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BRASILE TERRA DI TRANS? ITALIA TERRA DI TRANS!!!- CAP13 - RAPITO!!!!!!!!!!!!!


di Strapps
05.03.2023    |    407    |    0 6.0
"Lo disse in un modo che mi fece tremare, ma non sapevo dirle di no..."
Il mattino dopo mi svegliai e preparai la colazione per tutti e servii a letto Ramona, Luis e Lj e poi andai da Serenona. Dopo che ebbi servito tutti Ramona annunciò che sarebbe andata al mare con degli amici del bar e liquidò il fidanzatino e Lj che andarono a Milano ad una festa. Rimanemmo in casa soli io e Serenona che era in vena di coccole e relax. Il suo umore cambiava spesso di colpo, prima era tranquilla e sollevata, di colpo iniziava a piangere senza motivo, mi stringeva a sé con forza e mi diceva di parlarle cose dolci all’orecchio per consolarla. La trattai come fosse una piccola regina tutto premuroso mentre lei sonnecchiava o ascoltava la musica. Ramona tornò verso sera sovragiri con alcuni suoi amici, saccheggiarono la dispensa ridendo e facendo baccano, la padrona mi ordinò di prepararle dei panini a suon di schiaffoni: “Spicciati troia! Abbbiamo fame!” fra le risa divertite dei buzzurri che puzzavano di vino e sigarette. “Ahh aha lo fai ballare questo tuo fidanzato!?!” “Puoi dirlo Ste!ed è una brava cuoca…” “Ah Ahh...servirebbe anche a me uno così…” fece un grassone. “Tu non puoi avere una troia di fidanzato come questo qui..” “Perchè?” “Perchè sei grasso, brutto, senza soldi e sei sempre sudato, io sono una transex brasiliana con un grosso cazzo, bella come il sole, forte, muscolosa e me lo posso permettere!” il buzzurro abbozzò in un angolo.
“Le troie vanno messe in riga!” fece la padrona sculacciandomi. “Eh che cazzo fai vestito? In cucina si sta nudi quando mi prepari da mangiare...o lo avevi dimenticato?” e mi dette un paio di schiaffi fortissimi. Mi spogliai umiliato davanti alla padrona e ai buzzurri. Preparai i panini mentre loro ridevano e facevano battuttine su di me. Feci più in fretta possibile, loro presero i panini, del vino e patatine e se ne andarono via.
Tornai da Serenona per stare con lei alla tv, mi teneva stretto a sé, abbracciandomi, piangeva e io stavo in silenzio a guardare la tv con lei. Serenona prendeva varie pasticche e beveva molto vino. Verso mezzanotte le preparai degli spaghetti che lei gradì molto, mi fece dei complimenti, era allegra e mi baciò a lungo sulla bocca con la sua lingua che afferrava la mia e la possedeva. Tornammo alla tv, lei mi teneva a chioccia sotto di sé, abbracciandomi e coprendomi tutto. Per un po' volle che le dicessi paroline dolci e così feci. Poi lei si addormentò e dopo qualche ora pure io.
Mi risvegliai con il cazzone nero di Serenona che mi puntava il culo. Mi voltai per vederla in faccia e cazzo! Stavo dormendo di brutto, come niente fosse. Ma invece ERA! Il suo uccello era bello gonfio e grosso in un morninglory di quelli pazzeschi. Io ero sempre sotto di lei abbracciato e preso dal suo corpo grosso, possente, nero di transex brasiliana. Dormiva di brutto e chissà cosa stava sognando di erotico per essere così eccitata. Oppure erano solo fluidi e pipì accumulata dalla notte. Sta di fatto che il suo uccello era duro contro il mio scroto. Allora mi misi tre dita in bocca e poi presi piano a ficcarmele in culo per averlo umido e pronto. Feci piano per non svegliarla, ma lei comunque dormiva profondamente. Quando il mio ano fu bagnato abbastanza per accogliere quel bastone nero, presi in mano l'asta. Serenona dormiva. La spinsi contro il mio buco e piano piano senza svegliarla la infilai dentro. Il suo uccellone brasiliano bello gonfio e caldo dentro di me! Oh che goduria. Dalla casa non poveniva rumore, Ramona non era tornata e neppure Luis e Lj. Eravamo solo noi due, Serenona che dormiva e mi abbracciava io con il suo cazzone piantato nel culo. Presi a muovermi piano su e giù, lentamente senza svegliarla, lavornado di fianchi e bacino. Lei mi tneva stretto a sé ed io sentivo le sue mani sul mio petto mi muovevo per godere del suo cazzo. Andai piano su e giù scopandomi e alla fine lei si svegliò “Ehi puttanella vedo che hai fatto tutto da sola…
“...si Serenona cara….era così grosso, di mattino...non ho resistito….”
