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PRIGIONIERO NEL BORDELLO Capitolo 5
di Strapps
03.09.2021 |
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"Dopo lunghi minuti una voce di transex ci ordina di spogliarci e di mettere i vestiti nei sacchi, delle poliziotte passano fra di noi a ritirare i sacchi..."
Capitolo 5Quando ebbe finito di fottere la bocca di 3 e gli venne dentro, la boss esplose due grossi peti dritti nella mia faccia che era conficcata nel suo culone nero che ballava per l'orgasmo appena consumato. Mi venne da vomitare, ma mi trattenni. Erano due esplosioni ravvicinate prodotte dal culone di quella poliziotta di Classe B che non lasciavano scampo, mi buttai su un fianco per riprendermi. Sentivo le poliziotte ridere, il tipo che prima era stato furiosamente colpito dalla cinghia era ancora a terra, svenuto per quanto ne sapevo. La boss mi rifilò un calcio, nel sedere: “Chiama Mammie troia!” mi ordinò mentre 3 si alzava dal letto e riceveva una mancia dalla boss. Chiamai Mammie al telefono, quella venne tutta sottomessa facendo persino profondi inchini alla boss che si era seduta di nuovo sulla poltrona per rivestirsi.
“Mia Cara cosa posso fare ancora per lei? Una limonata fresca? Vuole provare una delle nostre donne?”
“No, ho finito per oggi. Rimane questo tipo qua...” e dette un calcio nelle palle al tipo senza mutande steso a terra.
“Beh, ecco io...noi...siamo al completo...qui..ecco…
“Ho capito. Scendo di prezzo. Ti faccio uno sconto di 1000 crediti. Che ne dici?”
“Beh, Cara...non so cosa farmene...non che sia un'offerta generosa – Mammie guardava ai piedi della boss, la fronte china, era remissiva e parlava con una voce più acuta, meno dura e profonda - ...ma non saprei...” disse guardando al tipo a terra, coperto di segni di cinghia, il culo rosso e coperto di piscio sulla camicia e sulle gambe.
“Ho capito. Allora lo puoi smaltire per noi?”
“..ma Signora…
“Sì, portalo fino al campo lavori di Gramalandas e ti rimborserò il viaggio e siamo a posto. Vuoi che ti ricordi quanto ancora mi devi?”
Mammie scosse il capone e ripetè più volte la parola grazie.
La boss e la scorta andarono via, Mammie mi fece: “Mettiti a pulire questo schifo e tu 3 vai a fare una doccia. Hai una cliente. È più di un'ora che aspetta, usa la stanza di questo stronzo – e mi indicò - ehi...Ghuszmat? Ghuszmat!?” urlò e un un suo scagnozzo, un tipo alto quasi due metri arrivò di corsa, Mammie gli indicò il tipo steso a terra. Ghuszmat lo sollevò e se lo caricò su una spalla. “Portalo a Gramalandas e lascialo lì.”
Quando ebbi finito di ripulire la stanza rimasi in attesa che 3 tornasse.
“Oh...sono stanco morto..- fece al suo ritorno -...dovrai pulire anche nella tua camera, mi spiace, quella era un'assatanata...per oggi ho chiuso, fanculo i clienti e Mammie...” il fatto che potesse terminare la serata senza ricevere altri clienti era un privilegio di 3 che invidiavo moltissimo. Per il lavoro mi da 2 joint di erba e un budino AppleBelles, me ne vado tutto contento. Ma Mammie mi chiama nel suo ufficio. Entro e la trovo seduta sulla poltrona alla tv, uno scagnozzo che si beve una birra guardando la partita. Ai piedi di Mammie c'è 1 che appoggia la testa sulle ginocchia grosse e rovinate della donna, ha lo sguardo completamente assente, accanto a lei una bottiglia di rum che deve essersi scolata, non nota neppure che sono lì davanti a lei. “Ehi troietta...non devo certo ricordarti che tutto quello che hai sentito prima possa riguardarti...non fare parola con nessuno e tieni quella bocca da puttanella bianca cucina, intesi?”
Annuisco. Lei mi molla un ceffone in faccia.
