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LA PUTTANA DELLE MONTAGNE (seconda stagione) - LA DURA VITA DELLA PROSTITUTA SULLE MONTAGNE
di Strapps
04.06.2023 |
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"Mi arrivò un ceffone in faccia di quelli che facevano malissimo..."
Il giorno dopo fui svegliato da un calcio nelle costole che mi fece cadere dal letto.“La colazione troia!”
Mi aveva fatto male e il brusco risveglio mi fecero sbuffare e borbottare qualche parolaccia che mi venne di getto senza pensare, quando mi ripresi andai a preparare la colazione che ieri la boss mi aveva mostrato. Mi impegnai a eseguire quanto richiesto e mi sembrò di non aver dimenticato niente. Servii Sugar a letto, lei fissò il vassoio poi me. Mi arrivò un ceffone in faccia di quelli che facevano malissimo. Tenendomi la faccia fra le lacrime chiesi:
“...dove ho sbagliato?”
“Niente. Bravo, la colazione è come la voglio io, ma ti ho sentito dire qualche parolina che non mi è piaciuta prima...la mia puttanella non usa certi termini quando è con me...intesi? - e mi tirò un altro schiaffo ma più leggero - ...o vuoi che ti pulisca la bocca col sapone? Pensi che non ne sarei capace?”
“...scusa..Sugar...scusa non capiterà più..”
“Voglio sperare, adesso fatti una doccia rapida, mentre sono in bagno rifai il letto e pulisci un po', dobbiamo andare in un posto stamani”
Con la sua auto andammo in un grande magazzino alimentare, Sugar prese il carrello e mi condusse dentro, lei grossa, la immensa tunica dorata, il bastone, gli occhiali da sole a specchio, gli orecchini, la pelata, io gracile, bianco, che non era mai entrato in un posto grande in quel modo. Sugar mi indicava i prodotti da mettere nel carrello ed io eseguivo: pane in cassetta, caffè, burro salato, cetrioli, tonno in scatola, fagioli, pasta stile spaghetti, pomarola, dolci confezionati, zucchero, carne salata cibo a lungo conservazione, bottiglie di rum(molte), CocaCola, succhi di frutta e solo un paio di bottiglie di acqua. “E il gelato Sugar? Non lo prendiamo il gelato? Per favore...” e mi avvinghiai a lei e mi strofinai al,a sua tunica come una fighetta eccitata. Suga sorrise, mi dette un pizzicotto sul culo e fece: “Solo un paio di barattoli, brutta golosa…e lo mangerai solo se lavorerai bene...altrimenti neppure mangerai...niente marchette..niente cibo...ricordatelo..” “Farò il bravo...” “Meglio per te, ciucciacazzi goloso!” Riempimmo l'auto, Sugar pagò e uscimmo. Portammo tutto in un magazzino, dovetti scaricare e impilare poi tutto, quindi Sugar mi mandò a comprare della roba per pulire e andammo in un altro magazzino di veicoli. Lì c'era una roulotte dalla forma piuttosto tonda, abbastanza ampia con un piccolo cucinotto, un grosso letto, un minuscolo bagno e qualche mobilio. Sugar attaccò la roulotte alla sua automobile e la portò via, tornammo al magazzino, Sugar si sedette da una parte e rimase tutto il tempo a fumare il sigaro mentre io sgobbai per tre ore per pulire tutto da cima a fondo, riempire i mobili delle provviste e rimettere in ordine. Quando ebbi finito ero stanchissimo mentre Sugar si passava una pezza sulla pelata lucida solo per il caldo infernale del posto. Quando fu tutto pronto Sugar mi fece caricare una tenda nell'auto, quindi mi fece salire dentro la roulotte, chiuse bene le finestrelle laterali, quindi mi chiuse dentro: “Cerca di dormire un poco...il viaggio è lungo.” dopo sentii mettere in moto tutto e partimmo. Dopo che lasciammo la città mi addormentai veramente e mi risvegliai che fuori era buio pesto e viaggiavamo su una lunga strada piatta e vuota. Ci fermammo in un posto per rifornimento, Sugar mi fece uscire e mi condusse nei bagni. Erano posti sporchi e puzzavano di merda e piscio. “Rimani qui e cerca di adescare qualche cliente puttanella...siamo in viaggio per fare soldi, non per divertimento”
Rimasi nel cesso tutto tremante, un paio di transex entrarono e uscirono dai bagni, ma io non ebbi il coraggio di fare la prima mossa o di parlare: mi guardarono, forse capirono cosa facessi, ma rimasi fermo ed in silenzio. Tornò Sugar e mi presi subito un paio di schiaffi: “Non hai combinato niente stupida?”