“Hai fatto bene puttana! Senti come è grosso?

“Senti come è duro, troia?”
“Sì…
“Sì cosa'”
“Sì è bello duro…..
me lo spinse dentro e prese lei ad usarlo e usò il mio culo scopandomi in quella mattina. Ramona chissà dove era. Ma non ci pensavo troppo, inculato dal cazzone gonfio mattutino di Serenona. Lei mi spinse sul letto, mi teneva la schiena contro il materasso con una mano, forte, decisa. Mentre mi scopava duro in culo. Mi sculacciava con forza, tutta eccitata
“...che delisiaaa...che delisiiaaaaaa….gustosooooo…..delisia…..la mia troia…..gustosa….delisiaaaaaa…..sei la mia puttana bianca…..gustosa….safado…...delissia…..puttanellla...prendi...ummmm… delisia….il tuo culetto bianco….gustoso…..ti scopo…..”
e prese a scoparmi sempre più forte, la sua possente mano sulla mia schiena. Io sotto inculato a forza, lei mi schiaffeggiava.
“Gustoso…...ti trombo puttana italiana…..delisia….ummmm….sììììì…..gustosa…..ti scopo….”
e mi scopò lungo e poi mi venne dentro, rimpiendomi prima di sborra calda brasiliana e poi anche un poco di piscio.

La padrona Ramona tornò nel pomeriggio mentre Serenona riposava alla tv imbottita di pillole rosse e blu, ed io preparavo il pranzo per la padrona che mi aveva allertato con il cellulare. Quando arrivò era ancora allegra per le serata di alcool e giro di locali coi buzzurri della sera prima. L'accolsi nudo con la tavola apparecchiata, un fiore in bocca con il collarino addosso e la corda di esso in mano.
“Oh bene, non c'è niente di meglio di tornare a casa e trovare un fidanzatino-schiavo in ginocchio, pronto all'uso e con la tavola apparecchiata….e come sei carino così...fammi fare un video: ecco adesso sei in diretta in Brasile!!”
dopo che ebbe fatto le riprese, si dette una veloce rinfrescata e venne a mangiare. Mentre le servivo il pranzo le raccontai di Serenona, delle pillole e dei suoi repentini salti di umore. Ramona ascoltò, mi chiese poi di Luis e poi lo chiamò per parlare con lui. Quando ebbe finito mi lasciò in ginocchio sul pavimento della cucina con la corda in mano in attesa e andò a parlare con Serenona. Sentii delle urla e la voce di Ramona che cercava di coprire quella della padrona, poi sentii dei rumori, ancora urla e poi Ramona tornò da me. Mi tirò per il collare e mi condusse in camera. “Massaggiami i piedi troia, voglio riposarmi, sono stanca….
Mi misi al lavoro con devozione massaggiando e baciando i piedi sporchi e puzzolenti della padrona mentre lei mi aggiornava su Serenona: “Quella pazza, cazzo le voglio bene...ma è pericolosa a volte, sempre stata vittima di un carattere di merda, poveretta...una famiglia complicata….ha preso un sacco di botte da piccola...ma quelle pillole non funzionano a dovere...comunque le ho detto che deve andarsene a casa sua, stasera, dopo vai con lei a Torino e poi tornerai a casa, intesi?”