“Bene. Puoi tornare nella tua stanza, troia, ma prima prendi questo” e si mette una mano nell'ampio seno sotto la tuta scura che indossa sempre e mi regala una barretta di cioccolato bianco, una delizia che non capita quasi mai. L'adoro. Anche se da fuori ha l'odore intenso del corpo di Mammie, l'idea di mangiarla mi fa passare tutto. Corro in camera e la divoro. Una delizia. Ne vorrei subito un'altra, ma chissà quando mi ritoccherà. Penso che Mammie si è comprata il mio silenzio con una barretta di cioccolata bianca, sono forse veramente una troia?
Non voglio pensarci mi accendo un joint e spero che per giorno non venga nessun cliente.
Il mattino dopo passa veloce, è giorno di visite del dottore. È un ragazzotto mulatto con la faccia da timido e occhiali con una grossa montatura, indossa sempre una camicetta senza maniche marrone e una cravatta a righe. È alto e ha delle belle mani curate. Visita tutti quanti. Quando tocca a me, mi controlla il culo, la gola, le palle, dietro le orecchie, gli occhi. Non parla quasi mai. Solo alla fine dice che per lui è tutto ok e mi chiede se sono stato mai male o se ho problemi particolari. Devo pagare 200 crediti per quella visita. Sono tanti soldi, ma 3 mi ha raccomandato di farmi sempre seguire dal dottore, è più utile di quanto si pensi, così mi adeguo.
Dopo pranzo Mammie mi convoca:
“Ehi troia, devi fare una cosa: fatti una bella doccia, pulisci tutto l'interno...hai capito puttanella, depilati e tutto quanto, verrà una poliziotta a controllarti più tardi, fai trovare tutto in ordine…
“Ma per cosa
“Zitta. Fai come ti ho detto. Lo saprai se sarà necessario e non adesso...spicciati!”
Quella è una cosa strana, ma faccio quanto detto, rimango in doccia a lungo, così non devo tornare nella mia stanza, controllo la depilazione ovunque, mi passo il balsamo sulla pelle e aspetto. Mammie arriva dopo qualche minuto, mi ispeziona il culo e mi depila le palle e il buco del culo.
“Va bene. É già qui, vai in camera”
Nella stanza trovo una delle poliziotte di ieri, quella che si è fatta ripulire il cazzo, è piuttosto alta, nera, due grossi occhi nocciola, capelli lunghi e ricci. Indossa dei guanti.
“Mettiti sul letto e alza le gambe!” mi ordina.
Eseguo, lei prende le mie gambe e me le mette sul petto, bloccandomi anche le braccia, quindi prende una un laccio di pelle e mi lega così come mi trovo. Adesso sono sul letto di schiena, le gambe bloccate contro il petto e le braccia fermate. La poliziotta ispeziona il mio culo, lo palpa, controlla le palle, infila un dito nel mio ano, lo muove con fare deciso, ma non cattivo. “Umm sembra tutto a posto...ok, facciamo una prova!” prende il suo manganello e me lo sbatte due tre volte sulle natiche. Hanno già provato a sodomizzarmi col manganello, è una fantasia diffusa fra le poliziotte. Di solito mi è impossibile prenderlo in lunghezza, ma un pezzetto viene spinto spesso dentro di me. La parte più difficile è la punta perché è più grossa del corpo del manganello e entra male. La tipa versa il gel nel mio ano, lo spinge dentro con un paio di dita. Lo versa anche sul manganello e lo indirizza dentro di me. Spinge forte con un colpo secco. Urlo di dolore.
“Noooooo….più piano….noooocossìììì così mi rompe….”
“Zitta troia, sai cosa mi importa se ti rompo il culo?”
“La prego, la prego...ho solo il mio….
“Hai solo il tuo culo vuoi dire? Che troia che sei…..però sei carino….mi fai quasi pensa… - io piannucolo dolorante all'ano - ….Ok, farò più piano..”
“Grazie Signora”
Versa ancora gel nel mio culo e poi spinge di nuovo questa volta più piano per fortuna, sento la punta grossa entrare e poi il resto del manganello. A metà si ferma e inizia a scoparmi piano.
