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La moglie perfetta - primo capitolo - . 2


di gilso
30.11.2021    |    1.013    |    0 8.7
"Buonasera , lasciate pure qui i vostri vestiti , disse la più tettona delle due dalle mammelle enormi ed i capezzoli bruni..."
Vedrai ti divertirai , mi disse Franco .
Franco , marito di quella gran figa di Gisella che scopai alla pecorina mentre leccava la figa alla mia di moglie quella sera che ritornando dalla discoteca vennero su da noi per bere qualcosa e che poco dopo ci trovammo a letto in un'ammucchiata , coppia conosciuta tramite annuncio su una rivista specializzata di incontri e che come primo appuntamento era la discoteca a metà strada fra noi , così mi disse : ti divertirai .
Noi ci siamo stati più volte e ti garantisco che ogni volta lo stupore di quel luogo colpiva come una una mazzata , cose inaspettate e cose strane ti succederanno , cose che non sto qui ora a spiegarti e neanche lo voglio , lo devi provare , è un club privato ma non il solito posto conosciuto con quel nome ma un luogo un po' particolare , particolare come lo siamo io e mia moglie che siamo sempre alla ricerca di piacere nuovo , disse Franco rivivendo per un'attimo quei momenti .
Se vuoi dato che io conosco la procedura per entrare in quel luogo ti faccio avere due pass che costano 250 euro l'uno , 250 euro ben spesi sottolineò .
Accettai il suo interessamento per i pass , gli diedi i soldi e dopo qualche giorno lo incontrai di nuovo per ritirarli .
Il club ricavato in un vecchio monastero in disuso era situato su di una collina in provincia di Pavia , noi ci arrivammo , come ci disse Franco di fare , alle ventidue di quel sabato sera di fine ottobre , suonammo al campanello vicino al portone d'ingresso , campanello illuminato con sopra scritto ( club paradiso ) e poco dopo ad aprirci venne una Donna vestita da monaca .
Buona sera , dissi con i pass in mano .
Buona sera , vi aspettavamo , disse lei ritirando i talloncini .
Vedete quelle frecce , disse la Donna indicando con la mano dei paletti di legno che costeggiavano un vialetto e che alla sommità messi in orizzontale avevano dei cazzi di gomma illuminati , seguitele , solo di una cosa vi avverto , per le Donne è rigoroso portare solo il reggicalze le calze e le scarpe , per gli Uomini niente , devono essere nudi .
Prima fermata sarà il guardaroba , buon divertimento .
La Donna vestita da monaca fatti pochi passi sparì dietro una porta lasciandoci soli li all'inizio di quel vialetto costeggiato da quella segnaletica particolare .
Presi Marta per mano ed iniziai il percorso .
La prima fermata fu di fronte ad una porta con su scritto guardaroba .
Entrammo dove due Donne ci attendevano dietro ad un bancone abbigliate come due vere monache , con il classico copricapo bianco che le lasciava fuori solo il viso ed il grosso cappello alato legato sotto al mento , le tette nude e le labbra cariche di rossetto .
Buonasera , lasciate pure qui i vostri vestiti , disse la più tettona delle due dalle mammelle enormi ed i capezzoli bruni .
Uscirono fuori dal banco ed iniziarono a spogliarci , la maggiorata aiutò Marta , l'altra aiuto me fino a quando io restai completamente nudo , Marta la lasciarono solo con le scarpe e le mutandine nere .
La monaca che mi spogliò andò dietro al banco prese tre paia di calze di seta dal cassetto , una di colore nero , una di colore bianco ed uno di colore carne si avvicinò a Marta e le disse di scegliere , lei che fisicamente era perfetta , alta uno e settanta e dalle forme provocanti e che nei panni da porca era sublime , scelse quelle nere .
Bene disse la maggiorata andando dietro a mia moglie strofinandogli i capezzoli sulla schiena , le soppesò le mammelle da starle dietro poi se la strinse contro le sue di tette dando modo alla collega che nel frattempo si era inginocchiata ai piedi di Marta di togliergli le mutandine .
A volte ci incontravamo con lo sguardo io e mia moglie e dentro in quello sguardo vi era l'intesa di una coppia , non depravata , ma dedita ad una complicità di alto livello .
In ginocchio ai piedi di Marta la monaca che aiutò me a spogliarmi si insinuò fra le sue gambe le tolse le mutandine e la baciò sulla figa , poi facendosi strada fra i due corpi di Donna le agganciò il reggicalze nero , le infilò prima una poi l'altra calza di seta nera , le agganciò i fermagli del reggicalze alle calze poi si alzò .
