi sbattè a terra. Tirò l'acqua e poi venne sopra di me. Era nuda, grossa con le poppe cadenti, la faccia incazzata, era anche ubriaca perché non aveva fatto che bere tutta la sera, mi puntò il cazzo sulla faccia e pisciò. Mi innondò di piscia calda e forte, sul corpo, sul volto, sui capelli. Quando ebbe finito mi mollò uno schiaffo: “Lavati lurida troia e poi preparami una tazza di latte caldo!”
Mi ficcai sotto la doccia e mi sentii una troia veramente. Avevo sopportato di tutto da quella stronza e quella sera era stato pesante. Ma non avevo scelta, 5 anni prima che fosse rivisto il mio caso…
preparai il latte caldo con un goccio di miele e lo servii alla padrona. Lei sonnecchiava alla tv, ne bevve pochi sorsi. Mi misi a farle un massaggio ai piedi. “Umm bravo, mi piacciono le buone iniziative come questa, continua.” esegui il massaggio e lei si appisolò. Prima di addormentarsi mi disse che avrei dormito fuori ma che potevo terminare il latte caldo. Lo buttai giù tutto era la cosa più buona che provavo in quel posto. Mi sistemai fuori dalla cella e stanco morto mi addormentai subito e il giorno dopo fui svegliato dal solito piscio di una transex di passaggio. Era una tipa cicciottella bianca, bionda con un grosso seno, vestita con una maglia lunga bianca e azzurra. Assieme a lei un uomo legato in modo strano: poggiava su una gamba sola, l'altra infatti era bloccata dietro con una corda che andava a finire alle sue palle e poi salivano al collo. L'uomo era piuttosto muscoloso ma era coperto di sudore dallo sforzo di tenersi in piedi su una gamba sola, saltellava e soffriva. La tipa finì di pisciarmi addosso e poi rifilò uno schiaffo all'uomo. Questo non portava l'anello al naso mi accorsi e aveva la fascia bianca, quella sopra la mia. “Ti ricordi quando un mese fa dormivi fuori dalla mia cella?”
“Sì Padroncina”
“E tutte le mie amiche ti svegliavano come ho fatto io adesso con questo stronzo?”
“Sì Padroncina”
“Ancora ne avete da fare di strada voi due… - e mi rifilò uno schiaffo - ...ma è la cosa carina di questo posto, l'educazione dei novizi...”poi strattonò l'uomo via con sé.
Bussai alla cella della padrona e lei mi fece passare. Mi concesse di lavarmi e poi preparai subito la colazione. Lei mangiò la frutta e il ciambellone ma gli avanzi erano molti e roba ottima.
“Ok, massaggi e adorazione piedi ci siamo.
Leccare culo: da rivedere, ma tutto sommato può andare
Adesso passiamo a qualcosa di più sostanzioso...”
Pensai al suo cazzo, ma lei prese una tazza da caffè se la mise sotto il cazzo e la riempì di piscia.
“Bevi!”
trasalii e distolsi lo sguardo.
Mi arrivarono subito due schiaffi e poi un terzo. Mi venne da piangere.
“Bevi o ti riempio di schiaffi fino a domani mattina!”
Mi tremavano le mani mentre le avvicinavo alla tazza, l'odore pungente dell'urina era lì. Altro schiaffo. “Avanti o perdo la pazienza!”
Presi la tazza. Il colore era giallo intenso. L'odore fortissimo. Lei mi colpì ancora sulla testa. Buttai giù un sorso per farla smettere. Mi venne da vomitare e per poco non mi cadde la tazza. Lei però l'afferrò prima che cadesse. La posò a terra e mi tirò due ceffoni violenti. “Se ti cade di mano ti spacco la faccia!”
Provai a buttare giù ancora ma era difficile. Lei mi colpì ancora forte sulla faccia.
“Adesso ti sistemo io, brutta troia!” prese un plug e lo sistemò a terra, mi fece mettere a culo in aria e sputò più volte nel mio culo, quindi lo saggiò con un paio di dita. “Bene si sta aprendo questo culetto, lo voglio al meglio quando ti sverginerò davanti alla mie amiche – e spinse più forte facendomi urlare di dolore – voglio dare una festa: Il Party del Culobianco Vergine Ah Ah Aha sarà divertente, ok ci siamo..”
E spinse un terzo dito nel mio culo e poi ravanò facendomi un male cane. Quindi li tolse: “Adesso ti siedi sul plug ti sistemi e ti bevi tutta la tazza. E non ti alzi fino quando non è finita!” Mi aiutò a sistemarmi sul plug che mi si ficcò in culo facendomi male e lacrimare, mi beccai una serie di schiaffi e poi lei mi mise in mano la tazza.