Fa un gran male. Urlo di dolore, ma quella spinge, mi afferra le palle e le stringe, grido ancora, ma rimane strozzato in gola. Piango.
Lei spinge, penso che si divertirà a quel modo a lungo, ma mentre cerco di respirare come mi ha insegnato 3 proprio mentre si metteva un manganello nel culo, lei, a sorpresa estrae il coso: “Per me basta così, ti libero, abbiamo finito” slaccia la corda di pelle e posso distendermi. La transex mi ordina di ripulire il manganello, mi osserva mentre lo faccio, lo riprende e se ne va.
Dopo 30 minuti Mammie mi chiama. È sul letto dell'ufficio, 1 è distesa accanto a lei dorme, Mammie l'abbraccia mentre beve alla bottiglia.
“Sei qui troia? Stammi a sentire!” mi rutta in faccia un paio di volte, è ubriaca.
“Domani andrai in un posto
“Fuori da qui intendi Mammie?” dico sorpreso.
Lei mi tira uno schiaffo.
“Cosa pensi che ti lascio libero per la città, troia? Breeggggg – e mi rutta ancora in faccia, il fiato puzza oscenemente di rum – sei ancora mio, tornerai qui, non farti idee strane...la Boss di ieri, ti vuole per una festa. Domani. Ora torna nella tua stanza, per oggi lavorerai soltanto con la bocca, preserviamo il tuo sederino bianco per domani. Su vai!”
torno nella stanza e penso a domani. Cosa dovrò fare? E fuori come è? A parte l'orfanotrofio, questa casa-bordello non ho visto niente fuori. Sono preoccupato ed eccitato. Per fortuna viene solo un cliente dopo la cena. È Kalla, le racconto del giorno dopo, della boss, di una festa. Lei non sa molto, ma è gentile, mi rincuora e mi tocca piano i capelli mentre le faccio il lavoro di bocca per il quale ha pagato. Poi chiacchieriamo ancora sul letto, perché non ho altri clienti.
Il giorno dopo 2 poliziotte transex mi vengono a prelevare, mi mettono delle manette e una felpa con cappuccio. Mi portano fuori dal bordello, c'è un sole fortissimo in strada, è la prima volta che calpesto quella strada, mi conducono ad un'auto e mi ordinano di sedermi dietro. Nel sedile ci sono altri due giovani uomini come me, saluto ma dietro di me una delle poliziotte mi rifila uno scapaccione fortissimo sulla testa SILENZIO NON DOVETE PARLARE MAI mi urla in un orecchio, partiamo. La città scorre, è periferia ma ben presto diventa un cumolo di catapecchie nelle quali sfilano gente povera e disperata. In campagna la vista è sempre la stessa per kilometri: pochi alberi spogli e campi di grano. Prendiamo una strada che sale ad un villa, l'auto si ferma in una zona ombreggiata, ci fanno scendere e ci conducono velocemente in una stanza piena di uomini simili a noi: giovani, depilati, impauriti e straniti, immagino siano poveracci come me, puttane da bordello. La stanza è ampia ma il soffitto è basso. Dopo lunghi minuti una voce di transex ci ordina di spogliarci e di mettere i vestiti nei sacchi, delle poliziotte passano fra di noi a ritirare i sacchi. Qualcuno mi chiede qualcosa vicino a me, ma non faccio in tempo a voltarmi che una transex colpisce la voce e la butta a terra. SILENZIO!!
Nudi aspettiamo.
Passano altri lunghi minuti.
Infine ci vengono consegnati degli indumenti da indossare: si tratta di un paio di calze a rete, una gonna femminile bianca e nera, dei polsini alti 4 dita di cotone da allacciare. Ci viene ordinato di fare in fretta a vestirci. Le calze a rete sono difficili da indossare stando in piedi, ma per fortuna qualche cliente me le ha fatte indossare durante la prestazione e me la cavo meglio di alcuni che vengono presi a schiaffi dalle poliziotte, la gonna va ampia, ma c'è una cintura, i polsini sono quasi carini. Ci fanno disporre in file e a turno andiamo da un paio di transex che ci mettono al collo dei collarini piuttosto fini, c'è un anello che può accogliere la fune, ma non ci viene messa.
