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Padrona Ramona, la transex bodybuilder 4.


di Strapps
29.08.2024    |    44    |    0 6.0
"Vieni iniziamo così…” Mi precipitai sul suo cazzone e presi a baciarlo e a sbattermelo sulla faccia la bocca, le toccavo le palle e poi lo presi in bocca,..."
I giorni con Serenona erano noiosi. Lei non voleva mai uscire, dividevamo quel piccolo appartamento e pareva che ci fosse solo lei con la sua mole, le crisi, i piani, le pillole, i discorsi, i silenzi. Era snervante e noioso stare da solo con lei, pensavo a Paolitas ma lei non chiamò. Così presi a mettere gocce di sonnifero nel thè di Serenona, così lei si assopiva ed io potevo fare un giro fuori, guardare la tv che piaceva a me e giocare alla play. Quando si risvegliava voleva mangiare qualcosa, provavo a portarla fuori, ma a lei non andava. Una sera per fortuna si ricordò che aveva a disposizione un succhiacazzi e mi fece:
“Ehi carino vieni qua...è qualche giorno che la tua boccuccia non mi fa godere un po’…
“Oh finalmente Serenona...ti ricordi quanti pompini ti ho fatto sotto casa tua?”
“Sì, che gentile...avanti vieni qua…
Così presi a farle un lavoretto di bocca, ma lei dopo qualche minuto non dava segno di risposta. Sbadigliava, forse aveva bevuto il thè. Provai a leccarle il culo e le palle e poi tornai a baciare e leccare quel cazzone, ma quello rimase a riposo.
“Mi spiace baby…..vieni qua….fra le mie braccia...ho sonno..ho sempre sonno….vieni qua…”
E mi prese come ai tempi nei quali ero stato suo prigioniero, abbracciandomi completamente, la sua pelle nera, spessa, piena di bozzi contro la mia. Le sue tettone, le sue braccia. Il suo odore. Lei si addormentò presto. Io rimasi lì fra le sue braccia, col suo respiro caldo sul collo, il suo cazzo a riposo contro il mio sedere, presi delicatamente una mano di Serenona e me la misi sul culo e presi a masturbarmi pensando a Paolitas.
Dopo quella sera Serenona non provò ancora. Ero frustrato. Quel suo cazzone a portata di mano e quello di Paolitas assieme a Milano. Ramona e Yeex si facevano sentire spesso, ma non aveva date di ritorno ancora.
Un pomeriggio mi arrivò un messaggio di Paolitas:
EHI TROIA, FRA 40 MINUTI TI VOGLIO A QUESTO INDIRIZZO.
P.
Cavolo, mi preparai in fretta, Serenona guardava la tv:
“Scusami cara, una cosa imprevista di lavoro, devo proprio andare...un paio di ore penso..è un problema? Ma non posso pro
“No, ok, vai pure. Porta la torta al limone quando torni.”
“Ok, grazie, scusa.”
Con un taxi mi precipitai all’indirizzo. Era un vecchio appartamento in una villetta a 3 piani signorile. Ero già stato da quelle parti con trans.
“Oh ecco la mia marchetta...avanti accomodati...in anticipo...lo sapevo che volevi questo…” e si toccò il pacco.
Era sdraiata su un letto largo bianco e rosa, in camicia.
“Sono tornata da una stressante mattinata con affaristi e stronzi delle banche, sono stanca ma mi era venuta voglia di farmi sollazzare…
“Per fortuna hai pensato a me...io ho pensato tanto al tuo cazzone…
“LO so...allora...quanto vuoi?”
“In che senso non capisco…
“Ho detto che sarai la mia merchetta...quanto chiedi?
“...io io..io...ecco...non saprei
“Faccio io: che ne dici di 20 di bocca e 50 nel culo?”
