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LA PUTTANA DELLE MONTAGNE - IL CAPITOLO 2 - (5) NELLA CASA DI DOMINAZIONE E SQUALLORE DI HUGGUY LA PAPPONA


di Strapps
30.12.2023    |    190    |    0 6.0
"Ehi avete del caffè caldo in questo camper così bello?” “Sì, pupa, versa del caffè a questa troia..."
Il mattino dopo, riposati salimmo ancora la montagna, Sugar voleva andare alla città-fortezza militare dove si teneva la Grande Festa delle Forze Armate Transex(per fortuna era ancora lontana, mi vengono i crampi a pensare a quei giorni)perchè vorrebbe incontrare un suo ex-collega che vive lassù. A me quel posto mi ricorda solo 3 giorni furiosi nei quali non so quanti cazzi presi in bocca e in culo, era impossibile tenere il conto: un fiume di transex allupati e ubriachi per la festa pronti a sborsare crediti facili. Ricordo in particolare il primo giorno, in quel vicolo- tunnel, io in fondo, un materassino, acqua, gel e Sugar all'ingresso che smistava i transex allupati, prendeva i soldi e poi mi urlava 1 oppure 2, dove 1 era per un pompino e 2 per il culo, fu una giornata infinita e distruttiva.
Per fortuna il camper ebbe dei problemi al radiatore e Sugar, imprecando e arrabbiandosi con me, mi presi un paio di schiaffi pesanti, dovette accostare in una piazzola dove c'era una troia. Era un uomo bassetto e grassoccio con una pelliccetta rosa sporca di fango e neve, salì dentro al caldo, profumava di buono e non era affatto malaccio come sembrava dalla strada. “Che è successo?” “Radiatore...problemi...possibilità di chiamare un meccanico?”
“Adesso? Impossibile...forse domani mattina dopo le 11, quando Shilly passerà con lo spazzaneve, ne è prevista per stanotte...” “Dove è la tua pappa?”
“Huggy passerà a prendermi fra un'ora...può darvi un passaggio giù a Krekpoint...” “Cazzo un'ora qua in questo cesso di posto...” “Ma voi da dove venite? Siete qui per far battere questa troietta bianca?”
“Ehi modera le parole – fa Sugar e molla uno scapaccione sulla testa della puttana – lui è la mia mogliettina, non una puttana di montagna come te...”
“Ok...non scaldarti….tu sembri una Pappa con quella tunica e lui la tua troia bianca, come io con Huggy...ehi avete del caffè caldo in questo camper così bello?”
“Sì, pupa, versa del caffè a questa troia...si alza qualcosa stasera? Quanto chiedi per il culo?”
“Ehi vuoi approfittare pelatonabella...me lo sbatti dietro per 35 crediti...davanti alla tua mogliettina del cazzo...”
“Non ti darei mai 35 crediti e poi a me piacciono magri e sottomessi, tu sei cicciottello
“Ehi fanculo bella..
Sugar gli rifilò uno schiaffo.
“Zitto...bevi...”
“Ok...okk...ma...ecco...in effetti stasera non si alza niente...ho fatto un pompino per 6 crediti a una un paio di ore fa...dopodichè niente...”
“Ehi troia fatti bastare il caffè e il caldo...saresti la fuori col culo al ghiaccio se fossi la mia troia...vero baby? Se dicevo si stare sulla strada fino al mio fischio anche con notti come queste lo facevi, dico bene?”
“Dici bene Sugarbello”
“Lo dicevo che eri una pappa e lui la tua troia”
“Lo era, adesso è la mia mogliettina...” e gli mostra la collana e gli anelli. Quello rimane sorpreso e comincia a parlare di speranze e sogni che anche a lui poteva succedere, parlava di Huggy e beveva caffè al caldo del camper. Rimanemmo ad aspettare che Huggy passasse a rimorchiare la sua puttana per darci un passaggio. Per far stare zitta la troia Sugar prima provò con un paio di schiaffi, ma poi capì che era meglio riempirlo di cibo e gli dette 3 confezioni di candysoffer delle pastine zuccherose che piacevano a Lei e quello ci si gettò come in preda al regalo più bello che avesse ricevuto negli ultimi anni: “Ehi bella, per 3 di questi ti faccio un pompino lo stesso se vuoi...” “Mangia e zitto!”
