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LA PUTTANA DELLE MONTAGNE 5 - Il rapporto speciale fra il mio Pappone, la transex SugarChubby, e la sua puttanella.


di Strapps
05.06.2023    |    286    |    0 6.0
"Portai i soldi a Sugar e gli dissi che avevo perduto il mio miglior cliente..."
Le cose presero il loro andare sulle montagne. I clienti non mancavano per fortuna e potevo portare i soldi nella fessura di Sugar. Lei era piuttosto contenta di me, vedeva che mi impegnavo a rimediare marchette e mi trattava bene. Certo mi riempiva anche di botte, ma da quando ero diventata una puttana nel bordello di Mammie le botte erano sempre una costante.
Dopo qualche settimana arrivò il freddo. Un pomeriggio si alzò un vento gelido fortissimo, la temperatura cadde di molti gradi e sulla strada si stava di merda e nessuno aveva voglia di fermarsi con quel tempaccio.
Mi ammalai con febbre e dolori alle gambe. Sugar disse che era tutto normale, che succedeva a tutti, fu molto gentile quei giorni, mi tenne a letto, al caldo, mi riempì di vitamine, medicine, succo di frutta e brodini caldi. Dopo il terzo giorno mi ero ripreso e mi sbattè sulla strada. Faceva un freddo boia e mi beccai un forte raffreddore. Lavorare in quello stato con naso chiuso e gocciolante era un casino, non potevo fare pompini e poi la mia faccia gonfia e insalubre non attirava clienti. Spiegai la faccenda a Sugar il quale capì, ma da stronzo mi tenne in casa per un paio di giorni concedendomi solo di mangiare pane bianco e succo di frutta e niente altro. Chi non lavora non mangia ripeteva. Giocavamo molto al Pogo e a dama, dove me la cavavo, stetti bene attento a vincere sempre poco, perdevo spesso apposta per non farla arrabbiare.
Per fortuna tornai in salute e tornarono anche i clienti, Gregy veniva ogni pomeriggio e anche la coppia di lesbiche pelose, mi stavo specializzando in leccate di ascelle, anche la riccia si era unita alla bionda e mi lasciavano spesso buone mance, anche altre radical-pelo vennero da me per ascelle o figa, mi ero fatto una buona fama fra queste donne la cosa mi faceva bene, Chubby era contenta che infilassi soldi nella fessura e per quanto lavorare fuori fosse un casino: un freddo, pioggia, vento, i giorni passavano. Quando Gregy fu promosso nell'esercito in pianta stabile volle festeggiare e fece una doppietta nel mio culo mentre sorseggiavamo rum sul materasso, dopo mi lasciò 30 crediti di mancia: “CAZZO Gregy, grazie tesoro...grazie...tesoro...io..io...”
“Mi spiace troietta...sono stato bene con te...ma andrò a stare nella caserma da domani...non passerò più di qui...” lo abbracciai piangendo.
Portai i soldi a Sugar e gli dissi che avevo perduto il mio miglior cliente.
“Così vanno le cose...domani partiamo per la seconda tappa...finisci il turno adesso e poi rientra, fa veramente freddo stasera...” io ero con la pelliccetta, ma sotto avevo strati di maglie e portavo il cappello di lana e i guanti.
Quella notte si scatenò una tempesta con vento fortissimo e pioggia mista a neve. Ci svegliammo nel cuore della notte, Sugar si mise un cappotto e uscì fuori a rinforzare gli ormeggi dei nostri mezzi e poi tornò dentro. Faceva un gran freddo, Sugar accese il fornello elettrico e la luce, ormai era sveglia, le preparai uno spuntino e lo mangiò a letto sotto una seconda coperta. Fuori la tempesta spazzava tutto. Per riprendere sonno Sugar si riempì di sonniferi e mi tenne stretto a sé nel lettone, con il suo enorme corpo che mi abbracciava e copriva tutto non sentivo freddo. Dormimmo molto, ma il giorno dopo la tempesta aveva lasciato casino per strada, alberi a terra e forze militari passarono per dire che la strada era interrotta in più punti e di non uscire con mezzi privati. “Cazzo, vuol dire che non possiamo muoverci e che non passerà nessun cliente...” commentai. “Già!” dopo colazione Sugar prese i soldi che teneva nascosti e li contò. “Sei contenta?” chiesi alla fine.
