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LA PUTTANA DELLE MONTAGNE 11 -RITORNO IN CITTA', UNA NUOVA TROIA SI AGGIUNGE ALLA SCUDERIA DI SUGARCHUBBY LA PAPPA TRANSEX


di Strapps
04.07.2023    |    241    |    0 6.0
"” “Beh, è stato interessante parlare con te..."
Il giorno dopo ripartiamo per casa. Il viaggio è lungo, ma molto meno dell'andata, ci dobbiamo fermare solo una volta per dei problemi all'auto di Sugar. Per fortuna il posto dove ci fermiamo è vicino ad una base su un lago e rimedio due giorni di pompini nei bagni di un locale per soldati, Sugar è bello contento, coi soldi ripariamo il mezzo, paghiamo motel e pranzi e ripartiamo. Io accanto alla mia pappa che guida, abbracciata ad una delle sue possenti spalle, la bacio ovunque, le verso il caffè, cambio stazione radio, le tocco il cazzone se le va.
Nell'ultima tappa in motel Sugar fa i conti del viaggio e dice che è andata alla grande, è contenta. Le salto al collo e la copro di baci, sul collo, sulle gote, sulla bocca, lei mi tiene per il culo con una mano. “Oh SugarCaro...sono felice...la tua puttanella ha fatto il suo lavoro...alla grande...vero?”
“Verissimo troietta!!! dobbiamo festeggiare! Domani saremo a casa, riprenderai il tuo lavoro ed io il mio...”
“Quello di Pappone della sua troietta bianca...” e gli tocco il pacco sotto la tunica. Lei mi bacia in bocca e mi solleva e mi getta sul letto. “LA MIA PUTTANA!” dice sculacciandomi. “Allora andiamo a cena? A ballare?”
“Oh, SugarCarissimo….posso segliere io?”
“Sicuro bellezza….”
“Beh allora solo un attimo...” esco dalla stanza del motel e scendo di sotto, dal tipo transex alla reception ottengo delle candele e due incensi. Pago 20 crediti una bottiglia di rum pessimo e salgo di sopra. Piazzo le candele, accendo tutto e chiudo le finestre, fornisco alla mia boss un bicchiere, un sigaro e la bottiglia di rum.
“Oh LA MIA PUTTANA!!! lei ci sa fare, verissimo!! futtuta troia...ama il suo pappone...mi piaci troia!” dice e mi prende a sé, mi piazza la sua lingua enorme in bocca e mi possiede a quel modo, quindi beve il rum, si accende il sigaro e mi indica il suo sesso a riposo sotto la tunica. Mi metto a lavorare quel cazzone prima baciandolo tutto, quindi succhiando e ciucciando bene le grosse palle, lo scroto nero e massiccio, lei apprezza e mi tocca piano i capelli, quindi lo prendo in bocca, lo succhio, lo bacio, lo lecco, lo ingoio, lo spompino, la sua mano sulla mia testa si fa più ferma, continuo a succhiare, ingoiare, baciare, leccare e lei beve e fuma, mi sussurra parole dolci e dopo qualche lungo, piacevole, sexy minuto mi sborra violenta in bocca.

Quando tornammo in città riprese la vita di prima, battevo sul mio isolato, mangiavo alla tavola calda, parlavo con la gente del posto che oramai mi conosceva bene. Era un bel periodo, anzi fantastico! La sera quando finivo di battere andavo all'appartamento di Sugar e lo avevo tutta per me! Senza Lou e Marky io ero rimasta la sua unica troia su piazza, la sua unica fonte di rendita a parte l'accordo che aveva con Priscilla su Markey, così Lei teneva molto a me e mi trattava alla grande, come piaceva a me. Mi riempiva di schiaffi quando la giornata sulla strada era stata fiacca, ma poi mi cullava a sé la notte e mi lasciava succhiare il suo cazzone prima di dormire. In realtà il lavoro andava piuttosto bene tanto che passavo sempre più tempo nella tavola calda a fare piccoli affari di erba con i quali riempivo le mie entrate senza per forza spompinare qualche recluta o farsi sbattere da una poliziotta transex che non aveva abbastanza soldi per un bordello. Sugar era contenta e le notti in casa erano bellisime, dolci e tenere, come una vera coppia, io per la mia Pappa. Quando volevo essere un poco sbattuta la provocavo apposta sfidandola o facendo qualche gesto maldestro, Lei allora si alzava e mi riempiva di botte e mi diceva che ero la sua monella.