Ci portano poi di sopra. Una cucina molto grande, un manipolo di servitori vestiti di verde, molte donne, molti uomini piuttosto in là con gli anni corrono da una parte all'altra e cucinano. Ancora in fila, ci viene dato a ciascuno un vassoio, sopra sono messi dei calici di champagne. Sempre schierati in fila, una transex ci parla: “Ascoltatemi bene: adesso andate di là coi vassoi e quando avrete finito i bicchieri tornate in cucina. Non fate cadere i vassoi, non rivolgetevi agli ospiti, saranno loro a farlo se vogliono. E voi risponderete sempre Sì. Solo Sì. Sarete camerieri ma anche i giocattoli sessuali degli ospiti, non potete negare niente, farete tutto quello che vogliono. Se non ubbidirete per prima cosa personalmente vi punirò con estrema crudeltà e poi dirò alle vostre tenutarie cosa avete fatto. E il resto lo faranno loro. Adesso VIA andate!!!”
Ci spingono in una sala enorme, illuminata con luci e neon, ma con molte zone pienamente in ombra, si sente della musica che fa ballare gli invitati: donne, uomini, ma perlopiù transex in abiti eleganti. Ci disperdiamo fra gli ospiti con le nostre calze a rete, le gonne, i polsini e i vassoi in mano, mani si allungano a prendere i bicchieri, volti allegri, soddisfatti, truccatissimi sorridono, ci parlano e noi rispondiamo solo sì, presto ho terminato i bicchieri, torno in cucina, ne prendo una altro rifornito, torno di là. Passo fra gli ospiti, giungo ad una parte più illuminata, c'è un trono rosso, sopra una transex nera, grossa, formosa, una poliziotta di Classe A, roba importantissima, sopra dei palloncini annunciano che è il suo 50 esimo compleanno. Ha un volto grande, grosse gote luccicanti, due grosse labbra rosse, occhi neri, mi avvicino attratto dal suo magnetismo, si capisce che è una boss, una vera boss. C'è la coda per salutarla, per farle un inchino, per ricevere un segno, non riesco a non guardarla negli occhi. Lei sorride, fa cenni con le dita piene di anelli, il costume da poliziotta di quel rango le dona un magnetismo incredibile. Mai vista una di classe A. sono rapito. Uno sculaccione fortissimo mi fa quasi cadere il vassoio. Una poliziotta mi urla in faccia che ho finito lo champagne. Dico sì ma mi prendo un altro schiaffo, corro via in cucina. Torno col vassoio al trono della boss. Cerco di stare in disparte, attento a non terminare presto i bicchieri. Intanto nella festa il sesso ha preso il sopravvento. Cazzi di transex vengono succhiati da camerieri come me. Pompini, leccate di palle, baci, carezze, sculaccioni, donne scopate in pista, uomini presi contro il muro da transex. Mi muovo un poco, guardando però la boss. Chissà quanto può lasciare di mancia una come quella. Noto la poliziotta di classe B che mi ha voluto qui. Le vado incontro. Lei mi vede prende il bicchiere e mi dice di andare oltre. Eseguo. Vengo afferrato da una transex con lunghi tacchi e chioma riccia, mi spinge contro un divanetto, togliendomi il vassoio di mano. “Prendi troia!” mi urla ficcandomi il suo uccello in gola. Così in un attimo, da cameriera, mi ritrovai a spompinare cazzi di transex ospiti della festa. Sono in ginocchio con quel cazzo in gola e con la coda dell'occhio noto che si sta formando una piccola fila lungo il muro dietro la tipa che mi stava scopando in bocca. Continua a succhiare e a soddisfare la prima, ma ben presto un altro cazzo si aggiunge e sono lì a spompinarli entrambi. Dopo un po' la prima se ne va, ma viene rimpiazzata da un'altra e così