“Beh, ho avuto puttane più redditizie...ma non sei andata male...”
“Meglio di Lou e Marky?”
“Oh, gelosone….allora Lou era di altra categoria...un bocconcino che si vendeva da sé...lei è stata la migliore...Marky...beh...forse siete pari….”
Passammo due giorni chiusi nella roulotte fra musica della radio, Pongo, dama, pranzi, cene, io che pulivo, rassettavo, lavavo il corpo di Sugar, gli massaggiavo i piedi, gli riempivo il bicchiere di rum. Quando beveva troppo diventava manesca e se magari vincevo a carte o a dama mi prendevo qualche ceffone forte, ma fu abbastanza tranquilla tenendo conto della cattività della situazione e che non potevo lavorare. Una volta concesse di bere anche a me qualche bicchiere e l'alcool mi dette subito alla testa, cercai di provocare Suagar strisciandomi al suo cazzo col culo nudo baciandola sulle mani con desiderio, ma lei sorrideva e non pareva farci caso e voleva giocare. Volevo il cazzone di Sugar e non mi concentravo nel gioco, così vinceva senza problemi e si divertiva e voleva continuare mentre io gli lanciavo sguardi provocanti. Quando alzava il bicchiere perché lo riempissi scattavo subito e poi lo versavo provocante leccando un suo dito, ma lei niente.
Continuammo a giocare ma nei fumi del rum volevo solo il suo cazzo ma Lei si divertiva troppo a vincere. Allora mi venne in mente di attirare la sua attenzione e cercai di concentrarmi per vincere almeno una partita a Pongo e alla fine ci riuscii e gli risi in faccia alzando i pugni al cielo: YYAAAAA YUMMMM ho vinto!”
lei scattò subito e un paio di schiaffi mi volarono in faccia. Colpi duri ma io ero contento perché provenivano dalla sua mano che mi affrettai a baciare
“Stupida!” commentò e mi fece sogno di tornare a giocare, prima mi fece bere, io cercai di baciare la sua mano ma mi spinse via. Riprendemmo a giocare ma ero troppo ubriaco ed eccitato, così mi misi a canticchiare una canzoncina cambiando le parole per ricordare che avevo vinto la partita di prima. Lei mi ordinò più volte di smetterla, ma io continuai facendola incazzare, quello che volevo. Si alzò e mi afferrò il collo, quindi mi prese a sberle fono a farmi urlare e piangere. Mi aveva fatto malissimo ma erano le sue giuste botte, lo avevo fatto arrabbiare, era giusto che un Pappa gonfiasse la sua troia quando faceva la stronza. Mi ritrovai a terra a piangere dal dolore, lei mi lasciò un po' li a strusciarmi per terra fra le lacrime e ancora la voglia del suo cazzo. Pii bevve ancora un sorso di rum e mi prese per un piede mi trascinò davanti a sé e mi rimise in piedi. “….lo so perché fai la stronzetta...lo fai per farmi arrabbiare...così io ti devo rimettere al tuo posto...e ti piace vero quando la tua padrona ti prende a schiaffi?”
“...sì...cioè io sono la tua troietta e tu il mio Pappa, funziona così...lo hai detto mille volte anche tu...”
“E' vero….e allora..
e mi rifilò un nuovo schiaffo più forte.
“Questo è per ricordarti che non devi fare la stronza e questo invece è perché sei la mia troia…!” e dalla tunica pesante cacciò fuori il suo enorme cazzone già bello duro, mi prese per i capelli e me lo sbattè in faccia. Stavo ancora piangendo e le lacrime si mischiarono alla saliva e ai suoi sputi mentre iniziai a farle un lavoro di bocca.

Il giorno seguente iniziò a nevicare di prima mattina e Sugar era nervoso perché preferiva muoversi da lì, ma con la neve era un problema, specie il traino della nostra alcova su due ruote. Mi mandò a prendere dell'acqua fresca alla fonte mentre faceva un freddo cane e la neve cadeva silenziosa. Tornai alla roulotte e preparai da mangiare per la mia boss. Ascoltavamo la radio e Sugar faceva solitari con le carte, la stufa elettrica poteva stare accesa solo alcune ore altrimenti poi si surriscaldava troppo il generatore esterno, Lei andò a coprirlo di stracci e maglie di lana per timore del gelo. Fece un paio di viaggi avanti ed indietro e si stava innervosendo sempre di più. Gli preparai un bel piatto ricco di fagioli e carne e gli servii del vino da bere, il piatto la tranquillizzò un po': “E come cuoco sono migliore di Lou e Marky?”