Un lungo periodo felice.
Poi Sugar si mise alla ricerca di una nuova puttana per la sua scuderia, io cercai di trattenerlo che avrei incassato di più, le parlai dell'erba e lei però fu irremovibile, voleva un'altra troia da testare. Così si mise in cerca e ci vedevamo meno, Lei tornava spesso tardi la notte che io già dormivo e robe così. Una mattina mentre le servivo la colazione a letto come in montagna, mi disse che aveva trovato uno, più giovane di me di un paio di anni, ancora grezzo, ma promettente. Rimasi di sasso e deluso. Lacrime mi calavano sulle guance mentre le imburravo il toast, lei mi mollò un ceffone che mi girò la faccia e mi fece cadere tutto per terra. “Stupida,guarda che casino! Dovrai pulire subito troia!”
“….ok...ma io...non..
ceffone.
“Ehi qui comando Io, SugarChubby e tu sei la mia troia! Se ho detto che ho preso una nuova puttana per te è ok, giusto?”
annuii e mi misi a ripulire. “Fra noi non cambierà nulla baby, solo che i prossimi mesi dovrò stare con Hoo...devo addestrarlo...lo sai bene….e pensa che non andremo neppure in montagna, la zona di Lou è ancora libera e l'ho presa per lui...vedrai ti piacera Hoo”
Piangevo mentre preparavo la colazione. Lei mi coccolò un attimino prima di rifilarmi un ceffone. “Basta fare la troia gelosa. Andrai d accordo con Hoo, vedrai...solo che devo stargli sotto...”
Fece colazione e poi preparò una valigia, mi disse dove consegnare il resto della roba che le serviva e andò alla porta. Mi gettai su di lei baciandola e stringendo le gambe piangendo, baciando i suoi piedi. “Suuuu su suuuu troietta….avanti...devo andare...ci vediamo presto….lo prometto...”

Il giorno dopo non andai a lavoro rimasi a casa a piangere tutto il giorno. Poi mi feci coraggio e tornai sulla strada.
Sugar non si fece sentire per giorni, settimane. Un domenica però mentre poltrivo alla tavola calda mi chiamò dalla sua auto e lo raggiunsi coprendolo di baci e di carezze, lei mi portò a casa, mi buttò sul letto e mi scopò con forza mettendomi una mano dentro la bocca e sbattendomi il suo cazzone nel culo.
Ci coccolammo dopo il suo coito e mi raccontò dei progressi di Hoo rattristandomi. Piansi. “Cosa non va troietta? Il tuo Sugar è venuto a prendersi i suoi soldi e a sfondarti il culo...come fa una brava pappa e una brava troia come te deve solo ringraziare...”
Le baciai gli anelli e in segno di ulteriore sottomissione gli chiesi di Hoo.
“Oh è ancora molto acerbo, ma sta ingranando e lo sai che ha un Maestro come me….devo seguirlo, ma ha talento, anche se non è remissivo come te...troietta...le botte a Hoo non piacciono, cerca di fare di tutto per scansarle...ma io non mi lascio incantare da lui….lo conoscerai presto...e ti piacerà...”
“L'importante è che piace a te...ma è carino? Più di me? È asiatico...lo so...dal nome...a te piacciono...” e mi misi a piangere sul suo petto. Lei mi cullò un poco e poi mi mollò un ceffone. “Smettila! Sei sempre la mia troia! Solo che adesso c'è anche Hoo...lo conoscerai...è carino...sì...”
