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BRASILE TERRA DI TRANS? ITALIA TERRA DI TRANS!!!- CAP 10- ANCORA DA SOLO CON PADRONA RAMONA, MA LEI HA MOLTI AMICI ED AMICHE TRANS E............


di Strapps
08.01.2023    |    512    |    0 6.0
"“E io cosa faccio?” chiese Macy..."
Al mattino tornammo a casa e trovammo Luis seduto sui gradini fuori dalla porta. Quando vide la padrona Ramona scendere dall'auto le corse incontro: “Riprendimi Ramona, ti prego, riprendimi!!!” urlava con quella bocca nuova siliconata che lo faceva apparire come un'oca. “...ho sbagliato Ramona, lo so...ho capito...non lo farò più...ti..scusa...ti preg….ho sbagliato..” la padrona lo fissa e poi gli molla uno schiaffo fortissimo in volto. “Vai a casa Luis, non voglio vederti adesso!” lui sta per parlare di nuovo, ma la padrona gli afferra il volto, stringendolo sulle gote, i suoi muscoli neri si tendono, la sua mano curata con unghie arancioni è una morsa, Luis piange e i suoi occhi paiono scoppiare. “Non dire una parola. e vattene, Luis!”
lo molla e quello torna a respirare. Con un calcio in culo lo allontana. La padrona viene da me, mi molla un ceffone e mi trascina in casa.
Senza Luis e Lj in giro, la padrona è tutta per me nella casa. E la giornata risulta fantastica. Dopo il riposino la padrona mi mette in cucina a prepararle da mangiare. Sono nudo a parte un grembiule bianco e la catenella al collo. Lei ogni tanto l'afferra e la tira, ma mi lascia lavorare. Ogni tanto mi sculaccia. È tutta per me, nessuno in giro oltre noi. Luis chiama lasciando messaggi alla segreteria, Ramona li ascolta e li ignora. Le servo il pranzo e lei si gode il cibo e il buon vino. Dopo mi trascina in sala e si mette a guardare la tv, mi inginocchio al mio posto e le massaggio i piedi mentre lei guarda un programma di bodybuilder brasiliano. Il pomeriggio trascorre perfetto con io ai piedi della mia padrona, lei che mi carezza la testa come fossi un cagnolino ed io che adoro i suoi piedi baciandoli e massaggiandoli a lungo. Dopo che ebbe bevuto ancora del vino, mi prese in braccio e mi portò in camera, mi legò come un capretto al letto e mi infilò un dildo nel culo dopo aver riempito il mio ano del suo sputo. Mi lasciò lì sul letto legato e con quel dildo nel culo e se ne andò via, letteralemente, scese di sotto e prese la macchina e andò via. Rimasi da solo e in preda al panico per interi minuti, la posizione era dolorosa e umiliante, ma mi consolavo del fatto che quello era un gioco della mia padrona Ramona, ed io ero il suo schiavo.
I minuti passavano lenti. Sentivo ogni rumore, ma mai era l'auto nel vialetto di lei che tornava. Il dolore era forte, ma l'idea di essere il gioco sessuale della padrona mi eccitava molto e resistevo.
Ancora lunghi minuti.
Il plug era un poco uscito dal culo nei lenti movimenti che facevo per spostare il peso del mio corpo sul leto e ciò creava meno fastidio, ma pensai che forse Ramona si sarebbe arrabbiata con me e la cosa mi eccitò.
Altri minuti.
Sudavo. Ansimavo. Le funi erano strette.
Altri minuti infiniti.
Poi il rumore dell'auto sul vialetto: era tornata. Sentii delle voci, non era sola. La porta fu aperta, risate. Iniziarono i tacchi di scarpe femminili sulle scale, ne contai diversi. Poi la porta della camera si spalancò e Ramona entrò assieme a due trans: una bianca e una mulatta. “Ehi, puttane! Che hai combinato?” e mi raggiunse sul letto, il plug era quasi uscito e la cosa la imbestialì “Ti sei mosso troppo puttana!” e mi colpì sul culo più volte, quindi mi mollò uno schiaffo fortissimo e un paio di sputi. “Ti ho portato una sorpresa, lei è Sinna e lei è Macy..” Sinna era alta quasi due metri, un corpo lungo e acerbo, il seno leggero, era truccatissima da troia di strada e indossava una gonna piuttosto corta e un giubbotto di jeans. Macy era la bianca rotondetta con un volto carino truccato di rosa e portava l'apparecchio ai denti. Un affare molto invadente che le rendeva il sorriso da cyborg.