via. Soddisfo la fila di transex, l'ultima mi riempie la bocca di sborra mentre un'altra mi viene sulla faccia ricoprendomi. Mi alzo e rimango tremante a riprendere fiato. Ma passa appena qualche minuto che una poliziotta mi afferra per un braccio: “Cosa fai imbambolata troietta? Vatti a pulire la faccia e torna in cucina!” mi spinge verso un bagno dove altri camerieri sono intensi a darsi una sistemata o ficcarsi del gel in culo. In cucina mi viene dato un vassoio di cibo e torno nella stanza principale. Mi muovo fra gli ospiti offrendo i prodotti dal piatto, attorno la festa sta andando verso l'alto, corpi nudi a terra, cazzi in culo, vagine gocciolanti, fruste, musica alta, risate, urla, orgasmi. Termino il vassoio e torno in cucina. Una poliziotta mi ordina di andare a servire la cena in un'altra stanza. È una sala più raccolta, ma ampia anche quella. In mezzo un lungo tavolo sontuosamente apparecchiato, un servizio assai curato, candele, centritavola, comode poltroncine per gli invitati. Una cameriera donna ci spiega i nostri compiti; servire al tavolo e ci dispone in fila lungo una parete con dei vassoi in mano con un solo bicchiere al centro. Arrivano gli invitati, tutte poliziotte transex di alto rango ed infine, accompagnata da due ancelle, con un tripudio di musica giunge anche la festeggiata, la poliziotta ci classe A. porta un vestito con uno strascico azzurro e giallo, fiori di seta sull'ampio decoltè, è truccatissima e bellissima, la fisso mentre sfila imponente e magnifica lungo la nostra fila. Chissà che potere ha una Boss del genere, se volesse potrebbe liberarmi dal bordello di Mammie con uno schiocco di dita. Si siede a capotavola su un ampio trono bordato di rosso. Ci vengono impartite disposizioni per servire da bere dal vassoio e che avremo servito sempre l'ospite a cui eravamo stati assegnati. Il mio è a pochi posti dalla boss, si tratta di una transex bassina, ma molto elegante. Inizia il servizio, ogni portata viene annunciata e ci viene deposta su un vassoio. Io mi avvicino alla mia commensale e le servo il piatto. Lei fa un cenno con la mano per allontanarmi. Mi metto lungo il muro, in attesa. La cameriera donna, una stangona alta quasi due metri, con vestito di lattex, un volto austero e nervoso, dei capelli biondi tirati in alto, una faccia completamente bianca se non per delle grossa labbra rosse, ci segue e ci da indicazioni, riempire i bicchieri, chiedere se possiamo portare via il piatto, ecc. la transex che curo io sta parlando con altri ospiti intanto noto che, fra una portata e l'altra, le tranex al tavolo buttano a terra il tovagliolo, come un segnale, e il loro addetto si inginocchia e prende in bocca il cazzo dell'ospite sotto il tavolino. Guardo la Boss che sorride e chiacchiera, ha un potere ammaliante, l'ammiro e la studio, mi pare che con la coda dell'occhio mi noti e abbasso lo sguardo. La cena prosegue, le cameriere sono spesso sotto a fare lavori di bocca, ma la mia non sembra volere i miei servigi. Così ho tempo di guardare ammirato la Boss a capotavola. Lei si diverte, mangia, parla. Serviamo il dolce e la mia padroncina mi dice che non lo vuole, così giro i tacchi, lancio una lunga occhiata alla Boss e mi pare che lei lo noti, abbasso subito lo sguardo e fremo. Vado in cucina ma vengo richiamato. Vedo che la tipa ha in mano il tovagliolo, sono pronto a inginocchiarmi sotto il tavolo, ma una poliziotta mi indica la Boss. “Ti vuole la regina della festa! Corri!”
