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MILF AUSTRIACA. UNA VICENDA DI DOMINAZIONE E DONNA MATURA MA CALDA E SENSUALE.
di Strapps
02.08.2019 |
13.571 |
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"”
Mi prese per un orecchio e mi fece alzare..."
Da tempo ero iscritto ad un sito per incontri con Milf e donne mature in genere. Ne avevo tratto alcune scopate interessanti e appaganti, ma anche alcune fregature. Mi ero infatti scopato una 49enne vogliosa e assatanata che amava prenderlo nel culo e una 55enne matrona e calda che mi faceva pompini da urlo. Ma non erano mancate le bidonate. Una volta a R .al posto di una (da foto ) sexy e formosetta cinquantenne si era presentato un uomo calvo e petulante. Una volta a S. al posto di una sessantenne vogliosa si era presenta una prostituta secca e noiosa, che aveva voluto che le pagassi comunque 50 euro per il disturbo!Così quando lessi di una 70enne di origini austriache che cercava un “toy boy italiano, consapevole del suo ruolo remissivo” pensai che potesse esserci dietro una fregatura. Tuttavia mandai la mia candidatura: Maschio italiano, 35 anni, volto giovanile, alto 1.79, peso 75kg, occhi scuri, ecc. e attesi la risposta.
La donna si presentava invece come Bionda, 70 anni, origini nobili di casata austriaca, di indole dominante, abituata a comandare e circondarsi di uomini giovani. Le foto che accompagnavano l'inserzione mostravano una signora magra, alta 1,75 circa, pelle molto chiara, bionda con capelli alle spalle con ricrescita nera che tornava anche nelle punte dei capelli, volto che mostrava che i 60 erano in effetti passati, ma molto curata, rifatta(al naso, agli zigomi), occhi chiari, rughe attorno agli occhi glaciali, rughe molto sexy da donna matura, la bocca era larga, rossa, sensuale, anche attorno ad essa fiorivano rughe di bella signora che ama baciare; il corpo era giovanile, le tette gonfie erano frutto di intervento chirurgico, ma le gambe erano di velluto, senza smagliature, le caviglie sexy ed eccitanti, i piedi molto belli, curatissimi, portava sempre scarpe col tacco; le braccia erano magre e ingrandendo le mani si vedevano i segni dell'età. CLARAX si faceva chiamare era in effetti una donna sulla settantina ancora tremendamente arrapante. La figura era regale e femminile, mi eccitava da morire.
Dopo 15 giorni non ricevetti risposta.
Provai a scriverle di nuovo per perorare la mia candidatura.
Clarax non rispose ancora per 10 giorni.
Pensai di scriverle ancora e infatti preparai una mail di supplica, ma una mattina trovai una mail nella mia posta.
Clarax mi scriveva per dirmi che voleva incontrarmi. Sabato pomeriggio a T. in un caffè nei pressi della stazione. Stop. Ore 15,30, sala Verde. Stop. Non era un invito ma un ordine. Era eccitante. Cancellai gli impegni del sabato e presi il treno per T. mi presentai al caffè bello pulito, pettinato, elegante in giacca 15 minuti prima dell'ora fissata. Clarax si fece attendere invece. Alle 15, 45 non si era vista. Né alle 16,10. iniziai a preoccuparmi. Nulla anche alle 16,32. pensai che fosse un bidone. Una fregatura. Alle 16,59 pensai di andarmene. Ma Clarax!??. diamine, perché?
Alle 17,10 ero convinto che avessi buttato il mio tempo.
Una mano mi battè sulla spalla, mi voltai e Clarax era lì nei suoi splendidi 70anni che mi sorrideva con una bocca di lucido rossetto.
“Bravo, non sei andato via. Un punto a tuo favore. Una vera Signora si fa attendere dal suo cavaliere. Giusto?”
la guardai. Alta, slanciata in tacchi di vernice, indossava un vestito nero attillato e un cappottino di pelliccia leopardato. Era molto bella.
“...vero...” balbettai.
“Bene, sediamoci, ordinami un caffè ristretto!” disse
ero emozionato. Lei mi fissava glaciale e scrupolosa. Mi stava giudicando. Sorrisi.
“Cosa ridi?”
“oh..ecco..io…
“...tu cosa?”
“...io….insomma...lei è molto bella...molto...”
“Grazie. Il mio caffè?”
“Certo. Scusi…
mi alzai goffamente e chiamai il barista. Nervoso ordinai.
Lei continuò a osservarmi.
“In effetti hai un volto giovanile. Mi piacciono i volti giovani. Altro punto per te.”
“A quanto devo arrivare nel punteggio?”
“Questo lo decido io!”
“Ah, sì. Certo…..scusi….”
“Come dicevo nell'annuncio cerco un toy boy remissivo. Hai esperienze in questo genere?”
“...ehm...cioè…
“No, dunque?”
“...”