Restammo in attesa a lungo e preparai dei panini per me e Sugar, alla troia Sugar gettò dei cetriolini e una fetta di pane ammuffito e un paio di calci perché la sua pappona tardava.
Alla fine Huggy arrivò su una grossa auto lunga e marrone e rossa. Scese, era una transex alta, robusta, con un grosso cappotto di pelle nera pesante, una sciarpa rossa. Aveva due occhi piccoli, sotto il destro una cicatrice piuttosto vistosa, aveva una grossa bocca colorata di rosso e capelli afro, mostrava sui sessanta anni più o meno, portava eleganti scarpe lucide, ma il cappotto era liso, macchiato, sdrucito, salì nel camper e rifilò uno scapaccione alla troia: “Che ci fai qua sopra? E non sei per strada?”
“...non passa nessuno Huggybello…..e i signori hanno problemi al carburatore o che so..e..”
“Senti Huggy – fece Sugar e mollò uno schiaffo alla battona per zittirla – sono un pappa pure io...ho bisogno di un meccanico...puoi portarci?”
“Un meccanico adesso? Forse Mikk giù a Krekpoint, ma vai a sapere...possiamo provare ma ti costerà
“Lo so. 20 crediti per portarci giù a Krekpoint”
“40!”
“Fanculo, 25 è il massimo.”
“Andata.”
Salimmo nell'auto di Huggy, era riscaldata e aveva i sedili in pelle, la troia davanti, noi dietro. Prima Huggy se la prese con la puttana perché aveva alzato solo spiccioli, la prese a ceffoni e le sputò in faccia un paio di volte.
“Vogliamo andare? Sta pure iniziando a nevicare...fanculo...”
Arrivammo a Krekpoint dopo mezzora, ma di Mikk nessuna traccia, il problema era che stava nevicando sempre più forte. “Devi riportarci al camper Huggy, dormiremo lì stanotte.”
“Sei pazza bella? Io non ci tornò lassù con questo cazzo di tempesta in arrivo...”
“E dove dormiamo noi?”
“Ohh….per 100 crediti a casa mia..e qui..a due curve...vitto e alloggio per stanotte, tu e la tua passerina delicata...e puoi scoparti le mie troie...che dici”
“Dico che questa fottuta neve non ci voleva...” in effetti nevicava fortissimo e risalire sarebbe stato pericoloso.
“Ok, ma 80. lui non mangia, non scopa e dorme per terra con me...”
“90”
“85”
“Andata.”
La casa di Huggy era vicina. Era una vecchia villetta a due piani malridotta, dentro puzzava di muffa e di pulizie precarie, la troia ci fece sedere e portò una birra a Sugar, io sedetti per terra su un tappeto logoro. Una stufa rendeva accogliente la stanza, poche luci e poche sedie, Huggy si mise sulla poltrona e urlò: “Jalline Markus venite qua!”
Arrivarono due uomini, uno alto e molto grasso, con una barba curata e quasi rasato in testa, ma aveva degli occhi spenti e modi goffi e incerti, indossava una gonna corta e calze a rete, era Jaline, Markus era nudo e aveva il collare, si accovacciò ai piedi di Huggy e gli tolse le scarpe, le calze e poi si mise a massaggiare i piedi della transex, era un uomo gracilino coi peli sulla schiena e pochi in testa, piuttosto brutto e come troia non pareva molto allettante. La scuderia di Huggy era veramente poca roba, la troia che batteva su era forse la migliore almeno era la più carina di viso, forse Jaline come travestita curvy poteva interessare un segmento di mercato, ma sembrava una bambolona incantata, era vicina a Huggy che le tastava il culo mentre con l'altro beveva una birra. La troia che si chiamava Tis preparò dei panini per il suo pappa e per Sugar. I piatti erano mezzi rotti e graffiati, il pane raffermo, ma Sugar gradì la salsa piccante che preparò Tis.
“Allora Sugar vuoi scoparti qualcuna di queste baldracche?”
“Mi spiace Huggy, ma sei messa malino...se hai questa mercanzia da offrire...quanto ci tiri su da queste troie?”