“Ah ah...le tue domande a paragone...ah ah...mi piace...ok, Lou non sa aprire neppure una scatoletta di tonno...Marky invece se la cava qua e la...ma tu sei la migliore...dolcezza...la mia cuoca-puttana migliore...questi fagioli e il sugo sono ottimi….vieni qua…!” mi prese sulle ginocchia e mi pomiciò fra una forchettata e l'altra, passandomi anche del cibo sia masticato che intero. Fuori nevicava di brutto e il freddo era intenso. Ci stendemmo sul letto con le coperte addosso, io sotto l'abbraccio della mia Pappona transex mi sentivo al sicuro, bello caldo e protetto. Mi coccolava con bacetti sul collo e facendomi sentire il suo affare contro il culo. Dopo qualche tempo però gli effetti dei fagioli iniziarono a farsi sentire e Sugar prese a scurreggiare a più non posso, peti fragorosi o sibillini ma tutti molto puzzolenti, però al caldo fra le sue braccia, con sulla schiena il tepore delle sue tette grosse e il calore del suo uccello contro il mio culo stavo molto bene e certo fuori a battere sarei morta di freddo, così mi godevo anche quel trattamento. Lei rideva divertita e ogni tanto mi prendeva la testa e la ficcava sotto le coperte per farmi respirare i suoi odori. Sotto era un inferno di puzza, ma era odore del culo del mio Pappa e Lei era la mia boss, quindi andava bene.
Passammo gran parte del giorno a letto a quel modo e poi giocammo a carte, a dama fino a quando non venne il momento di prepararle la cena. Lo feci e lei mi concesse di mangiare del gelato. Ne feci fuori una vaschetta e poi ci rimettemmo a letto che fuori era ripreso a nevicare.
Il giorno dopo la neve era alta e Sugar mi mandò a spalarla sia dalla roulotte che dall'auto. Mi feci un gran culo a liberare tutti e due i mezzi dalla neve e tornai dentro stanco e bagnato. Sugar voleva partire in giornata, ma lo spazzaneve non era ancora salito fino da noi.
Dopo pranzo Sugar si fece pulire bene il culo da me, sia con sapone ed acqua, sia con la lingua e poi volle un massaggio ai piedi, quindi si rilassò fumando un sigaro, quando vide passare lo spazzanevi mi disse che fra venti minuti saremo partiti. Bussarono alla porta della roulotte, pensai fosse un cliente, così mi preparai un attimo, ma alla porta c'era un uomo robusto, un ampio cappello di velluto in testa, una grossa barba curata sale e pepe, capelli neri striati di bianco, portava un bastone simile a quello di Sugar e vestiva con un completo di lana molto pesante e scarpe bicolori non adatte alla neve. “Ehi tu devi essere la nuova puttana del vecchio SugarCHubby...dille che Moreno è qui e voglio salutarlo.” Parlava come affaticato e sembrava piuttosto vecchio, sulla settatina o robe del genere.
“Sugar c'è Moreno qui...ti cerca...”
Sugar con la tunica nera arrivò e abbracciò Moreno: “Figlio di un filibustiere, sono almeno 2 anni che non ti vedo, come va?”
“Oh, male Sugar...sono vecchio...stanco di questa vita da pappone, stanco di queste montagne...e mi è toccata la croce di una puttana irrequieta e selvaggia che non riesco a domare….mentre tu sei in gran forma come sempre vedo...mi offri un goccio?”
“Certo Moreno...siediti...tu versa da bere al mio amico...e dove sta la tua puttana?”
“Ora arriva sta sistemando delle cose...vedo che sei in partenza...posso prendere il tuo posto? Siamo arrivati solo ieri ma la neve...”
“Certo. Stiamo levando le tende...voglio avvicinarmi a G., per la festa grande, anche tu immagino?”
“Sì, ma per ora ci vado cauto...te l'ho detto Sugar sono vecchio…
“Dai Moreno, tu sei uno della vecchia scuola, chi ti butta giù?”
