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LA PUTTANA DELLE MONTAGNE - IL CAPITOLO 2 - Di nuovo in montagna con la mia Padrona, Pappona e Marito Transex


di Strapps
28.12.2023    |    171    |    0 6.0
"Io le ho fatto una collana d'oro e Lei..."
Durante la notte la temperatura calò moltissimo e mi svegliai per il freddo. Sugar dormiva alla grande, russando e scurreggiando sotto la coperta pesante. Scivolai sotto le coperte per sentire più calore e respirare l'odore della mia padrona: odore di transex, di sudore, di gas provenienti dal suo culo, respirai tutto con piacere e mi strinsi a lei la sotto. Ritrovai il caldo e l'odore intenso della mia pappa, come anni fa qua sule montagne, quando dormivamo assieme sotto la coltre di coperte. Era piacevole ed eccitante quel ricordo, mi eccitai a ricordare la paura e l'umiliazione di dover battere al freddo in montagna, di come ci avevo messo dei giorni a prendere le misure, ma poi avevo ingranato e Sugar era contento di me e mi trattava come la sua puttana e la sua fidanzata ed io mi ero innamorato di Lei. E ripensavo a quando, poi la sera, dormivamo nella roulotte, molto più piccola di questo camper, al freddo, ma lei mi cingeva a sé, mi metteva le braccia attorno al corpo nudo, con le ginocchia mi prendeva a cucchiaio le gambe e il mio culo scivolava verso il suo sesso nudo, il cazzone caldo e grosso, presto trovavo tepore e tranquillità dopo un giorno a fare pompini o leccare ascelle per marchette. Ripensando a quelle notti assieme al mio pappa che mi teneva a sé per scaldarmi e proteggermi, ritrovai il sonno.

Il mattino dopo c'era il sole e gli spazzaneve erano già passati. Sugar uscì fuori, dalla baracca della troia malmessa della notte prima nessuna traccia, in compenso un'auto color vinaccia stazionava a motore acceso. Sugar salutò il guidatore che scese. Era un uomo nero sulla sessantina con un vestito grigio logoro, un cappello di pelliccia massiccio, portava dei grossi baffi grigi e neri e aveva un bastone in mano con un pomello nero. “Salve sono Alfred, la mia baldracca mi ha detto che le avete dato da mangiare, grazie. Cosa fate qui?”
“Oh, Alfred, stiamo andando, non ti disturbiamo. Piacere io sono SugarChubby. Sono anche io un pappa, di città, sono qui in vacanza?”
“In vacanza? In questa stagione e con lui?” e mi indicò sorpreso.
“Lui è mia moglie, siamo sposati. E sì, siamo in vacanza...qualche problema?”
“Tua moglie? Sembra una troietta di strada..”
“Fanculo!” dissi a Alfred, come uomo non aveva diritto di trattarmi così, e poi ero un uomo libero io, neppure una transex avrebbe avuto quel diritto…
“Zitta tu, non sono affari tuoi, io e Alfred ci capiamo al volo, vero bello?” e dalla tasca della tunica Sugar tirò fuori 5 crediti e li mise in mano al pappone.
“per il disturbo bello. Addio!”
“Ehi fai il pappa di città...e mi tratti così?”
“Alfred bello adesso mi hai rotto il cazzo. Dalla tunica Sugar estrasse la pistola e fece segno al pappa di squagliare. Lui fece un passo indietro maldestro, guardò Sugar e poi disse: “Hai bisogno di munizioni per quel cannone amico? Puoi fidarti di uno come me, facciamo lo stesso lavoro in fondo...” e sorrise sotto i baffoni neri e grigi.
“Può darsi. Ma non siamo uguali. Tu sei un pappa, uomo, vestito da pezzente come i montanari di qui e hai come troie 4 tossici senza speranza. Io ho una moglie e una puttana a casa che lavora per me. Non facciamo lo stesso lavoro, cioè io lo faccio molto meglio di te, Alfred bello. Levati dal cazzo adesso!”
Alfred sputò per terra e se ne andò con i 5 crediti in mano.
Baciai Sugar sulla pelata fredda.
“Lo hai umiliato quel coglione, grazie baby. Seeee….lui uguale a te. MAI!”
lei mi stampò un bacio in bocca e ripartimmo.
