bdsm
Sudore di donna nera.
di Strapps
06.07.2019 |
12.615 |
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"Non potevo ammazzarmi di seghe..."
SUDORE DI DONNA(NERA)Mi ero trasferito in una zona più popolare della città, fuori dal centro, vicino alla stazione di Porta T. Il mio appartamento dava su una piazza. Piuttosto grande con qualche panchina, degli alberelli e un grosso spazio vuoto al centro. Il sabato mattina c'era il mercato rionale. Dopo una settimana di lavoro mi svegliavo verso le nove e mezza e prendevo il caffè in terrazzo dal quale potevo vedere il mercato sottostante. C'era sempre molta gente anche nelle giornate di pioggia. Soprattutto donne. Italiane in là con gli anni, pensionate e tante immigrate: russe, ucraine grosse e volgari, cinesine sempre indaffarate e magre, giovanissime in pantaloncini e canotte e nere. Massicce donne africane con gambe grosse, il seno matriarcale, il busto tozzo, il volto severo, gli occhi neri e duri, le labbra carnose. Mi piacevano molto, passavo ore a guardare il loro via vai al mercato, alcune avevano figli, due, tre, altre erano da sole. In estate lo spettacolo delle donne di colore era al meglio. Almeno per me. Avevo infatti iniziato a provare eccitazione nel vedere quelle donne nere sudate che si affaticavano nella via. Mi piaceva la loro pelle di ebano segnata da gocce di sudore per il caldo asfissiante della piazza sotto il sole di giugno. Era bello vedere quelle braccia in carne imperlate di sudore. Mi eccitava pensare al loro seno sotto il vestito leggero tutto bagnato di caldo. Pensavo – e il cazzo mi si induriva lì sulla terrazza dove tutti potevano vedermi – all'odore forte della loro pelle, a come la combinazione di sudore e odore femminile producesse un afrore caldo ed invitante.
Le guardavo passare belle e vicine a me. Imbevute di sudore facevano marciare il loro corpo di femmine adatte alla riproduzione e macchine del sesso. Ero stato un anno con una donna di colore, Tina, a New Orleans, anni fa. Tina era fantastica: un corpo grassoccio ma pieno di curve, grosso culone da nera, seno grosso e volto rotondo. Portava la franggetta e i suoi capelli sapevano di miele. Sebbene un po' in carne, appariva carina e scattante. Le grosse labbra sempre colorate di rosso erano eccitanti e aveva due occhioni da cerbiatta. Mi piaceva leccarle la figa sudata e odorosa di donna. Scopavamo come ricci. Era fantastica a letto Tina, faceva pompini con ingoio che erano una goduria. Mi mangiava il cazzo. Mi piaceva abbracciarla a letto, lei sudata in quel buco di casa vicino al porto. Era allegra e simpatica Tina, ogni tanto rompeva le palle come tutte le donne, ma andiamo, io stavo bene con lei.
Sotto le coperte, di notte, mentre lei dormiva, mi mettevo a ispirare il suo odore di donna, di nera, di sudore. Mi eccitavo da morire. Così la svegliavo e le ficcavo il cazzo nella figa mentre lei si svegliava con la mia lingua sui suoi capezzoli dritti e neri.
Mi ero fissato in particolare su due donne sulla trentina che venivano al mercato a coppia. Una era bassa, tozza, grosse gambe e grosso seno coi capelli corti ricci, la fronte ampia, le labbra larghe. L'altra era più alta, gambe slanciate, bel giro vita e seno abbondate. Capelli lunghi fermati dietro. Erano sempre in shorts e maglietta. Sotto il caldo asfissiante le magliette si coprivano di sudore(avevo comprato un binocolo per seguirle nella piazza mentre facevano compere o la lunga stava al cellulare)formando piccole pozze bagnate sul cotone colorato. Le avevo soprannominate Sam&Sem, non saprei perché. Mi eccitavano il cazzo mi si faceva duro. Volevo leccare quel sudore di donna nera.
*
Dovevo fare qualcosa. Non potevo ammazzarmi di seghe.
Andai verso lo svincolo autostradale una notte, dove stanno le puttane nere. Feci un paio di giri e infine mi fermai davanti ad una formosetta con gonna e tacchi troppo alti per lei. “Quanto?” chiesi. “Trenta bocca. Cinquanta figa.” disse lei sorridendo. Doveva avere sui ventanni. Il seno era piccolo. “Sali..” entrò in auto e mi indicò una stradina sterrata. “Ecco i soldi..” “Bene..rilassati..” “No..no...voglio solo un informazione...ascolta...vorrei incontrare delle tue amiche..”