“Bene, preferisco chi è già consapevole del suo ruolo, non amo perdere tempo, ma addestrare un novizio è sempre piacevole..”
Bevve il caffè e mi fece altre domande su lavoro, disponibilità e altre cose. Alla fine disse:
“Un'ultima prova. Alzati e vai nel bagno, entra nel primo sportello e aspettami con i pantaloni calati!”
“...ma?
“Fallo e basta, devo verificare un dettaglio!” e con un dito laccato di rosso mi indicò la strada. Mi alzai e andai nel cesso. Entrai nel primo bagno mentre un uomo grasso se ne stava uscendo. Non chiusi la porta e sudavo. Ero imbarazzato e speravo che nessuno, a parte Clarax, entrasse in quel momento. Mi slacciai la cintura e feci calare le braghe.
Poi attesi.
Al solito lei si fece desiderare come prima. Trascorsero lunghi minuti, sentii più volte la porta principale aprirsi e qualcuno entrare, fare i suoi bisogni, lavarsi le mani e uscire. Il cuore mi batteva all'impazzata. Ero nervoso, ma con quei pantaloni calati sentivo anche un brivido di piacere sul collo, la schiena. Sudavo e provavo imbarazzo misto ad eccitazione. Altri passi. Erano tacchi di donna. Respirai piano e pensai alla figura di Clarax, quella sua femminilità matura, le belle tette rifatte, le gambe sensuali, il profumo intenso e avvolgente, non vedevo l'ora di scoparmela. Ma intanto ero in un bagno pubblico coi pantaloni calati in attesa di Lei.
La porta si aprì e Clarax mi sorrise, i denti bianchi, dritti(forse una bella protesi)mi sorrisero, le labbra brillavano di rosso passione.
“Oh, bravo. Così mi piaci. “ mi ficcò una mano nelle mutande. Una mano da vecchia, la pelle rugosa, consumata, ma la sua faccia era a due passi dalla mia e mi piaceva, quella sua aria da cougar e signora. Respirai il suo profumo mentre la sua mano toccava il mio pacco.
“Oh. Niente male, beh almeno sembra un buon cazzetto il tuo. Ne ho visti di migliori, ma hai potenzialità”
Sorrisi.
“Aspetta dieci minuti così poi torna di la a sederti” mi ordinò.
Lei se ne andò coi tacchi che ballavano nel bagno del caffè. Io attesi nervosamente e voglioso che scadesse il tempo e poi la raggiunsi.
Ero eccitato da morire.
“Hai superato l'esame. Bene. Voglio incontrarti ancora. Sabato prossimo a W. Al confine con l'Austria, ho una villa lì, vieni la mattina presto, questo è l'indirizzo e questo il mio cellulare. Non fare scherzi. Non tentare di fregarmi.!!”
“….no...no...io….stia tranquilla...io...ecco...” balbettai. Lei si alzò, mi prese la faccia e la contrasse. Mi ficcò gli occhi addosso. “No, non mi deluderai...lo vedo...” disse e mi baciò in bocca, un bacio dolce e sensuale, ma deciso. Quindi se ne andò.
*
Il sabato successivo mi feci 4 ore di auto per raggiungerla a W.
Ero partito di notte, per non fare tardi.
Avevo trascorso la settimana eccitato pensando a lei, guardandola nelle foto. Il cazzo in tiro.
Ebbi difficoltà a trovare la villa. Era nascosta fra gli alberi e la strada d'accesso era sterrata. Alla fine giunsi alla porta. Suonai e mi aprì una donna bassina vestita da cameriera. Mi squadrò, era brutta e aveva un faccia triste.
“Si accomodi. La Signora l'attende di sotto. Scenda quelle scale.”
Rimasi fermo, interdetto.
“Ehi, pelandrone! Ho detto che devi scendere. Mi capisci o sei scemo?” il suo nuovo tono mi sorprese ancora, ma feci come indicava. Sotto c'era un ampio spazio di pareti bianche e parquet lucidissimo di alta qualità. Nessun quadro alle pareti, solo luci e nessuna finestra. Rimasi in piedi vicino ad una poltrona. Clarax non si faceva vedere. Rimasi fermo in attesa. Notai che agli angoli erano fissate delle telecamere. Ne guardai una, come a dire a Clarax, che pensavo mi osservasse, che ero lì. Cosa facciamo?
Come se mi avesse sentito pensare, da un microfono che non riuscii ad individuare sentii la sua voce:
“Bravo. Lo sai che una vera donna si aspetta. Si desidera.”
“Sì” risposi anche se non sapevo se lei poteva udirmi.
“Non sento la tua voce, coglione, ma annuisci.”
Annuii.
“Bene. Adesso spogliati. Nudo. E mettiti in ginocchio, ficca la testa fra le gambe e non muoverti, non alzare lo sguardo, non muovere un muscolo fino a quando non sarò io ad ordinartelo!”
Annuii.
