bdsm
FEMDOMCRACY
di Strapps
31.03.2020 |
7.241 |
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"In quei giorni uscivo magari dopo una settimana in cui avevo passato le serate mezzo ubriaco sul divano a guardar le foto e i video di lei e di me e a..."
FEMDOMcRACY
Quando Madame Chaummy ci fece la proposta ero suo schiavo da più di tre anni. L'avevo conosciuta in internet su una chat BSDM e me ne ero innamorato perdutamente. Era la mia padrona ideale: il suo corpo da regina africana massiccio, grassoccio, un culone immendo, gambe corte ma grasse, un seno matronale favoloso, una pelle di ebano, un collo rugoso e sexy, un volto lucido, due grossi occhi profondi, determinati, austeri, due zigomi rifatti, una bocca sempre rossa e carnosa, grossa, dolce, sexy, una bocca perfetta per i miei gusti che mi faceva sognare, denti bianchissimi e una voce profonda e sexy. Portava una criniera di capelli tendenti al rosso. Aveva 52 anni, io 32, dopo alcune conversazioni, ci incontrammo in un caffè. Dopo aver fatto un rapido controllo del mio corpo, con tastate del culo, del pacco, del patto, mi fece alcune domande. Io ero imbambolato, dal vivo era ancora più bella, profumava di padrona e di femmina, indossava un abito nero di pelle lucida e grossi stivali ad anfibio. La bocca rossa e invitante in quel volto di ebano mi metteva senza fiato. Risposi a fatica, eccitato e impaurito. Lei se accorse.
“Sei dolce...e nervoso...molto nervoso…
“Mi scusi, Signora..è proprio come dice lei..io
“Va bene, rilassati...tu?”
“Io..cioè...lei è Bellissima, Signora, Meravigliosa, cioè adesso...qui..dal vivo..ecco..
“Ok, respira. Mi hai fatto una buona impressione, tranquillo...se ti prenderò con me però voglio fedeltà completa e ovviamente sottomissione completa
“Oh, certo, Sign
Lei mi dette uno schiaffo.
“Parli solo se ti chiedo qualcosa. E quando parlo io tu stai zitto. Intesi?”
“Sì, Signora”
“Stavo dicendo che fedeltà e sottomissione sono prerogative indispensabili. Mi hai detto che sei divorziato, non hai figli né attuali compagne?”
“Giusto.”
“Ok, perfetto così. Ho fra i miei schiavi mariti e padri, anche nonni, ma persone indipendenti e senza relazioni vere. Certo dovrò vedere come te la cavi come schiavo, ma le premesse ci sono. Verrai fra 2 giorni a casa mia, ecco l'indirizzo, porta 500 euro e poi vedremo come evolverà il nostro rapporto, ti farò sapere quando avrò deciso. Hai qualcosa da dire prima ce vada?”
“Um..cioè sì, Signora: spero che mi prenderà con sé..”
lei sorrise. Si alzò, mi mostrò la mano e la baciai. Le andò senza salutarmi.
La prova andò benissimo e divenni schiavo di Madame Chaummy a tempo pieno. Aveva 5 schiavi fissi con i quali si vedeva da sola oppure ci riuniva tutti assieme, ma ciò accadeva circa una volta al mese. Il rapporto con la padrona aveva una base in denaro. Non so quanto versassero gli altri ogni mese sul conto della padrona, io circa 1500 euro, un terzo del mio stipendio, ma avevo una casa di proprietà e me la cavavo bene. Degli altri schiavi non sapevo molto, solo uno, il Lord, un vecchio che alle feste stava seduto in un angolo nudo con un ciuccio in bocca e il pannolone addosso era sicuramente un persona ricca, più volte avevo visto la lussuosa auto che lo veniva a prendere, ma degli altri non sapevo quasi nulla, nomi o nomignoli a parte, perché la padrona non voleva che parlassimo fra di noi.
