Racconti Erotici > bdsm
> LA PUTTANA DELLE MONTAGNE - IL CAPITOLO 2 - Intervista con Pappona e sua schiava.
bdsm
LA PUTTANA DELLE MONTAGNE - IL CAPITOLO 2 - Intervista con Pappona e sua schiava.
di Strapps
28.12.2023 |
179 |
0
"” il bussare era più intenso e sembrava di udire la parola Gar..."
“E' una storia incredibile e bellissima...” disse Ksa“Io vorrei conoscere il tuo pappa, cioè tuo marito”
“io vorrei raccontare questa storia” disse Riggy.
“Beh – guardai l'orologio – magari si è svegliata, possiamo provare.” Andammo al camper e misi l'orecchio per sentire se c'erano rumori, ma niente.
“Allora? Chiamala no?”
“Non ci penso proprio, se la sveglio si incazza con me..
“Ehi carino, ma sai veramente chi è KSA? È famosa, se lei nutre interesse per te, vale la pena svegliare questo cazzone del tuo papa..”
“Ok...ok...” bussai piano, due tre quattro volte.
“Ehi Sugarcaro...non puoi immaginare con chi sono...”
“Arrivo scema! Ecco..” e aprì la porta, mezza nuda, guardò in basso il nostro quartetto.
“Chi cazzo sono questi?”
“Oh Sugarcaro...non lo crederai...lei è KSA ed è una famosa cantante e loro sono Mek e Riggy, producer e videomaker di KSA...”
“E cosa casso vogliono da te troia? Ti sei cacciata in qualche guaio?”
“No, Signor Sugar...salve...vorremmo scambiare due parole con lei...possiamo?”
“Beh, perché no? Puttanella prepara del caffè per il tuo maritino e per la gente qui..spicciati...”
Ci accomodammo dentro, Sugar accese il riscaldamento, i tre si sedettero, io mi misi a trafficare con tazze e caffè. Sugar si sedette sull'unica poltrona del camper: “Allora di cosa volete parlare?”
“Oh siamo interessati alla sua storia – fece Mek e KSA annuì vigorosamente - ,,,la storia di un pappa, della sua puttana che diventa sua moglie, una storia sdolcinata e squallida al contempo...” “Perchè squallida? Ti sembro una vecchia pappa in malora? Sono ancora in forma per i miei anni, ho ancora una troia nella mia scuderia e poi lui...”
“Sì, appunto vorremmo raccontare questa storia..se è d'accordo – fece KSA bellissima con gli occhioni dolci che incantarono Sugar -...e sarà lei a farlo...un'intervista...per la tv...che ne dice?”
“Cazzo la tv! Sono una tipa di tv io, puoi scommetterci...sono pronta. Nata pronta, cazzo!”
“Bene, sarà carino, ma ci vorrà almeno un giorno...per le riprese, scrivere le domande...”
“Oh certo, noi siamo qui in vacanza, abbiamo tutto il tempo...vero piccola? Avanti con quel caffè e sculetta un poco...fai la carina per gli ospiti...”
“Ecco perfetto – intervenne Riggy – ci piace questo...il vostro rapporto...”
“Il nostro rapporto? Lui vi avrà già detto tutto...”
“Sì, ma vogliamo sentirlo da te...che lo hai prelevato da un bordello di una certa Mammie...della montagna, del vostro rapporto...magnaccia-puttana...e poi...finisce che lui si innamora di te come nelle storielle più squallide e banali e poi vi sposate?”fece Mek
“Sì, confermo tutto, tutto vero...lui si è innamorato di me, ci siamo sposati, ecco tutto..”
“Ma il vostro rapporto pare di capire non è cambiato da allora?”
“Sì, è vero in un certo senso, lo tratto come quando batteva per me, ma a lui sta bene, gli piace farsi rimettere in riga e farsi dare una strigliata dalla sua pappa….vero puttanella?”
“Sì, babe!” avevo finito di versare i caffè e Sugar mi fece segno si sedermi selle sue ginocchia. “Ho spiegato a Riggy, Mek e KSA tutto quanto, ehi non trovi baby che KSA sia bellissima?”
“Sì, troietta, è bellissima, ma non eccitarti troppo...ma dicevo, tutto è rimasto uguale fra noi, solo che lui adesso è un uomo libero, se vuole andare può farlo, non posso trattenerlo, non batte più, lo giuro, dal giorno del matrimonio niente….chiuso con le marchette per strada, è la mia mogliettina, tiene cura alla casa, mi prepara da mangiare, mi fa un pompino quando ho voglia...tutto qua...”