Marta era pronta .
Io nudo di fronte a quelle Donne con le tette al vento senza volerlo mi eccitai richiamando l'attenzione delle due religiose che vedendomi in quello stato si inginocchiarono ai miei piedi e se lo succhiarono a turno passandoselo da buone colleghe per un paio di minuti , poi mi abbandonarono col cazzo ritto come un fuso .
Ci diedero dei mantelli , a me rosso , a Marta azzurro e ci dissero di proseguire .
Uscimmo da quella stanza con quei mantelli sulle spalle e proseguimmo seguendo quelle strane frecce fino dinnanzi ad una porta con su scritto galleria .
Aprimmo ed entrammo in uno stretto corridoio dove legate alla propria corda che pendeva dal soffitto vi erano cinque Donne completamente nude , nude e coi polsi e le caviglie legati assieme dietro alla schiena e sospese in aria come dei salami con tanto di tette che libere pendevano verso di noi pronte ad essere succhiate o munte , tette enormi e naturali con i loro capezzoli già sporgenti .
Avanzammo in quello stretto corridoio con tanto ben di Dio che ci sfiorava la testa e che era impossibile andare oltre senza sbatterci contro ed iniziai a sfiorarle col viso .
Dissi a Marta di assaggiarne una .
Lei con gli occhi già lucidi d'emozione non se lo fece ripetere , si aggrappò ai fianchi della prima Donna appesa impossibilitata sia di reagire che di parlare dato che aveva , come le altre quattro , una benda nera sugli occhi e un morso da cavallo in bocca , e le succhiò i capezzoli , si sbatte sulla faccia quelle tette che pendevano dal celo godendosele a pieno poi gli diede un'ultima succhiata di capezzoli , passò oltre , io la seguivo passo passo .
Iniziò una gran mungitura di tette , prima una poi le altre Donne in un susseguirsi di lamenti di dolore e di piacere furono strizzate a dovere da noi , ad alcune addirittura nello strizzare usciva fuori del latte , latte che fece impazzire mia moglie Marta che quel latte se lo prese facendosi spruzzare nella bocca .
Ero eccitatissimo col cazzo premuto sul culo di Marta e la bocca piena di una delle tette che pendeva .
Anche le Donne appese parevano godere , lo si capiva toccando loro la figa fradicia di umori .
Dalle loro bocche costrette a non potersi chiudere rivoli luccicanti di saliva scendevano fino a terra e su di noi , rivoli di saliva che rendendo quel luogo fatato e perverso .
Mi avvicinai a Marta la baciai in bocca le presi la mano e le dissi guardandola dritta negli occhi : strofiniamoci ancora una volta queste belle tette sulla faccia prima di uscire .
Ritornammo all'inizio della fila e ricominciammo a succhiare , succhiare quelle dieci tette come a salutarle poi proseguimmo .
Uscimmo da quel magnifico tunnel e riprendemmo il percorso seguendo quelle frecce a mo' di cazzo illuminato che ci portarono d'innanzi ad un'altra porta dove sopra vi era scritto : tunnel buio .
Uno sguardo d'intesa poi oltrepassammo quella soglia che ci introdusse in un corridoio lungo non più di una decina di metri , un corridoio tutto tappezzato , compreso il soffitto , di moquette blu , un soffitto alquanto basso dove bastava allungare una mano per toccarlo ,
ai lati e sul soffitto fori , fori non più grandi di un piattino da caffè .
Una voce femminile proveniente da un altoparlante ci invitò a togliere il mantello e a stare fermi e dopo pochi secondi si spensero le luci facendoci restare nel buio più assoluto .
Col passare del tempo ci abituammo al buio ed i nostri occhi ritornarono a vedere , vedere che alla base delle pareti vi era una flebile luce arancione che ci permetteva di vedere le nostre figure in un alone rossastro e flebile .
Ad un tratto un faretto situato all'interno della parete sinistra si illuminò mandando il suo fascio di luce verde a colpire uno dei fori situato sulla parte destra , nella quasi oscurità solo quello si vedeva .
Io e Marta stretti uno all'altro eravamo in attesa , in attesa che qualche cosa accadesse , e qualcosa accadde .
