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BRASILE TERRA DI TRANS? ITALIA TERRA DI TRANS!!! - RAMONA mi porta a troie!?!?


di Strapps
06.08.2022    |    704    |    0 6.0
"Anzi principalmente la mia puttana..."
Il giorno seguente mi svegliai ai piedi del letto tutto eccitato pensando di godere di un giorno intero del cazzo della mia padrona, ma Ramona mi fece capire che avrei dovuto attendere. “Sono io che decido quando potrai baciare il mio cazzo. Voglio educarti a saper aspettare. Godere dell'attesa. Dell'attesa del mio cazzo!” e si alzò dal letto, tutta nuda, il suo corpo da milf muscoloso, con addominali e braccia muscolose, il petto gonfio, il suo collo taurino, la sua faccia larga, la sua bocca, i suoi occhi profondi, la sua testa rasata. Mi fece inginocchiare davanti a lei e mi sbattè sulla faccia il suo pene nero.
“Dovrai aspettare i miei capricci, torietta…
“...sì...padrona…
“Bene! Adesso rimetterai in ordina tutta la casa, pulirai e tutto quanto. Poi mi preparerai il pranzo.”
“Sì padrona” risposi mentre lei strusciava il suo cazzo sul mio naso, sulla mia faccia.
La mattinata fu lunghissima, pulire, riassettare, riporre i vestiti nell'armadio di Ramona, fare la lavatrice...e lei mi concesse solo poche pause e una robusta colazione. Lei stava al sole in terrazza sorseggiando birra al limone davanti al mare.
Quando ebbi finito dovetti approntare il pranzo, ero già cotto e stanco. Lei si lamentò anche del pasto e mi beccai un paio di ceffoni fortissimi in volto. Dopo pranzo Ramona uscì per andare a giocare al bar e mi lasciò chiuso in camera sua, dove ebbi modo di riposare e mangiare un paio di banane che mi aveva lasciato la mia padrona.
Passarono un paio d'ore a riposare e poi forse ancora un'ora quando la sentii rincasare. Subito il mio culetto fremette per la voglia, ma assieme alle parole di Ramona ne udii altre, maschili e fastidiose. La padrona piombò nella stanza. “Vieni qua puttana!” e mi afferrò per il collo, mi mollò una serie di sculaccioni fortissimi e poi prese delle corde e mi legò sul letto con le braccia, il resto del corpo era libero, ma lei mi fece sedere sulle ginocchia con il culo esposto. Era già ubricaca dal bar e scpaccioni e sculacciate volavano sul mio corpo tanto da farmi piagnucolare. “E smettila, troia! - prese un cappuccio nero e me lo mise in testa - Rimani qui, io e i miei amici del bar ci facciamo un'altra partita di là, lascio la porta aperta...non muoverti da questa posizione...”
“Ma potrebbero vedermi…
“E' questa la parte eccitante...non trovi?”
“Ma Padrona...la prego…
mi dette un paio di sculaccioni fortissimi e mi disse di stare zitto. Poi prese le sue mutandine sporche e me le ficcò in bocca.
Se ne andò lasciando la porta aperta della camera. Sentii risate, bicchieri sbattuti, imprecazioni, urla e casino per molti minuti. Poi qualcuno si alzò per andare in bagno. Era alla fine del corridoio e su di esso si affacciava la camera dove io ero nudo in ginocchio sul letto, legato, con le mutandine della padrona in bocca. Qualcuno passò ma andò dritto in bagno. Chiuse la porta. Tirai un sospiro di sollievo. Poi la porta si aprì e nuovi passi sul corridoio, più lenti, forse stavolta mi avrebbe visto, ma non accadde. Altri minuti di gioco, urla, bevute, Ramona che imprecava e casino poi altri passi lungo il corridoio. Trattenni il fiato. Sembrava andare avanti, verso il bagno, ma poi sentii i passi cessare. Morsi le mutandine di Ramona. Stava tornando indietro. Panico.
