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BRASILE: terra di trans!- Capitolo 4 - ancora con Juby e il suo strano cazzo, torna Ramona e mi porta in hotel.


di Strapps
03.01.2022    |    5.054    |    0 7.8
"“Lei è Ursy, Padrona Ursy per te!” e mi mollò uno scapaccione per spingermi a inginocchiarmi ai piedi di Ursy e baciarli per salutare..."
Quando ci svegliammo Juby mi comunicò che il suo fidanzato non sarebbe tornato e mi chiese se rimanevo ancora con lei. L'idea mi piacque perché Juby era una transex come piacevano a me, sexy, femminile e determinata, inoltre il suo stano cazzo mi aveva fatto godere come un pazzo la notte prima. Così accettai: “Ma forse dovresti sentire Ramona...” “Credo di sì” e telefonai a Ramona, questa non volle parlare con me ma con Juby e le lasciai sole.
Feci un giro per il quartiere che non mi pareva proprio il massimo e dopo una piccola spesa tornai presto da Juby. Lei mi aspettava in cucina col caffè, appena mi vide mi mollò uno schiaffo: “Ramona ha detto che posso tenerti quanto voglio. E dato che sei mio adesso non puoi uscire di casa senza il mio permesso!”
“Scusi Signora, non sapevo...ho preso
“Lascia tutto sul tavolo, bevi del caffè, fai colazione, ma voglio subito sfruttare il fatto di avere un servetto per casa, dopo pulirai tutto da cima a fondo, intesi?”
“Subito signora, hai suoi ordini”
“Bene, vedo che ci intendiamo al volo – e mi strizzò forte il culo con la mano – ma stai tranquillo carino che ti farò di nuovo assaggiare il mio cazzo che ti piace tanto!”
Mi misi al lavoro e ripulii tutto quanto in un paio d'ore, quindi Juby mi ordinò di farle da mangiare e volle essere servita da me nudo. Solo dopo aver bevuto del rum e ammirato il mio lavoro nel bagno mi ordinò di sedermi sulla tazza del cesso, lei si mise di fronte a me, si posizionò con un piede sulla vasca a sostenersi meglio e mi fece oscillare il suo strano cazzo davanti agli occhi.
Era bello grosso, le palle rugose ondeggiavano sotto e poi la proboscite del suo affare con il finale particolare, la cappella rosa che appena spuntava fra due rotoli di carne nera. Lo presi in bocca e cominciai a succhiarlo, baciandolo e spompinandolo come una vera troia. Juby apprezzò subito e il suo cazzo divenne bello duro e la doppia cappella mi fotteva la bocca mentre lei aumentava il ritmo. Anche nel farsi spompinare era molto brava, sapeva quando affondare e quando rallentare, ad un certo punto mi prese la gola e mi costrinse a ingoiarlo tutto mentre lei spingeva forte verso l'alto. Stavo quasi per soffocare e piangevo, ma lei sapeva cosa fare, si fermò, uscì dalla mia bocca, mi fece respirare bene, quindi mi sputò in gola un paio di volte e ci rificcò il suo uccellone, questa volta, con più calma, spingendo piano la mia nuca si fece fare il lavoro di bocca e poi si svuotò sulla mia faccia.
Dopo la doccia Juby volle tornare a letto, per fortuna perché ero piuttosto provato. Quando ci svegliammo era già sera, Juby uscì per comprare da mangiare coi miei soldi, dicendo che il quartiere di notte non era adatto a me e quando tornò volle che la servissi di nuovo, nudo e come se fossi il suo cameriere. Telefonò anche il compagno di Juby per dire che sarebbe rimasto fuori ancora. Lei ci rimase male ma mi disse che ciò voleva dire che mi avrebbe tenuto con lei ancora. Si spostò allora in camera e mi ordinò di massaggiarle i piedi mentre lei beveva rum e ascoltava la musica. Mentre eravamo lì mi chiese dell'Italia, di Sally la mia padroncina e della mia famiglia. Le raccontai tutto.
“Sono sposato, figli, lavoro prestigioso, faccio una vita normale ma sono anche lo schiavo personale di Sally la trans che mi ha fatto scoprire questa natura di me.”
“Sembra molto intrigante, raccontami ancora”
Mentre le massaggiavo i piedi le raccontai di come avevo conosciuto Sally una notte di pioggia e poi di come, piuttosto rapidamente, ero diventato il suo giocattolo sessuale. “Da prima eravamo solo io e lei, diventai presto il suo oggetto, il suo gioco, il suo trastullo di ogni genere...le affittai un appartamento a pochi passi dal mio ufficio e lei poteva farmi fare di tutto avendomi a portata di mano. Certe mattine quando si svegliava mi ordinava di andare da lei subito anche se stavo lavorando a qualcosa di importante, anzi meglio se era qualcosa di molto importante, era perentoria, mi diceva che mi stava aspettando con il cazzo già in tiro distesa sul letto nuda. Correvo da lei mollando tutto, mi precipitavo da lei e sul suo cazzone. Sally, con la sua pelle mulatta, le grosse tette, le lunghe gambe, il volto femminile mi afferrava la testa e mi ficcava il suo pene in bocca, io le facevo un servizietto veloce e poi tornavo a lavoro. Tutti i giorni cose del genere, certe volte mi faceva salire da lei solo per portarle le sigarette o per un semplice bacio sul piede…
“E tua moglie?”
“Ben presto capì tutto, ma è una donna intelligente e tiene ai nostri figli: avremo fatto come se niente fosse, a casa uniti, fuori alle nostre vite. Lei ha una compagna adesso..le passo una ricca rendita e poi lavora anche lei..