Il mio rapporto con Madame Chuammy era di devozione assoluta, l'amavo e non desideravo altre padrone e donne fuori che lei. Ero addetto a frizionare il suo corpo, profumarla, massaggiarla e poi adorare i suoi piedi, leccarle la figa ed essere il suo giocattolo. Mi legava, mi pizzicava i capezzoli, mi sculacciava, si sedeva sulla mia faccia, mi faceva assaporare l'odore dolce, forte e padronale del suo farting, giocava col mio culo, lo penetrava con dita, mano, plug e poi col suo strap-on nero di varie dimensioni. Mi inculava con maestria e forza, con ritmo e sapienza, spingendo a fondo e tirando fuori di colpo, afferrava i miei fianchi e mi fotteva facendomi godere e godendo lei stessa, poi, dopo avermi inculato a lungo, mi piantava il cazzo nel culo, si appoggiava con il suo corpo nero contro la mia schiena, sentivo il peso del suo seno, del suo ventre, il sudore della padrona che si mischiava al mio sulla pelle bianca, sentivo il suo profumo caldo, penetrante, intenso, sentivo le sue mani che mollavano i fianchi e mi toccavano il sesso, sentivo le sue parole: “Baby, ti ho scopato, adesso puoi venire”, sentivo tutto il suo corpo di ebano sexy su di me, le sue mani sul mio cazzo dritto e sentivo il suo strap-on nel mio culo. Venivo senza toccarmi solo all'idea delle mani della mia regina sul mio uccello di schiavo e lei che mi possedeva tutto.
Oltre a sessioni di sesso sadomaso con Madame Chuammy avevo la possibilità di servirla per intere giornate e portarla fuori: al mare, a fare shopping, a passeggio, in giro per l'Europa. Inoltre capitava che potessi dormire sa lei quando ne aveva voglia e trascorrere serate ai suoi piedi, servendola di alcolici e frutta o cibo, mentre lei guardava la tv, sonnecchiava, parlava al telefono. Ad un suo cenno preciso del dito correvo al suo sederone nero enorme e mi rilasciava in pieno volto il gas del suo sfintere, io ne godevo, ringraziavo e tornavo a massaggiarle i piedi.
Quando non ero da Miss Chuammy lavoravo, restavo in casa a leggere e sentire la musica e pensavo a lei, a quando sarei stato di nuovo con la mia Padrona.
Certe volte c'erano anche delle lunghe pause, quando Madame andava fuori con un altro servo, quando decideva di trascorrere le vacanze da amiche. In quei giorni uscivo magari dopo una settimana in cui avevo passato le serate mezzo ubriaco sul divano a guardar le foto e i video di lei e di me e a masturbarmi. Le uscite erano brevi, andavo nei locali, provavo a parlare con estranei, ma pensavo a lei, a quando sarei stato di nuovo con la mia Padrona.
Le feste erano sempre ben organizzate per cibo, bere, presenze e divertimento. Noi schiavi fissi di Madame eravamo sempre in ginocchio con collari dorati a servire la Padrona e le sue amiche, in genere tre o quattro al massimo, tutte nere eccetto Lady Sivas. Oltre a noi schiavi le padrone portavano i loro e spesso eravamo una decina, ma con il Lord che non partecipava mai. Durante le feste non potevamo parlare fra noi schiavi solo servire le padrone, ma non avevamo certo tempo per fare altro che assecondare i vizi e i capricci delle donne. Venivamo frustati e derisi, costretti a subire farting e piscia in faccia, a bere direttamente da calici colmi di urina padronale o dalla figa delle donne. Venivamo inculati e torturati a seconda delle voglie. Le feste erano sempre sfiancanti ma appaganti, gli schiavi erano tutti fra i trenta e i sessanta, Lord a parte, tutti bianchi eccetto un uomo pelato di colore.