“beh...io...ecco
“Non sei la mia puttanella per stanotte? Non vuoi il mio cazzo?” e si tastò ancora volgare e sicura di sé. “sì..sì...cioè ok i prezzi sono giusti...sono una marchettara alle prime armi…
“Infatti...ecco i 20 euro...vieni iniziamo così…”
Mi precipitai sul suo cazzone e presi a baciarlo e a sbattermelo sulla faccia la bocca, le toccavo le palle e poi lo presi in bocca,prima baciai e succhiai bene la cappella, quindi presi a spompnarlo. Lei apprezzava anche se quella bestia continuava ad uscire dalla mia bocca tanto era grosso. Si era messa un anello dorato sopra le palle e il cazzo sembrava ancora più grosso. Faticavo a succhiare e lei mi mollò un paio di schiaffi, si fermò, mi sputò in bocca più volte e poi me lo rificcò dentro. Mi scopò lei per un po’ quindi di colpo si fermò. “Beh come pompinara non vali 20 euro…” ci rimasi malissimo.
“Vieni!” mi prese per la testa e mi trascinò in una stanza con poltrone, corde, falli finti e gel per terra. “Il mio paparino anni e anni fa veniva qui a Milano a scopare...adesso è il mio appartamento. Intestato a me..”
“Sono felice per te...Paolitas..io
mi arrivò uno schiaffo forte. “Silenzio...vieni!” mi prese e mi legò le braccia ad una trave al soffitto e poi mi fece sedere su una sedia col culo esposto a lei. Si masturbò un attimo, dicendomi che ero la sua troia da 50 euro e che ora si sarebbe presa il mio culo. Spinse la sua bestia sul mio ano e mi ficcò una banconota da 50 in bocca. “Ecco troia i tuoi soldi...adesso il tuo culo è mio!!!” e con un rapido colpo infilò la sua grossa cappella dentro di me. Urlai, era grossa e aspettavo il carico maggiore, quella verga nera enorme. Spinse piano, ma urlavo e allora lei mi mise le sue mutandine in bocca, spegnendomi. Si lavorò l’entrata nel mio buco con arte spingendo e fermandomi, il dolere era forte, piangevo, ma già pregustavo la monta di Paolitas. Lei appena me lo mise dentro bene, prese a fottermi con forza. Ero legato al soffitto, le sue mutandine in bocca, piangevo, ma cazzo quanto era grosso il cazzo di Paolitas? Una furia lei mi scopò. Mi cavalcò dicendomi che ero la sua puttana. Anche io, dopo che mi ebbe tolto le mutandine dalla bocca iniziai a dire che ERO LA SUA TROIA DI STRADA, LA PUTTANA DA 50 EURO DI CULO E 20 DI BOCCA. Lei apprezzava e mi montava infoiata, sentivo la sua massa sbatacchiarmi, il suo cazzone che mi penetrava duro, profondo e forte. Mi scopò mentre urlavamo come pazzi di goduria. Lei venne nel mio culo con forza e mi riempì bene bene tutto.
Facemmo la doccia assieme e mentre ci insaponavamo a vicenda pensai alla padrona Ramona: la insaponavo spesso in vasca e ora ero con un’altra transex, Paolitas, lei non lo sapeva, la paura mi assalì, se Ramona lo avesse saputo chissà che razza di punizione mi avrebbe impartito, non osavo immaginare, ma ero anche eccitato nel fare una cosa che lei non sapeva. La padrona Ramona che da un tre anni decideva tutto e sapeva tutto di me, che scopavo con Paolitas non lo sapeva. Mi venne duro mentre asciugavo il cazzone di Paolita e le sorridevo. E Paolitas non conosceva Ramona e frequentava altri giri di trans.
Dopo che l’ebbi asciugata, le spalmai della crema alle gambe e lei apprezzò molto.
“Sei molto servizievole, la tua amica Serenona me lo ha detto…” pensai che forse Serenona avrebbe parlato con Ramona, ma era così rintronata di pillole e gocce per dormire...non rischiavo poi molto.