Una settimana dopo fissammo alla tavola calda dei pappa ed io mi sentivo come quando incontrai Marky e Lou la prima volta, loro impazzivano per rivederlo ed io uguale. Hoo era veramente carino, più basso di me, ma più muscoloso, sicuro che piaceva alle transex coi cazzi grossi. Sugar ordinò la colazione ma io ero troppo nervoso per mangiare. Sugar parlò molto e Hoo poco, ma alla fine non mi sembrò così stupido e non trovai niente per odiarlo. Alla fine Sugar ci fece abbracciare e baciare.
“E questo me lo chiamate un bacio fra due puttane di SugarChubby? Avanti lingua e lingua e ci mollò due schiaffi ad entrambi, così mi ritrovai a pomiciare con Hoo davanti alla nostra Pappona. Poi Sugar ci portò a casa, mi fece rollare dei joint di erba e li fece fumare a Hoo e a me: “Si scioglie la troietta quando è stonata...vero Hoo?” e ci ordinò di giocare fra noi mentre beveva e fumava il sigaro, era nuda sulla sedia, io fissavo la sua faccia, le sue labbra carnose, rosse, le sue gote, la sua pelata lucida e la desideravo, Hoo mi baciava i capezzoli e mi toccava il cazzo, ma io ero eccitato fissando la mia boss, il suo cazzone grosso che stava fuori la sedia. Hoo mi baciò e toccò e spompinò e poi io feci lo stesso, intanto Sugar si stava fumando erba alla finestra e ci guardava eccitata, il suo cazzo era bello duro e lei sapeva che io lo fissavo mentre Hoo mi leccava le palle sul letto. Poi Sugar fece un segno con le dita, io scansai Hoo e mi precipitai da Lei, in ginocchio presi in mano il suo sesso di ebano, bello grosso e presi a succhiarlo con foga, desiderio, lussuria, mentre fissavo negli occhi la mia Pappona. Si aggiunse anche Hoo e ci dividemmo il cazzo della nostra Pappona come due brave troie e Lei ci premiò sborrandoci in faccia il suo seme caldo e denso urlando che eravamo le SUE PUTTANELLE BIANCHE.
La giornata proseguì a quel modo: Sugar si divertiva a vederci giocare fra di noi, me e Hoo, ci fece fumare un sacco di erba mentre lei faceva lo stesso e beveva rum dall bottiglia impartendoci ordini: “Hoo bacialo sui capezzoli...tu...avanti con quel pompino, non sai più come si fa? Hoo avanti alzati e vieni qui da me, ecco...assieme...noi 3...Io e le mie due troie...tu! Bacialo...ti piace Hoo? Non sei più gelosa, vero?….Hoo avanti con quelle mani ti ho detto di ficcargli un dito in culo...che aspetti? Vuoi assaggiare la mia mano sulla tua faccia?”
Gli schiaffi che Hoo non prendeva finivano a me, ma non mi dispiaceva, Sugar era lì con me e il pomeriggio fu lungo e divertente. Quando si stancò di giocare a fari fare i fidanzatini arrapati ci mise entrambi sul letto e ci scopò, alternandosi nei nostri culi, ci sbatteva con noi sdraiati sul letto con il corpo e il culo e le gambe in alto, as ua disposizione, ad entrambi dispensò la robusta dose del suo cazzo grosso e da pappona e quando inculava me ficcava una mano nel culo di Hoo e quando cavalcava Hoo mi sodomizzava con la sua mano. Quando venne riempì i nostri culi e le schiene di sborra calda, mentre io e Hoo ci tenevamo per mano.
Dopo le docce uscimmo per una bella cena, quindi Sugar mi salutò e tornò nell'altro quartiere con Hoo. Ci baciammo in bocca io e lui e questa volta fu più carino, poi Sugar mi prese in collo e mi baciò in bocca e mi lasciò a piangere sul letto quando se ne furono andati.

