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MILF AUSTRIACA. UNA VICENDA DI DOMINAZIONE E DONNA MATURA MA CALDA E SENSUALE 3.
di Strapps
20.08.2019 |
9.355 |
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"Mi gettai ai suoi piedi per baciarli..."
Cap.IIIIl viaggio di ritorno fu sfiancante e arrivai a casa stanco morto e con il pene che mi prudeva dalla costrizione che mi faceva pensare a Lei. A Clarax. Alla mia padrona e adesso anche datrice di lavoro.
E il pene reagiva al piacere.
E mi prudeva e stringeva quella cosa di plastica.
Non dovevo pensare a lei, ma non ci riuscivo.
Mi addormentai di botto, ma mi risvegliai col pisello che mi doleva per via dell'urina accumulata. Piansi mentre pisciavo.
Poi tornai a letto.
Dormii ancora e quando mi risvegliai controllai il conto in banca. In effetti c'erano 5000 euro in più. Ero contento. Andai in un centro commerciale a fare acquisti tipo libri, musica, capellini da baseball e mi concessi un sushi in un ristorante costoso. La cena fu deliziosa. Avevo cercato di non pensare a Clarax per via della cintura di castità, ma era difficile.
Cercai di pisciare molto prima di addormentarmi.
Per un paio di giorni Clarax non si fece viva. Poi mi arrivò un messaggio sul cell.mi ordinava di salire a Vienna in treno e andare in un negozio. Seguivano orari, biglietto e indirizzo. Per il giorno seguente. Niente bagaglio mi specificava la padrona. Esegui eccitato al pensiero di rivederla e patii le pene dell'inferno. In treno non riuscii a stare fermo sui sedili dal fastidio al cazzo. Una bimba rise di me per tutto il tragitto mentre la madre mi guardava strano. Ferneticai delle scuse e poi me ne andai in corridoio fino a Vienna.
Il negozio era in una ricca via dello shopping, lunghe vetrate lucide e legno ovunque. Attesi l'orario concordato, verso le 19 e poi entrai. Dovevo presentarmi a Annabell, ma Annabell mi venne subito incontro riconoscendomi. “Tu sei il nuovo boytoy di Clarax, vieni.” mi strinse freddamente la mano e mi fece segno di seguirla. Era una donna bianca, formosetta, ma sexy, una bel volto da milf con pelle di perla e labbra rosse. Gli occhi erano verdi. La seguii in una stanza. Si avvicinarono due commesse anoressiche, alte e dall'aria di avere un metro di zucchine ficcate su per il culo. Senza guardarmi chiesero in coro: “Possiamo andare, Signora Annabell?”
“Sì, sparite.” rispose quella e prendendomi per un braccio mi butto su un divano di pelle. “Spogliati e sali qui sopra!” mi ordinò Annabell. Feci quanto eseguito, rimasi in mutande e salii su una pedana. Lei prese delle misure del mio corpo dandomi strattoni e dicendo di girarmi qui e là, eseguii ma lei era di modi spicci e mi rifilò anche un paio di sculaccioni. Mentre mi misurava il cavallo mi chiese:
“Come va laggiù? Ti fa male la cintura?”
Non feci in tempo a rispondere di sì che lei aveva già tagliato corto: “Ti ci abituerai come tutti...e Clarax sa dosare bene i suoi bambocci...vedrai ti ci abituerai presto pure mio marito ci si è abituato quel porco! Ne porta una da un anno ed è bello che felice!”
Dopo le misure mi fornì di un cambio e di un trolley pieno di accessori maschili per un soggiorno. Mi arrivò un messaggio de mio alloggio a Vienna e salutai Annabell.
L'albergo era piccolo ma carino dotato di ogni confort. Feci la sauna col cellulare in mano e quello squillò di un messaggio. Ordini per il giorno seguente.
Dovevo recarmi in una beauty farm appena fuori Vienna, un taxi mi avrebbe caricato l'indomani alle 9 in punto. Mangiai qualcosa in un caffè vicino all'albergo e poi andai a nanna.
La Beuaty farm era bella e immersa nel verde, anche lì mi aspettavano: una donna molto bella, Fraulyne mi prese e mi condusse in una stanza bianca e asettica. Si presentò e poi elencò cosa mi avrebbe fatto:
“Ti spogli ed io ti depilo dove indicato da Clarax, poi fanghi, doccia calda, sauna e massaggio, per le 4 del pomeriggio abbiamo finito. Iniziamo! Spogliati e siediti sul letto.”
feci quanto ordinato. Fraulyne era sulla trentina, volto severo ma bello, occhi neri profondi, pelle curata e lucente, portava una camicia bianca lunga fino alle ginocchia, le gambe erano sode, gli occhi neri profondi e una coda di cavallo legata dietro. Rimasi in mutande.