“EHHHHHIIIIII ma che cazzo è sta roba qua? Ehiiiii….Ruby, Salvo venite a vedere!!!”
affondai la testa fra le braccia, impaurito e imbarazzato. Passi nel corridoio, corse e poi risate applausi, urla e sentii i tre sconosciuti sopra di me che mi fissavano meravigliati, stupiti, increduli
“Ma cazzo è?”
“Ma...come? Ramona?”
I passi pesanti della mia padrona.
“Oh, lo avete notato alla fine...lui è il mio ragazzo….un uomo sposato di Milano...”
io fremevo e piangevo, umiliato e esposto a sconosciuti
“Ma è anche il mio schiavo…
“Cazzo sei mitica Ramona!”
“Incredibile che roba, che dici Ruby?”
“Che storia! E cosa ci fai con lui?”
“Oh, tutto. Come ho detto è il mio fidanzato, il mio schiavo, pulisce casa, ordina il mio armadio, mi cucina...tutto insomma
“Cazzo Ramona tu si che sei forte!”
“...ed è anche la mia puttana. Anzi principalmente la mia puttana. Vero troietta?”
“...sì” mugolai con la mutandine in bocca.
“Ah dimenticavo...le mutande...come dicevi troietta?”
“...uff..offf...la sua puttanella…
Mi mollò due sculaccioni forti fra le risate degli sconosciuti.
“No, voglio la frase, la nostra frase d'amore...dolcezza...avanti...”
“Sono la sua troietta in calore padrona Ramona…”
tutti scoppiarono a ridere e Ramona mi sculacciò ancora. L'imbarazzo era fortissimo e avevo paura che quegli sconosciuti allungassero le mani o mi toccassero, ma a parte risate, derisioni e cose del genere non fecero nulla e il cappuccio sulla testa impediva loro di riconoscermi. Quindi tornarono a giocare lasciandomi sul letto come prima.
Dopo altre due ore i 3 se ne andarono, ma prima vennero a salutarmi, deridendomi e sfottendomi, erano tutti ubriachi e Ramona non lesinò sculaccioni e concesse che anche i suoi nuovi amici facessero lo stesso, ma dopo poco per fortuna tolsero le loro sporche manacce dal mio culo e perso interesse per la novità se ne andarono.
Quando rimanemmo soli Ramona mi liberò e mi concesse di fare una doccia e bere qualcosa.
Dopo lei si riposò qualche ore ed io feci altrettanto.
Quando si svegliò sperai che fosse giunto il momento del tanto sospirato cazzo padronale, ma lei si fece servire una rapida cena e poi andò a cambiarsi. Quando tornò indossava una camicia bianca aperta sul superbo seno, una gonna leopardata e stivali militari. Si era truccata molto e portava grossi orecchini dorati. La guardai estasiato. “...siete Bellissima Padrona!”
“Lo so, troitta, ma grazie...ma non credere che i tuoi complimenti ti faranno arrivare prima al mio cazzo...” e mi dette uno schiaffo. “Devi saper aspettare..lo abbiamo detto…perchè tu sei?”
“Sono la sua troietta in calore padrona Ramona…” dissi di scatto. Mi presi uno sculaccione. “Adesso ti vesti pure tu e andiamo da delle mie amiche che vivono da qualche parte” mi fece indossare un perizoma rosa, dei jeans, camicia e felpa e uscimmo in auto. Si era affittata una macchina sportiva molto carina e potente e Ramona sapeva guidare molto bene: sicura e decisa, correva, ma era padrona di sé e del mezzo. Per tutto il viaggio non disse una parola ma volle che tenessi la mia mano sul suo sesso sopra la gonna. Finalmente sentivo il suo cazzo, ma era ancora lontano da me. Il viaggio fu di quasi un'ora, raggiungemmo una città medio-grande e ci inoltrammo in periferia. Arrivammo a una zona ferroviaria quasi deserta se non per delle luci di fuochi in lontananza. Ramona fermò la macchina. “Siamo arrivati dolcezza!” “Dove? Qui? Ma se...”
“Zitta puttana!” e mi afferrò il collo e poi mi ficcò la testa nelle sue gambe.
“Adesso andiamo dalle mie amiche e tu intanto mi farai un pompino, intesi?”
“Sì...”
