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LA PUTTANA DELLE MONTAGNE cap.7 - LA GRANDE FESTA TRANSEX


di Strapps
16.06.2023    |    247    |    0 6.0
"Poi passi che si allontanavano..."
Sulle montagne continuava la mia vita di puttana: incontri occasionali, clienti fissi e qualche colpo fortunato come due reclute transex che festeggiavano la loro promozione e che in una serata mi lasciarono 90 crediti. Sugar era contenta di me, quando era impossibile uscire a battere mi lasciava poltrire nella roulotte, mangiare il gelato, giocavamo a carte e dama, le preparavo spuntini e ogni tanto Sugar mi concedeva anche di leccarle il cazzone. A lavoro, fra pompini e leccate di ascelle delle lesbiche, pensavo a Sugar e ha come mi aveva conquistato, ero suo, mentre lavoravo per lei, mi sentivo anche la sua ragazza, la sua baby personale. Certo io non avevo conosciuto nessun tipo di affetto nella mia vita ed ero certo pronto ad innamorarmi di chiunque, ma Sugar pareva l'ideale per me: era forte, era maestosa e fiera, sapeva sempre cosa fare e aveva un gran cazzo col quale mi scopava alla grande, certo Lei aveva anche altri amanti e puttane, ma lì sulle montagne aveva solo me. Amavo tutto di Sugar: il suo corpo, la sua voce perentoria e profonda, la sua pelata lucidissima, gli orecchini giganti, gli anelli, la sua faccia da tranzex matura, la sua bocca bellissima, le sue tette. Amavo come mi trattava: da troia ed ero la sua battona che portava a casa i soldi per lei, ma anche come era spesso dolce e protettiva. Dato che nella mia vita ero stato preso sempre a schiaffi, sputi, botte prima all'orfanotrofio poi nel bordello di Mammie, trovavo normale che Sugar mi colpisse anche senza motivo come quando incolpava me di aver spostato i suoi sigari o il bicchiere e mi menava o quando si inventava che avevo mangiato la sua marmellata di nascosto. Schiaffi e sputi in bocca erano frequenti, ma anche quello mi piaceva della mia boss, della mia Pappona Sugar: che disponesse di me a suo piacimento. Certe volte la provocavo apposta: vincevo a dama e ballavo come impazzito o mettendomi a fare domande su chi preferisse fra me e Marky e Lou. Allora lei si arrabbiava e mi tirava un paio di ceffoni forti. Io li accusavo, piagnucolavo e mi faceva male la faccia, ma poi baciavo la mano di Sugar e lo ringraziavo : “Grazie Baby, ha ragione lei, sono una monella….scusa...grazie per tenermi in riga...”
“Oh la mia puttanella ….vieni qua….” e mi cullava a sé, fra le puppe grosse e calde, io godevo delle botte di prima e di quel caldo abbraccio di dopo. Ero innamorato della mia Pappa
“TI AMO SUGAR...ti amo profondamente...Sugar...”
“Oh la mia piccolina...che dolce...ti amo anche io puttanella….come Markey e Lou...ma ti amo anche io puttanella….”
Poi prendevo in mano il suo cazzone enorme, lo annusavo, lo baciavo, leccavo bene le palle, poi mi dedicavo alla grossa cappella rosa sotto lo strato di pelle nera dura e profumata di cazzo, di donna, di Sugar, baciavo e leccavo la cappella quindi la prendevo fra le labbra ingoiandola e succhiandola.
Il blow-job perfetto per la mia Pappona.
Lei parlava spesso della Festa delle Forze Armate a G.,che oramai si avvicinava. Voleva che fossi preparato a tutto quello che sarebbe successo, perché nei 3 giorni della festa diceva dovevamo fare un sacco di soldi. Mi fece assumere molti integratori e vitamine e il giorno prima della partenza mi lasciò ad oziare nella roulotte anche se fuori c'era un timido sole e faceva molto meno freddo.