“Sì...signora...ma posso fidarmi di lei? È proprio in crisi...prima piange poi ride...e ha sviluppato una morbosa attenzione su di me, mi stringe con forza nel letto per tutta la notte, non posso muovermi...e...poi vuole che le dica un sacco di paroline dolci per calmarla…
lei mi dette uno schiaffo: “Serenona è amica mia...ricordalo...ma tu SEI SOLO MIO! Non fare il furbetto scommetto che ti piace farlo...ti piace Serenona e ti piace il suo cazzone nero...vero? Puttana?” e mi dette altri schiaffi. Annuii per poi baciare i suoi piedi in segno di devozione, come a dire: ok mi piace il cazzone di Serenona, ma io sono suo, sono la cagnetta vogliosa della padrona Ramona. Lei capì il mio gesto e mi toccò la testa, sorridendo “Fai come ho detto e ora finisci qui e vai, ti attende molta strada in auto oggi.
La padrona si addormentò dopo qualche minuto e scesi da Serenona. Lei piangeva ed era arrabbiata con Romana. “Quella troia...puttana...cazzo...ioo..” borbottava. In silenzio la condussi in auto e partimmo. Per circa un ora lei rumoreggiava e si soffiava il naso, era senza trucco e la pelle gonfia e piena di bozzi del viso la facevano arrabbiare quando si specchiava mentre io guidavo in silenzio.
Poi mi ordinò di dirle parole dolci per calmarla ed io eseguii.
“..siete bellissima Signora...il vostro corpo è uno spettavolo...amoroso e sexy...una macchina di sesso e una dolce principessa brasiliana…
“Oh baby….tu mi fai felice...continua….”
Si calmò e arrivammo a Torino.
“Ok, ciao Serenona...alla prossima...” e feci per abbracciarla. Lei si scostò. “Sali un attimo devi rifarmi il letto!”
“Ma è già tardi devo guidare fino a Milano…
“Prenderemo un caffè assieme..non mi va di lasciarti andare.
Lo disse in un modo che mi fece tremare, ma non sapevo dirle di no. Salimmo nel suo appartamento e le rifeci il letto. Mi ordinò poi di pulire il bagno mentre lei preparava del caffè. Lo bevemmo assieme. Lei sembrava rilassata e tranquilla in quel momento. Anzi si era un poco truccata e mi sorrideva con le grosse labbra rosse.
Quando feci per andarmene, lei mi mise una mano sulle cosce e mi chiese di restare ancora un attimo.
“Serenona...devo andare...io….
“Posso tentarti con il mio amichetto qui…” e si toccò il pacco, il suo cazzone nero era un poco gonfio sotto i jeans bianchi.
“Oh...sarebbe bello...” dissi toccando il suo pacco. “...ma devo proprio andare...e..” lei si arrabbiò e mi tirò u n ceffone: “Aspetta ancora un attimo!” era adirata e mi faceva paura, ma non riuscivo ad alzarmi, mi girava la testa e mi venne da chiudere gli occhi. Lei adesso sorrideva maliziosa con le labbra colorate di rosso. Poi ci fu un blackout e non vidi più niente.
Mi risvegliai che ero nel bagagliaio di un'auto, legato mani e piedi. L'auto procedeva a bassa velocità ma gli sbalzi si sentivano ogni tanto. Ebbi paura e fui preso dal panico. Serenona urlai, ma avevo la bocca tappata da del nastro. Provai a scalciare e muovermi ma era impossibile. Cercai di calmarmi e di rendermi conto di dove mi trovavo, certo per strada, in auto, la mia? Probabile con alla guida Serenona. Dove mi portava? Perché? Perché mi aveva rapito?
Panico.
Poi mi calmai un poco, l'auto procedeva veramente piano, forse eravamo in città, forse in una strada di periferia. Dopo vari minuti sentii il motore fermarsi e spegnersi. Dei passi pesanti, il portellone che si apriva. Serenona che mi prendeva in braccio come se non pesassi affatto e poi mettermi giù. Mi mise un cappuccio in testa. Non la vedevo più, mi agitai, ma lei mi tenne ferma. “Adesso saliamo delle scale. Ti libero le gambe, ma non provare a fuggire o ti prendo a mazzate. Intesi?”
Annuii impaurito, lei mi slegò le gambe e mi afferrò un braccio conducendomi con sé, senza vedere nulla camminavo a stenti, ma lei con la sua forza mi trascinava, entrammo in una casa, una porta si chiuse dietro di noi e poi lei mi spinse su delle scale, facendomi salire con attenzione.