“Amo le belle trans come te….Paolitas e amo i grossi cazzi neri delle trans…”
“Bene...allora gradirai questo…” mi prese per il collo e mi rimise dentro la doccia, sfoderò il suo cazzone dall’accappatoio e mi disse di prepararmi. Dopo pochi secondi mi pisciò addosso, in faccia, sui capelli, sul corpo, in bocca. Bevvi quanto potevo, ma quel cazzone pisciava di brutto. Lei rideva e si godeva la scena. Poi se ne andò lasciandomi a fare un’altra doccia.
Tornai da Paolitas pensando di andare, erano passate già due ore, magari Serenona si era svegliata nel frattempo.
Lei era distesa sul letto, riposava.
“Allora grazie dello splendido pomeriggio e se passi di nuovo a Milano
“Dove vai? Vieni qua. Ti do altri 50 euro se resti qui con me. Non voglio stare sola…
“Ma, ecco...devo rientrare...e
lei aprì le gambe e mi mostrò il suo uccellone nero a riposo, grosso, la cappella rosa e gonfia. Ero di nuovo eccitato. Lei prese la borsa e prese una banconota.
“Vieni qua sgualdrinella...per pochi euro ti fai sbattere e rinunci a 50 per non fare niente?”
ero eccitatissimo. Mi inginocchiai ai suoi piedi e feci di sì con la testa.
“Apri la bocca puttanella…
mi ci mise la banconota poi mi fece salire a letto con lei, mi prese una mano e la mise sul suo grosso uccello. Era caldo, bello, profumava. La mia mano tremava ed era sudata nonostante la doccia appena fatta. Poi mi mise una mano sul petto e mi baciò. “Dormiamo…”
Ci risvegliammo alle prime ore della notte. Cazzo! Serenona...sul cellulare nessuna chiamata. Mi rivestii in fretta. “Ciao puttanella...alla prossima…”
“Lo spero!” dissi, le baciai la mano e andai via di corsa.
A casa Serenona dormiva ancora. Avevo comprato del gelato. La svegliai.
“Cazzo da quanto sei tornato?”
“Oh, non saprei...almeno 3 ore...forse di più…”
“Perchè non mi hai svegliato?”
“Dormivi come un angioletto….
“Oh che carino….il trucco? Ha chiamato Yeex? Perché non mi hai svegliato? Le pillole...che ore sono?”
la calmai, le feci una doccia e un massaggio rilassante, si mangiò il gelato come una bambinona felice ed io ordini una cena. Dopo andai a letto e la lasciai ad una videochiamata con Yeex e Ramona, mi assicurai che non parlasse di oggi(non sapeva niente poi)e mi riposai pensando al cazzone di Paolitas.

I giorni seguenti Ramona mi chiamò, le cose con Yeex andavano alla grande, era eccitata e parlò solo di lavoro e opportunità. Passò poi ai miei compiti. Sarei dovuto andare ogni fine settimana in Liguria per sistemare la casa, pensai che sarebbe tornata presto, invece era per Louis e Ja che sarebbero tornati. Mentre lei e Yeex avrebbero preso un areo per Los Angeles! Non vedevo la padrona da un mese e ne sarebbe passato un altro stando a lei. Ovviamente il mio compito primario era occuparmi di Serenona a Milano, ma dovevo anche far marciare la casa in Liguria perché i due signorini non avrebbero mosso un dito.
Così rividi la padrona solo per videochiamate. Mi procurai un telefono e lo usavo solo per contattare Paolitas in Brasile, ci parlavamo, smessaggiavamo, mi mandava foto del suo cazzone ed io del mio culo. Serenona non sospettava niente, oramai dormiva 16 ore al giorno, potevo fare come mi pare, la lasciavo da sola in casa e andavo in giro per Milano.