Avvenne che dal foro illuminato fece capolino una cappella , poi tutto un cazzo in tutta la sua lunghezza comprese le palle , queste spinte fuori dalle dita del proprietario .
Un altro faretto si accese , poi un altro ed un altro ancora ed ad ogni faretto che si accendeva un cazzo dall'altra parte usciva col colore della luce riflessa sopra .
Cazzi mosci e cazzi duri , cazzi blu gialli rossi e verdi a destra in alto ed a sinistra sbucavano come funghi in paradiso , era bellissimo .
Sembrava di vivere in un sogno , svariati cazzi di diverse dimensioni erano li per noi pronti a farsi succhiare e mungere fino alla sborrata finale .
Pensai a dietro alle quinte , a dietro a quei pannelli dove ragazzi e Uomini , forse in piedi su di una sedia , in ginocchio o semplicemente appoggiati alle pareti , col cazzo nel loro foro stavano li in attesa che qualcheduno li manipolasse senza la certezza che sia una Donna o un Uomo a farlo .
All'improvviso si aprì la porta ed uno sgabello fu spinto all'interno facendomi pensare che quello servisse a raggiungere con la bocca i cazzi che pendevano dall'alto .
Lo presi e lo posizionai sotto a quello che mi sembrava il più in tiro , lo baciai poi aggrappandomi come a sostenermi dissi a Marta di contarli .
E lei li contò .
Uno , due , tre , quattro , e mentre contava col groppo in gola dall'emozione si toccava le tette sempre più eccitata .
Anche per lei quel tunnel faceva effetto .
Ne contò quindici ed alla fine disse , quindici bei cazzoni da far sborrare Fabio .
Si avvicinò al cazzo a lei più vicino e se lo prese in bocca , lo succhiò un poco poi passo al prossimo poi prendendoci gusto se ne prese tre in una volta sola , due in mano ed uno in bocca , io la guardavo in quell'arcobaleno di colori col cazzo in mano e le labbra sulla sua cappella .
Tutti i cazzi erano in tiro compreso il mio , mi avvicinai a lei che era in ginocchio alla pecorina intenta a succhiare il cazzo più in basso e la penetrai mentre in bocca tenevo una cappella enorme , e fu un attimo , neanche il tempo di scostarmi che uno schizzo di sborra mi centrò la gola riempiendomi la bocca , mi allontanai appena di qualche centimetro col viso per deglutire che una raffica di schizzi di sborra mi colpi la faccia per poi colare sul culo di Marta che sentendosi bagnare mugolò sul cazzo che teneva in bocca facendolo venire .
Dissi a Marta di fare sborrare quelli di destra , io avrei pensato a quelli di sinistra .
I miei li feci sborrare a fil di labbra mentre li menavo , lei menandoseli sulle tette ed in bocca .
Quelli che pendevano dal soffitto li facemmo venire assieme mungendoli .
Aveva le tette e le labbra ricoperte di sborra la mia Donna , sborra luccicante e lussuriosa che io leccai dalle sue labbra in un bacio appassionato .
Ora lo scenario era cambiato perche dai fori non uscivano più i cazzi in tiro ma cazzi mosci , eccetto uno in basso a destra .
Io e Marta ci avvicinammo a quella cappella lucida e bagnata di sborra che ci fece capire di essere già stato usato e a turno lo succhiammo fino a farlo sborrare di nuovo .
Inaspettatamente uno scroscio di liquido caldo mi colpì la schiena , mi girai e vidi che uno dei cazzi che sbucava dalla parete destra si stava liberando dalla pipi .
Entusiasta mi avvicinai e prendendolo solo con l'indice ed il pollice della mano destra mi indirizzai il dolce zampillo , da prima sulle labbra , poi su tutto il corpo .
Anche il cazzo che Marta aveva appena finito di succhiare si mise a pisciare , lei si mise china sulle ginocchia e si fece pisciare sia in faccia che sulle tette facendosi scendere l'urina fra le gambe .
Ad un certo punto con nostro immenso piacere tutti i cazzi si misero a pisciare , zampilli da tutte le parti , fontanelle dorate piene di riflessi colorati ci colpirono rimbalzando su di noi che ci propagavamo da un cazzo all'altro assaporando quella pioggia inaspettata , poi tutto fini .
Ci abbracciammo bagnati e felici
Dal fondo del tunnel si aprì la porta d'uscita e mano nella mano la oltrepassammo .

fine primo capitolo .



























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