Salimmo di almeno 1000 metri ancora e ci fermammo in una baita per fare benzina, mangiare qualcosa e far riposare Sugar. Aveva ingurgitato un piattone di hamburger con patatine e due tazze di caffè, a me aveva concesso dai wafel con la crema calda. Quindi era andata al camper e si era distesa sul letto. Mi aveva ordinato di massaggiarle i piedi e mentre la servivo con piacere spalmando crema su quei grossi piedi, consumati, ma che a me piacevano molto, le unghie colorate di rosa, le massaggiai con amore mentre lei fumava dell'erba. “Ok, baby vatti a fare un giro che voglio dormire qualche minuto” disse alla fine dandomi un calcio sulle mani. “E se incontro un'altra poliziotta?”
“Non uscire con la borsa, indossa una felpa da studente e non rompere il cazzo. Vai!” mi vestii come aveva detto e feci dei giri attorno al parcheggio. Presi del caffè con panna e andai in bagno. Tornai fuori dopo un sacco di tempo. Avevo voglio di una canna, ma non volevo svegliare Sugarbello così tornai a passeggiare col caffè in mano. Era un pomeriggio limpido e fresco. Passò una pattuglia, avevo il cappuccio tirato su. Si avvicinarono. La poliziotta trasex da dentro mi disse di tirare giù il cappuccio della felpa. “Certo Signora. Vuole i miei documenti Signora?”
“Di dove sei?”
“Di fuori. Shemalendel a Sud...” gli detti i documenti.
“Che ci fai qui?”
Ancora una volta quella storia.
“...niente...mio marito riposa nel camper, ripartiremo a breve...”
“Ok, lasciamo stare...sembri uno a posto, lo sei ragazzo?”
“Sì Signora.” mi consegnò i documenti e andò via.
“E tu chi saresti?”
mi voltai e due figure mi si paravano davanti. Una alta, l'altra bassa. La seconda aveva un aspetto rivisto, la spilungona no.
“Io...sono..voi chi siete?”
“Perchè parlavi con la polizia in un parcheggio...in un posto di prostituzione...un uomo bianco..
“No sentite, sto aspettando che mio marito finisca di riposare, abbiamo appena mangiato qui. E vi assicuro che questo non è un luogo di prostituzione, è una tavola calda...dovete andare da altre parti per la..insomma...”
“E tu cosa ne sai? Sembri conoscere queste cose...”
“Io...io..lasciamo perdere..”
“Ciao, sono KSA” fece la bassina, portava un cappotto di almeno 3 taglie più ampio del necessario, grigio e coperto di toppe colorate, gli arrivava fino agli scarponi pesanti neri. Aveva una bella faccia, pulita, una donna, una bocca enorme lucida di makeup di classe. Credevo di averla già vista. “...ma tu...sei...della tv? Canzoni? Giusto?”
“Sì, sono io...e tu sei?”
Avevo in mano i documenti e gieli detti.
“Ciao, io sono Mek” fece la spilungona, una transex coi capelli cortissimi, il lungo naso, una bocca pronunciata, indossava un cappotto di pelliccia molto costoso molto elegante.”Perchè dicevi quelle cose prima?”
“Sui posti della prostituzione?”
“Sì”
Ci pensai su. KSA era veramente bella, bassa, ma un volto splendido, occhi neri profondi con un taglio asiatico, un volto pulito e bellissimo. Ero ammirato.
“...beh...ecco….io...io...anni fa, quattro più o meno...ho fatto la prostituta su queste montagne, per un'intera stagione invernale fino alla festa delle Forze Armate su in cima alle montagne...”
“Dici sul serio? E adesso perché sei qui?”
“Beh...cazzo è una bella storia...”
“Vogliamo sentirla, vero Mek?”
“Certo cara...vieni ti offriamo un caffè”
Entrammo e prendemmo da mangiare e da bere, alle due si unì anche un uomo, Riggy, un nero bassino, grassoccio, ma simpatico e carino. KSA senza il grosso parka mostrava un fisico perfetto e proporzionato, con belle tette sotto una maglia aderente nera a collo alto, jeans neri sotto. Vollero che raccontassi loro tutta la mia vita e come ero finito qua quel giorno. Raccontai dell'orfanotrofio, che a 18 anni ero stato buttato fuori, preso da due poliziotte transex e venduto alla tenutaria di un bordello, Mammie, una stronza figlia di puttana manesca, lesbica e sadica che mi aveva tenuto 2 anni chiuso dentro quel bordello a fare marchette. Raccontai di poi, quando Sugar era venuto a comprarmi da Mammie e mi aveva portato li in montagna a prostituirmi.
“E poi cosa è successo?”
“Beh, ho fatto la stagione in montagna, ho imparato il mestiere, Sugar è una pappa perfetta e..
“ e poi?”