Il tragitto fu lungo e complicato, ma alla fine una porta si aprì e una voce di transex ci accolse: “Sei arrivata finalmente! È lui?..tu sei pazza amica mia...” la transex mi afferrò per l'altro braccio e praticamente mi sollevarono e dopo pochi passi entrammo in un'altra stanza e poi fu deposto su un materasso. Serenona mi tolse il cappuccio e la vidi, dietro di lei la transex una biondazza con la faccia molto maschile piena di rughe, un corpo sfatto e delle grosse tette finte.
“Starai qui. Lei è Anghelas, è casa sua questa...adesso ti tolgo anche questo..” e mi strappò il nasto adesivo dalla bocca. “Cazzzoooo hai fatto Serenona? Perché? È sequestro di persona questo...rischi grosso...Ramona mi starà già cercando capirà subito che…
lei mi tirò uno schiaffo e poi mi serrò la bocca con una mano.
“Zitto, non mi frega un cazzo. Non volevo lascirti...tu sei la cosa più carina che è capitata nella mia vita…
“Oh cazzo troia...sei la solita sentimentalona….
Tolse la mano: “...ti prego...Serenona...ti prego..ragiona….tu sai che io faccio tutto quello che vuole Ramona...se lei vuole che stia con te…
“Quella troia ha detto che TU SEI SOLO SUO….non mi va….tu sei il mio piccioncino….non posso stare senza il tuo corpicino la notte...mi rilassa...mi dice le tue paroline dolci ed io sto subito meglio...non posso fare a meno di te...ma Ramona mi ha detto che devo andarmene senza di te...non è giusto...”
“...ragiona...non è giusto questo...dai….la polizia...io ho una famiglia...una mogie...dei figli….mi cercheranno tutti….ragiona...mi lasci e la finiamo qui...non sporgerò denuncia...lo giuro….tio...io...lo sai...Serenona...ti prego..”
“Forse ha ragione...cara...pensaci...sua moglie lo cercherà….”
“Zitta tu, da quando ti frega di questo coglione? Neppure lo conosci...NO...ho deciso che lui resta qui...poi vedremo...nessuno sa che sei tornata in Italia e non lo diremo a nessuno….e poi lui è pieno di soldi...ti pagherò tranquilla...ti ho mai fregato io?”
“No Serenona...ma pensaci bene...ecco...”
“Sì, Sertenona pensaci...ti prego...rifletti….”
Ma lei mi colpì ancora, poi mi rimise il nastro sulla bocca e mi legò le braccia ad un collare lungo che finiva in un anello nel muro, si alzò e uscì dalla stanza. Io imprigionato, nel panico, mi misi a piangere. Anghelas venne da me e mi scrutò. La fissai anche io fra le lacrime. “Non so cosa ci trova la mia amica in una fighetta come te...ma noi siamo sorelle di sangue e se vuole che ti tenga qui con me lo farò, puoi starne certo e quindi stai attento e non provare a fare giochetti.” aveva la faccia coperta di rughe e occhi marroni duri. Mi dette uno schiaffo con delle mani rugose e vecchie e poi se ne andò.
Rimasi da solo, legato con una catena su un materassino e piangevo.
Passarono delle ore, dalle altre stanze del piccolo appartamento venivano urla e grida e telefonate, sentivo Serenona piangere e ripetere parole in portoghese e Anghelas che le rispondeva.
Cercai di calmarmi ma ero disperato, cazzo di storia.
Mi distesi sul materassino che odorava di muffa e sudore.
Dopo un'altra ora piena di angoscia, Anghelas venne nella stanza a servirmi da bere e della frutta. Mi tolse la benda alla bocca: “Ehi amica, ragiona, falla ragionare: deve farmi tornare dalla mia famiglia, da mia moglie e..
lei mi mollò uno schiaffo. “Senti puttana conosco il rapporto fra te e Serenona e fra te e Ramona, so tutto, quindi non tirare fuori la storia della tua famiglia...sei lo schiavo di Ramona e a me sta sul cazzo non poco quella troia di merda…
“Ma riflettete..
altro schiaffo. “Io sono dalla parte di Serenona, sempre. Adesso bevi e mangia la frutta. Cercherò di parlarle ancora, ma è sconvolta...non so cosa ci trova in te...ma se la mia sorellona è felice con te...allora tu resterai qui a renderla felice.”