Si tolse la gonna, mi spinse sul suo cazzo semieretto e presi a baciarlo e leccarlo. Lei rimase ferma lì a farsi spompinare per qualche minuto poi riaccese l'auto e ripartimmo. Lei guidava ed io le succhiavo il cazzo. Ci fermammo poco dopo fra urla e festeggiamenti di transex che non potevo vedere impegnato come ero a succhiare il cazzo padronale, ma ben presto si affacciarono tutte e Ramona mi fermò la bocca, mi tirò su per i capelli staccandomi dal suo cazzo.
“Ehi TORA; JEMMA, RIUNES...come state bellezze? Guardate chi vi ho portato stasera? Il mio nuovo fidanzato di cui vi parlavo...”
“Lo dicevi che era un succhiacazzi!”
“Ah, Riunes...hai centrato il caso...vecchia puttana...come sta tuo figlio?”
Poi presero a parlare in portoghese, Ramona scese dall'auto e mi lasciò lì da solo. Si mise a parlare e scherzare con le sue amiche, io in auto avevo ancora in bocca il sapore del suo cazzone nero e aspettavo come voleva lei.
La mia nuova padrona Ramona perché “Sono la sua troietta in calore padrona Ramona…”iniziai a ripetermi mentre lei mi ignorava. Parlarono e brindarono fra loro. Io nella macchina, al freddo.
Alla fine Ramona si girò verso l'auto, fece un fischio forte ed io corsi fuori fino da lei eccitato.
“Vieni qua troietta...non penserai che ti ho fatto fare tutta questa strada senza farti assaggiare u po' di cazzo brasiliano?” disse fra le risa delle transex sulla strada.
“Allora. Tira fuori 100 euro. Cento vanno bene puttane? Siamo in mezzo ad una strada...”
“Fai 200 quel tuo culobianco pare uno danaroso..”
“Ok, 200, tirali fuori e poi scegli con chi andare...ecco..vieni qua te le presento...”
Detti i soldi alla padrona, lei mi afferrò per il collo e mi fece inginocchiare davanti alle tre donne. “Jemma, la blanca...bella cavallona da monta...dovresti provarla….Ruines: troia rompiballe e irascibile, ma un amore...ed infine TORA...io te la consiglio dolcezza….ha un cazzo bello grosso e bello nero...come piacciono a te...allora chi scegli?”
Erano tutte molto sexy e vestite da troie. Jemma mi eccitava molto, era alta, lunghi tacchi pellicciotto su un seno enorme, capelli gialli, bocca larghissima e colorata di rosa, ombretto azzurro da paura, e Ramona aveva detto che scopava alla grande. Ma alla fine scelsi TORA per via che era color ebony, alta, lunghi capelli neri , labbra grosse color marrone, belle gambe e le parole di Ramona poi...”
“...TORA..” dissi.
“Lo sapevo, conosco bene la mia troia qua...avanti TORA riempigli la bocca di sborra brasiliana!” e mi spinse verso la transex. Lei mi prese la mano e mi condusse in un luogo appartato, si appoggiò ad un muretto, si calò la gonna e tirò fuori un grosso cazzo nero. Mi fece segno di iniziare il lavoro di bocca. Aveva veramente un grosso uccello nero tosto, depilato e abbondante, mi misi subito a leccare la cappella e poi a succhiarla. “Umm vedo che sei bravo...Ramona non scherzava quando diceva che sei un vero succhiacazzi...avanti continua...cosììì...ummm...bravo...ingoia...” succhiavo quel cazzo in mezzo a macerie e sporco, cercando di rimanere in equilibrio sulle ginocchia, afferrando le gambe della transex che si godeva il mio lavoro di bocca. “Sìììì…..ancora...ummm...avanti, succhia...cosììì...” il suo cazzo era bello grosso piantato nella mia bocca e la sentii staccarsi dal muretto, mi afferrò le spalle mentre avevo il suo affare conficcato in bocca e poi esplose svuotandosi le palle dentro la mia gola, seme caldo brasiliano che mi riempì tutto. Quando ebbe finoto di venire, TORA si pulì e risistemò un poco, quindi se ne andò lasciandomi lì da solo, al buio a riprendermi un attimo mentre ingoiavo la sua sborrata.