“Le mie amiche adesso ti romperanno il culo. Ti va?!” fece Ramona afferrandomi i capelli e girandomi verso le due trans.
“...sì...certo che mi va...signora...”
“Lo vedo che sei eccitato troia! Adesso te lo sbatto dentro subito!” disse Sinna spogliandosi velocemente. Mi afferrò i fianchi e prese a strusciare il suo pene lungo sul mio solco. “E io cosa faccio?” chiese Macy.
“Direi che puoi metterti davanti a lui e ficcargli il cazzo in bocca. È un buon succhiacazzi!”
Macy si distese sul letto davanti a me e si sposgliò, sfoderando un cazzo normale, mi prese la testa e la spinse sul suo uccello. Iniziai a baciarlo mentre Sinna strusciava il suo affare sul mio culo. Ramona mi liberò le mani per potere fare un servizio migliore alla trans che mi fissava con il sorriso metallico che brillava davanti a me mentre le leccavo il cazzo. La padrona poi si mise a sputare nel mio culo mentre l'uccello di Sinna si muoveva su di esso. Lei ogni tanto mi sculacciava con forza, entrambe andarono avanti a sputare dentro di me mentre io mi dedicavo al cazzo di Macy che mi sorrideva con l'apparecchio e le labbra color rosa acceso. Ad un tratto però sentii qualcosa spingermi dentro, era una mano della padrona che apriva la strada al cazzo dellìamica. “Sentiiii come è aperta questa troia!” urlò Ramona.
“Si vede che non la lasci a digiuno di cazzi, la tua puttana!” fece Sinna
“Come puoi dirlo puttana! Il suo culo bianco è sempre pronto per la sua padrona, vero? Leggi cosa c'è scritto sul suo culo, puttana, guarda!” e le mostra il tatuaggio simbolo della mia appartenza a Lei, la Padrona Romona.
Poi toglie la mano e il suo posto viene preso dal cazzo di Sinna che comincia a scoparmi duramente, mentre Macy riprende a fottermi in bocca. Ramona riprende la scena col cellulare: Sinna mi scopa in culo mentre sono legato alle gambe e faccio un pompino a Macy e al suo sorriso metallico. Sinna mi cavalca alla grande sculacciandomi e aprendomi in due. Macy si gode la mia bocca e viene dentro di essa con un seme denso. Anche Sinna la sento caricare, mi affonda le unghie sul culo mentre mi riempie il culo di sborra calda.
Quando entrambe hanno finito, Ramona mi slega.
“Paga le signore, cagna!”
Prendo i soldi e li passo a Ramona. Lei mi rifila uno schiaffo in pieno volto che mi rigira. Piango dal dolore mentre dal mio culo aperto da Sinna cala ancora seme caldo brasiliano. “No così, mettiti in ginocchio e tieni i soldi in bocca, puttana!” faccio quanto ordinato fra le lacrime, mi metto i soldi in bocca e tengo lo sguardo basso. Ramona mi tocca la testa, le due prendono i soldi dalla mia bocca e vanno via.
Ramona mi prende e mi scaraventa sul letto. “Intanto mando il video a Luis e lo faccio scoppiare di voglia e tu apri quella fottuta bocca da troia e succhiami il cazzo, sei stata brava oggi, meriti una ricompesa.”
“Grazie Padrona!” per tutta risposta mi becco uno sputo in faccia, ma lei abbassa i pantaloni e il suo cazzone nero spunta fuori in attesa della mia lingua, della mia bocca. Inizio a leccarlo come vuole lei che intanto gioca col telefono. Le succhio le palle depilate e bacio l'nterno coscia, mi metto a leccare l'asta dell'uccello mentre Luis la chiama disperato dopo aver visto il video. Lei non risponde e lascia che il suo schiavetto le succhi il cazzo con calma, passione, voglia, amore. Succhio e bacio e lecco e ingoio e poi torno a succhiare fino a quando lei molla il cellulare, mi prende la testa, la tiene contro il suo sesso mentre mi erutta in gola un fiotto di sborra densa, calda, brasiliana e mi riempie tutto.

La padrona tiene sulle spine Luis per giorni: lo umilia, non ascolta i suoi messaggi, non risponde al telefono, lo caccia a calci fuori da casa quando lui si presenta in ginocchio supplicando.