“Cosa?” “Ascolta. Ho questa fissa. Vorrei andare con due donne nere piuttosto in carne e sudate...”
“Sudate? Ma cosa intendi?”
“Donne di stazza, non vecchie...., sulla trentina diciamo che però siano disposte a venire da me sudate fradice...voglio leccare il loro sudore...”
“Tu sei pazzo....che storia è questa?..” rise. Parlava molto bene l'italiano con accento piemontese addirittura...
“Ok..sono pazzo...ma puoi aiutarmi? Da quanto stai in Italia? Parli bene..”
“Da quando era bambina molto piccola...ho fatto scuole in Italia...”
“Oh..bene..senti, allora puoi aiutarmi? Conosci qualcuna? Pagherò bene.”
“beh...ecco....sì...cioè forse qualcuna la conosco...”
“Benissimo! Ti lascio il mio numero...eccolo....e se va in porto la cosa...ci sarà un regalino anche per te....”
*
Per una settimana non si fece viva.
Andai anche nella via delle puttane ma lei non c'era.
Persi le speranze.
Poi una domenica mattina squillò il telefono.
“Le ho trovate! Oggi pomeriggio va bene?”
“Grande!. Benissimo – venivo da un sabato di Sam&Sem col binocolo ero eccitato – mi raccomando sudate....”
“Sì, birichino...e tu non dimenticare il regalo..”
“Certo dolcezza...bravissima...”
*
Le lasciai indirizzo e tutto. Sarebbero venute alle due, al caldo. Quando suonarono dissi loro di fare le scale...
salirono lente.
Le feci entrare in casa. E cavolo! Erano loro due!! non potevo crederci!le Sam&Sem...feci un salto di gioia!
“Cavolo fantastico! Siete voi! Ma sapete che vi guardo sempre al mercato?”
“Sì, lo sappiamo che ci spii col binocolo, ti abbiamo visto..” disse quella alta.
“Accomodatevi! Volete qualcosa da bere? Limonata fresca?”
“Sì siamo accaldate!”
“Benissimo, quello che volevo!”
“Che maiale...” disse la bassa. E risero.
Servii loro la limonata.
“E i soldi?”fece la lunga.
“Eccoli...100 a testa vanno bene?”
“Facciamo 150!”
“120..”
“Ok”
Prendo i soldi e li conto davanti a loro. Li fanno sparire subito nelle tasche.
“Allora adesso che si fa?”
“Andiamo in camera...venite..”
Ci alziamo e andiamo in camera. Guardo i loro culi davanti a me e sbircio le loro magliette inzuppate di sudore.
“Spogliatevi per favore..”
Lo fecero lentamente. Nude con tutte quelle poppe nere al vento, la carne esposta erano proprio sexy. Mi eccitai. Loro ridevano. Fissai i loro corpi di ebano con le gocce di sudore sopra. Il collo era rigato di acqua. Le labbra pitturate di rosa erano bagnate anche esse. Ero eccitatissimo e mi buttai su di loro. Carne, poppe, donne. Sudore. Oh, eccitante sudore di femmina nera: niente di meglio al mondo!
Presi a leccare il loro sudore. Lo leccavo tutto, sul corpo, sul collo, sul petto, leccando le tette grosse, la pelle gonfia e matronale. Loro ridevano divertite. Io leccavo quelle cosce, succhiavo il loro sudore. Le leccavo tutte eccitato. Il mio cazzo era duro. Mi spogliarono. Rimasi con la mia erezione. Mi ributtai su di loro come un bambino felice. Tornai a succhiare e leccare quella pelle di ebano, quello odore di donna, di femmina accaldata. La bassa mi prese il cazzo fra le mani e mi segò. Allora mi gettai su di lei baciandola furiosamente. All'inizio mi respinse, ma poi mi offrì la bocca da baciare. Mi segava e io la baciavo. La lunga si mise dietro di me e mi toccava la schiena e il culo. Io limonavo con la bassa, sapeva di femmina e di fatica, di vera femmina e di sofferenza. L'altra mi toccava il culo. Leccai ancora il collo della bassa, quindi mi infilai un preservativo e mi scopai la lunga mentre la bassa mi toccava il culo e mi baciava sotto il collo facendomi arrapare come un cavallo. Scopai con forza la lunga, spingendo il mio cazzo nella sua figa larga, caldissima e bagnata. La bassa mi baciava sul collo, sotto le orecchie strappandomi gemiti di libidine. Scopai come un pazzo, cavalcando la lunga. Venni dentro di lei. Ci riposammo e loro bevvero limonata e misero su dei dischi di jazz.
“Volete fare una doccia?”
“Certo! Tu ci raggiungi?” fece la lunga.
Come no, bellezza.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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