“Togli pure quelle..”
“..ecco...io..
“So che porti una cintura di castità, tutti i nuovi boyfriend di Clarax lo fanno, avanti non farmi perdere tempo..” disse con una voce decisa e profonda. Mi piacevano molto le sue mani, dita perfette, curate, unghie laccate di un nero profondo e duro.
Mi sedetti sul lettino nudo. Lei toccò appena il mio pene sotto la corazza di plastica leggera. Sorrise. Poi iniziò a lavorare. Mi depilò tutto facendomi impazzire di dolore sadicamente godeva nel strapparmi i peli(per fortuna ne avevo pochi)facendomi gridare e piangere. Piano piano mi abituai agli strappi e la cera, poi passò al rasoio. Lasciò il mio pube piuttosto sfogliato e infine si dedicò al mio culo. Mi fece girare e mi concesse qualche minuto di pausa.
“Clarax è una donna in gamba, l'ammiro, una così non si trova in giro facilmente..”
“Vero..sono molto fortunato ad essere il suo amante..”
“Ti farà toccare vette di piacere che manco immagini. Lascia fare a lei..”
“E chi prova a fare il contrario? Sono qui no?”
“Hai scelto bene, ti renderò presentabile per la tua donna, lindo, depilato, lucido e dolce come un bambinotto...tutto per la tua padroncina….sai che ha 70 anni? Sembra incredibile..”
“LO so!”
“Riprendiamo!” disse Fraulyne e iniziò a depilarmi il culo. La mattinata fu lunga, ma in effetti tonificante, i fanghi dettero alla mia pelle più lucentezza, la sauna mi fece liberare i pori e la doccia fu ottima, Fraulyne mi comandava e faceva muovere come una trottola, ma spesso ero seduto a rilassarmi. Mi offrirono frutta e frullati. Alle 4 ero fuori la beautyfarm e me ne tornai all'albergo.
In camera trovai Clarax in piedi, tacchi vertiginosi, abito rosso che faceva risaltare le sue forme di plastica e quelle di donna, di milf, trucco perfetto, capelli bianchi e punte nere, bellissima. Mi gettai ai suoi piedi per baciarli. “Oh, Signora siete bellissima..” ma lei mi cacciò via.
“Niente sesso oggi. Dovrai attendere ancora prima di essere liberato...sono venuta solo..
“Signora, la desidero, la bramo! Per favore mi liberi da..
lei mi rifilò uno schiaffo fortissimo.
“Qui comando io! Voglio solo vedere come è stato il trattamento. Spogliati, baby!”
deluso iniziai a spogliarmi. Rimasi solo con le mutandine.
“Oh, bel lavoro….pulito, depilato...um come piace a me….un ragazzino…..” e mi passò un dito sul petto facendomi rabbrividire di piacere e desiderio.
Poi mi afferrò il cazzo nella gabbietta.
“Per ora dovrai aspettare….domani…..domani……..vedrai….sarà il tuo debutto con me in un luogo pubblico...di là troverai i vestiti di Annabell su misura...cena alle 8 in punto, ti passerò a prendere..non farmi fare brutte figure...baby...a domani!” mi strattonò le palle e poi uscì dalla camera lasciandomi nudo ed eccitato ma con il cazzo chiuso in una gabbietta.
*
il giorno dopo cercai di non pensare a Clarax ma era impossibile, fremevo di desiderio. Le otto non arrivavano mai. Alle 7 ero già vestito con gli abiti di Annabell: giacca di velluto, camicia denim, calzoni scuri, scarpe Cherch's. Sudavo seduto in attesa. Il cellulare vibrò alle 8 in punto. Scesi, salii nel taxi e la baciai. “Siente incantevole Signora..” dissi senza neppure guardarla, ma lo era: vestito di velluto verde e marrone, scarpe con tacchi vertiginosi in tono e borsa Hermes, profumava di milf
“Anche tu non stai male, baby...bene...andiamo...”