“Ma non capisci?”
lei mi colpì ancora. “Adesso mangia e zitto o ti rimetto subito la benda alla bocca.”
“No, ti prego…
bevvi dell'acqua e mangiai la banana.
“Adesso torno di là tu stai in silenzio. Serenona sta dormendo imbottita di tranquillanti. Se urli o cosa...torno, ti riempio di schiaffi e ti metto le mie mutande in gola, capito?”
Annuii. Se ne andò, ero legato alla catena ma almeno respiravo meglio.
Mi addormetai.
Mi risvegliò Anghelas. “Serenona vuole mangiare e dice che ci pensi te. In cucina ho qualcosa, spicciati. Ha fame. E se provi a scappare ti riempio di calci. Prese una cintura di cuio e me la fissò al collo e mi tolse la camicia e i pantaloni lasciandomi in mutande. Andai in cucina. Serenona stava bevendo un Martini. Quando mi vide mi saltò al collo e mi riempì di baci. Si era truccata tutta per me: ombretto rosa, zigomi ambrati e rossetto rosso. “IL mio piccioncino...fatti abbracciare delisia...sei felice di rivedermi? Adesso sei qui...con me...per sempre...”
“Serenona..cara...dai...lasciami tornare a casa da mia moglie…
lei mi tirò uno schiaffo: “Tu adesso resti qui con me. Con noi, vero Anghelas?”
“Vero bellezza!” e mi afferrò la cintura e mi mandò ai fornelli. “Andiamo troia, vediamo se sei così brava come dicono..cucina!” mi misi a fare una pasta piccante con quello che trovai nella cucina sporca e minuscola di Anghelas. Serenona beveva Martini e mi pizzicava il culo stuzzicandomi: “Stamattina è stato fantastico gustoso….
“...sì...Serenona...ma pensaci...dai...Ramona è tua amica,,,ti ha sempre aiutato...”
“Zitta puttanella e lavora!” fece Anghelas tirandomi uno scapaccione fortissimo. Era stata in camera a cambiarsi e truccarsi. Portava una gonna verde con calze pistacchio, scarpe col tacco rosse e una maglietta da calcio del Brasile, il suo volto che prima mi era sembrato molto mascolino adesso sotto il pesantissimo trucco rosso e verde appariva più femminile e sexy. Le rughe erano uvuque, ma gli occhi erano vivi e penetranti e la bocca sottile ma molto larga.
“Oh la mia puttana! Anghelas sei una figa incredibile!”
“Puoi dirlo TROIA!”
“Non è bella Anghelas piccioncino mio?”
“...sì, molto...e anche sexy...”
“Ah ah la puttana bianca ha capito subito!”
“Allora si festeggia puttana?”
“Come no? Anghelas mia….TU IO, il mio cuoricino qui...” e mi prese a sé e mi baciò con foga con la sua lingua enorme che mi ravanava in bocca
“A noi 3 allora...ed io sono contenta...non ho mai avuto uno schiavetto tutto per me che mi cucina la cena...ah ah”
Finii di preparare la pasta e poi la servii alle due transex. Versai il vino e attesi in piedi come facevo a casa di Ramona
“Vedi, un cameriere perfetto...che ti dicevo poi, buona la pastasciutta, no?”
“Deliziosa...bravo!”
Sperecchiai e pulii i piatti poi andai da Serenona. Mi misi in ginocchio ai loro piedi e iniziai a massaggiarli a turno.
“Quella troia di Ramona sa come farsi servire...cosa meglio di uno schiavo che ti massaggia i piedi mentre bevi qualcosa con un amica?” disse Anghelas
“E non sai che bravo pompinaro è il nostro amico qua...vero gustoso?”
“Sì Signora!”
“Voglio provarlo…
“Certamente cara...lo assaggerai presto...gustosa....ma adesso devo pensare a cosa fare..”