Il mattino dopo levammo le tende presto, Sugar guidò per un paio di ore con me che dormivo al suo fianco e raggiungemmo un altra zona delle montagne, già piena di gente che andava verso il centro di una piccola cittadina. Parcheggiammo in uno spiazzo già pieno di roulotte, caravan, auto eccetera e dai veicolo iniziarono ad uscire coppie come la nostra: Papponi uomini, donne, trans coi loro vestiti sgargianti, coloratissimi, i bastoni, i cappelli, le pistole nei cappotti pesanti o legate alle caviglie e poi le puttane: donne e uomini che marciavamo dietro i nostri papponi in calze a rete e tacchi oppure con vestiti da pompieri o marinai oppure come io che ero in pantaloni stretti, maglione pesante, pelliccetta sintetica da troia. Facevamo meno freddo(eravamo scesi anche di qualche centinaio di metri dalla zona precedente), c'era però umidità e nebbia. Camminavamo tutti in processione, certi Pappa avevano più puttane al seguito, gruppi di 2 o 3 uomini oppure coppie miste, vidi una pappona alta con stivali rossi fiammeggianti, delle mega tette sparate in aria, con un cappelli di lattex rosso e una lunga piuma che camminava a passi falcati tenendo in mano una catena, dietro, legati a questa catena per il collo, la seguivano 2 donne minute e conciate da baldracche e due uomini atletici e seminudi. Preso arrivammo nella zona del centro e l'immagine era impressionante: fiumi di transex in divisa e poliziotte transex che erano una massa enorme di divise blu/grigie e verdi/nere che già bevevano, cantavano, ballavano, si baciavano e toccavano. Era impressionante tutta quella gente. Sugar mi prese per il collo e mi fece: “Non scostarti mai da me, altrimenti sei fottuto, se dovesse accadere qualcosa sai tornare al parcheggio?” annuii pieno di terrore, ogni minuto che camminavamo per stradine fra bar, locali, vinerie, pub, la ressa aumentava. Sugar mi trascinò in una zona dove c'erano alcuni piccoli canali e una serie di ponti, mi fece sistemare in una sorta di vicolo chiuso alle mie spalle da un muro basso, mi dette un piccolo materassino di gomma e mi disse di gonfiarlo e aspettare. “Allora io sono qui alla strada e smisterò il traffico dei clienti, prenderò io i soldi così tu non devi preoccuparti di niente, se urlo 1 è un pompino, 2 è il culo, intesi?” annuii terrorizzato. “Hai i tubetti di gel? Se ci sono problemi premi l'orologio, ma io sarò qui, capito?”
“...ho paura Sugar...tutta questa gente...”
“Tranquilla troietta, devi solo fare il tuo lavoro, succhiare cazzi e fartelo sbattere al culo, come ogni giorno...ahh ah”
Abbassai lo sguardo preoccupato. Lei mi prese la faccia e mi baciò in bocca con dolcezza e passione.
“Oh baby...grazie...”
“la mia puttanella bianca preferita non deve avere paura quando il suo Pappa è qua...”
mi lasciò a gonfiare il piccolo materassino e andò sulla strada. Dopo qualche minuto sentii Sugar urlare 1 e una recluta già un poco alticcia nelle prime ore della mattinata venne verso di me eccitata. Mi inginocchia davanti ai suoi pantaloni, sbottonai la patta e presi il cazzo ed iniziai a succhiarlo. Quello fu il primo di una serie lunghissima.
1 gridava Sugar
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pompini, cazzi grossi e piccoli, sbattuto contro il muro con foga, rabbia, voglia di sbrigarsi, in poche ore fui riempito di cazzi in bocca e nel culo da clienti che spesso non riuscivo a vedere neppure in faccia. Per fortuna erano tutti molto veloci, volevano svuotarsi le palle e tornare a ballare, bere, gridare. Il via-vai nella strada era continuo nei pochi minuti che trascorreva fra un cliente e l'altro cercavo di tenermi in forze, bere, spalmarmi il gel nel culo e riprendere fiato, ma la processione non cessava:
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Verso le una ero già stanco di lavoro. Sugar venne a prendermi per andare a mangiare qualcosa. Era contentata col suo mazzo di soldi in mano. Mi condusse in una tavola calda dove mi fece ordinare uova, bacon, succo di frutta, caffè. Mangiai anche se non avevo appetito con tutta quella sborra che avevo ingoiato nelle ore precedenti, Sugar mi imboccò alla fine e mi fece finire il succo a forza di schiaffi, ma poi mi concesse un'oretta per riprendermi e mi cullò al suo seno nel caldo del locale.