“Poco in effetti – e fece un segno a Tis che si inginocchiò e Huggy le mollò due schiaffi pesantissimi, quindi prese a calci Markus e lo riempì di schiaffi mentre Jaline era ferma col suo sgardo lontano, Huggy si sfogò picchiando le sue due troie con rabbia dicendo che non sapevano lavorare, che erano brutte o grasse o troppo magre - ...faccio una vita del cazzo con queste troie...sono dovuto tornare quassù dopo la prigione...una brutta storia...15 anni dentro...quando sono uscita non avevo un credito da parte, vivevo del sussidio e così sono tornato quassù con questa mercanzia avariata...da due soldi...” e colpì ancora Tis e Markus con rabbia.
“Tu invece te la cavi bene vedo...”
“Non mi lamento...ho una troia giù in città e lui e la mia mogliettina, sto alla grande...”
“Stronza!”
Brindarono e parlarono di vecchi tempi e storie di papponi, io in ginocchio sul tappeto logoro, le tre troie che si alternavano a portare birra di pessima qualità prese a calci da Huggy, sputate, umiliate. Solo Jaline era ferma in piedi distante, ogni tanto Huggy le ficcava una mano nelle chiappe o la sodomizzava con una carota grossa e sporca. Markus prendeva calci e sputi in continuazione ed io tremavo ai piedi di Sugar, temendo che anche Lei volesse dare prova di forza con la pappona, ma a parte qualche calcio e un paio di schiaffi perché mi ero addormentato, la serata passò. Huggy si fece fare un pompino da Tis e quando quello ebbe finito, con ancora il seme in bocca della sua pappa, andò carponi da Sugar e si offrì di spompinarlo.
“Ho la mia troia con me...se mi va...sciò!”
“Ohhh….la signorona...” fece Tis con la sborra che le colava dalla bocca sul mento e sul collo.
Sugar le mollò un calcio, quindi si alzò e mi portò a dormire con sé in una stanza umida e fredda, Markus ci portò una stufetta che funzionava piano, ma per fortuna Sugar mi prese nel suo abbraccio coprendomi tutto, ero rannicchiato fra le sue ginocchia e le sue braccia, sentivo le sue tette gonfie e calde contro di me. Fuori nevica forte. Dalla stanza accanto provenivano urla di botte e schiaffi e maltrattamenti.
Io invece ero al sicuro fra le braccia della mia pappa.
Di mio marito transex che col suo corpo caldo e grosso mi scaldava. Sentivo il suo cazzo contro il mio culo nudo, sopra le coperte pesanti, le urla delle troie battute da Huggy era sempre più lontano e mi addormentai al riparo della mia padrona e pappona.

Fui svegliato da un calcione nel sedere di Sugar che mi mandò per terra. “Fanculo ho bisogno di pisciare, quella birra di merda si fa sentire, vai a prendere un secchio!”
Ancora assonnato e frastornato mi ritrovai nudo per terra con Sugar che mi urlava contro, arraffai la felpa e a culo nudo andai nell'altra stanza. “Muoviti e fatti dare anche una bottiglia di acqua!” gridò Sugarbello da sotto le coperte. Faceva freddo nel corridoio buio. Quando entrai nella stanza mi ritrovai davanti ad una scena di depravazione e dominazione. Jaline era distesa su una pancaccia, la sua carne deforme fra le calze a rete, la carne che debordava, legata con delle pezze nere, la gonna sollevata, le gambe alzate e divaricate da Tis che le spingeva in culo un grosso fallo nero. Huggy era seduto sulla poltrona, come prima, ma era nuda. Le poppe erano cascanti ma grosse, era più grassa di quanto apparisse prima con cappotto e il resto, era sudata e ubriaca, ai suoi piedi Markus le stava leccando il cazzo mentre Huggy beveva ed inveiva contro di lui: “Non me lo fai rizzare stupida troia! Non vali un cazzo! Succhia! Non si rizza, stupida troia! Colpa tua! E tu Tis spingi quel coso nel culo di quella vacca di Jaline, da giorni non fa una marchetta! Questa puttana sempre sfatta e strafatta, ROMPIGLI IL CULO!!!!” urlava indemoniata. Mi avvicinai piano. “Scusa Huggy ho bisogno di un catino e una bottiglia di acqua...”
“Ehi chi abbiamo qui! - e dette una manata a Markus e lo staccò dal suo cazzo moscio - ...la troietta di Sugar...scommetto che tu me lo faresti rizzare...sì...sì...”
“No...io...Sugar mi aspetta ORA...è arrabbiata….