Trattenendo conati di vomito iniziai a sorseggiare piano, ma mi accorsi subito che era uno strazio, il plug mi premeva e allargava il culo e ogni sorso mi faceva sentire male. Così presi coraggio e buttai giù tutto in un paio di sorsate. “Oh, brava la mia cagnetta...ok...puoi riposarti adesso, nel pomeriggio inizierà una nuova prova...” e si toccò il pacco mentre sorrideva.
Mi riposai un poco mentre Trix era uscita per andare a parlare con una transex. Avevo in gola il sapore della sua urina, ma bevvi del latte e mangiai un paio di banane. Poi mi rimisi sul letto ad attendere il ritorno della mia padrona. Lei mi svegliò con un paio di sculaccioni sul culo. Era a fianco del letto, in mano la tazza di prima e dentro il suo cazzo moscio. “Pensavi che una fosse sufficiente? Imparerai a bere molta mia urina, troietta...qui non siamo in un quartiere bianco come il tuo, qui sei nella prigione, nella mia cella...aha aha ahha”
Pisciò nella tazza e me la porse, la buttai giù in un sorso e alla fine non mi sembrò cattiva come quella di prima.
“Adesso passiamo ad un altro addestramento...” sulla soglia della cella apparve un ragazzo con un ciuffo di capelli viola, l'anello al naso, un volto molto giovanile e delicato, portava degli occhiali da sole e una canotta, dei jeans strappati e sneakers, era molto bello nei suoi tratti asiatici del volto. Era piuttosto basso, ma un bel fisico atletico.
“Ok, lui è Wang o Weg, non ricordo”
“Wag” fece lui senza guardarla, Trix non lo colpì o altro, si limitò a fissarlo un po' truce.
“Ok, adesso passerai alcune ore con Wag che ti insegnerà a fare i pompini, quando sarai bravo abbastanza e Wag darà l'ok, potrai passare al mio cazzo. Intesi?” e mi tirò un ceffone. “Sì, Signora”
“Oh pensavi che avrei dato in pasto ai tuoi denti il mio cazzo?” e altro schiaffo.
“No Signora”
mi dette un calcio, Wag mi afferrò per il collare e mi portò nel bagno. Aveva una borsa con sé, l'aprì e iniziammo.
“Ok, ripeti tutto quello che farò io, ok?”
Annuii. Lui mi tirò un ceffone. “Devi rispondere sì o no, sempre, intesi?”
“Sì”
Prese a toccarmi la mascella, la bocca, l'aprì e controllò bene. Mi dette un collutorio e mi fece fare degli sciacqui.
“Hai mai succhiato un cazzo?”
“NO”
“Ok, imparerai, io sono bravo.” mi fece fare degli esercizi con la bocca e con la lingua, quindi prese un cazzo finto ed iniziò a ciucciarlo invitandomi a imitarlo. Lo feci, ma ovviamente non ero bravo quanto lui, che mi colpiva con quelle mani delicate, non faceva male, ma era veloce e pungente. Passammo ore a fare esercizi di spompinaggio su falli sempre più grossi. Ero sfinito. Lui non faceva una piega. Si alzò e mi riportò di là.
“Per oggi già basta?”
“Sì”
“Come va?”
“Benino direi”
Wag se ne andò e la padrona mi passò una tazza colma della sua urina. Senza pensare troppo la trungugiai in due sorsate e lei mi accarezzò la testa: “Brava cagnolina bianca...brava...puoi prendere un biscottino. Poi preparami la cena.”
Il giorno dopo Wag tornò e riprendemmo a lavorare per altre due ore. Lui era paziente e bravissimo, ma mi colpiva in continuazione perché sbagliavo.
Se ne andò e Trix mi fece preparare il pranzo poi mi dette due ciotole una per gli avanzi e una per la sua urina, infatti pisciò in una e si mise poi a mangiare. Ogni tanto buttava avanzi di tacos o fagioli nella mia ciotola ed io potevo mangiarli. “Bevi anche cagnetta!” e così mi misi con la faccia sopra la ciotola colma di piscio padronale e presi a bere.
“Oh, ma cosa vedo qui? Il tuo culetto bianco è libero...non va bene...bisogna riempirlo per prepararlo bene...lo sai vero?”
“Sì signora”
“Bene ecco un plug per il tuo culetto bianco...” e mi ficcò un cazzo nel culo. Riprese a mangiare ed io alternavo cibo e urina di padrona dalle due ciotole.
Wag tornò nel pomeriggio:
“Ci siamo Weg? Quando è pronto il mio schiavo?”
“Wag. Eh, con oggi abbiamo finito direi..”