“Serenona...rifletti...mia moglie avrà allertato la polizia..
lei mi tirò un calcio in faccia facendomi molto male, quindi si sfilò le mutandine e me le ficcò in bocca. “Così adesso farai silenzio, DEVO PENSARE!” e mi rifilò un altro calcio, le sue pedate erano forti, Anghelas rideva come una matta, mi sentivo perduto in balia di una fuori di testa come Serenona. Le due trans si misero a fare delle telefonate e a parlare fra loro in brasiliano, io rimasi atterrito con le mutande sporche di Serenona ficcate in bocca.
Dopo un po' di tempo, Anghelas ricevette una chiamata. “Ehi bellezza devi sloggiare da qui, andate di là arriva un cliente...”
Serenona mi trascinò in camera tirandomi per i capelli e poi mi legò alla catena, solo allora mi tolse le mutandine dalla bocca. Ripresi fiato e poi la guardai, stavo per dire qualcosa, ma lei mi tirò uno schiaffo. “Non dire una parola o ti rificco in bocca le mie mutandine, ma prima ci piscio sopra. Ne usciremo in qualche modo...lo so io...Ramona capirà...tu...io...lei...” la guardavo disperato, ma rimasi in silenzio con le lacrime agli occhi. Si mise a chattare al telefono, quindi sentimmo arrivare il cliente di Anghelas e dopo pochi convenevoli, udimmo rumori di pompini e sbattimenti. Serenona mi abbracciò coprendomi tutto e mi tenne stretto a sé. Sentivo tutto il suo grosso corpo di transex, la pelle ruvida, l'odore forte del suo corpo nero e quello del profumo da baldracca che indossava, sentivo il suo cazzo che premeva sul mio culo e cercai di calmarmi. Lei piangeva e rideva assieme. Era pazza. Mi teneva stretto stretto mentre dalla stanza accanto provenivano suoni di sesso.
Il cliente se ne andò presto e Serenona tornò dall'amica lasciandomi legato al letto. Quando tornò era passata più di un'ora e mi riprese nel suo abbraccio e mi ordinò di sussurrarle parole dolci mentre piangeva e giocava con i miei capezzoli. Dovetti dirle che era bellissima, stupenda, speciale, giunonica e con un cazzo meraviglioso, che era gentile e premurosa e altre cose del genere per calmarla. Smise di piangere e mi baciò sul collo, leccandomi con quella sua lingua infinita. Quindi mi fece girare e mi fissò con il suo trucco sfatto, la pelle piena di bozze e le labbra grosse e rosse. “Adesso dimmi che sei il mio fidanzatino e che starai sempre con me...avanti!”
“...ma Serenona io starò sempre con te...ma lasciami telefonare a casa, a Ramona...dire loro che sto bene...che domani tornerò a casa e...”
lei mi tirò uno schiaffo: “NO, lo so che se te ne vai da me, non ti vedrò più, mi denuncerai alla polizia e
“...no, ti giuro che la polizia non entrerà mai in questa storia...ho una reputazione...non posso….ma pensa ai miei figli..
lei mi colpì ancora. “NON ti credo! Adesso mi dici che sei il mio fidanzatino o ti metto le mutande pisciose in bocca!” e infatti prese le mutande da terra, mise il suo cazzone sopra di esse e ci pisciò sopra. L'urina riempì le mutande ma cadde anche tutta sul materasso dove eravamo noi due. Serenona prese le sue mutandine impregnate di piscio e me le ficcò in bocca, tenendomi fermo con una mano. “Adesso mi dice che sei il mio fidanzatino o le terrai tutta la notte!”
lacrimando annuii forte e lei le tolse.
“...offufff...uffff….Serenona...ti prego...”
Lei agitò le mutande davanti alla mia faccia.
“...sì….ho capito….Serenona io sono ...io sono...il tuo fidanzatino...il tuo...cioè..l'amante…
lei agitò le mutande “...sì...sì...scusa...sono il tuo fidanzatino...sei la mia cuoricina di panna nera….sono tuo...io...sono il tuo ragazzo...your bottomboy….il tuo gustoso...sì...sì….gustoso...”