Ripresi a battere nel mio isolato, Sugar veniva ogni tanto a prendersi i soldi o per darmi una strigliata a suon di ceffoni, ma in realtà con i piccoli traffici e le marchette le davo sempre un sacco di soldi e ciò la tranquillizzava e la faceva contenta. Ogni tanto veniva con Hoo e delle clienti, transex, che volevano vedere noi due accoppiarci, effusioni erotiche con tanto di sussurri, fiato caldo, brividi simulati, volevano vederci baciare i capezzoli, gli orecchi, leccare le ascelle, fare degli accurati rimming anali, infilare dita nei nostri orfizi, Sugar guidava il gioco oppure ripeteva gli ordine delle transex che guardavano e si toccavano. Alla fine le due venivano sulle nostre bocche aperte sotto i loro sessi, pagavano bene e andavano via.
Alla tavola calda passavo più tempo che per strada e mi ero fatto un bel guardaroba, da troia, certo, ma con un certo stile.
Un giorno successe un fatto incredibile. La via principale era intasata per un grosso guaio di tubature e altri cazzi e il traffico era aumentato sulle strade secondarie, sulla “mia” le auto proseguivano a passo d'uomo. Io stavo cercando di convincere una transex ad un pompino rapido nei vicoli per 20 crediti quando vidi l'enorme auto della polizia ferma a due passi da me. Era una roba da Classe A e pensai subito alla Poliziotta Rowa che avevo servito come schiavo in quella splendida settimana di ormai due anni addietro. Mollai la transex e feci qualche passo verso la vettura blindata. Il finestrino era un poco abbassato ma la scorsi subito: cazzo era proprio Lei! Un brivido mi corse lungo tutto il corpo, mi avvicinai ancora. Lei. Rowa i suoi occhi truccati e neri si scorgevano benissimo e pure la fronte color cioccolato inteso, i capelli riccioluti. Tremavo ma mi buttai, alzai la mano e salutai come uno scemo.
“Salve, Buonasera Signora…
i suoi occhi si voltarono su di me, l'auto blindata si fermò. Passò qualche lungo secondo, poi il finestrino si abbassò e il volto bellissimo di Rowa, la sua bocca perfetta e rossa, i suoi zigomi truccati e meravigliosi, il suo corpo di trnasex cinquantenne si manifestò di nuovo a me, salutai ancora ma una poliziotta col naso adunco mi gelò: “Ferma lì puttana! Non muovere un dito. Chi cazzo sei? Come ti permetti di salutare Il Comandante?”
“ehhhooehhh...la Comandante mi conosce sono stato a serv…
“Non credo proprio! Vattene immediatamente o passerai dei guai!!” e tirò su il finestrino lasciandomi con la mano che salutava Rowa. Ma un secondo dopo il finestrino andò giù e naso adunco urlò: “Avvicinati troia, la Comandante vuole parlarti.” mi avvicinai al finestrino. Rowa mi fissò: “Come fai a conoscermi?”
“...eccooo signora...lei non ricorderà...ma ecco...io ho servito da lei per una settimana assieme ad altri servi in prova...poi...ecco...lei non mi ha più chiamato...mi spiace...cioè...ci speravo tanto….fu la settimana più bella della mia vita...” entrambe risero. “...io...stavo in un bordello...e...” “Sì, ok. Non ricordo, ho servi in prova spesso...ad ogni modo – fece Rowa e la sua voce tornò bellissima e sensuale come quando giocava con noi nel suo appartamento – adesso non sei più in bordello e cosa fai batti per strada?”
“Sì signora….ho il mio isolato, mi appoggio alla mia tavola calda, ho un protettore...e le cose vanno bene...insomma non mi lamento..
“bella vita del cazzo...a battare qui...” fece la poliziotta.
“Beh, almeno ha gusto nel vestire...non pare una troia di strada...”
“Ma lo è Signora” fece la poliziotta.