“No...Sugar...scusa...io...cioè
“Zitta, ti faccio vedere come si fa...” rimanemmo in silenzio e fermi fino a quando due transex con logore tute da lavoro non entrarono, una era alta e bionda, l'altra piccola e mora. “Ehi ragazze, vi va un pompino? La mia troietta qui per 25 crediti vi fa godere...vero puttanella? Mostra la tua linguetta e la boccuccia da succhiacazzi alle ragazze qui...” mi feci avanti e feci quanto richiesto dal mio pappone. Le due mi guardarono male e una disse: “Non mi faccio fare un pompino nel cesso di un posto simile e poi non mi piacciono i pappa...”
Sugar strinse il bastone con forza, per un attimo pensai che volesse colpirla, invece sorrise: “Nessun problema c'è una roulotte accogliente qua fuori...”
“Ah, il Pappa qui è ben organizzato e dove state andando sulle montagne? Alle caserme delle reclute? Fanculo i militari o quelli che lo vogliono diventare...”
Sugar era sempre più teso.
“Ehi tu, poverino...dammi retta...scappa subito, non seguire questo pappone lassù è un posto pericoloso...”
Sugar stava bollendo, stringendo il bastone con forza e pensai che si stesse per mettere male, così mi feci avanti: “Lei non è il mio Pappa...io sono la sua fidanzata e lo seguo perché lo amo..” dissi con un filo di voce.
“Sì, certo, guarda questo scemo...lassù è l'inferno...vattene...e lui è un Pappone...si vede anche da come è vestito...pensi di essere la sua unica amante? Ne avrà chissà quanti come te...che si fanno il culo per pagare il rum a questo Pappa...” vidi Sugar alzare il bastone e mi misi davanti a lei, gli strinsi il braccio e urlai: ANDATE VIA BRUTTE OCHE!!! “Ce ne andiamo sì, idiota...ciao stronzi!”
“...e lui non è il mio Pappa, ma il mio fidanzato, c'è qualche problema?” e mi detti un piccolo bacetto sulle gote cascanti di Sugar che stava ancora arrabbiatissimo e pronto a colpire. Lei due transex andarono e noi rimanemmo fermi con Sugar che smoccolava adirato.
“Ehi Sugar meglio così...una rissa con sconosciuti? Qui...siamo ancora lontani dalla nostra meta...magari finiva che chiamavano la polizia e tutto il resto...”
Sugar mi guardo, fece per colpirmi in faccia ed io istintivamente mi ritrassi , ma lei mi prese per il collo e mi sorrise: “Mi sei piaciuta puttanella...hai ragione...meglio evitare i casini..stavo per spaccargli la faccia a quelle stronze...ma sarebbe finita male...brava...ma non farti strane idee, non sei ancora la mia puttanella del cuore, devi meritarti sul campo questa cosa...”
“Lo farò Sugar, lo farò!” e lo abbracciai bacandolo sulle mani ingioiellate. Tornammo alla roulotte e feci per salire: “No, vieni in auto con me, fammi compagnia e poi guidare di notte mi mette sonno, mi terrai sveglio col caffè del thermos e con le tue manine bianche da toietta...”
Si sistemò alla guida, spaparanzato sugli interni di pelle sporchi ma comodi, mi abbracciò con una delle sue grosse braccia tenendo la testa sul suo petto grosso e profumato. Riprese la guida con io che gli toccavo il cazzo con una mano sotto la tunica e pronto a servirle del caffè quando me lo chiedeva. Viaggiammo ancora un paio di ore, iniziando a salire su per le montagne. Il paesaggio cambiò subito: grossi alberi frondosi, cielo nero pieno di stelle, strada piena di curve e tornanti fuori solo il suono di animali notturni. Ci fermammo in un grosso spiazzo vicino ad un bar. Ci chiudemmo nella roulotte e dormimmo.
Il solito calcio mi svegliò e mi alzai di scatto per correre a fare la colazione senza parlare. Servii Sugar a letto e poi attesi ordini. Mi mandò a riempire una bottiglia di acqua da una fontanella vicina, l'acqua era freschissima e buona, guardai verso il bosco. Se fossi scappato li dentro Sugar non mi avrebbe trovato, ma dopo? Senza cibo, soldi, documenti, anche avessi ritrovato la strada per il fondovalle scendendo a casaccio, cosa avrei fatto dopo?
Tornai da Sugar. Ripartimmo. Dopo una prima curva trovammo uno spiazzo occupato da un camper e un uomo barbuto e piuttosto alto fermo a una trentina di passi dal camper, portava short colorati e una camicia da boscaiolo, il petto era coperto di peli e ai piedi portava zoccoli alti.
“Eccoci troietta...quello è un tuo collega...e nel camper c'è il suo protettore...questo è quello che ti aspetta per i prossimi mesi...pronta'”
Annuii ma la cosa mi metteva paura.