“Hai fatto un buon lavoro?”
“Certo!”
Mi portò al cesso e mi ficcò cazzi in gola per abituarmi a respirare solo col naso mentre venivo fottuto in bocca. Fu l'allenamento peggiore, svenni persino una volta, ma Wag fu gentile e mi fece riprendere, mi insegnò gli ultimi trucchi e poi andò via.
“Fanculo a quella checca isterica di Weg! Se non fosse roba privata di Hurrana gli spaccavo la faccia a schiaffi. Ok, allora sei pronta puttanella? Sei pronta per il mio cazzo? Hai imparato tutto?”
“Credo di sì signora”
lei mi schiaffeggiò: “Sarà meglio per te, troia, se devi condividere la cella con me è importante che tu sia abile a succhiarmelo! Il culo poi me lo prendo come e quando mi pare, ma una bella boccuccia calda nelle notti d'inverno fa sempre comodo...”
Pensai che dovessi dimostrare subito le mie doti di recente apprese, ma Trix mi ordinò di prepararle la cena e poi si mise alla tv.
Il mattino dopo trovai la tazza della sua urina accanto a letto mentre le servivo la colazione. Bevvi tutto oramai quasi assuefatto al gusto ruvido e speziato. Dopo la colazione Trix mi chiamò per un massaggio ai piedi. Lo esegui mentre lei si cullava sul letto. Quando sembrò averne abbastanza mi misi a baciarle i piedi.
“Ummm….oggi la tua boccuccia assaggerà altro...vieni qua stronzetto...è giunto il momento che prendi in gola il mio amichetto qua sotto…!”
E si calò le mutande mostrandomi il cazzo. Era giunto il momento di mettere in pratica le lunghe ore di allenamento con Wag, così mi abbassai all'altezza del suo cazzo e presi delicatamente in mano le palle pulite e rasate, le toccai piano come mi aveva mostrato Wag e poi baciai in punta il cazzo nero.
“Bene, fighetta, datti d'affare...” e mi tirò uno schiaffo. Ripresi in bocca la punta e la ciucciai, quindi mi misi a leccarle le palle e a prenderle in bocca come aveva fatto Wag e poi io. Lei sembrava apprezzare. Dopo aver ciucciato le palle tornai sopra e lei mi sbattè il cazzo un paio di volte sulla faccia. Stava diventando duro. Mi misi a leccarlo e ad accogliere la punta in bocca a succhiarla e poi lasciarla. Wag mi aveva mostrato bene come fare e lei se la godeva. Il cazzo divenne bello duro e aveva un vero cazzone come gli ultimi con i quali Wag mi aveva allenato. Lo iniziai a succhiare bene alternando risucchi e leccate delle palle e dell'asta.
“Ohmmmm vedo che quello stronzetto del cinese è stato un buon maestro...brava troia...umm..così si fa...succhia…
Leccavo le palle e poi succhiavo la punta e riscucchiavo. Non era diverso dai falli di Wag anche se il sapore sì: qui era carne, era cazzo vero, è profumo e odore forte. Presi a spompinare più a fondo allungandomi sul pezzo di carne nera della padrona. In fondo non era neppure male. Mi piaceva quel cazzo in bocca. Lei si contorceva tutta: “Ohhhhche boccuccia dolce e abile è questo culobianco….umm...brava….brava troietta….succhia...lecca….brava….cosììììì…..ummmm…...succhia….avanti….più a fondo….più a fondo….!”
mi prese la testa e spinse il suo uccello a fondo nella mia gola. Ero preparato Wag mi aveva rimpito di cazzi più grossi di quello, respiravo col naso e mi tenevo dentro quella serpe nera. “Ohhhmmmmm...sììììì tttutttttooooooo… sììììì tuttooooooooo….avanti prendi troiaaaaaaa! Mi sparò il suo cazzo in gola e prese a scoparmi, riuscii a respirare e resistere, poi lo tolse e me lo sbattè sulla faccia: “Ok, prendei troia! Ti piace il cazzo della tua padrona, eh?!” e mi schiaffeggiò più volte.
“...sì...signora…
“Oh lo sapevo che eri una troia bianca succhiacazzi neri….ci divertiremo assieme, troietta….prendi!” e mi rificcò in gola il suo cazzo e prese a fottermi con forza. Riuscii a cavarmela almeno fino a quando non mi esplose dentro la sua sborra calda, Wag non mi aveva preparato a quella, dovetti arretrare e ne uscì un po' da ogni parte, lei mi tirò un paio di schiaffi, quindi mi afferrò la testa e mi sparò il resto della venuta sulla faccia e la bocca e poi mi fece ripulire tutto.
Era il mio primo pompino in prigione.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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