Quando mi rimisi in forma Sugar mi portò in un boschetto del centro, la fiumana urlante, danzante delle divise era impressionante. Nel boschetto c'erano dei gazebo, Sugar mi riconsegnò il materassino, si mise qualche metro lontano ed iniziò a chiamare i clienti: “Ehi bella recluta, un pompino? Solo 10 crediti...ehi poliziottona allegra e sexy, dove vai? Ti va di sbatterti un culetto bianco per 25? tu..tu! Biondina dal pacco gigante...dico a te...vuoi un bel pompino?”
Io attendevo col gel nel culo e pronto a succhiare cazzi.
“Eccone un altro, baby...1!”
Il pomeriggio fu infinito come i cazzi che dovetti succhiare, persi subito il conto, avevo la bocca senza più sensibilità, la mascella dolorante, la lingua secca. Verso le otto Sugar venne a chiamarmi. Ero sfinito. Non mi reggevo in piedi. Lei mi prese in collo e mi portò prima a fare una doccia, quindi darmi vitamine e aspirina, infine mi portò in una tavola calda fuori dal centro. La mega festa continuava in lontananza.
“...baby...Sugarcaro...scusa...io...io...non ce la faccio più...” e mi misi a piangere per la stanchezza. Lei mi abbracciò e poi mi baciò in bocca. “Oh baby per oggi abbiamo finito...ma sono contenta...guarda quanti soldi...” e mi mostrò un rotolo di crediti massiccio. “Stai andando alla grande...domani avremo finito...vedrai...un ultimo sforzo...”
“...io...Sugar...perdonami..- e le baciai le mani -...ma non so se resisto un altro giorno così...è troppo….sono senza forze...”
Lei mi tirò un ceffone. “Domani mi inventerò una nuova cosa...ma tu devi essere in forze...avanti ordina una bella cena...quello che vuoi...”
“Posso avere il gelato con le ciliegie e la panna?”
“Certo baby, ma prima mangi della verdura e del prosciutto...”
“Non ho fame...sono piena di sborra di non so quanti cazzi...e…
schiaffo.
“Adesso basta. Mangi e zitta, andiamo a dormire e domani ti voglio pimpante...”
Annui.
Dopo il gelato tornammo al parcheggio, Sugar chiuse bene ogni porta e finestra, prese la pistola e se la mise sotto il cuscino, quindi mi ordinò di spogliarmi e mettermi sotto le coperte nudo, mentre lei teneva la sua tunica. La festa impazzava nel centro, la musica a tutto volume, ma io ero troppo stanco e mi addormentai fra le braccia profumate e protettive della mia pappona.
Nella notte fummo svegliati da dei rumori alla porta. Sugar accese la luce, prese la pistola e mi disse di fare silenzio. I rumori ripresero,
“Ehi stronzi andatevene SUBITO. Sono qui io, la mia puttanella e la mia amica COLT. La Signorina COLT...” e fece scattare la sicura. Silenzio. Poi passi che si allontanavano.
Sugar mi prese a sé, lasciò la luce accesa e mi cullò nel suo seno.
“Non aver paura dolcezza, la tua Chubby è qui per proteggetti...” e mi riaddormetai.
Il mattino era nebbioso e dopo colazione Sugar mi condusse ai cessi pubblici della città. La festa continuava senza sosta, balli, transex nudi per strada, urla, vino, birra, alcool e tutto quanto. I bagni erano enormi e prefabbricati, c'era una lunga fila, ma Sugar non mi fece entrare, mi fece inginocchiare a metà della fila mi dette un catino grosso e mi mise un cartello sul collo: PISCIATE QUI PER SOLI 7 CREDITI.
Ebbi una paura folle pregai Sugar di non farlo. Ma lei mi abbracciò: “Lo faccio per te baby...così non dovrai dare il tuo culo o lavorare con la bocca...è solo piscia...sei pronta anche a questo..” rabbrividendo accettai il ruolo. E l'idea di Sugar ebbe successo. Per accedere ai cessi ci volevano 5 crediti, ma se quelli in fila la facevano addosso a me e nel catino risparmiavano tempo e si divertivano di più. E infatti lo fecero. Ben presto transex si sermavano mi piasciavano addosso, in faccia, sui capelli, sul collo e nel catino, divertendosi a farlo. Iniziò una pioggia dorata su di me che non aveva pause se non quando Sugar mi mandava a svuotare il catino, pulirmi ad una doccia freddissima a pochi metri. La mattina andò così e quando finì mi sentivo la piscia di centinaia di sconosciuti addosso. Sugar mi fece fare una profonda doccia calda e poi andammo a mangiare.