Così sono solo con Ramona quando non sono a Milano per lavoro. Durante la settimana mi controlla via telefono facendomi fare cose, giochi, prove, umiliazioni varie. Una sera mi spedisce a prendere Solar per portarla a Milano da una amica. Lei si presenta in vestito corto, fru-fru, tacchi vertiginosi e la faccia: quel mascherone irresistibile e sexy di naso finissimo, occhi grandi e coperti di nero e poi quelle labbrone enormi e rosse. “Allora, visto che mi farai da schiavetto finalmente?” “Oh, certo Solar, felice” e riparto per Milano dalla quale ero venuto appena prima. In auto Solar parla tantissimo, telefona, chatta, fa selfie e poi mi fa domande su di me, su Ramona, il nostro rapporto e tutto quanto. “Capisco...che carino...a te piace, no?”
“Molto”
“E allora? Tutto ok? E poi Ramona ha detto che posso usarti quando e come voglio, sei contento, no?”
“Sì”
Lei inizia a toccarmi il pacco con la mano, sono eccitato dalla sua presenza, dal suo profumo, da quel colto da cartone animato, ma reale, sicliconata, ma reale. Lei mi masturba piano mentre corriamo in autostrada.
Prima del casello accostiamo in una piazzola e lei mi fa venire.
Ripartiamo e la mollo a Milano sud dall'amica. Mi dice che si farà viva domani sera per cena.
La sera dopo però mi dice che è stanca e stressata e non vuole uscire.
Comunico la cosa a Romona allora decide di mettersi a giocare con me, mi ordina di indossare un plug piccolo sotto le mutande, indossare i jeans e uscire di casa. Entrare nel primo bar e chiamarla in videochiamata. Le avrei mostrato gli avventori e lei avrebbe scelto da quale sarei dovuto andare a dire che avevo un plug nel culo. Ero nervoso, sudavo, ansimavo quasi e tremavo. Dentro al bar per fortuna c'era poca gente, senza farmi notare feci una panoramica col telefono a Ramona e lei decise. Scelse una signora sulla sessantina che giocava a dei gratta e vinci. “Vai da lei!” ero senza fiato, sudavo da morire, mi sedetti accanto a lei e dissi piano “Ho un plug nel culo, signora” lei mi guardò strano. Al cellulare Ramona mi ordinò di dirlo più forte, ma io ebbi paura e scappai. Al telefono Ramona mi coprì di ingiurie e rimproveri, io piagnucolai scuse, ma lei si arrabbiò ancora di più. ADESSO VENGO A ROMPERTI IL CULO, BRUTTA TROIA DISUBBIDIENTE mi urlò quando ero di nuovo in casa. Mi ordinò di non toglermi il plug dal culo fino al suo arrivo e riattaccò. Ero nel panico. Quanto era arrabbiata? Quanto ci avrebbe messo dalla Liguria ad arrivare fin da me? Convinto che avrei preso comunque molti schiaffi, mi misi comoda ad attendere sul letto bevendo acqua, accendendo candele ed incensi col plug nel culo.
Lei arrivò dopo un'ora. Era infuriata. Entrò in camera, mi prese la testa per colpirmi, io chiusi gli occhi e attesi la manata. Niente. “Apri gli occhi, cagna!” lo feci e mi presi il ceffone, fortissimo, lei me ne mollò subito un altro e poi un altro. Presi a piangere dal dolore, ma questo non la fermò, mi colpì almeno altre volte con quelle mani enormi, robuste, nere, dure. Io piangevo. “E pensavi di addolcirmi con candele carine ed incensi? Dopo avermi disubbidito?”
“...io...io...ciuff..io
altri schiaffi.
“Fai meglio a tacere brutta troia, sono venuta fin qui per menarti e lo farò stanne certa!” mi buttò a terra e mi spogliò: “Vedo che almeno questo ordine lo hai ripsettato, troietta….bene! Il plug è al suo posto! E lì rimarrà! Troia!” e prese a sculacciarmi con forza, le sue mani dure e pesanti mi facevano sussulatare di dolore, pinagevo disperato, ma lei mi colpiva senza sosta. Alla fine si calmò un attimo. Mi fece riprendere fiato e lacrime calde caddero a terra, mi fece bere dell'acqua e mi ordinò di farle un cocktail. Mi alzai dolorante sul culo. La faccia piena di lacrime e gonfia di ceffoni, rossa. Il culo mi tremava dal dolore e dal plug. Le portai il cocktail.