“E dici che stai bene qui? Interessante…
“...sì..sì, il mio Pappa è molto buono con me, siamo fidanzati..e…
la poliziotta rise ma Rowa mi fece segno di continuare.
“...e...insomma, smonto al tramonto, non sto in giro la notte...vivo in un appartamento col mio pappa...quando c'è...ho qualche soldo da parte...ho documenti regolari...e posso andarmene
“Ma non lo fai...”
“Beh...ecco….penso...che la mia vita sia stata sempre una merda dall'orfanotrofio, al bordello...poi una volta ho conosciuto Lei, Signora Rowa...e ho sperato...cioè...che la mia vita cambiasse del tutto...ho sperato…
“Ma senti questa puttanella con la sua storia strappalacrime...” rise la poliziotta.
Rowe però fece segno di continuare.
“...io...insomma...dopo che Lei non mi aveva richiamato sono rimasto al bordello ma la tenutaria era una vera carogna...mi vendeva a sconti...la mia bocca il mio culo ad offerta speciale e io… - piangevo un pochino nel ricordare - ...e ho pure pensato di farla finita...poi...un giorno il mio futuro Pappa, SugarChubby, mi ha comprato nel bordello, mi ha portato con sé sulle montagne e ha fatto di me la sua puttana fedele e la sua fidanzata...così…
“Seeeee e il tuo Pappa pensi che frequenti solo te?” fece la stronza con suo naso lungo e curvo e la coda di cavallo.
“...beh, lei è il mio Pappa può fare quello che vuole...come faceva la Signora Rowa..
“Stai paragonando il Comandante ad un pappone di strada? Ti posso sbattere in galera!” urlò la poliziotta, ma Rowa fece segno di tacere.
“...e….cioè...io sono la sua puttana, lei è il mio pappa e stiamo assieme..e...vuole vedere?”
“Cosa?”
Mi voltai e mostrai il sedere e il marchio con la scritta che mi aveva fatto Sugar.
“Che stronzata!”
“E perché? Anche io marchio i servi che decido di far stare con me!” disse Rowe, la poliziotta si scusò.
“...oh...quello sarebbe stato il mio sogno…
“Quale?”
“Farmi marchiare da lei e rimanere a servirla in quello splendido appartamento”
“Mentre adesso batti sul marciapiede...ci credo!” ringhiò la poliziotta.
“Beh, non ricordo...troppi giri di schiavi in casa...per questo ogni tanto mantengo i soliti, basta che siano ubbidienti e bravi di bocca...E insomma adesso ha il tuo Pappa, il tuo fidanzata e le cose vanno meglio?”
“Sì, Signora..sì….vanno alla grande...”
“Sì, come no? A battere per strada...”
“Non mi lamento, Signora poliziotta. Meglio che al bordello.”
“Beh, è stato interessante parlare con te...Slevas...dalle 50 crediti e tieni questo.” e mi passò un cartoncino con un numero di telefono. “Se finisci in guai pesi, roba grossa intendo...non sei stupido non chiamerai per una molta lo so...a- annui vigorosamente – chiama quel numero e registra un messaggio..
“Andiamo Comandante...questa troia cosa..
“Adesso mi hai rotto! Scendi Slevas e tu sali in auto.”
la poliziotta sbuffando mi dette i 50 crediti e uscì dall'auto. Io salii: era enorme con sedili in pelle bordeaux profumati e lisci, l'aria condizionata era piacevole e lei era bellissima. “...dicevo...registra un messaggio e sarai ricontattato, ma non devi fare mai il mio nome almeno che non te lo dica io...hai capito?”
“Sì sì sì sì Signora – e mi precipitai a baciarle le scarpe lucide con il tacco elegante.
- certo Signora...ho capito benissimo..”
“Inoltre se volessi cambiare vita...se il tuo Pappa si stanca di te...puoi chiamare e registrare un messaggio...”