Dato che Ramona non mi cagava per niente, non vedevo il suo cazzone e i suoi muscoli da mesi oramai, Serenona non si eccitava più(qualche volta ci avevamo provato pure, ma il suo uccellone non rispondeva presente. Paolitas era in Brasile. Così andai a puttane via internet. A Monza trovai una di quelle che piacevano a me: brasiliana, mulatta, volto deciso, grosse labbra rosa, seno rifatto ma piccolino, alta. Mi ricevette in un appartamento pulito, lei era come nelle foto, ma poco partecipe. Le chiesi di legarmi al muro dove aveva un pezzo di velluto comodo appeso. Lo fece, ma senza dire una parola. Le chiesi di trattarmi da schiavo mentre mi fotteva, volevo che dicesse che ero lo schiavo di PADRONA PAOLITAS. Mi eccitava che non avessi detto Ramona(temevo che la conoscesse poi…), ma lei era proprio poco partecipe. Lo diceva ma senza passione, senza nulla. Mi ficcò il suo cazzo nel culo e mi scopò come fosse un esercizio di gioco. Venne sul mio culo. Mi ripulì, liberò. Le detti i soldi più 100 euro per la venuta e andai via deluso.
Telefonai a Paolitas e parlammo tutta la notte.
Lei non sarebbe venuta a Milano, almeno per ora, ma io senza Ramona avevo bisogno di un bel cazzo che mi chiavasse con desiderio. Tornai alla carica con Serenona aggiungendo vitamine ai suoi pasti, ma niente. Così pensai che dovevo andare io in Brasile, ma come? Paolitas mi suggerì di farlo passare come un desiderio di Serenona. Così iniziai a lavorarla, meno gocce, meno pastiglie e la facevo parlare dei suoi cari in Brasile che non la vedevano da anni e anni. Paolitas mi consigliava spronava, io sognavo il suo cazzone. Anche perché mi occupavo della casa in Liguria un giorno alla settimana, lavoro e poi Serenona, Ramona non si fece vedere per altre settimane. Poi passò da Milano con Yeex, erano diretti a Berlino. Ci parlammo di fretta, lei dette solo ordini, però restammo seduti per qualche minuto da soli. Mi prese la mano e la strinse fortissimo facendomi gridare. “Hai fatto il bravo senza di me?”
per un attimo raggelai. Sapeva tutto. Serenona o chissà avevano parlato di Paolitas, ma lei rideva. “Il bravo. Ho accudito i due in Liguria, seguo Serenona ogni giorno. Lavoro. Ecco…”
“Ci credo...lo so...sei bravo….una brava puttanella…..la mia puttanella...la mia….bene….so cosa vuoi….il cazzo padronale, vero?”
Non sospettava nulla. Iniziai a piangere… “Sì lo voglio, padrona...sì...il cazzo padronale mi manca da mesi….” mi inginocchiai ai suoi piedi e mi ficcai fra le sue gambe. Eravamo dentro un auto. Presi in mano il cazzone nero, non lo vedevo da mesi, ora era lì, nelle mie mani. Davanti alla mia bocca. Fra le lacrime lo baciai a lungo. “Okk okk ok...okkk. Tranquilla puttanella lo avrai tutto….ma dimmi Serenona?
“Morta da quel punto di vista...non funziona più…”
“Merda puttanella tutto il tempo con quel cazzone a portata di mano e niente…” “..andato..padrona...Serenona ha detto stop!”
mi prese la faccia, mi baciò e poi mi sputò in bocca un paio di volte. I capelli cortissimi, le braccia muscolose, gli occhi neri, la bocca carnosa, larga colorata di blu elettrico, il suo profumo, il suo cazzone. Iniziai a spompinarla con piacere immenso, facendola godere, fissandola negli occhi dietro le lacrime mentre le succhiavo il cazzone e poi lei mi espoldeva in gola il seme caldo, possente, brasiliano della mia Padrona Ramona.









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