Il ristornate ero nel centro cittadino, roba di lusso, lei aveva un tavolo in fondo la locale, per arrivarci dovevamo passare in mezzo agli altri tavoli e tutti ci guardavano, cioè guardavano lei, Clarax bellissima e signorile col suo ennesimo boytoy stagionale. La cosa mi eccitava e ilc azzo mi doleva.
Il tavolo era in penombra ma i commensali potevano vederci bene.
Cenammo. Lei ordinò per me. Mi rimproverò solo un paio di volte per una posata sbagliata e perché mi cadde dell'acqua nel servirla. Beccai anche uno schiaffo in faccia davanti al cameriere perché non avevo atteso che lei sedesse per prima.
Per il resto andò bene. Le chiacchierava e poi mi faceva domande. Io rispondevo senza problemi. Era incantevole.
“Siete bellissima, Signora..”
“Grazie...ok...garcon'!” e il cameriere tornò, mi passò il conto, ma lei lo prese:
“Dai qua, coglione! Chi credi che abbia i soldi fra noi due?!”
“Scusi Signora..io non immaginavo...”
“Predi la mia carta e sparisci. Non voglio più vederti e scordati la mancia!”
Nel suo appartamento viennese Clarax mi fece passare dalla porta sul retro:
“Entra qui – e aprì una stanza ovale insonorizzata con pelle rossa e nera – toglieti solo scarpe pantaloni e mutande, inginocchiati davanti al seggio con la testa fra le braccia e aspettami.”
entrai e lei se ne andò. Feci come ordinato rimanendo mezzo nudo e con giacca e cravatta. Mi inginocchiai davanti ad una poltrona alta, stile trono, foderata in morbida pelle rossa, la struttura era di legno nero e pelle, sicuramente lì sarebbe stata la mia milf Padrona.
Alle pareti lucchetti, corde, catene, strap-on di varie dimensioni, plug, fruste e altri giochi.
Restai molto ad attenderla col cuore a mille, eccitato, il cazzo dritto sotto e immobile in attesa.
Venti minuti.
Trenta.
Trentacinque. Impazzivo di attesa e voglia, avevo una paura matta di Lei.
Quaranta.
Alla fine dei tacchi, sentii il suo fruscio, la sua femminilità, il suo profumo, mi passo accanto sfiorandomi il culo con le dita. Sussultai eccitato.
Si accomodò sul trono e mi fece segno di guardarla.
Era stupenda. Avvolta nel lattex nero e rosso, degli stivali con zoccoli fino al ginocchio, un corpetto che mal teneva le sue zinne tonde, enormi, gonfie, portava lunghi guanti rossi di lattex e teneva in mano due ciabatte.
“Adesso iniziamo l'addestramento. Sei portato, servizievole di indole, ma ancora grezzo, ci lavoreremo. Oggi le lingue. Parli bene l'inglese, ma dici che il francese è scolastico?”
“Sì, Padrona….me ne scuso..”
“Bene. Prendi questa – e mi dette una delle pantofole – adorala!”
e mi misi ad annusarla e baciarla. Sapeva del suo piede, di milf, di donna arrapante. Aveva messo molto ombretto giallo sugli occhi, la bocca era rossa accesa e i capelli bianchi con punte nero erano bellissimi.
Baciai e adorai la ciabatta.
“Ok, adesso inizia a girare intorno al trono con in bocca la ciabatta. Io dirò una frase in francese e tu la ripeterai. Se non mi piace come lo fai ti becchi quest'altra!” e mi dette una ciabattata con l'altra pantofola.
Mi misi a girare intorno al trono e lei a parlare. Per ripetere dovevo fermarmi togliere la ciabatta e ripetere poi tornare a girarle intorno, all'inzio feci bene ma poi sbagliai e presi ciabattate. Giravo, ripetevo e colpi. Non le piaceva mai come ripetevo. Ciabatta in bocca, culo nudo, gambe nude, sesso nudo e giravo attorno a lei. Sbagliavo e giù ciabattata.
Riprendevo la ciabatta in bocca, mi cadeva e lei mi colpiva. Riprendevo. La ciabatta cadeva prima che lei finisse e lei mi colpiva.
Dopo pochi infenali minuti avevo il culo in fiamme e caddi esausto.
“Basta così per stasera. Vieni qui. Baciami gli stivali, entrambi, voglio che siano lucidi della tua saliva….!” e col culo in fiamme mi misi a si suoi piedi ed iniziai a leccare gli stivali della mia Padrona. Visti dal basso, con la lingua che andava su e giù, erano infiniti quegli stivali, ma erano le gambe della mia padrona che si godeva quel lavoro di devozione del suo toy-boy/schiavo/lavoratore toccandosi la figa.