“Ma insomma è tua moglie ma la tratti come la tua puttanella di un tempo?” chiese Riggy.
“Puoi scometterci ometto...me la sbatto e la faccio sbattere ai miei amici...anzi se volete approfittare...ma niente soldi con lei...ho altre fonti di guadagno...”
“Ma la picchi ancora dunque?”chiese Mek
“Certo! Ogni volta che mi va…- e mi molla uno sculaccione forte sul culo - ..e te lo avrà confessato Mek cara...questa troia quando non la picchio da un po' fa di tutto per farsi dare una ripassata..tutta contenta, vero troia?”
e giù sculaccioni pesanti.
“Vero...vero...ahi ahi….lo giuro...”
“E il sesso come va?”
“Oh, alla grande, vero troia?”
“Alla grandissima con Sugar e il suo cazzone..”
“Dai fai vedere agli amici come adori il mio fratellino...”
mi gettò a terra di botto ed io misi le mani sotto la tunica e presi il suo cazzone nero, bello grosso, lo baciai sulla punta e lo coccolai, toccai le palle e poi le baciai mentre sopra Sugar rispondeva alle domande dei tre.
“Ok, ho in mente tutto, dobbiamo buttar giù qualcosa Mek, dove giriamo Riggy?”
“In albergo da noi c'è più luce e più tranquillità, ma io preferirei qui...nel camper...loro due in viaggio di nozze...anniversario...Lei che siede lì, i rumori...mi pare più vero...più reale”
“Hai ragione mi piace...allora deciso, qui, domani...possiamo andare...” fece KSA.
“Ok..allora...ehi tu apri la porta agli amici!” e mi dette un colpo sulla testa fortissimo, mi alzai di scatto per aprire, ma Riggy mi precedette e uscirono.
“Ho pensato che un compenso di 500 crediti potrebbero andare, che dici Sugar?”
“Dico che vanno benissimo!” e mi dette uno sculaccione ordinandomi di rientrare nel camper.
Quando se ne andarono Sugar era euforica per i soldi e per KSA e per la tv e per lei e festeggiammo a base di gin e tonica. Verso sera cenammo alla tavola calda e poi rientrammo in camper mentre riprendeva a nevicare. Ci sedemmo a guardare la tv sul lettone, quindi feci un lavoretto di bocca a mio marito che beveva sopra. Mi venne in bocca riempiendomi e poi ci addormentammo abbracciati e felici.
Ma a svegliarmi quella notte non fu il freddo, bensì il bussare alla nostra porta, era un bussare leggero ma insistente, guardai l'ora, erano le undici e mezza e così svegliai Sugar. “Ehi paparino c'è qualcuno alla porta, ehi svegliati...”
“Cazzo blateri troia? Se ne andrà…
“non sembra..” il bussare era più intenso e sembrava di udire la parola Gar.
“Fanculo...” fece Sugar e prese la pistola da sotto il cuscino. Andò ad aprire. Era Mek. “E tu che cazzo vuoi?”
“Ho un regalo per te…
“Ummm...una bottiglia? Entra prego..”
Mek alta e con suo naso lungo e la bocca in avanti mi squadrò nel letto.
“Cazzo del rum Chivitax, roba fine...grazie..tu! Prendi due bicchieri!”
“...ma stavamo dormendo Sugarbello e
lei mi mollò un marrovescio che mi fece gridare di dolore e piagnucolare, ma mi alzai e presi i bicchieri. Mek si tolse il cappotto e sotto indossava un completino di pelle e scarponcini neri. “Allora perché sei qui?” “Mi hai colpito Sugar, sei una in gamba, il mio patrigno era un pappa e trattava le sue puttane come te, ma era sposato con mia madre e lo restò per 45 anni. Certo si scopava tutte le sue troie e tutte loro lo amavano come fa lui...ma non ci pensava mai a sposarne una o lasciare mia madre...”
“Tuo patrigno era così, io sono diverso, certo, se la polizia non fosse intervenuta non l'avrei mai sposato, ma adesso mi sta bene, sono felice così…- ed io le baciai i piedi sotto lo sguardo di Mek -...a posto così, cara...ottimo questo Chivitax, 12 anni...ummm...ottimo...”