Mi spogliai velocemente. Mi tolsi anche le mutande e mi mi in ginocchio. Il parquet era caldo, riscaldato. Infilai la testa fra le gambe, incurvando la schiena e chiusi gli occhi.
“Bravo. Aspetta fermo così” sentii Clarax.
Poi passarono i minuti.
Lunghi.
Eccitanti.
Dolorosi.
Troppi.
Messo a quel modo, presi a sudare e le gambe iniziarono a farmi male. Così come la schiena.
Di lei nulla.
Attesi.
Silenzio. Nulla si muoveva attorno a me. La villa era lontano dal paese, fra i boschi. Eravamo separati da tutto. Io ero nudo, in ginocchio in attesa di una cougar venere sexy e arrapante.
Ero eccitato.
Minuti.
Ancora minuti.
Ero teso e impaurito. Eccitato da morire.
Passò ancora del tempo.
Poi sentii dei passi di tacchi.
Lei!
Passi lenti, sensuali di donna matura ed esperta. Ero preso dalla frenesia, volevo alzare lo sguardo, ma non lo feci.
Lei mi raggiunse. Lenta. Lasciva.
Si fermò accanto a me. Potevo sentirne l'odore buonissimo, di donna di classe. Potevo sentirne il calore vicino al mio corpo nudo.
“Alza lo sguardo, baby”
lo feci. Lei era lì, superba e sexy. Indossava degli stivali di pelle nera fino al ginocchio, tacchi vertiginosi. Un costume di lattex bianco e nero le fasciava il corpo incrociandosi. Le tette gonfie sbucavano da un reggiseno aperto. Aveva i capelli raccolti sopra, occhi di ghiaccio e una bocca rossa e lucida.
“Che ne pensi?”
“Siete Magnifica, Signora. Bellissima. Non vedo l'ora di toccare il suo corpo di seta e perle….”
“A suo tempo, baby. A suo tempo. Mi piace come parli. Ti piaccio sul serio...”
“Sì Signora. Siete bellissima. Amo le donne come voi.”
Mi mollò uno schiaffo in pieno volto.
“Io sono Solo IO. Nessuna è come me!”
“….Sì….scusi….intendevo così….non ho mai visto una donna più bella di Voi….siete...siete….ecco...io…...siete……..merav
“...calmati baby...ricomincia...”
“Sì. Scusi. sì. Siete la cosa più bella che abbia mai visto.”
Lei sorrise e mi fece un gesto di continuare.
“...e….e…...il suo corpo è favoloso, i suoi occhi sono un mare nel quale perdersi. Il suo volto è quello della Donna. Della vera donna. Sexy, bello, perfetto...e...e...”
“Ok. Ho capito. Bravo. Vieni qua.”
Mi prese per un orecchio e mi fece alzare. Mi spinse fino alla poltrona, sulla quale si sedette. Aprì le gambe.
“Vuoi leccare la mia figa?” chiese toccandosi le mutandine di pelle con una toppa leopardata al centro.
“Sì, Signora, lo desidero da morire...”
“Bene. Ma prima inizia dai miei stivali. Lecca. Lecca. Pulisci. Lecca. Lecca con attenzione..” e mi indicò la punta dei suoi stivali lucidi.
Mi gettai su di essi con devozione ed eccitazione, li baciai e leccai lentamente risalendo piano lungo la coscia per poi riniziare da capo con l'altro stivale. Lei diceva che andavo bene, mi spingeva a leccare a farla sentire Padrona.
“Lecca, honey...lecca bene gli stivali della tua Padrona, fammi sentire la tua sottomissione..” diceva mentre io adoravo i suoi stivali.
Poi mi fece segno di salire con la lingua e mi ritrovai a leccare la fine delle sue gambe, dove iniziava il ventre e si apriva la figa depilata di Clarax. Baciai e leccai e poi avvicinai la mia lingua alla figa della padrona. Lei mi prese la testa e la spinse sul suo sesso gonfio, profumato e magnifico di milf settantenne. Non avevo mai leccato una passera così vecchia e per quanto avvizzita la figa di Clarax era bella, depilata, molto profumata, invitante, sopra il clitoride aveva un piercing e lo ciucciai a lungo. Iniziai poi a leccarle la figa con passione ed arrapato come non mai.
Il cazzo mi implodeva la sotto mentre affondavo la faccia e la bocca nel sesso padronale di Clarax. Lei si godeva quel lavoro di lingua sprofondata nel suo piacere, altera e bellissima, quando riuscivo ad alzare lo sguardo per riprendere fiato la vedevo, occhi chiusi presi dalla lussuria, le tette gonfie che si alzavano abbassavano e il suo volto da donna matura.
Leccai, succhiai, baciai e ancora leccai con forza, eccitato e sentendo lei caricarsi nell'orgasmo prossimo a venire.
E venne. Esplose nella mia bocca mentre con le mani mi teneva la faccia sul suo sesso.
(vi interessa sapere come prosegue?)
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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