“Chi? Te lo dico: questa gamba, dopo l'incidente va sempre peggio, certi giorni devo stare fermo seduto come uno stupido dal dolore, poi la schiena: la notte dormo male dal fastidio...poi? Questa spalla a forza di fare a botte l'ho ridotta male...sono al capolinea Sugar...ridotto così non posso fare il pappone ancora per molto e la mia troia, l'unica che mi è rimasta, è troppo agitata per me...è una testa matta...non la domo, l'avessi avuto fra le mani a 50 anni ancora l'avrei ridotta a baciarmi i piedi dai calci e gli schiaffi, ma ora non ce la faccio e lei se ne approfitta...quella stronza...”
“Ma dove è? Vuoi che gli dia una strigliata io, Moreno? Qualche bel calcio e due botte in testa...queste puttane vanno prese a schiaffi di continuo...altrimenti...”
e mi tira un ceffone tanto per rendere chiaro il concetto, quindi mi indica i piedi nudi e mi inginocchio per massaggiarli, li bacio anche perché capisco che Sugar vuole mostrare all'amico che razza di padrone e Lei.
“Veronika Veronika!!??!!” urla contro la porta Moreno.
“E' inutile...chissà cosa combina….ho provato a farle dare una strigliata tempo fa in città da un amico, ma non è servito a niente...dopo un paio di giorni è tornata a fare come prima, bisogna essere continui con queste puttanelle bianche, sono testarde...”
“Sugar è un pappa perfetto...” dico io mentre gli bacio un piede.
“Sentila...così parla una troia del suo pappone...così...ti farei sentire quella baldracca di Veronika...dove sarà finita…? VERONIKA VERONIKA!!!” urla. Alla fine una tipa alta, con lunghi capelli rossi a boccoli sale nella roulotte: “Che ti urli Moreno? Sono qua...”indossa una pesante pelliccia e ha un corpo molto sexy a vedersi, è alta più di me, più di Moreno e porta trucco pesante sugli occhi e sulla bocca. È carina, ha un lungo naso e bocca carnosa fatta a cuoricino, vedo Chubby studiarla, sono invidioso del fatto che sia più puttana di me, più sexy. Moreno le rifila una guantata sulla testa ma quella non si preoccupa. “Un bicchiere anche per me!” mi urla in facciali”
“Ehi zoccoletta bianca...guarda che qui comando io...è il mio rum e non lo do ad una puttana schifosa come te...sboccata e indisciplinata...se era la mia puttana a questa ora ti avevo spogliato, riempito di schiaffi la faccia e messa fuori a schiantare di freddo...”
“Ehi Pappa old style...non mi fai paura...Moreno...è il mio pappa, non tu...” e prende il bicchiere di Moreno e lo beve. I due papponi la guardano sconcertati. Sugar gli rifila un ceffone e Moreno uguale, ma non è veloce, lei lo schiva, si alza e porta via il bicchiere con sé.
“Vedi Sugar? Non ce la faccio più sono vecchio...qualche anno fa l'avrei presa a calci fino a farla piangere sangue...adesso…
“bla bla bla...sei vecchio Moreno...se non fosse per me saresti a ubriacarti sotto un ponte aspettando la morte certa...campi con le mie marchette oramai...se domani ti lascio per strada sei fottuto...”
“Moreno non può trattarti così, lascia che la prenda a schiaffi per bene, quando avrò finito starà buona senza poter usare il culo o la bocca, la sfondo questa puttana irriverente...”
“Fermo Sugar...hai ragione tu...ma anche lei...ho solo il camper mio e pochi soldi in banca...se non fosse per lei sarei sotto un ponte….”
“Che brutta fine Moreno..mi spiace...”
“E' la vita...non sono più il vecchio pugile di una volta...”
“Manco scopare è in grado oramai...almeno quando mi ha preso con sé, se la cavava bene...adesso manco il cazzo sa usare..nè le gambe..nè le braccia...nè il cazzo è un vecchio senza speranze.”
“Se non stai zitta adesso ti faccio un buco in testa!” fa Moreno mettendo mano alla pistola.
“Ehi ehi...ehi ragazzi...non facciamo stronzate...ok, Moreno bevi qua..lascia perdere questa puttana e la sua boccaccia che non sta zitta...noi partiamo e vi lasciamo campo libero...alla mia troia non è andata male qui..si è fatta persino dei clienti regolari...”