“Mi eccita questo fatto che tu la picchi e a lui vada bene, non solo, se tu non lo fai spesso è lui che ti provoca per picchiarlo, giusto?”
“Puoi dirlo...vieni qua dolcezza..” e mi prese per i capelli e mi mise la faccia davanti alla sua mentre Mek ci guardava. Fissavo la sua pelata sudata, i suoi orecchini, le gote cascanti, gli occhi scuri, la sua bocca con ancora tracce di rossetto del giorno prima, era bellissima ed io l'amavo. Lei mi mollò due schiaffi fortissimi, tendomi i capelli con l'altra mano, facendomi urlare di dolore e piangere.
“Visto? Ci è abituata la troia e le piace...vero?”
“...u….ummm...sì, mi piace...” dissi fra le lacrime, lei mi colpì ancora.
“Vuoi picchiarla anche tu, Mek? Avanti….tutto free...è la mia puttanella...lei è mia...”
“No, grazie, mi piace guardare te...la tua forza, lei inerme...certo….un ragazzetto cresciuto in orfanotrofio, che ha conosciuto solo violenza, umiliazioni, botte, finisce in un bordello e poi viene venduto ad un pappone che lo porta in montagna per…
“Ok basta, abbiamo capito che sei psicologa del cazzo...ma le cose stanno che a lui sta bene, a me sta bene e a quanto pare anche a te sta bene...”
“...sì, è vero...”
Sugar mi prese ancora per i capelli: “nnnnooooo ti prego Suagar bello – piangevo mentre lei mi fissava sorniona - ...noooo….almeno fai pianoooo” e un ceffone e poi un altro, e un altro, forti, pesanti, con Mek che rideva, io che piangevo. Andò avanti a ceffoni per divertire l'ospite. Poi si stancò. “Ok, altro giro bellezza?”
“Perchè no?”
“Servici stupida!”e mi mollò per terra. Ero scosso e tremante, mi faceva male la faccia e la mascella, sudavo e piangevo, ma riuscii a rialzarmi e servire i due. Quindi Sugar mi fece segno di massaggiarle i piedi.
“Mi affascina questo mix di violenza, sottomissione, dominio e la cornice dei diritti, di voi due come sposati.
“Sì, ma essere suo marito mi permette di avere lo stesso controllo di prima, quando ero il suo pappa...la mia parola davanti alla legge conta sempre più della sua, per quanto uomo libero...”
“Vero...ma ci sono nuovi diritti che vengono reclamati, le cose stanno cambiando anche nel regno dei Transex”
“Io rimango della vecchia scuola.. - mi fece un segno e presi in mano il suo cazzo - ...bastone e carato per le mogliettine….nel mio caso sono assieme, vero mogliettina?”
“...sì, slurp...umm...sì...slurp….bastone e carota, slurp...qui sono assieme ed io li amo entrambi...slurp!” dissi mentre succhiavo il cazzo della mia pappa davanti a Mek nel camper in montagna.
“Ummm….di ciucciate di cazzi ne ho viste e fatte tante...caro Sugar..non mi interessa molto...mi piace più il lato selvaggio, violento e consapevole della vostra relazione...” fece Mek, da vera stronza provocando il mio paparino. Il quale mi dette una spinta allontanandomi dal mio cazzone preferito e sbattendomi a terra. “Che intendi pollasta? Le conosco bene le transex fighettine come te...cresciuta nei quartieri buoni, Università Transex Privata..”
“Statale ho frequentato la Lingestinx Trasex State University..”
“Sai cosa me ne fotte, si vede che sei intelligente, ma anche stronza..altrimenti non saresti qui nella notte con del liquore di qualità per vedermi sbattere una puttanella bianca...”
“Sì, sono una stronza….
Sugar fece una grossa risata. Prese il bicchiere, brindò con Mek che sorrideva con quei grossi denti bianchi, il mento che sporgeva assieme alla bocca, sadica e figlia di troia, speravo che per colpa sua non prendessi troppe botte da Sugar.
“E quale è il tuo rapporto con KSA?”
“Sono il suo manager, tutto qua, anche amica, ma soprattutto il suo manager, per me vengono prima gli affari”
“Anche per me...vero pollastrella? Dove sei? Vieni qua!” ero ancora seduto per terra per la botta di prima, ma scattai in piedi e andai da Lei. Mi presi uno sculaccione e una tastata di culo. “Dicevo, vero che vengono prima gli affari?”
