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UNA BELLA SIGNORA...


di Membro VIP di Annunci69.it marcoxverso
28.10.2018    |    2.691    |    0 9.2
"La spogliai prima le feci scivolare la gonna a terra, poi gli sfilai il cardigan ad un tratto si fermò e andò a spegnere la luce, la cosa più che darmi..."


Sembra una giornata d'altri tempi, i tempi della cordialità della cortesia ben lontani dai nostri tempi frenetici e ipernervori che ci circondano ai tempi nostri.

Ero in macchina stavo andando a lavoro non proprio con molta voglia e attraversando un paesino della provincia di Bologna mi sono fermato per fare colazione, erano le 10,30 finita la colazione stavo fumando una sigaretta e dal supermercato accanto al bar esce una signore sulla sessantina, una mamma una nonna come ne abbiamo avute tutti non avvinghiata di abiti griffati ma vestita con una gonna grigio chiaro e un cardigan blu , che carica di 4 buste stava attraversando la strada , mi resi conto che stava faticando sopratutto per il peso non che non stesse in forma lei, mi avvicinai e le dissi signora lasci che le dia una mano, presi la cassa d'acqua e due buste e la scortai fino all'altra paete della strada, arrivati dall'altra parte mi disse ora siamo da capo, come a significare che doveva continuare sola fino a casa, io le dissi abita molto lontano, magari l'aiuto fino a sotto casa, lei disse chi ti ha mandato stamattina, aggiunse pensavo che erano ormai passati i tempi che si aiutano le persone in difficoltà, io replicai dicendo che a volte fare del bene costa solo qualche minuto.

Arrivammo davanti casa sua abitava in un condominio privato con cancello tutte case indipendenti e giardino all'interno, aprì il cancello e portai la spesa davanti la porta e quando stetti per salutarla mi disse la prego accetti un caffè che stamattina ancora non lo prendo, mi faccia compagnia la prego dammi la possibilità di sdebitarmi, io risposi d'accordo.

Aperta la porta entrando notai l'ordine assoluto e la pulizia sembrava una chiesa tutto al suo posto, in modo maniacale mi fece accomodare su un divanetto all'interno dell'angolo cottura e iniziai a notare la bellezza della semplicità di quella signora che nel frattempo mi disse che si chiamava Giovanna, il seno che prorompeva ancor di più con quel cardigan che indossava , la dolcezza delle sue curve, di una donna matura ma non abbandonata, ad un tratto me la ritrovai davanti mentre io mi ero fissato sulle sue tette, mi disse ...lo vuoi macchiato il caffè alludendo al latte delle sue tette, io le dissi mi scusi sig. Giovanna ma non doveva accorgersene che la stavo guardando in quel modo
annui un sorriso e torno a preparare le tazzine per il caffè.

Mi disse che era sola da due anni dopo la scomparsa del marito e che aveva due figlie, una in America e una a Bologna e che la piccola la vedeva il fine settimana , e l'altra che era in America la vedeva grazie all'altra figli con il pc, mentre lei parlava iniziai a vederla con occhi diverso dalla signora in difficoltà con il peso della spesa ma iniziavo a vederla armeggiare con il mio cazzo in mano, ad un tratto disse ecco è venuto anche il caffè...solo io non vengo più, io scoppiai a ridere e lei mi fissò con uno sguardo come dire me la dai una botta...io ormai ero partito per la tangente le dissi prendiamo il caffè,che è venuto poi pensiamo a venire noi, mi alzai per prendere il caffè dal tavolo accanto a lei che mi guardava con occhi come se mi stessero implorando di dare sfogo alla sua mancanza.

Poggiai la tazzina sul tavolo le poggiai la mano sulla sua spalla destra la tirai a me ruotando e la abbracciai prima da sotto la vita poi salendo fino al seno, era davvero come si vedeva sodo nonostante l'età e grosso in pratica quello che pensavo che il cardigan lo avesse fatto apparire più generoso in sostanza lo schiacciava, lei subito dopo il mio contatto con il seno porto le mani sul mio pacco già in buone condizioni , si voltò e mi bacio, ma non sulla bocca partì dal collo solo dopo che armeggiando con la cintura e calatomi i pantaloni arrivò alla bocca, nel frattempo mi portò in una camera con due letti ad una piazza, era la stanza delle figlie evidentemente non si sentiva di scopare nel letto che era stato per anni con il marito...

la spogliai prima le feci scivolare la gonna a terra, poi gli sfilai il cardigan ad un tratto si fermò e andò a spegnere la luce, la cosa più che darmi fastidio mi eccitava ancora di più, tornò in pochi secondi e appena io finii di svestirla lasciandola con le sole mutande si inginocchiò e iniziò a prenderlo in bocca si sentiva dal linguaggio del suo corpo che stava facendo qualcosa che aspettava da tempo, e che non era neanche troppo sicura di quanto stessa accadendo, la tirai su di me e la misi sulla schiena e le scivolai in mezzo alle cosce per leccargli la patata, pelosa nera nera come i suoi capelli, ansimava e tremava allo stesso tempo...risalii rapidamente leccando tutto il suo corpo fino al seno dove prestai più attenzione per finire sulla sua bocca, lei mi teneva il cazzo con tutte due le mani fino a che non se lo punto nella fica dove sprofondò in una doccia di umori , poche volte ho sentito la fica così fradicia sembrava di avere il cazzo ammollo all'acqua calda, cercava di contenersi anche nel godere, iniziai a pomparla con vigore e forza mi sentivo un benefattore, stavo facendo felice una donna dopo tanto tempo e la cosa mi stava piacendo.

Una cosa che faccio per non venire è distogliere la mente e pensare ad altre cose, e la mia testa andò a finire al motivo perché aveva deciso di rompere quel muro proprio con me forse perché ero di fuori, perché ero stato gentile ...poi mi fermai e la feci mettere di fianco e io dietro di lei e iniziai di nuovo nella pompata questa volta però non facevo sconti sentivo il cazzo che sbatteva sull'utero e lei che non voleva cedere allo sfogo fino a che prima di venire mi misi sulla schiena e me la feci venire sopra china su di me pompavo e sentivo quel seno meraviglioso che mi solleticava il petto, poi la spinsi come a farla sedere sul cazzo e le mie mani sulle tette, diedi due colpi assestati e venni dentro di lei, anche lei si rilassò e franò su di me.

Per qualche secondo il silenzio assoluto, poi sentii singhiozzare...mi alzai e la lasciai sola non volevo rubare questo momento al suo cuore che solo lui sa quanto gli è costato stare li con me a quel lettino...

dopo qualche minuto venne da me sul divano e mi disse che non c'era bisogno di spiegazioni che sicuramente avevo tutto chiaro, mi prese per mano e mi portò in bagno per lavarmi, per poi tornare in cameretta a rivestirci...parlammo per qualche ora ancora mi raccontò delle cose che mi hanno emozionato poi mi disse ora va a lavoro, ma stasera ti aspetto per cena e niente scuse ….

continua ...
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