“Non sembra nulla dic he la tua puttana...pompini e qualcuno che se la sbatte come una puttanella bianca...da quattro soldi….quanto torneremo in città, Moreno venderà quel camper del cazzo, prenderà i suoi 4 spicci e affitteremo un apprtamento dove potrò ricevere i clienti in pace, al caldo...vero Morelluccio caro?”
Moreno strizza l'occhio a Chubby e poi brinda al sogno di Veronika.
Partiamo dopo un'oretta circa, mi avvinghio al mio pappa in auto, riscaldamento a fuoco e il suo forte braccio da toccare e baciare.
“Io non sarò mai come Veronika Sugar te lo giuro...”
“Lo so baby...lo so...ed io non farò mai la fine di Moreno...doveva fermarsi prima, metter più soldi da parte, ma è un vecchi boxer pieno di acciacchi ed ha sempre amato di più le auto, il rum e i vestiti della sua vecchiaia...”
Dopo un'ora ci fermammo in un grosso emporio al fianco del quale c'era una tavola calda. Entrammo e Sugar prese alcune provviste, un paio di indumenti intimi per me e poi andammo a mangiare qualcosa. Cioè Lei ordinò un bel piatto ricco di patatine fritte e carne salata, caffè, birra e per me solo una spremuta di arancia. Chiesi se potevo avere qualcosa pure io, ma Lei non si fece corrompere neppure dai miei occhi dolci, da come mi strusciavo alla sua gamba o dai baci sulle mani. Dopo che ebbe mangiato anche della torta mi fece: “Vuoi mangiare? Lo sai come funziona..ci vogliono marchette e un vero Pappa e una vera troia sanno trovarsi le occasioni sempre”
“Dove qui?” chiesi guardando in giro non c'era nessuno a parte un gruppo di 3 soldati transex che bevevano dalla parte opposta da dove ci trovavamo noi.
“Dobbiamo solo aspettare...quei soldati laggiù sono ottimi per noi, stanno bevendo e hanno soldi, lasciamo che l'alcool faccia il lavoro per noi...” restammo lì in attesa, Sugar ordinò ancora del dolce e se lo mangiò davanti a me che stavo morendo di fame, quel gioco che faceva nel tenermi digiuno mentre Lei mangiava le piaceva proprio e si divertiva ad infliggermi quella tortura, ma era anche un modo per ribadire chi aveva il potere nella nostra coppia.
“Ok, mi pare che ci siamo...adesso tu ti rimetti un poco in forma, ti togli quella felpa e rimani in canotta e mutande...ti inprofumi…
“Ma Sugar si muore di freddo qui dentro…
Lei mi rifilò una sberla che fece girare la cameriera che stava riordinando un tavolo vicino: “Tutto ok, ragazzi?” chiese.
“Certo cara...sa anche lei che certe troie vanno rimesse in riga ogni tanto...giusto baby?”
“Giusto Signora...ok...mi faccio sexy e poi?”
“Poi passi lentamente vicino a loro, li guardi e li guardi come se fossero tutti e tre degli enormi cazzi che ti vuoi fare...ok? Ma non dire niente, non sfiorarli o che...quella è gente coi soldi, una puttana meglio di te la trovano in qualsiasi bordello a due passi dalla caserma o ne avranno una casa come domestica-troia...devo volerti scopare, non devi proporlo tu, ok?”
“...um..non so Sugar...cioè se sono capace...”
Lei mi prende una mano e la stringe con forza: “Devi solo passare davanti a loro con aria lasciva...da troia che vuole farsi montare, ma non devi essere esplicita o la cosa non funziona e poi vediamo...tu rimani chiuso dentro il cesso finché non ti chiamo io..” “Ok, Sugar come dici tu, Sugar”
“Avanti spogliati datti quel cazzo di profumo!”