Tornammo alla Festa nel pomeriggio e più che altro facemmo dei giri per locali er rimorchiare le ultime marchette, ma anche perché Sugar voleva festeggiare e bersi qualche bicchiere coi soldi fatti dalla mia bocca, dal mio culo. Presto si ubriacò e si dimenticò persino di cercare clienti. Verso sera venne rimorchiò un uomo dai tratti asiatici in un bar. “Ehi puttanella..adesso vado un attimo con il mio nuovo amichetto...sono mesi che mi sbatto solo il tuo culo bianco...sono eccitata e piena di soldi...e mi sbatterò lui con le tue marchette..ah ahaa ahhhaaa”
Geloso e addolorato annuii. Lui mi tirò uno schiaffo. “Non fare la gelosa troia...io SONO SUGURCHUBBY e scopo con chi mi pare…!”
“Certo baby, scusa...io cosa faccio?”
“Tu rimani ferma qui, anzi...” mi legò al tavolino. “Se qualcuno ti importuna inizia a gridare come una pazza ed io verrò” mi tirò un altro schiaffo, prese per mano l'asiatico e lo trascinò via. Rimasi seduto al tavolino legato con una mano a sorseggiare del succo di frutta.
Dopo qualche minuto si sedette un uomo maturo, ben vestito.
“Sei sola bellezza?”
“No, signore...il mio fidanzato è di là un attimo sta tornando…
“Il tuo fidanzato o il tuo pappa?”
“..io...signore...ho detto che
lui mi toccò i capelli e poi il volto con gentilezza, profumava di maschio, aveva la barba grigia e occhi piccoli, umidi, neri.
“Senti troietta...uno come te, vestito così alla FESTA è qui solo per fare marchette..ora io credo che tu sia qui con uno, ma non è il tuo fidanzato, ma il tuo Pappone e il fatto che sei legata lo conferma...solo quando tornerà a riprenderti?”
“Presto…
mi toccò ancora il volto, i capelli e poi le cosce. Pensai di urlare, ma il tizio non pareva troppo aggressivo, spostai la sua mano.
“Signore la prego..se ne vada...il mio Pappa sta tornando…
Lui mi toccò ancora le cosce: “Quanto per un pompino? 10?”
Da vera puttana avrei dovuto accettare, attorno era tutto uno spompinare e culi aperti, ma ero troppo stanco, geloso di Sugar che si divertiva con un culo nuovo rispetto al mio e dissi che non potevo.
L'uomo se ne andò.
Finii il mio succo e attesi.
Sugar tornò tutto soddisfatto e mi slegò. Andammo alla roulotte, ci chiudemmo dentro e lei si mise a contare le banconote: erano veramente tante e lei era felice.
“BRAVA LA MIA PUTTANELLA!!!!! sei stata proprio brava..hai visto? Te lo avevo detto...ottimo dolcezza...fatti baciare...”
E dopo una lunga pomiciata lei mi cullò al suo petto.
“E adesso Sugar? Come sono i nostri rapporti? Sono libera? Io voglio restare con te...”
“Oh la mia puttana...sì, ho ripreso i miei soldi con gli interessi del tuo acquisto e...se vuoi...sei libera...domani ti riporto in città e bye bye baby...” e sorrise.
“Ma io voglio restare con te, Sugar...voglio essere la tua puttana per sempre...” piagnucolai da troietta.
“Lo so baby e quando torniamo a casina….lo sarai...lo sarai...con Lou e Marky...ci sistemeremo alla grande...prima farai base da me...poi avrai il tuo posticino….se sarai brava...”
“Lo sarò Sugar...se tu mi insegnerai...”
“LO farò troia..Lo farò. Per prima cosa andremo a farti un bel marchio definitivo sul culo o sul braccio...”
“Ma fa malissimo...
Mii dette un paio di schiaffi e poi mi cullò al seno profumato dicendomi che sarebbe stato solo un dolore di qualche secondo.
Dormimmo nella roulotte l'ultima volta fra le montagne, nudi sotto le coperte pesanti mentre la Festa continuava.










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