“Sì, Sugarbello...quando ero la sua puttanella e battevo quassù Sugar non mi faceva mangiare se prima non infilavo dei soldi nella cassetta della roulotte...”
“Interessante, niente marchette, niente cibo..”
“Vero..” disse Sugar e mi baciò sulla bocca con passione. Mek ci guardava. Ridemmo poi tutti e i due brindarono. Poi di scatto Sugar si voltò verso di me e mi mollò due schiaffoni in faccia che mi fecero gridare di dolore e piangere.
“Bastone e carata...Mek cara...”
Sugar mi tirò ancora uno schiaffo mentre Mek rideva di gusto. Quindi mi prese la faccia e fra le lacrime mi dette dei bacetti sul volto.
“Che carini che siete...”
Allora Sugar mi colpì ancora sul volto con forza, voleva mostrare a Mek il suo lato di pappa e di padrona. Avevo sentito male e frignavo ancora con Mek che ghignava bevendo. Allora io presi la mano di Sugar e mi misi a baciare i suoi anelli.
“E questo cos'è un segno fra voi?”
“Certo, significa la sua sottomissione a me, mi bacia gli anelli dopo che l'ho preso a schiaffi come una brava puttana..perchè?” e mi fissò: “...perchè la mia pappa ha sempre ragione..e se mi colpisce è perché ho sbagliato in qualcosa...oppure perché le va di farlo...per me è lo stesso comunque...”
“Brava la mia puttanella bianca...L'ho marchiata con un paio di questi anelli...belli arroventati...e
”Dici sul serio?”
“Cazzo! Troia, mostra i marchi alla mia amica...”così mi avvicinai a lei e le mostrai i segni che mi aveva lasciato con gli anelli roventi e poi il tatuaggio che mi aveva imposto.
“Oh, magnifico...mi eccita tutto ciò...”
“Brutta stronza...” fece Sugar, che tornò a sedersi. Faceva caldo nel camper, io ero nudo e anche Sugar, ma Mek indossava ancora la tuta. Daddycaro mi fece un segnale ed io mi inginocchiai ai suoi piedi
“E la batti anche con canne, ciabatte, usi fruste?”
“Oh, non importa, prima cosa preferisco le mani...secondo questa puttanella è cotta di me e docile come un agnellino, ci ho messo due giorni a renderla ubbidiente e servizievole, ci è voluto di più a farle imparare a battere, ma non mi servono attrezzi, con queste la metto in riga quando voglio questa puttanella..” e mi molla due schiaffi, uno con una mano e l'altro con l'altra. Urlai di dolore fra le risate di Mek. Fottuta stronza, godeva nel vedermi sbattere come fossi un niente, ma io cercai di essere più forte di lei e ancora baciai gli anelli di Sugar fra le lacrime, quindi mi chinai e baciai i piedi di mio marito in segno di sottomissione e per dire in faccia a quella Mek che io ero suo, di Sugar. Lei fece una smorfia antipatica e riempì il bicchiere a Sugar.
“Ummm...capisco...vedo..questo stronzo ti è proprio devoto...”
“Non sono uno stronzo!” dissi mentre ancora avevo la testa fra i peidi di Sufar.
Lei mi tirò i capelli e mi tirò su. Mi fissò un attimo con la sua faccia matura, le gote cascanti accaldate, gli occhi neri profondi, la pelata sudata, gli orecchini dorati, la bocca carnosa, quindi mi mollò un altro schiaffo.
“No, non sei uno stronzo. Ma parli se lo dico io...”
“Scusa babycaro...hai ragione...”
“Ummm l'hai proprio accudita bene….” fece Mek bevendo con Sugar. “...e che faccino...non lasci segni...tu...”
“Non mi piace. Un pappa tiene alla sua merce. Non va sciupata. E adesso lui è mio per sempre, ricordi?perchè dovrei farle male? E i miei segni permanenti già li indossa sulla pelle, hai visto i marchi?”
“Sì...sì...capisco – e mi prende il volto fra le mani, mi guarda negli occhi, il suo volto allungato, il naso particolare e quella bocca in avanti, la odio, lei ridacchia - ...quanti schiaffi è in grado di resistere?”