Feci quanto ordinato da Sugar, quindi lei mi passò un poco di eyerline sugli occhi, mi sistemò le sopracciglia, mi riempì di profumo e mi disse di andare. I tre erano soldati in divisa, tutti molto carini e ben piazzati stavano bevendo e all'inizio nessuno si stava accorgendo che stavo andando dalla loro parte, ridevano fra loro e bevevano. Così rallentai e aspettai che almeno uno mi notasse nel corridoio, quando uno di loro mi vide e sorrise, io mi rimasi in moto cercando di sculettare un poco e muovendomi con aria sensuale, non mi sembravo capace, ma lo feci, quando fui al loro tavolo li scrutai con la coda dell'occhio senza guardarli in faccia e feci con un dito sfiorai appena il tavolo, lo percorsi tutto e quando li sorpassai allungai il passo per entrare nel cesso. Avevo sentito solo uno dire: “Ehi quella troietta ha una gran voglia di cazzo mi sa...” mi chiusi dentro e aspettai. Dopo qualche minuto sentii la porta aprirsi e Sugar che mi diceva di uscire: “Eccola la vostra puttanella...pulita, profumata e carina...avanti bellezza mostra la mercanzia ai signori...” I tre mi guardarono uscire dal cesso, mi avvicinai con fare languido e ammiccante e feci loro segno che li avrei fatti divertire. “Ehi ma è una battoncella da strada...andiamo da Lucy mi scopo roba migliore!” fece uno.
“Sì, ma Lucy è a 30 miglia da qui...e la mia puttanella bianca è qui...”
“Ok, io sono troppo ubriaco...un pompino mi va bene anche adesso” fa un altro.
“Beh un pompino me lo faccio fare pure io sergente..” Sugar mi fa un segno con gli occhi ed io mi allungo con la le braccia verso quello titubante e lo prendo al collo con fare leggero e puttanesco, lo guardo: “Ehi bel soldatino...fatti un giro sul mio culetto...per 25 crediti è tuo...” Sugar mi strizza l'occhio. Il soldato mi guarda, poi mi afferra un polso e mi fa gridare girandomelo. “Ehi ragazzi non occorre…- Sugar interviene, mi libera e mi stringe a sé - ...le buone maniere...insomma...ehi di là dicevamo tre bei pompini...e la mia.. - e mi prende per il collo e mi spinge a terra ai suoi piedi di fronte ai tre soldati -...troietta qua...vi farà un bel lavoro...avanti..questi erano i patti...”
“Non so...che dice sergente?”
“Beh...ho bevuto troppo...io ci sto...muoviamoci...” e si sbottona la patta e mi sbatte in faccia il suo cazzetto. “Ehi ragazzi...lo sapete..prima i soldi...” Il sergente grusgnisce qualcosa e uno dei tipi prende 30 crediti e li passa a Sugar. 3 pompini da 10, alla fine non male, anche se Sugar vorrebbe di più lo so. Mi metto a lavorarmi il cazzetto del sergente, che non è niente di che, arriva un altro e me lo sbatte sul volto, anche il terzo soldato mi dà il suo cazzo, mi metto a segarlo mentre succhio il sergente. Sugar si è spostato di lato e guarda stando contro la porta del bagno. I tre sono arrapati e vengono quasi subito chi sulla mia faccia chi in bocca. Mentre sono in ginocchio e quelli ancora goccialono sperma su di me, vedo Sugar ancora adirato e provo a soddisfarlo. Con la bocca aperta che gocciola sborra, vado dal sergente e lo fisso dal basso con aria da troia: “Che vuoi idiota? Non vedi che ho finito?”
“...la mancia...” dico con lo sperma che mi cola sul collo. Quello ride, poi prende 5 crediti e me li ficca in bocca. Sugar mi strizza l'occhio. Rapido vado dal secondo, ancora in ginocchio, la bocca aperta piena di sborra. “Ahh ah...la troia è proprio una gran bastarda...ah...ok...ok...vieni qua….” e mi mette anche lui i soldi in bocca, inzuppandoli di sperma. Li ripongo nelle mutande e vado dall'ultimo. Quello ride di gusto. Prende 5 crediti e se li mette davanti al cazzo, quindi fa “Ehi guardate qua!” e piscia sulla banconota, quindi me la sventola davanti: “La vuoi puttana? È tutta bagnata? La vuoi?” annuisco e lui me la mette in bocca. Poi se ne vanno, mi rialzo e vado da Sugar ad abbracciarlo e dargli i soldi della mancia. “Mi sei piaciuta puttana, sei proprio la mia ragazza...lo sai? - e mi bacia in bocca - ...la mia ragazza che ha questa trovata della bocca piena di sborra per farsi dare la mancia..brava monella!” e mi bacia di nuovo, strizzandomi le chiappe. Quando usciamo manca poco all'alba, Sugar mi fa salire sulla sua auto da pappone, prende una pesante coperta di animale, ci copriamo entrambi, lui che mi tiene a sé, al caldo, protetto fra il suo seno matronale e sotto il cazzone e ci addormentiamo.


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