“E il vassoio dove è, puttana?” urlò lei colpendomi in faccia. Il bicchiere cadde a terra e si ruppe. Dovetti pulire nudo, col plug nel culo, tremante, piangente. Poi rifeci il cocktail, lo servii sul vassoio e mi fermai in piedi accanto a lei col vassoio in mano come immaginavo volesse. “Brava puttana….almeno ricordi le cose.”
rimasi lì mentre lei beveva, in piedi, col vassoio, il plug nel culo. Lei sbollì la sua rabbia. Si fece servire altri cocktail e si rilassò.
“Ummm alla fine sei riuscita a non formi arrabbiare troppo...troietta...sarà che mi piaci...sarà che sto tenendo lontano quel coglione di Luis...e sono venuta fin qui…vieni qua...inginocchiati..così...brava….posa il vassoio...brava….faccia a terra...bene...sul parquet, bene così….ecco...” e mi mette uno dei suoi grossi piedi neri sul volto schiacciandolo.
“Ma ricordati che io sono la Padrona e tu la mia schiavetta bianca!”
“Sì SIGNORA...” dissi con difficoltà con il suo tallone sulla bocca.
“Portami ancora da bere, cameriera del cazzo e forse riuscirai a convincermi a non prenderti a calci in culo per non avermi obbedito ed essere venuta fin qui per farlo!” e nel dirlo mi assesta un ceffone, l'ennesimo, della serata, ma forse sono riuscito a calmarla, almeno lo spero. Le servo da bere e rimango in piedi accanto a lei col vassoio in mano, il plug nel culo. La padrona beve rilassata giocando col cellulare. Osservo a lungo i suoi muscoli scolpiti, la sua pelle nere e i tatuaggi e penso al mio sul culo che attesta che quel culetto bianco appartiene a lei. Le sue braccia muscolose, le sue tette gonfie sotto la maglietta corta, le sue mani possenti che mi hanno colpito quella notte più volte, le unghie laccate, curate. Il gioco del vassoio va avanti per altri lunghi minuti, ma lei si è rabbonita, è calma e non sembra volermi picchiare per non aver fatto quanto richiesto qualche ora prima.
Quindi mi fece accoccolare fra le sue gambe possenti, muscolose. Io le baciavo devoto contento, felice di essere il suo schiavo. Baciavo piano mentre lei beveva e coccolava la testa come un cagnolino.
Al quarto cocktail però il cazzone di Ramona si alzò mentre io le leccavo l'interno coscia e lei me lo ficcò in bocca e mi scopò duro in gola fino a venirmi dentro.
Ramona dormì da me e la mattina tornai a lavoro come se nulla fosse.
La sera avevo appuntamento con Solar a Milano sud, per fortuna erano zone che non frequentavo mai e neppure i miei familiari o colleghi. Lei si presentò vestita casual con jeans scuri, tacchi alti, maglia di lana a collo alto, ma la faccia era quella sexy e arrapante del trans con le labbrone enormi, il naso sottile, gli occhi grossi e tutti neri, ci baciammo ed io ebbi un'erezione anche pensando al suo lavoro di mano in autostrada giorni prima. “Allora, stasera sei tutto mio! Ho parlato con Ramona, è d'accordo, sarai il mio servetto per stasera...” “Sì Solar e sarà un onore, Signora...” “Oh si parte bene...bravo...andiamo, fa freddo stasera..bruu...”si mise addosso un piumino rosa e partimmo. Voleva cenare in un posto gestito da una sua amica trans in periferia. Mai stato da quelle parti in vita mia, non belle facce in giro e molto povertà. Il ristorante però era in una via piuttosto pulita vicino ad un centro commerciale. Era un locale di una catena sparsa in tutta Italia, quei posti tutti uguali che almeno garantivano un certo standard di qualità media. L'amica di Solar però non c'era e così sedemmo a prendere un aperitivo in attesa. Solar attaccò a parlare a manetta bevendo prosecco, io l'ascoltavo con una Sprite in mano. Il posto era molto grande e mezzo vuoto. C'erano però solo coppie come noi, donne e uomini in prevalenza, ma avevo notato pure un trans e un travestito, tutte parevano coppie clandestine oppure scambisti o roba del genere, a parte una famigliola numerosa che faceva baccano, tutti bisbigliavano a coppie. Solar non la smetteva di parlare a allora io ebbi un idea. “Ehi Solar che ne dici se ti faccio un pompino? Mentre aspettiamo la tua amica…? Fa parte del pacchetto serata...andiamo in bagno...e..”