“Poi..mi sono innamorata di Sugar...”
“La transex che ti aveva comprato e ti faceva battere al freddo quassù?”
“Eh l'amore...sì, so che è un cliché...la puttanella che si innamora del suo pappa….scontato...ma è successo così e poi sono stata fortunata...”
“Come?”
“Beh, ai tempi del bordello avevo conosciuto una poliziotta di Classe A, per una settimana avevo servito a casa sua, la settimana più bella della mia vita, ma poi non ero stato richiamato dopo la prova..”
“E questo cosa c'entra?”
“Beh, dopo la montagna, quando ero la puttanella di Sugar a Shemalendel, per caso rincontrai quella poliziotta di Classe A, che era impegnata in un progetto di “salvataggio” di puttane di strada. Con soldi e qualche pressione poco velata hanno costretto Sugar a sposarmi, così io ho acquisito i diritti civili, come uomo libero, del Regno Transex e mi sono sposato con la transex dei miei sogni...”
“Cazzo che storia, mi piace...c'è tutto qua, come ti tratta Lei come una mogliettina o come ancora la sua troia?” chiese Mek.
Sorrisi beato. “Entrambi, cioè è mio marito e mi tratta come la sua mogliettina inferiore, questo è chiaro, quando vuole mettermi in riga sa come fare..”
“Ti picchia?”
“Certo! E per fortuna! Mi piace quando mi prende a ceffoni o mi sculaccia, se non esagera…
“Ti trattava così anche prima ovviamente?”
“Certo...mi ha sempre riempito di botte, ma erano giuste…
“In che senso?”
“Prima ero la sua puttanella, dovevo imparare e obbedire e servire il mio pappa tutto il giorno e quando sbagliavo giustamente mi faceva sentite la mano...ora sono sua moglie e ha tutti i diritti di prendermi a schiaffi se le va...è così..no?”
“Beh...non proprio...ma tu dici che sei felice così?”
“Non sembri poi messa male fisicamente, anzi...”
“Me la cavo, ma si sono felicissima...amo Sugar e le botte che mi da sono giuste, sa Lei cosa è giusto per noi e per me...”
“Ma quindi adesso non batti più?”
“No, faccio parte di quel programma di rinserimento ex-puttane nella società civile, non batto più da 3 anni...”
“Sugar ha chiuso pure lui?”
“No, lei fa ancora il pappa, abbiamo Ben al mio posto. L'accordo con la polizia era che io mi sarei sposato e “liberato”, Sugar poteva continuare a fare il suo mestiere.
“E oggi perché siete qui?”
“Beh questo vi piacerà – dissi fissando il volto attento e bellissimo di KSA – per me queste montagne sono un ricordo speciale, dove sono diventato una vera troia e dove mi sono innamorato di Sugar. Qui in inverno per giorni non puoi mettere il capo fuori, noi avevamo una piccola roulotte, nevica forte, vento, un freddo da impazzire...e così passavamo intere giornate io e Sugar chiusi dentro a oziare, giocare a carte, massaggiarle i piedi, un po' di sesso, sentivo che lei mi voleva bene, che mi avrebbe sempre protetto...non ho mai conosciuto nessun affetto, mai, ho sempre fatto la troia da 18 anni...per cui ho un ricordo bellissimo di qui e Sugar ha pensato di farmi rivivere quelle atmosfere, io e Lei soli, come un tempo,è il suo regalo di anniversario...io le ho fatto una collana d'oro e Lei...questo...non sono fortunato?….. e poi Sugar sa come prendermi..”
“Sì, come una sua troia...botte e obbedienza, non ti stanca?” fece Mek
“No, Sugar mi ama a modo suo, ha 55 anni, ha vissuto molte avventure, ha avuto molti amanti e molte squillo con sé, ma adesso a me, si accontenta, credo, almeno a me sta bene...le botte fanno parte della nostra relazione, Lei ha tutto il diritto di rimettermi in riga, anzi quando non lo fa, la provoco apposta per farmi gonfiare la faccia...sai perché?”
“Perchè sei pazzo?”
“No, non lo è, Mek, affatto, io lo capisco benissimo..” fece Riggy.
“Anche io” disse KSA con la sua voce dolce.
“Grazie...perchè io lo amo, amo anche quando mi colpisce e mi fa male, ha il potere di farlo, io lo voglio, mi sta bene, e poi, quando mi ha riempito di schiaffi, mi sbatte sul letto e mi scopa alla grande!”
“Il sesso è il potere. Il potere è il sesso.” chiosò Riggy.








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