“E quindi Sally divenne la tua unica Padrona?”
“Sì. Quando non ero a casa o ero a lavoro oppure solo con lei. Stavo spesso da lei e quando ero(e sono)con lei sono solo suo. Dispone di me. Ben presto mi fece il suo servo in ogni cosa, dal cibo, alla spesa, al bagno, al vestire, a tutto. Lei ordina io eseguo.
“E poi ti scopa, giusto?”
“Quando le va, ma spesso ho il suo cazzo in bocca e sì, mi scopa molto bene…
“Meglio di me e Ramona?”
“Oh, voi siete uniche, magnifiche, ma Sally...insomma Sally è la mia prima transex, la..
“Ho capito...da quanto va avanti questa relazione?”
“Da 5 anni, ma nell'ultimo Sally si è un po' staccata da me, ha un fidanzato vero e proprio al quale non sto molto simpatico e così lei mi frequenta un poco meno..
“E tu sei venuto a prendere cazzi qui in Brasile, giusto?”
“Vero!”
“Beh, allora, apri la bocca e prendi il mio!”
Faccio quanto mi ordina e accolgo in gola il suo strano uccello, me lo ficca bene dentro e, come la mattina, mi tiene la nuca per favorire la fellazio, io mi lavoro quell'affare nero e bacio e lecco bene tutta la carne attorno alla cappella quando non sono stantuffato in bocca da Juby. Lei è proprio abile nel farsi succhiare il cazzo alternando scopate dure a momenti nei quali si fa adorare il cazzo dal suo amante, in questo caso me.
“Succhia troia! Lecca bene, puttanella! Ti piace il cazzo brasiliano, eh? Sally ha fatto di te una vera troia! Sai fare dei gran pompini, troia!!” e riprende a fottermi con più ritmo. Io mi aggrappo con una mano alle sue gambe corte e con l'altra le tengo le palle. Lei mi scarica in bocca un fiotto di sborra calda e poi ci mettiamo a guardare la tv come una vecchia coppia.
L'indomani tornò il compagno di Juby un tipo molto effeminato che portò un sacco di regali alla compagna e si fermò a scambiare due parole con me mentre Juby telefonava a Ramona. La mia padrona muscolosa brasiliana venne a riprendermi qualche minuto dopo e uscimmo sulla strada.
“Scusi Padrona Ramona ma io tornerò in Italia fra soli tre giorni, forse dovr
Lei mi mollò uno schiaffo fortissimo in faccia davanti ai passanti
“Zitto! 3 giorni sono ancora tanti...ho altri progetti per te
“...io volevo solo dire
Spam! Un altro schiaffo in faccia da parte di Romona.
“Allora non hai afferrato, stupido! Ti ho detto di chiudere quella bocca da succhiacazzi!” poi prese il cellulare e si mise a chiamare qualcuno. La gente andava e veniva nella via trafficata, mi guardavano. Ramona parlava. Un barbone si fermò a chiedere qualcosa a Ramona, quella lo scacciò, ma il tipo tornò alla carica e allora Ramona lo prese per il collo della camicia cenciosa e lo sbattè a terra: “Levati dal cazzo!” poi chiuse la telefonata e venne da me: “Chiama un taxi andiamo al Palacis!”
Il Palacis era un hotel su una piccola collina, non particolarmente bello, ma pulito e silenzioso. Ramona mi portò in una stanza, c'era una transex bionda piuttosto tarchiata sul metro e ottanta con grossi stivali viola fino al ginocchio. Una lunga massa di capelli gialli, una camicetta senza maniche bianca e rosa. “Lei è Ursy, Padrona Ursy per te!” e mi mollò uno scapaccione per spingermi a inginocchiarmi ai piedi di Ursy e baciarli per salutare. In un angolo c'era un altro uomo con un collare al collo e una catena, doveva avere sulla quarantina, capelli grigi a spazzola, corpo completamente depilato. Ursy aveva un grosso naso a punta con un brillante sul lato sinistro era pesantemente truccata occhi viola e labbra rosse. Andò sall'uomo legò al collare una corda e lo trascinò davanti a Ramona. “Allora ordiniamo?” “Certo cara, ci pensi tu?” “Sì!” andò al telefono della stanza seguita dal servo si accomodò sulla sua schiena e chiamò il servizio in camera e fece un lungo ordine mentre il servo la sorreggeva tremante. Ramona mi chiamò a sé, mi legò anche lei con un collare e mi portò vicino all'ampio letto a due piazze al centro della camera. Per terra c'erano delle coperte un grosso cuscino bianco. “Tu dormirai qui e sarai a nostra completa disposizione fino a quando non dovrai ripartire per l'Italia! Intesi?”
“Sì Padrona Romana!”
“Bravo, ok, sistemati e poi datti da fare coi cocktail, dolcezza!” e mi rifilò una pacca sul culo. Sistemai le mie poche cose vicino al letto padronale e poi mi spogliai e andai dalla padrona. Ramona era nuda davanti alla tv, lo schiavo di Ursy stava baciando i piedi delle padrone e mi fu ordinato di fare lo stesso. Così mi buttai sui piedi sporchi, odorosi di donna e di sudore di Ramona e li adorai e bacai e poi passai a quelli di Ursy molto curati, pulitissimi e profumati, io lo schiavo ci passavamo con delicatezza i piedi delle padrone per baciarli mentre sopra di noi le due transex si toccavano i cazzi.
Era l'inizio degli ultimi 3 giorni in Brasile.
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