*
Il mattino seguente ricevetti istruzioni su come svegliare la Padrona e come prepararle la colazione via sms.
Mi adoperai al meglio: la colazione non risultò complicata e anche servirla a letto dopo aver sollevato a intervalli di 3 minuti le tapparelle della camera a partire dalla più lontana dal letto non fu complicato. Lei mangiò sopra il letto mentre io ero in ginocchio in attesa di ordini.
Quando ebbe finito, come se si accorgesse solo allora che ero lì, mi disse:
“Hai il pomeriggio libero fino alle 17. poi tornerai qui. Vai pure!”
Ringraziai ed uscii, proprio mentre in casa entravano due domestici che appena mi salutarono.
Per prima cosa andai in un caffè a rilassarmi, ma il culo mi faceva male e non potevo sedermi o stare comodo se non in piedi, così andai in un pub a vedere una partita di calcio in piedi al bancone, ordinando birra e spuntini.
Alle 16 ero a casa di lei, temevo di fare tardi.
Mi accolsero i due domestici, una donna e un uomo sulla cinquantina, grassi ma agili e svelti, chiesi dove potessi rinfrescarmi un poco:
“...sono il nuovo ragazzo di Miss Clarax e ..” dissi dato che nessuno dei due mi aveva degnato di una risposta
“Sappiamo chi sei, ma per adesso non conti niente. Vedremo più avanti. Puoi farti una doccia qua dietro...” fece la donna spingendomi con fare spiccio verso un bagno stretto e pieno di oggetti e roba per pulire.
“Qui? Scommetto che la casa ha almeno altri 3 bagni!”
“Anche 4 se per quello, ma noi rispondiamo solo alla Signora e lei non ci ha detto dove dovrai stare al momento, quando accadrà eseguiremo come sempre, per adesso, fatti la doccia qui oppure vai via e torna quando ti è stato ordinato!” la voce della domestica era perentoria, aveva una pelle gialla poco sana, ma sprizzava forza e decisione da tutto il corpo, aveva due braccia grosse come prosciutti. Ne ero intimidito. Era evidente che in quella casa io ancora non contavo niente per quanto l'amante-schiavo di Clarax. Mi detti una pulita alla meglio e mi misi ad attendere l'ora del rientro di Clarax.
Lei arrivò prima e mi trovò che leggevo una rivista in piedi.
“Cosa fai? Vai nella stanza e aspettami nudo!”
“Sì, signora balbettai e feci per andare.
Lei mi fece segno di fermarmi e poi mi dette uno schiaffo in pieno volto, fortissimo, la domestica stava passando proprio in quel momento e vide la scena. Non fece una smorfia.
“Non mi hai salutato come si deve!” disse poi ed io capii che dovevo inginocchiarmi e baciarle i piedi.
Nella stanza del trono mi rimetto nella posizione di attesa e attendo ovviamente a lungo, ma quando lei arriva è splendida: gambe libere e lunghissime, mature ma atletiche, toniche, solo un paio di tacchi vertiginosi, un giacchetto di pelle nera e sotto niente solo il suo seno prosperoso e gonfio, sotto la sua figa depilata.
Mi ordina di parlarle in francese.
Lo faccio.
“Va meglio, bene!”
mi fa alzare e devo mostrarle il culo:
“Ho fatto un buon lavoro ieri, vedo, come va? Fa male?”
“Sì, Padrona, fa male.”
“E' giusto così, ora leccami la figa!” e si allarga le gambe per mostrarmela in tutta la sua bellezza: una figa depilata, matura, dolce, morbida e invitante. Mi ci butto sotto ed inizio a leccare eccitato. Lei mette le sue gambe sopra la mia schiena curva e si lascia soddisfare dalla sua bocca. Spingo e lecco, lecco e lecco eccitato e sento che lei lo gradisce, ma ogni volta che sussulta affonda le punte dei tacchi nella mia schiena vicino al culo.
“Così!lìììì...sìììì...lììììì” dice ed io lecco e lei colpisce la mia schiena con i tacchi. Se non la faccio godere non affonda, ma io non posso esimermi: sono il suo schiavo e allora lecco dove dice lei: “…….ssssììììììììllllìììììohhhhhhh…...ummm...ssìììììì...lì…...ohhhh” e lei affonda ed io provo dolore, ma devo farla godere.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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