“Si fotta la tua pappa...o il tuo maritino...vieni qua...” e si muove verso di me, ma da seduta è goffa, allunga una mano, ma mi allontano rapido.”
“No...no...ferma...non farmi gridare...” sono nudo sotto e mi sento vulnerabile, questa pappa poi è una vera stronza, sadica per giunta.
“Ehi puttanella dove scappi? Vieni da Huggy...ti faccio assaggiare un vero cazzo….vieni qua – e prova ad alzarsi ancora, Markus è per terra inerme, Tis viene da noi, ma si ferma incerto – fammi sentire la pelle di una troietta vera….”
“..basta Huggy...ferma!”
“Vieni qua puttanella bianca….fammi toccare..
“SUGARRRRR SUGARRRR SUUUUUUUUGARRRR!!!!!!!” urlo a pieni polmoni. Huggy è in piedi minacciosa, mi allontano ancora e finisco contro Jaline che è legata alla panca col fallo enorme piantato nel culo. Si sente de trambusto e finalmente Sugar piomba nella stanza, ha una coperta addosso e la pistola in mano: “Cazzo fai Huggy?ti pianto un colpo in testa, lascia stare la mia troia!”
Huggy si rimette seduta con lentezza e poi fa: “...calma Sugarbello...calma...tutto ok...ho esagerato...scusa...tutto a posto, ok, bella?”
“Fanculo! Mi hai fatto alzare! Devo pisciare merdaaaaaaa!!!” e va al lavandino e ci lascia una pisciata lunghissima, tutti ascoltano il suono della pipì di Sugar e stanno muti, io guardo Huggy e sorrido, la mia pappa lo ha rimesso in riga questo stronzo! Vado al frigorifero e lo apro, prendo una brocca di acqua e raggiungo Sugar che ha finito, lo abbraccio e torniamo nella nostra stanza.
Sugar beve e si rimette a letto. Lo seguo, mi abbraccia come prima, ma sono nervoso e ho paura, così piango un poco.
“Cosa c'è troia? È tutto ok, sei qui con me, ho la pistola e il tuo paparino non ti lascerebbe mai toccare da quelle mani sporche di Huggy….”
“Grazie Sugarbello...grazie...sei Mitica...sei Unica...TI AMO...”
mi volto e la bacio sulla bocca e lei risponde svogliata ma risponde, poi mi rivolta ancora, mi infila un dito in culo e ordina: DORMI TROIA!

In realtà si svegliò ancora due volte perché voleva pisciare per via della birraccia di Huggy, io nudo al freddo, in ginocchio che tenevo il secchio già colmo di piscio mentre lei da seduta, sotto le coperte pisciava.

Il mattino dopo dovemmo aspettare che quella stronza di Huggy si svegliasse, dopo colazione, per 20 crediti ci avrebbe portato dall'unico meccanico vicino, Asj. Finalmente, a ora di pranzo, Huggy ci scaricò dal meccanico e lo salutammo contenti di non rivederla mai più. Il box era un postaccio coperto di neve, entrammo e dentro al caldo una transex vecchia, rugosa, alta, piuttosto magra ma con braccia che in passato erano state muscolose stava ad una cassa, portava una salopette sporca e unta, una criniera di capelli neri finti e orecchini grandi quanto quelli di Sugar, la faccia era coperta di rughe, aveva una bocca storta e coperta di rossetto rosso spento.
“Sei Asj immagino...ho bisogno di un pezzo...”
“Apriamo alle 14,30” disse senza guardarci.
“Ehi bella..la porta era aperta...e noi abbiamo fretta..ho bisogno di un pezzo…
“Apriamo alle 14, 30” disse ancora con una voce roca e bassa, ma alzò lo sguardo e ci squadrò. “...la porta è sempre aperta, ma noi no, aspetta pure qui...35 minuti...” e sorrise e poi mi fissò con attenzione.
“Ehi bella, ok...ho capito...ecco qui 20 crediti...ok...il pezzo
“Apriamo alle 14,30”
“Fanculo lo hai detto vecchia!” Sugar stava arrabbiandosi di brutto, lei era immobile, mi guardava e guardava Sugar.
“Mettetevi comodi – e indicò due sedie fredde di plastica -..i tuoi soldi non mi interessano...”