“Diamine sei sveglio figliolo...avevo capito che eri uno schiavetto ubbidiente e basta...ma..
“...giusto per ingannare il tempo...un classico...un pompino in bagno in un ristorante..scommetto che un po' la cosa ti stuzzica Solar...”
“In effetti...è vero...sarà scontato...ma cavolo! Un pompino da un bel ragazzotto come te non si rifiuta mai, Solar cara...andiamo figliolo!”
E mi prende la mano e mi conduce nei bagni delle donne e chiude a chiave e si cala le mutande. Io scendo a terra e le prendo il cazzetto in mano, lo sego un pochino per farlo eccitare e poi inizio a leccarle la cappella, Solar da sopra gradisce, si passa la lingua sulle labbra enormi e rosse, le succhio bene il cazzo, le tocco le palle e il suo affare diventa bello duro e allora lei mi afferra per la nuca e mi sbatte il suo cazzo in bocca e mi scopa in gola nel bagno del ristorante. Viene presto eccitata e contenta. Ingoio tutto e usciamo. Arriva la sua amica, una trans bassina, messicana, un volto maschile ma molto truccata con rughe profonde alla bocca larga e rosa, una coda di cavallo, Armones di nome. Ci sedemmo a cenare con lei che ogni tanto andava in giro a controllare il locale o nei bagni a farsi colpi di coca, tornava tutta eccita e tirando su col naso. Aveva una voce bassa e una bella pelle ambrata. Armones ordinò per noi un sacco di roba e tanto prosecco che lei e Solar si scolarono ridendo come pazze. Solar raccontò di me e Ramona all'amica, mi fece parlare e mostrare il tatuaggio sul culo. Loro bevevano mangiavano(pochissimo)e ridevano come pazze. A fine sera Armones mi presentò un conto astronomico avendo intuito che ero il pollo danaroso da spennare, protestai un attimo per il conto del bere, oltre 300 euro, ma ovviamente pagai subito. Lei mi rise in faccia. “Zitto e paga, stronzo...” abbozzai. Solar convinse Armones a chiudere il locale solo per noi e ballare un poco. Lei accetto. Dopo un 'ora, mandati via gli ultimi clienti e il personale, Armones chiuse il ristorante e accese le luci soffuse e la musica. Venne da me, mi dette un manata sul culo e poi strinse forte: “Questa cosa ti costerà altri 300 euro stronzetto...party privato...” ovviamente pagai.
Solar ballava felice in pista e mi chiamò a fare altrettanto. “...no Solar non sono capace...” Lei mi tirò uno schiaffo. “Ehi stasera comando io! Lo sai! Se dico che balli tu balli!” annuii e mi misi a ballare davanti a loro due. Armones stava contando i soldi divertita e Solar ballava con me. Mi fecero spogliare e anche loro fecero altrettanto. Il cazzo di Armones sembrava molto interessante. Fra libagioni e balli la serata prese ritmo e mi ritrovai a succhiare il cazzo di Armones che stava distesa sul divano bevendo direttamente dalla bottiglia. Solar era scatenata e si divertiva a stuzzicarmi il cazzo, a sculacciarmi, a farmi ondeggiare il culo davanti a lei e all'amica. Dopo altri balli Solar mi ordinò di leccarle il culo carnoso e molliccio, lo feci con piacere. Mi adoperai con un bel rimming anale a quel trans dal volto così speciale e baciai a lungo tutto il suo culo. Lei gradì molto e allora anche Aemones volle assaggiare la mia lingua sul suo culo e così mi inginocchiai fra le sue sue chiappe mentre lei teneva le gambe alzate e spalancate. Le leccai il culo, ma ben presto lei mi ficcò le palle in bocca. Erano delle belle palle depilate, le succhiai e baciai a lungo fino a quando lei mi ficcò il cazzo in bocca. SUCCHIAMELO TROIA!!! Il suo cazzo non era poi male, bello duro, gran diametro, non troppo lungo, ma un buon sapore e lei si fece spompinare con gusto fino a venirmi in bocca. Mentre stavo succhiando e ripulendo il cazzo della messicana in ginocchio fra le sue gambe, sentii le dita di Solar toccarmi il sedere e poi infilarsi nel mio culo e giocare. Io avevo ancora il cazzo in bocca di Armones e mi ritrovai con quello di Solar in culo che mi scopò per un po'. Abituato nei giorni prima al cazzone di Padrona Ramona il suo affaretto era poca roba, ma mi scopò bene e a lungo e poi mi venne dentro.
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