Ad un secondo spiazzo la stessa scena, questa volta la puttana era una donna dai lunghi capelli biondi, praticamente nuda sotto il sole, al terzo invece un uomo con i capelli cortissimi che indossava un costume da Generale con la giacca piena di finte medaglie.
Al quarto trovammo lo spazio libero e ci fermammo. Sugar staccò la roulotte, la fermò legandola ad un albero vicino e con dei puntelli per terra, quindi mi ordinò di montare la tenda proprio accanto alla roulotte, ci misi dentro un letto gonfiabile, due asciugamani, tubetti del gel e una stufetta. “Adesso questa non serve, ma sarà utile presto. Questo invece non lo devi né perdere né rompere...” e mi dette una sorta di orologio che aveva una sorta di pulsante al centro. “Con questo ti rendi conto quanto tempo è passato col cliente, ma soprattutto se questi scemi sono pericolosi, non pagano, ti fanno del male, tu premilo ed io arriverò subito!”
“Pericoloso quanto?”
“Zitta – ma mi abbracciò vedendomi impaurita - ...la clientela di norma è composta da giovani reclute, pieni di ormoni che vedono solo transex da mesi...una donna o un coletto bianco come te li eccita subito...ma sono anche pronti a fregarti e alzare le mani...”
“Ho paura Sugar...” dissi gettandomi sul suo petto materno ed accogliente
“Ehi puttanella, ti ho appena detto che io sono qui a due passi e se non ti piace come si comportano tu premi ed io e la mia amica – e si toccò il calcio della pistola – arriviamo subito...intesi troietta?”
“Sì...cioè...sì…
“Bene adesso vai, mettiti sul ciglio della strada e aspetta. Mi raccomando se si ferma qualcuno tu cerca di convincerlo a farsi fare un servizietto, ma ricorda sempre prima di prendere i soldi prima di ogni servizio, questi a scappare ci mettono un attimo, ogni volta che hai riscosso infilerai i soldi dentro questa fessura e li prenderò io, non tenere mai i soldi con te, quelli hanno sempre coltelli e roba simile te li fotterebbero subito. Intesi? Vai allora!”
feci per muovermi, guardai la strada sotto il sole accecante del mattino, tutte quelle raccomandazioni mi fecero paura. Sugar allora mi strinse a sé e mi baciò in bocca per darmi coraggio.
Andai sul ciglio della strada e mi misi in attesa.
Il bosco era lì, sulla strada non passava nessuno e il sole picchiava duro.
Dopo un'ora arrivò un camioncino pieno di soldati, mi feci avanti e mostrai la mercanzia, ma quello tirò dritto suonando all'impazzata mentre dai finestrini le reclute mi facevano gestacci e lanciavano lattine. Passarono veloci scomparendo dietro una curva. Da dietro sentii la voce di Sugar: “EHI Scema, quelli sono camion militari che trasportano reclute da un posto all'altro, sono in servizio, non si fermano mica….i tuoi clienti sono soli o al massimo in due, tre, sono in libera uscita o gente del posto al massimo!” tornai a fissare la strada vuota. Dopo arrancò un camioncino con sopra una donna. Si fermò da me, mi feci avanti, con le donne era sempre più complicato, rimasi in silenzio un attimo aspettando che lei parlasse. “...cosa posso fare signora? La lecco per 25 crediti e per 35 può scoparmi con lo strap-on se le va...” dissi alla fine. Lei mi fissò incredula, era vecchia e brutta, con occhi spiritati. Prese una bottiglietta dal cruscotto, recitò qualche parola che non compresi e poi me la gettò addosso. “SCHIFOSO!!! SCHIFOSO!!! vai via tu e quel PAPPONE del tuo amico!” mi urlò mentre io era scivolato via temendo che mi avesse gettato acido o cosa, premetti forte il bottone del mio orologio e indietreggiai. Sugar uscì subito, ma appena la vecchiaccia lo vide sgommò via. Ero bagnato e impaurito, Sugar venne da me e le raccontai cosa era successo. “Capita baby, la strada è pericolosa...è solo una vecchia pazza, se ritorna prendi un sasso e spaccale il vetro posteriore, vedrai che non tornerà più!” e rientrò nella roulotte.
Intimorito mi rimisi in attesa sotto il sole. Si fermò un camioncino con due transex in uniforme da recluta, pensai che fosse la volta buona, ma quelli prima chiesero il prezzo, poi vollero che mi girassi per mostrare il culo e poi uno mi toccò il petto dal finestrino. Provai a convincerli a seguirmi nella tenda per 25 crediti per un servizio per entrambi, volevo guadagnare qualcosa da portare a Sugar, ma quelli ridevano, toccavano e non si muovevano dal furgoncino. Alle mie spalle Sugar uscì dalla sua postazione, aveva in mano il bastone
“Allora figlioli, consumate o smammate!!” gridò con la sua voce che metteva timore, ma calda.
