Gay & Bisex
Tra fantasia e realtà
di marcoxverso
13.04.2018 |
657 |
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"Questo è quanto, resta da capire dov'è la fantasia e la realtà, ovviamente ognuno ha la sua, sarebbe bello saperlo..."
Questo racconto ha le sue radici di oltre quindici anni fa, quando ancora facevo il camionista e spesso capitavo per mangiare un boccone al volo dagli ambulanti ai bordi delle strade.
Mi trovavo sul la via Flacca prima di Sperlonga e mi ero fermato per mangiare,il posto è quello che è ed anche la gente,poco più in la c'erano delle bancarelle che vendevano di tutto borse maglie accessori e sullo stesso lato si vedeva la spiaggia non affollata,era il mese di maggio ma qualcuno c'era, in quei posti un camionista quando scende la prima cosa che fa va a trovare un cespuglio o una parte coperta per provvedere il bisogno fisiologico,e di lato alla veranda dell'ambulante c'era una stradina che che finiva nel nulla,segno evidente che tutti li si fermavano per fare le loro cose .
Appena presa la stradina vidi con la coda dell'occhio un di questi ragazzi che riposavano vicino alla loro mercanzia che si alzò e scese in un'altra stradina parallela cosa che mi indispettì ma comunque feci il mio bisogno dando le spalle a lui,una volta finito mi voltai e lo vidi che si soggiogava il cazzo difronte a me , la cosa m'indispettì ma in passato avevo avuto rapporti gay-bsex e risposi alla provocazione giocando anche io con il mio.
La cosa che più mi incuriosiva non era il fatto che quel ragazzo aveva scelto me per fare quel gioco, ma il colore del cazzo e le dimensioni, è durato in tutto qualche minuto forse due e sono tornato alla verandina per mangiare , lui mi segui con lo sguardo mentre si soggiogava il cazzo.
Presi posto e mangiai un panino e il tipo ormai risalito mi guardava,non so forse aveva capito o che cosa , notavo che mi guardava e mi sorrideva come se volesse inviarmi messaggi sul da farsi.
Mangiai e presi per la mia strada e dopo qualche tre ore e mezza prima di arrivare al posto dove avevo mangiato rallentai proprio per vedere se ancora era li , era solo lui con la sua mercanzia , l'ambulante del panino era andato via, mi fermai proprio nello spazio difronte al ragazzo scesi chiusi il camion e scesi per la stradina che qualche ora prima aveva calcato lui, passai con fare indifferente , svuotai la mia vescica e mi misi a vedere il mare mentre mi titillavo il cazzo , e sentii dei fruscii era evidente che stesse scendendo qualcuno era lui che a pochi metri da me svuotò la sua di vescica, e di nuovo il rito di qualche ora prima ,di nuovo con il cazzo che lo faceva ballare nella sua mano.
Lo guardai e gli dissi che vuoi fare con quel coso...lui non disse nulla e con l'altra mano prese delle saliva e se la passo sulla cappella violacea,eravamo distanti una quindicina di metri ,diciamo che vedevo tutto ma non i dettagli,io feci per andare via e lui si avvicinò lentamente segandosi il cazzo mentre camminava verso di me.
Si avvicinò verso di me quasi a sfiorarmi e mi prese una mano con fermezza e se la portò sul suo cazzo...era enorme,mi mise il cazzo in mano,rimasi come paralizzato senza fare nulla , lo tenevo dalla radice delle palle e la cappella tra nera , violacea mi arrivava a qualche centimetro dal gomito,non era del tutto eretto,il tronco era nero ebano pieno di vene che le mie mani non proprio delicate sentivano le vene come rami di un'edera addosso ad un fusto di in albero.
Hambar, questo era il suo nome aveva 36 anni alto un metro e novanta con il fisico asciutto magrolino , iniziò a muovere la sua mano sulla mia venendo avanti e indietro con il bacino, si stava rapidamente eccitando il cazzo , diventò solo durissimo , ruotò su di me e con la mano destra mi toccava il culo.
Dalle mie esperienze bi-sex adolescenziali erano passati ormai anni ed anche se lo avevo preso non ero prono ad accettare senza indulgenza , Hambar al contrario prese con la mano della saliva e si umidì il cappellone ormai reso asciutto dalla mia pippa, io continuavo segando il mio ed il suo fino a quando vidi Hambar che mi spingeva la testa verso il suo cazzo , posi resistenza ma non volevo, lui umidì di nuovo il suo cappellone poi di nuovo prese della saliva e mise la mano in mezzo le mie chiappe per inumidendomi il culo , il mio ritmo cresceva con la sua eccitazione tanto che il cappellone era di nuovo asciutto e mi spinse la testa sul cazzo cosa che aspettavo dal momento che la prima volta mi ero rifiutato, iniziai a leccare ed affondare quel totem per quanto potessi , ma di tempo ne era passato dall'ultima volta che lo fece ed ero come intimorito, ero solo chinato ,ne seduto ne inginocchiato e Hambar di nuovo mi mise le dita nel culo, vuoi l'eccitazione vuoi che anche se da tempo non venivo violato, ma il fatto che mi volli trovare in quella situazione, il mio culo lo sapeva e restava solo capire se era abbastanza voglioso da infilarmi quel maestoso cazzo nel culo , che solo il culo sa quanto lo volesse.
Le nostre altezze erano simile e per mettermi a pecora e trovare una posizione per prendere il cazzo e nel mentre segarmi non fu difficile , cosa che pensai io e feci da solo, non prima di aver sputato più volte sul cazzo per renderlo liscio e scivoloso, mi misi di schiena a lui e mi pronai mettendo un piede su un sasso che in una posizione migliore non poteva trovarsi, presi il palo e me lo puntai, Hambar mi teneva fermo per i fianchi mentre pian piano pompava per far cedere la sfintere, ci volle un po', tanto che Hambar faceva colare la sua saliva dritta sulla cappella , tendeva a forzare un po' per entrare ma mi fece male mi voltai e gli disse che ci avrei pensato io, che se ci provava ancora mi sarei rivestito e se voleva venire ci doveva pensare da solo, mi rimisi a provare e forzai io questa volta e il cappellone passò lo sfintere rapidamente Hambar provò a far scivolare quanto più possibile il cazzo dentro di me fini a che non lo fermai con la mano sulla pancia ed iniziò a pompare e sembrava che pian piano entrava sempre di più, mi segavo e rapidamente sentii gli stimoli che stavo per venire, gli dissi di sbrigarsi che se sarei venuto io per prima non sò se avrei retto quel cazzo dentro, sentii che la sua respirazione si faceva affannata e parlottava nella sua lingua che non sò cosa stesse dicendo, capii che stava per venire e mi tolsi e presi il cazzo in mano e segavo lui e me ,per qualche secondo e venimmo, mai vista tanta sborra tutta insieme uscire da un cazzo.
La prima cosa che feci è mettermi la mano dietro , e sentivo il culo come un cratere,cosa che mi è sempre piaciuto sentire ogni volta che in passato facevo cose del genere,erano passati troppi anni dai giochi bi-sex e da quel giorno iniziarono di nuovo,grazie ad Hambar.
Questo è quanto,resta da capire dov'è la fantasia e la realtà, ovviamente ognuno ha la sua, sarebbe bello saperlo.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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