Tornai da Ramona e le sue amiche.
“Ok, troietta, le mie sorellone qua le hai conosciute, torneremo spesso a trovarle, sono tipe in gamba!” io annuii col capo chino.
Poi Ramona mi dette le chiavi dell'auto affinché andassi a cercare del rum fresco per lei e le amiche e così mi ritrovai a cercare un posto aperto in quella città per me sconosciuta. Alla fine di vari giri trovai un bar che mi vendette un paio di bottiglie e del ghiaccio. Tornai al posto delle puttane, incrociando anche un'auto della polizia.
“Ce ne hai messo del tempo!” fece la padrona rifilandomi due scapccioni fortissimi e poi riempiendo i bicchieri delle amiche. “Scusi, padrona, ma non trovavo...”
“Senti come si scusa il fidanzatino di Ramona...ti ama proprio...” fece Riunes ridendo.
“Zitta troia, torna in macchina e aspettami!”
Feci quanto ordinato rimanendo al freddo dell'auto in silenzio da solo mentre Ramona e le amiche si scolavano le due bottiglie di rum che offrirono anche a delle puttane dall'altro lato della strada e a un paio di clienti che si erano fermati per contrattare. Uno se ne andò con TORA e lo invidiai.
Ramona tornò dopo più di un'ora, visibilmente alticcia per le bevute.
Mi tirò uno schiaffo in faccia appena seduta: “Che cazzo guardi puttana? Lo sai che mi piace farti aspettare...aha ah..adesso torniamo a casa...”
“...sì, signora...mi scusi..signora...vuole che guidi io signora?”
Lei mi tirò un altro schiaffo: “Pensi che non possa guidare? ah...ah…!”
partì a scatto e filò nella notte.
Dopo qualche chilometro si fermò a pisciare da una parte, quando tornò si mise al volante e si tolse la gonna. “Non hai finito prima...puttanella...il mio amico qui esige la tua boccuccia che lo culli fino a casa...attenta però troia, se mi fai venire prima di essere a casa ti riempio di botte fino a domani, intesi?” e per sottolineare la cosa mi dette uno schiaffo. “...credo di aver capito signora...”
Mi prese per il collo e mi spinse sul suo sesso e poi ripartì di scatto. Mi misi a lavorare il suo cazzo a riposo pensando di stare attento a non farla venire e calcolando mentalmente quanto ancora mancava a casa. Presi a baciare e succhiare la punta e toccando le palle lì affondato nel sedile mentre lei sopra guidava l'auto, riuscii a farlo rizzare e poi cercai di regolarmi. Succhiavo la punta e poi spompinavo, ma facevo piano e ogni tanto mi fermavo. Lei guidava come se non ci fossi. Leccai e baciai e intanto pensavo a quanto strada ancora mancava. Mi fermavo sempre più spesso per non accellerare le cose. “Ehi cosa fai puttana?! Succhia, non fermarti!!” e mi dette un paio di colpi sul culo fortissimi. Tornai a spompinare sperando di non farla venire subito. Per fortuna arrivammo alla casa senza che lei sborrasse.
“Ok, sei stata brava….hai capito che i miei ordini vanno sempre rispettati, giusto?”
Annuii mentre avevo il suo cazzo in bocca.
“Va bene, adesso puoi farmi venire qui...avanti...”
Eravamo nel parcheggio davanti casa attorno era pieno di case e auto ma non sembrava ci fosse gente in giro, mi rimisi a succhiare quel cazzone e toccarle le palle. Ramona gradiva e si allungò all'indietro col sedile per lasciarmi più spazio di manovra. Spompinai e succhiai, leccai e le toccai le palle e lei alla fine venne dentro la mia bocca, riempiendomi tutta la gola. Quindi mi afferrò i capelli e mi spinse via da sé, si rimise la gonna e uscì dall'auto per rientrare in casa come se io non fossi lì.
Rimasi seduto in auto con la bocca piena del suo seme assaporandolo mentre lo buttavo giù lentamente. Poi con le gambe tremanti rientrai in casa dalla mia padrona.
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