“Fanculo Pappa e fanculo a te, troia bianca!” disse uno e sgommarono via.
Tornai sotto il sole, un camion si fermò, chiese il prezzo, ma poi andò via subito.
Dopo tre ore sotto il sole andai alla roulotte e chiesi a Sugar del cibo e dell'acqua, ero sudato fradicio.
“Ehi stronzetta, cosa pensi di essere all'albergo di MrSugarCHubby? Mangerai dopo che avrò visto dei crediti infilati in questa fessura!”
Rimasi paralizzato dal terrore, se continuava come prima non avrei mangiato.
Lui mi dette la bottiglia di acqua che avevo riempito e mi ricacciò sul ciglio della strada. Mi sedetti su un sasso in attesa di clienti. Non arrivò nessuno. Il sole oramai era al suo punto più alto e si moriva di caldo. Sugar con un fischio mi richiamò dentro.
“Troppo caldo, non passerà più nessuno per almeno un paio di ore, rimani dentro adesso.”
Mi gettai sul letto stanchissimo. Sugar allora mi prese per il collo e mi riempì di schiaffi: “CAZZO FAI STUPIDA? Pensi di riposarti? Non ho visto soldi nella fessura...adesso ti metti a massaggiarmi i piedi, ma prima mi prepari da mangiare.” Mi misi a cucinare e l'odore del cibo mi mise fame dato che non avevo neppure fatto colazione. Sugar però da vero stronzo si sbafò tutto il piatto che gli avevo preparato sorseggiando birra fresca mentre io massaggiavo i suoi piedoni, avevo una gran fame e lei mostrava bene chi fosse il padrone lì dentro: lei mangiava, io affamato massaggiavo i suoi piedi. Quando ebbe finito si accese un sigaro e se lo fumò piano guardando fuori il bosco. Ero stanco, stavo lavorandomi i suoi piedi e morivo di fame. Lei lo sapeva me mi tenne così a lungo affinché capissi bene la lezione: no marchette, no cibo, ma come fare ?fuori era il deserto.
Qualcuno bussò alla porta. Sugar mi fece aprire e mi vidi davanti una poliziotta transex
“Ehi Roxette cara come va?”
“Sugar brutta bastarda, la mia Pappa preferita!”
“Vuoi una birretta fresca? Tu puttana servi la mia amica Roxette.”
Versai la birra nel bicchiere e mi misi in attesa di ordini mentre le due si baciavano e si parlavano. Dopo qualche convenevole Sugar passò una busta con dei soldi alla poliziotta.
“Bene così Mogel cara...quanto vi fermate?”
“Um non so, credo poco...non c'è molto giro...voglio essere su a P.almeno prima che inizi a nevicare di brutto e poi G.per la festa delle Forze Armate.”
“Ci credo è lì che si fanno i soldi grossi...”
“Speriamo...vuoi un altra birra?
“No, ma grazie.”
“Vuoi un servizietto di bocca? Stamattina non ha rizzato chiodo questa stronza...e niente soldi..niente cibo….lo sai come funziona...”
“Certo che lo so...ah aha” venne vicino a me. Era alta ma neno di Sugar, aveva un lungo collo e capelli neri lunghi, pelle color mulatto, occhi enormi e neri, dalla tasca della camicia prese delle cioccolata e se la mangiò davanti a me forse per stuzzicarmi, guardai la cioccolata pieno di fame e desiderio, ma lei se la finì e poi mi rise in faccia. Mi accarezzò la testa: “Pensi che reggerà l'inverno di G. Sugar? Sembra gracilina...”
“Lo sono tutte le mie troie lo sai, Roxatte, ho un debole per i succhiaccazzi bianchi e magrolini...ma penso che ce la farà...allora ultima offerta cara...”
Roxette ci pensò su, mi fissò, quindi calò i pantaloni e da sotto le mutandine di pizzo nero fece uscire un bel cazzo duro, me lo ficcò in bocca e mi scopò continuando a parlare con Sugar come se non fossi lì. Mi sbattè il suo affare in gola, parlando di vita di poliziotta e della sua fidanzata che stava in città, quando venne lo fece con forza, calda sborra bianca dritta nella mia gola, ma intanto continuava a parlare con la mia padrona.
Quando si fu svuotata le palle se ne uscì salutando Sugar.
“Al prossimo anno, cara...salutami Marky e Lou...”
“Lo farò dolcezza, ciao cara!” si baciarono e la poliziotta andò via.
Sugar mi ordinò di tornare a massaggiarle i piedi, poi, verso le quattro e mezza mi mollò uno schiaffo e mi ordinò di tornare alla mia postazione. Stanco e affamato mi riportai sul ciglio della strada, in corpo avevo solo il grumo di sperma della poliziotta e mi tremavano le gambe.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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