“Come? Mica mi metto a contarli…
“Potremo verificare...” fa quella stronza, io sbuffo e faccio per scansarla, ma Sugar è più rapido, mi tira indietro e mi fa l'occhiolino, quindi mi molla uno schiaffo. “Questo gioco non mi piace, mi regolo io con la mia puttana...anzi adesso mi hanno stufato le tue parole sulle botte e come tratto mia moglie...lei è mia e la tratto come mi pare. A lui sta bene così, è un uomo libero..vero, babyboi?”
“Vero Sugarbello, io voglio restare con te...”
“E così sai cosa ti dico Mek? Grazie per l'ottimo Chivitax, mi ha svegliata del tutto e quindi ti dico: sei vuoi vedermi in azione, siediti e ammira, oppure prendi la porta e fanculo!”
Mek ride. Guarda Sugar e me ai suoi piedi. Beve. Quindi, lentamente si siede e si accende una sigaretta.
Sugar sorride. Mi guarda. Io la fisso e confido in lei, so che non vuole darla vinta a quella troia di Mek e prendermi a schiaffi e contarli, anzi, ha in mente altro. Annuisco e le dico: “Ti AMO Sugarbello...”
Lei sorride, quindi si alza, mi afferra per il collo e mi sbatte con la faccia contro la parete del camper tenendomi sollevavo con una mano, a qualche centimetro del pavimento. Mi sculaccia un po', quindi mi infila un paio di dita nel culo facendomi urlare, ma poi mi fa leccare le sue dita e quando le rimette dentro va meglio, sentiamo Mek commentare qualcosa e ridere. Sugar mi incula per un pochino con le dita e intanto struscia il suo cazzone contro la mia chiappa. Mi bacia sotto il collo e sono tutto un brivido, eccitato, sono contro la parete, sollevato dal pavimento dalla mia padrona che si sta preparando la strada per scoparmi. Sono suo e mi piace da morire. Brividi e sudori mi prendono tutto. Mek dice qualcosa ma non la sento, fanculo stronza...”poi sento il cazzone padronale della mia pappa che si fa strada nel mio culo. Lo sistema dentro con un colpo deciso. Bello grosso! Urlo di dolore, ma anche di piacere, perché lo sento bello duro, caldo, enorme dentro il mio culo. E poi lei mi sbatte contro la parete, una mano sulla schiena, una sui fianchi. Il suo uccello piantato nel mio culo e la sua faccia contro la mia che è contro la parete marrone e gialla del camper. E le sue grosse tette contro di me. È stupendo! Mi godo il fatto di essere suo, di avere la fortuna di essere scopato da quella transex che è la mia amante, la mia padrona, la mia pappa e mio marito…
Quindi iniziò a fottermi come sapeva fare solo lei, oramai abituato al mio culo che aveva penetrato tante volte, mi tiene col suo peso contro la parete del camper, mi sorregge bene, sento le sue tette sudate e gonfie contro la mia schiena, il suo profumo di transex, di sesso, di pappona, la sua faccia contro la mia, mi spiaccica, mi fa un pochino male e il labbro mi cola del sangue, ma non importa: il cazzone di mio marito è in azione e mi sta scopando alla grande, mi sbatte forte, bum bum sbang sdeng sbang, bum, sdeng, bum...ancora...e ancora...il suo affare grosso dentro nel culo, spiaccicato contro la parete dal peso di Sugar che è alta almeno un metro e ottantacinque, il peso del suo corpo, sono eccitato e mi godo quel cazzone nel culo, godo e gode anche lei nel fottermi e infatti dopo un altro po' di martellamenti mi sborra in culo e poi mi lascia scivolare a terra. Mek si alza, viene da noi: “Complimenti...Sugar...non è il mio genere ma sei una scopatrice eccezionale...” quindi mi guarda, mi prende la faccia e vede il sangue dal labbro, è pochissimo, lo tolgo con un dito, il labbro però è gonfio. “ummmm e poi ho ottenuto ciò che volevo...grazie Sugar...a domani per l'intervista...buonanotte anche a te troietta..” e si alza e se ne va. Sugar mi guarda stupita. “Non ho capito cosa diam…
“Ho capito io Sugarcaro, ma non importa...dammi qua...dobbiamo pulire prima qui..” e mi getto sul suo cazzo che si è ammosciato, ma ha la cappella ancora impiastrata del suo seme, del mio culo, mi inginocchio e lo ripulisco con la bocca come una brava mogliettina deve fare.
“Oh brava la mia puttanella…dai una ripulita al mio cazzo e…..poi mi spieghi...”
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.