con il cuore in gola vado da lei adagiata sul trono. “Signora...ai suoi ordini...” lei col volto pesantemente truccato, degli occhi color blu notte mi scruta un attimo. Prende il tovagliolo e lo getta a terra. Subito mi metto di fronte a lei a capo chino e attendo. Lei schiocca le dita indicandosi il ventre. Si sbottona il vestito davanti e da sotto esce fuori un gran cazzone nero già mezzo dritto. Mi dico che è una buona occasione per me, devo fare un buon lavoro e forse ne ricaverò qualcosa di buono. Inizio a leccare la cappella e poi la ingoio e la ciuccio. Quindi alternando leccate, ciucciate di cappella e risucchi prendo a scendere piano piano lungo l'asta per fare un blow-job completo. La boss pare gradire. Mi impegno ancora di più, come mi ha insegnato 3 i primi giorni del bordello di Mammie: allungo le labbra lungo l'asta, ingoio quel cazzone nero bello duro, pesante, mi sforzo per raggiungere la base, ingoio più che posso, la Boss lancia un gemito di piacere, torno a succhiare e leccare la cappella, lei allarga di più le gambe, mi mette una mano sui capelli. Mi spingo ancora sotto, succhio quel cazzo lungo l'asta e provo a prenderlo tutto, non ci riesco ma sento la mano ingioiellata della boss che mi spinge indietro, lecco ancora la grossa cappella, la ciuccio bene bene e quando la mano mi respinge giù faccio un gran respiro col naso e ingoio tutto giungendo alla base del cazzo. Lei mi blocca con la sola mano, mi sento quell'affare enorme fino in gola, ho gli occhi coperti di lacrime per lo sforzo, lei non molla, il suo uccello è conficcato dentro di me. Resisto. Alla fine mi concede di tornare indietro: un lungo filo di umori e saliva scorre lungo l'asta e si ferma sulla punta, dalle mia bocca fuoriesce il resto. La boss approva soddisfatta, qualcuno batte persino le mani, ma io ho solo il tempo di riprendere fiato, con un cenno della mano libera mi ordina di riprendere: torno a leccare la cappella, ma lei si fa passare un piccola catena dorata, mentre la spompino in punta, mi fissa la catena al collare, mi strattona verso il basso e ripeto la prova di prima, affondo con la labbra lungo il suo uccello e lo ingoio di nuovo, lei mi tira con la catena, mi mette di nuovo la mano ingioiellata sulla testa e mi blocca. Ancora quel pezzo di carne nera pesante e gonfio nella mia bocca. Lo sento benissimo dentro, respiro col naso, gli occhi coperti di lacrime. La boss mi tiene fermo e solo dopo un po' mi concede di tornare indietro e di liberarmi, ancora dalla mia bocca una lunga striscia di umori e saliva gronda sul pavimento. Riprendo a leccare la cappella, la ciuccio, la adoro, la bacio, con gli occhi velati cerco lo sguardo della boss, lei è soddisfatta, si lascia succhiare e poi tira di nuovo la catena, corro con la bocca lungo l'asta del suo cazzo e lo ingoio di nuovo, appena raggiungo la base la sento caricare e non so se riuscirò a resistere. Lei si alza un poco dal trono, mi preme la testa, è una presa sicura, autoritaria che non conosce diniego. Mi sborra in gola un quantità enorme di sperma caldo, soffoco, cerco di allontanarmi un attimo, ma lei mi tiene giù, mi sento riempire di seme di boss con il cazzo conficcato in gola, sto per vomitare, ma resisto fino allo stremo. Lei mi toglie la mano dalla testa, rinculo indietro, ho la bocca piena di sborra, sto quasi cadendo all'indietro ma lei tira la catena e non mi fa cadere, quando il suo cazzo esce dalla mia bocca, il seme cade a terra, ma io ne sono ancora pieno, è dentro la mia bocca, lei mi afferra la faccia, apro la bocca per mostrare il frutto del mio lavoro di bocca, caldo seme mi cade fuori sul collo. Lei sorride soddisfatta, mi sbatte il suo uccello nero sulla faccia mentre io ingoio tutto.
La Boss mi lascia andare, la cameriera capa, la bionda arrogante e altissima mi fa alzare, con vari strattoni della catena mi porta via, mi trascina verso una porta piccola, la apre e mi ritrovo in un bagno stretto e corto. Lei mi sovrasta totalmente, ha un profumo fortissimo di donna, mi tira il collo: “Adesso troia ti dai una ripulita e torni a servire al tavolo!” “Sì signora”, lei esce dal bagno e mi ritrovo davanti allo specchio: ho sul collo e sulla faccia ancora della sborra della boss. In gola sento ancora il suo cazzo gigante, in bocca ancora tracce della sua venuta. Ho gli occhi rossi, la faccia piena di chiazze, sono sudato.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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