“Bravo...continua…..”
Andai avanti a lungo a quel modo e lei si calmò almeno. Poi mi baciò a lungo in bocca e infine mi riprese a sé, stringendomi. Ci addormentammo a quel modo, io legato ad una catena e preso nella morsa di una transex brasiliana alta quasi due metri.
Al risveglio Serenona era in piedi a preparare una valigia.
“Sei sveglio bene, dammi il tuo bancomat e il numero. Subito. Devo partire il prima possibile!”
“Ok,, ok...giusto..sì, il bancomat...ok, è la scelta migliore Serenona, andartene...sì...giusto…
lei mi tirò un ceffone: “Non hai capito. Tu rimani qui con Anghelas, io so cosa devo fare!”
“...ma Serenona pensaci...quanto..
lei mi colpì ancora.
“Zitto e datti una mossa. Il taxi mi aspetta di sotto.”
Arrivò anche Anghelas, si assicurò che la mia catena fosse legata e poi detti quanto richiesto a Serenona, che baciò l'amica e l'abbracciò: “Allora hai capito bene. Appena arrivo a Rio ti chiamo. Tienilo a guinzaglio e non lasciarti fregare dalle sue parole….”
“Sì, stai traqnuilla cara, so io come fare” e mi tirò un ceffone in faccia. “Visto imparo presto...io...” Serenano mi abbracciò e mi baciò in bocca: “Torno presto fidanzatino mio...te lo prometto...e staremo sempre assieme...sempre assieme” e prima che potessi dire qualcosa mi ficcò la sua lingua enorme in bocca e mi ravanò bene.
Si alzò e prese la valigia.
Scomparve dalla porta.
Anghelas venne da me.
“Ora tu sei mio. Non fare lo stronzo e non provare a fuggire. Hai sentito la tua fidanzatina?” e rise forte. Poi mi tirò uno schiaffo. Aveva mani dure e piene di anelli e faceva male.
“Ok. Ho un cliente dopo. Non fare casino.” e se ne andò lasciandomi legato al letto, piangente.
Anghelas tornò per portarmi del latte e due banane per colazione. Ricevette il suo cliente e la sentii prima ridere poi fottersi il cliente e poi rimanere a letto con lui a parlare a lungo. Quando il tizio se ne andò lei venne da me. “Ok, troia. Adesso ti libero. Vieni di là e preparami la cena. Voglio godermi a pieno i privilegi di avere uno schiavo per casa”
mi fece spogliare e nudo preparai una pasta con quel poco che c'era in casa. Lei era mezza nuda, trucco sfatto, le tette dalla forma strana, bianche a pera. Portava una gonna logora e ciabatte logore e sporche. Le servii la cena e del vino e lei iniziò a parlare di Serenona e della loro giovinezza in Brasile. Io la feci parlare e le versavo da bere, quindi cercai di parlare di me, della mia famiglia, per intenerirla, ma lei se ne fotteva. Presi a farle un massaggio ai piedi e lei apprezzò, aveva brutti piedi, vecchi, pieni di calli, le unghie erano colorate di giallo. Mentre era lì chiamò un cliente. Lei si rimise in ordine un minimo e poi mi portò nella mia stanza legandomi alla catena. Ricevette il cliente e la sentii mugolare. Il cliente andò via e lei tornò da me.
Era visibilmente ubriaca e beveva dalla bottiglia di vino. Le chiesi di poter mangiare qualcosa che era dalla mattina con due banane e poco latte. Lei mi fece mnagiare dei biscotti e bere latte caldo. Quando ebbi finito mi riportò nella stanza e mi legò.
“Ah, forte avere uno schiavo….uno che cucina per te...e sta legato qui..ah ah Ramona è una forte sul serio...ah ah...sai cosa...stronzetto? Sono ubriaca e quel coglione di prima non sapeva succhiare un cazzo....….vieni qua...voglio prendermi tutto...uno schiavo...aha ha ahhh aha ….vieni qua…!” e mi tirò a sé, spingendomi la faccia sul suo cazzo dritto. Me lo ficcò in gola e mi scopò la bocca tenendomi per la testa con le mani. Mi fottè in gola e poi mi venne dentro.
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