“A no?!!” Sugar era furiosa, la trattenni per un braccio. Lei mi mollò un ceffone e poi un altro. “Ok, Sugar, picchia me, ok, ma pensa...questa stronza non farà niente comunque...non ci darà il pezzo...sfogati con me e poi aspettiamo...bebybello..”
“Forse hai ragione troia!” e mi mollò un altro ceffone, Asj ci guardava. Sedemmo e cercai ci calmare Sugar coccolandolo, ma lei era arrabbiata. Passarono i minuti e poi Asj ci chiese da dove venivamo e chi eravamo. Sugar rispose svogliata, ma spiegò. Quella pareva curiosa. Fece altre domande, vedevo che mi fissava con quei vecchi occhi sporchi dietro tutte quelle rughe. Il tempo non passava, ma Sugar, da vecchia pappona, intuì qualcosa e fece:
“E dimmi Asjbella...i soldi non ti occorrono...ma se ti offrissi altro?”
“mmmmuummm...tipo?”
“Prova a indovinare..” io sobbalsai.
“...è da quando che siete entrati che guardo la tua troia...mi piace...è carina...carne giovane…
“Per una vecchia bastarda come te...e se te la presto un attimo?
“Ehi Sugar ma daiiii” feci, ma mi presi solo un ceffone.
“...beh...potrei…
“Potresti chiudere un occhio sui minuti...e sul pezzo...”
“Potrei...”
“Ma Sugar...questa vecchia?”
“Zitta puttanella!” e mi chiuse la bocca a ceffoni. Mi prese per un braccio e mi condusse da lei. Tremavo di paura. Mi toccò e palpò il culo.
“Non mi faccio un buchetto bianco come il tuo da anni…
“Sicura che ti si rizza vecchia?”
“Sicura Pappa...”
“Ok, io resto di qua, se la mia puttanella grida vengo e ti rompo la faccia, vecchia!”
“Capito..” la vecchia trans mi conduce in una stanza buia, stretta, c'è un materasso, si spoglia e mi ordina di fare altrettanto. Nuda è piena di rughe, le tette a pera cascanti, grossi capezzoli neri pelosi mi fissano. Ho paura, lei sembra arrapata. Ha pure un cazzo, vecchio, ma lungo. Mi tasta, mi tocca, le sue manacce ovunque, si eccita, sbava, la faccia coperta di rughe, la pelle secca, le tette cascanti, “Carne Fresca! - dice con quella voce bassa, consumata – qui non ne capita mai..ne avevo voglia di una puttanella bianca giovane come te..ummm...carne fresca!”, mi tocca il ventre, le sue dita consumate mi intimoriscono, risale lungo il corpo, si sofferma sul petto, me lo tocca, stringe i capezzoli, mi ritraggo. “Ehi facciamo quello che dobbiamo fare...” dico ma a voce bassa, ho timore di lei, è molto più forte e perversa di quanto dimostri la sua età e il suo aspetto. Mi molla uno schiaffo. “Zitta! Carne fresca!” vorrei urlare, ma ho paura che poi lei farà la stronza e non ci darà il pezzo di ricambio, così mi mordo le labbra. E poi mi sembra di essere tornato con una cliente, quella vecchia transex come molte altre con le quali avevo avuto a che fare nella mia vita(passata)di troia; in fondo anche quella è una marchetta: il mio corpo per il pezzo di ricambio. Lei mi palpa, mi infila una mano in culo, mi sodomizza con un dito e mi sputa, è una vecchia porca arrapata, spero si sbrighi, mi gira sul materasso e mi fa alzare il culo, lo tocca, lo palpa, ci sputa, spinge la sua vecchia verga sul mio solco, il cazzo si sta indurendo, mi sculaccia più volte, sto per urlare ma non lo faccio, è come un tuffo nel passato, quando il cliente doveva sfogarsi e fare come voleva su di me. Rimango così fermo, sperando che faccia alla svelta, lei mi sputa sul culo e mi dice che sono una puttana, una troia bianca, una vacca, si eccita e sbava, sputa, mi sculaccia, è infoita, questa vecchia stronza, è pure forte, sento i suoi muscoli che mi tengono ferme le mani dietro la schiena, spinge il suo cazzo sul mio solco, spinge la cappella dentro il buco, mi urla CARNE FRESCA CARNE FRESCA e mi sculuccia, io sono in suo potere, Lei la cliente transex, io la sua puttana per il tempo della marchetta, so che Sugar è lì vicino che potrei chiamarla, ma non lo faccio perché riaffiora prepotente