“Ho capito Signora. Grazie.Grazie..Grazie...anche per quella splendida settimana..fu bellissimo tutto, il posto, gli altri, lo sfarzo e soprattutto LEI Signra Rowa, BELLISSIMA E UNICA ee e..”
“Ho capito..troia..ci sai fare...avrai molti clienti...e il tuo Pappa come ti tratta? Ti picchia spesso?”
“Beh...quando me lo merito Signora...come avrebbe fatto lei...”
“Sei uno sveglio per essere cresciuto in un orfanotrofio e aver fatto solo la puttana nella vita...”
“Grazie Signora” e le baciai una mano. Mi fece scendere Slevas mi guardò con cattiveria e salì in auto. Poi andarono via accendendo i lampeggianti.

Pensai di raccontare subito tutto a Sugar ma poi ci ripensai. Era una cosa solo mia quella, come il misterioso numero di telefono, non aveva senso che Lei lo sapesse.
Per qualche giorno mi cullai nel sogno che l'auto blindata sarebbe tornata con Rowa a bordo, ma non avvenne.
I giochi a due con Hoo proseguivano molto bene, alla fine eravamo diventati buoni amici, senza doverci dire molto eravamo entrati in equilibrio, dividendoci i compiti quando passavamo tempo assieme che era ogni volta di più perché Sugar era più contenta di averci assieme. Io mi occupavo dei pasti, di pulire e fare la cameriera di Sugar, Hoo passava molto tempo a fare esercizi fisici per ingrossare il suo fisico e Sugar lo rimepiva di integratori e pilloline o a ballare e cantare per casa, ma quando c'era da intercedere con Sugar per una cena fuori, un film, un nuovo stereo, dei vestiti, Hoo era abile a interagire con la nostra boss e sapeva prenderla meglio di me e otteneva risultati che giovavano ad entrambi. Se c'era da prendere le botte invece mi facevo avanti io perché Hoo non le sopportava, a me invece piaceva che Sugar mi riempisse di ceffoni quando era arrabbiata, mi faceva sentire sua, ci ero abituato oramai e mi eccitava. Dato che le pilloline per i muscoli di Hoo lo rendevano poco reattivo al cazzo Sugar ogni tanto mi obbligava a scoparlo davanti a lei. Io ero abituato a fare sempre il passivo, ma con Hoo era diverso e a lei la cosa piaceva, così quando eravamo fattissimi mi diceva di prendere Hoo e scoparlo. Il ruolo di attivo non mi si addiceva proprio, non ci ero abituato affatto, ma fra l'erba e i desideri di Sugar portavo a termine il mio compito. Quando Sugar non era con noi la sera andava a giocare a poker. Noi avevamo campo libero per guardare film, stonarci, ballare, leggere e Hoo si allenava coi pesi. Quando tornava Sugar noi dormivamo ma se lei era particolarmente euforica o arrabbiata ci svegliava per festeggiare o per sfogarsi. Ci costringeva a ballare per lei e divertirci fra di noi. Quando era arrabbiata se la rifaceva con me: schiaffi, sberle, ceffoni e tirate di capelli, Hoo dormiva tranquillo nel suo posto a letto ed io venivo battuta da Sugar. Ma la cosa mi piaceva e mi sembrava giusta, due ceffoni alla propria puttana una Pappa come lei aveva sempre il diritto di darglieli e quando si era sfogata, quando avevo finito di piangere, mi accoglieva al suo seno profumato e mi coccolava sul letto con Hoo che dormiva tranquillo. Allora godevo del suo calore, delle sue grosse poppe rigogliose da matrona pappa transex e ammiravo la sua faccia da sotto, la sua pelata lucida, lei mi coccolava dopo che si era sfogata su di me e alcune volte mi concedeva di leccare il suo cazzone prima che lei si addormetasse con una mano sul culo di Hoo e una sul mio. Le sue mani nere, pesanti, tatuate, con gli anelli pesanti, i nostri culi depilati, banchi, i culi delle sue puttanelle.

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