Le padrone si divertivano, ballavano, ridevano, bevevano molto e si lasciavano andare ai capricci, ci picchiavano per puro sadismo, ci ficcavano dita e plug nel culo e ci facevano camminare attorno deridendoci, ci sputavano in bocca o in faccia, ci pisciavano addosso se andava loro, Eris era una donna di colore alta, due grosse spalle, braccia atletiche, gambe lunghe sempre con alti stivali che ficcava nella pelle, nei fianchi, nel culo, era molto forte con la frusta e torturava i suoi schiavi, il nero e un asiatico che erano estremamente resistenti, Eris era cattiva, usava la frusta con violenza e colpiva le sue vittime con crudeltà. Per fortuna io e altri eravamo risparmiati dalla furia grazie ad accordi con Madame, ma la furia di Eris era clamorosa a volte. Lady Sivas amava più essere massaggiata, oliata, profumata e leccata nella passera e in una sera quasi tutte le lingue di noi schiavi passavano nella sua figa lunghe sessioni. Regina WeL era una donna bassa e robusta, simile a Madame, ma più crudele, amava picchiarci con una paletta nera, portava sempre tacchi altissimi che ci faceva leccare a lungo e assieme a Madame era esperta nell'arte dello strap-on, spesso le serate si concludevano con io e un altro schiavo messi gli uni davanti all'altro, legati con la pancia sotto ad una panca di pelle, il culo offerto ai cazzi delle padrone, le gambe legate, le mani bloccate, potevamo muovere solo il collo e la testa e le due donne mentre ci ficcavano i loro strap-on di dimensioni diverse nei culi e ci scopavano umiliandoci, qualche volta ci obbligavano a baciarci fra noi. Non amavo quella pratica, per niente, ma sentire Madame che mi scopava in culo mentre le altre donne, ridevano, urlavano e si divertivano era eccitante e piacevole.
Le feste erano emozionanti, ma io preferivo le sessioni da solo con l'oggetto dei miei desideri: Madame Chuammy, stare al cospetto di lei, in ginocchio a leccarle i piedi mentre lei guardava la tv e muoveva la mia vita con lo strattonare della catena legata al mio collare. Quelle giornate nelle sue stanze a sentire la sua voce, ad adorarla, ad ammirare il suo corpo d'ebano, il suo volto bellissimo, la sua bocca rossa, carnosa e sexy. Certe volte non andavamo più in là di lei che mi faceva baciare mani e piedi, annusare il suo grosso culo morbido,ma a me piaceva ugualmente stare in sua compagnia, ero sempre eccitato e innamorato. Dopo un anno le dissi che ero innamorato di lei.
“Che dolce, ma io non mi innamoro dei miei schiavi, non potrei, ma tu sei mio e mi appartieni, quindi è come se io fossi sposata a te.”
“Grazie, Padrona. “
Una volta le chiesi pure di sposarla, sapevo che avrebbe riso e lo fece, ma mi dette un bacio in bocca e mi ordinò poi di tornare a massaggiarle i piedi.
Quando mi scopava con lo strap-on a volte mi gridava che ero suo, la sua puttana, il suo maritino, ma era la foga del piacere.
Amavo andare fuori con lei, essere il suo cavalieri in giro, farmi vedere con una così fantastica donna. La gente ci osservava sia per la differenza di età sia perché lei vestiva sempre provocante. A volte mi schiaffeggiava in pubblico e mi urlava contro per far capire chi era a comandare nella coppia, mi dava sempre ordini e la gente a volte rideva, ma a me non fregava. Fare shopping con lei era divertente, portarla a cena e anche rientrare in taxi ubriachi. A casa poi mi faceva spogliare danzando per lei, mi infilava un plug nel culo e rideva. Poi mi faceva stendere sul letto a gambe in aria, mi toccava il cazzo e giocava col plug nel mio ano. Mi faceva venire e poi si addormentava con io che la vegliavo da innamorato.
Prima che Madame ci facesse la proposta la vita come suo schiavo era così: appagante.
*
una sera, dopo che aveva goduto nell'impormi un farting molto aggressivo per via di una cena messicana dove si era ubriacata, mentre mi scopava nel culo con io che stavo sopra di lei messa su una grossa poltrona, mentre andavo su e giù sul suo cazzo viola, mentre lei mi tormentava i capezzoli, mi disse:
“Fra due giorni parto per la Germania e starò via un mese. Ho un seminario che potrebbe cambiare delle cose fra noi...”
Risposi di sì. ,ma non ero sicuro di aver capito cosa intendesse, impegnato come ero ad andare su e giù sul suo cazzo piantato nel mio culo, lei che mi stava attaccata al corpo con le tette, era sudata e il suo profumo mi faceva impazzire, le sue gambe sotto di me erano lucide e il cazzo finto andava alla grande. Fissavo la sua bocca bellissima, rossa, carnosa ma non afferrai fino in fondo le sue parole, stavo godendo.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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