il mio passato da puttana e tanti anni di mestiere non si scordano facilmente. Quella vecchia mi fa male, spinge, ma non riesce, sputa e mi tiene sotto con forza e poi lo infila dentro, è bello duro per l'età della transex, lo spinge dentro, prima male, ma poi prende ritmo e adesso mi tiene la testa giù sul materasso con una mano e con l'altra mi tiene ferme le braccia e mi incula, sa inculare, è brava, si sente che era una fottitrice da giovane provo persino piacere mentre mi tiene sotto, sottomesso come una troia, come una puttana che batte in montagna come quando ero con Sugar è lei era la mia Pappona. La vecchia stronza mi scopa duro, urlandomi offese e spingendomi sotto con quel braccio forzuto e gode da sadica a sottomermi a quel modo, lei padrona che gioca con la sua presa, carne fresca come ripete per il suo sollazzo. Mi scopa e provo piacere nel suo cazzo che mi incula e nel fatto che mi faccia ritornare troia come qualche tempo prima e poi mi viene dentro ripetendomi che sono una puttanella bianca da scopare. Nella stanza irrompe Sugar: “Ehi abbiamo finito qui?” la vecchia transex si stende sul materasso, si accende una sigaretta e fa: “Mi sono sbattuto la tua puttanella bianca...mi ci voleva proprio...carne fresca...”
“Ehi baby tutto bene?” chiede Sugar e mi aiuta a rialzarmi. “Gli bacio una mano e gli anelli e poi dico che va tutto bene.
“Ok, stronza...adesso a lavoro, sono le 14 e 30, ficcati quella sigaretta nel culo e datti una mossa!”
“Fanaculo pappona del cazzo e fanculo alla tua troia...Egge!!! EGGGGEEEE!!!” grida e di corsa arriva un vecchio uomo claudicante e vestito con una tuta da officina. “Dai subito a questo stronzo ciò che serve e poi accompagnali fuori...”
Sugar sbuffa e si arrabbia, ma l'uomo zoppicando ci fa segno di seguirci, io mi rivesto e vado con loro dando un ultimo sguardo alla vecchia transex che fuma rilassata. Mi fa l'occhiolino e poi dice: “Torna presto troietta….” ma solo con le labbra senza farsi sentire da Sugar. Egge ci fornisce il pezzo che occorre a Sugar e poi andiamo a piedi, per fortuna non nevica ma affondiamo fra i cumuli lungo la strada, fino alla prima tavola calda che troviamo per rimediare un passaggio, per 25 crediti, fino al camper, Sugar è arrabbiata per via della serata buttata, dei soldi spesi e degli incontri che avevamo fatto, io invece alla fine mi ero divertito, certo avevo avuto paura, ma Sugar mi aveva sempre protetto come faceva in montagna. In camper Sugar accese il riscaldamento al massimo, si gelava infatti, mi ordinò di farle un lungo massaggio ai piedi stanchi e gonfi per i kilomentri fatti prima e mi dedicai con amore e passione al massaggio mentre lei consumava un grosso panino che le avevo preparato da brava mogliettina, e poi si stese per riposare. Dopo aver mangiato un po' anche io mi stesi ai piedi del letto al calduccio e dormii.

Sugar mi dette un calcione per farmi cadere dal letto: “Cazzo ma abbiamo fatto tardissimo!”
“...scusa babybello...ma non mi avevi detto nient
“Chiudi quella cazzo di bocca! Preparami un thermos di caffè e datti una mossa!” Fuori era buio pesto, ma non nevicava. “Non sarà meglio ripartire domani? È piuttosto tard
“Ti ho detto di chiudere quella cazzo di bocca o preferisci che te la chiuda a ceffoni?”
me ne mollò uno ed io subito scattai per preparare il caffè, certo restare una notte ancora in montagna come due piccioncini in luna di miele sarebbe stato più romantico per me, ma non volevo certo far arrabbiare la mia padrona.
Quando il thermos fu bello carico ripartimmo. Mi stesi lungo il sedile contro il petto caldo di mio marito, lei mi abbracciò e mi permise di infilare la mia mano calda nelle sue mutande, così che potevo afferrare le sue grosse palle nere e guidò tutta la notte.


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