trio
65 - Il maestro di sci
di stinf
01.02.2023 |
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"_ “Siamo gli unici che parliamo italiano, il camper ha la targa italiana, se era lui che ci guardava non si sbaglia”..."
Capitolo 65Era fine maggio inizi di giugno, in città faceva già caldo ed abbiamo deciso di andare in montagna, avevamo una settimana di vacanza, abbiamo preparato il camper e siamo andati in Hautes Alpes a Monietie-les-bain. Prima di arrivare ci siamo fermati a Briancon a fare la spesa, siamo andati al supermercato, io naturalmente avevo una gonna di jeans ed ero senza mutande, abbiamo comprato un po’ di carne per fare il barbecue.
Il posto dove ci fermiamo sovente è magnifico, ci sono due laghetti color smeraldo situati in un’ampia vallata con vista sui ghiacciai a 1400 metri di quota, ci siamo fermati proprio in riva ad uno di questi laghi, essendo un giorno infrasettimanale non c’era nessuno, abbiamo pranzato e poi abbiamo fatto una bella passeggiata lungo il torrente, e quando siamo entrati in pineta e constatato che non cera anima viva io mi sono spogliata quasi nuda e Bruno si è messo a fotografarmi. Tornati al camper abbiamo preso l’ultimo sole prima che tramontasse, abbiamo cenato e poi a nanna, il buio e il silenzio erano assoluti e la dormita è stata magnifica.
Al mattino quando mi sono svegliata mi sono accorta che tenevo in mano il cazzo duro di Bruno e mi è venuta voglia come mi succede sovente al mattino, lui dormiva ancora, io sono andata sotto le coperte e l’ho preso in bocca, lui si è svegliato ma non si è mosso godendosi la leccata di cazzo e di palle, poi Bruno ha allungato il braccio ed ha tirato fuori dal frigo due yogurt, io mi sono alzata e gli sono andata sopra a cavalcioni e mi sono infilata il cazzo duro in figa sistemandomi bene in modo che penetrasse tutto dentro. Abbiamo mangiato lo yogurt, lui coricato e io seduta su di lui, poi ho aperto le finestre e ci siamo fumati una sigaretta, lui si muoveva leggermente sotto di me e io sentivo la cappella contro il mio utero e cominciavo a sentire piacere e voglia di una bella scopata, mi sono alzata e gli ho detto:
_ “Ho voglia, prendimi alla pecorina”.
Bruno si è alzato ha spalancato bene le finestre per fare entrare l’aria fresca e frizzante del mattino mentre io mi inginocchiavo pronta per essere penetrata, lui mi è venuto dietro e mi ha infilato il cazzo dentro, io ho sussultato dal piacere nel sentirmi penetrare con la sua grossa cappella.
_ “Guarda che bella giornata, non una nuvola, e che sole” mi ha detto Bruno mentre cominciava a stantuffare dentro di me.
Io mi sono guardata in giro ed ho visto una macchina ferma sulla stradina poco distante, c’era un uomo seduto dentro che ci guardava, non ho detto niente e in breve tempo ho raggiunto l’orgasmo e sono partita, mentre Bruno continuava a stantuffare dentro di me, io ho nuovamente alzato lo sguardo e la macchina era sempre lì, poi ho sentito lo sperma che mi riempiva ed ho nuovamente raggiunto l’orgasmo, sono crollata sul letto tenendo le gambe serrate perché non mi uscisse lo sperma.
_ “Hai visto che c’era uno seduto in macchina che ci guardava”?
_ “Sì me n’ero accorto, ti ha eccitata non è vero” mi ha risposto lui ridendo.
Ero soddisfatta, ci siamo alzati, lavati e fatta colazione, poi siamo usciti, erano già le 10 e il sole era caldo, io mi sono messa una gonna e una maglietta, naturalmente sempre senza mutande, e siamo andati in paese a comprare il pane, c’era da camminare per 20 minuti su di un sentiero in mezzo ai prati, Bruno mi ha fatto un po’ di foto dove c’erano delle balle di fieno e poi siamo arrivati in paese, abbiamo comprato il pane e siamo andati in un bar tabaccheria dove abbiamo comprato del tabacco con le cartine. Ci siamo seduti ad un tavolino ed abbiamo ordinato un caffè, che naturalmente fatto da un francese sembrava acqua sporca e non era per niente buono.
Mentre noi facevamo progetti per il pomeriggio e arrotolavamo una sigaretta ad un tavolino un po’ in disparte c’era un giovane che mi fissava, io mi sono accorta che avevo un po’ le gambe larghe ma si vedeva solo la coscia e niente altro, ma lui continuava a fissarmi.
_ “Hai visto quello che mi fissa” ho detto a Bruno.
_ “Sarà quello che ci ha guardati stamattina mentre scopavamo” mi ha risposto.
_ “Non credo che ci possa riconoscere, era abbastanza lontano”.
_ “Siamo gli unici che parliamo italiano, il camper ha la targa italiana, se era lui che ci guardava non si sbaglia”.
Io ero un po’ dubbiosa, ci siamo alzati e siamo tornati al camper, ho preparato il pranzo ed abbiamo mangiato. Era una di quelle giornate favolose il sole picchiava forte e faceva caldo, io ho indossato un tanga molto ridotto e senza reggiseno mi sono messa su di una sdraio a prendere il sole, dalla strada non ci potevano vedere perché il camper ci nascondeva. Ogni tanto passava qualcuno, ma io avevo un pareo e mi coprivo, poi è passato un vecchietto che si è fermato indugiando a guardarmi le tette, poi ha fatto il giro del lago, prima che mi ripassasse davanti mi sono infilata il tanga tra le labbra della figa e quando è ripassato non mi sono coperta, Bruno era coricato per terra e girava la schiena al lago, quando il vecchietto è arrivato davanti a me si è fermato e sfacciatamente toccandosi l’inguine, io indosso occhiali molto scuri che non fanno vedere gli occhi e vedendo che mi guardava mi sono sistemata meglio sulla sdraio ed ho allargato di più le gambe, lui è stato lì a guardarmi per un paio di minuti mentre io facevo finta di leggere, poi se ne è andato.
_ “Dai spettacolo” mi ha chiesto Bruno.
_ “Fosse stato più giovane l’avrei invitato sul camper a scopare, mi è tornata la voglia, e da un po’ che non scopo con altri, ho voglia di due cazzi”.
Si vede che qualcuno ha esaudito il mio desiderio, ho sentito fermarsi una macchina sulla strada, ho sentito sbattere la portiera e dopo un po’ è arrivato vicino al laghetto il ragazzo del bar che doveva essere lo spesso che ci aveva visti scopare al mattino. Ci ha salutato e io che parlo discretamente il francese gli ho risposto, lui si è avvicinato, mi ha offerto una sigaretta, abbiamo chiacchierato un po’ presentandoci, si chiamava Jean, io gli ho detto che mi chiamo Laura, era un maestro di sci e così via, nel frattempo Bruno si è girato e si è messo a conversare con noi.
_ “Eri tu stamattina che ti sei fermato con la macchina?” gli ho chiesto.
_ “Sì ero io e mi sono eccitato molto”.
_ “Come hai fatto a riconoscerci al bar”.
_ “Avevate i due finestroni aperti e senza tende e si vedeva molto bene, se adesso o stasera volete compagnia io sono molto dotato”.
_ “Non sei troppo giovane per me”?
_ “Oh no io d’inverno quando faccio il maestro di sci ricevo molte proposte e se devo scegliere tra una giovane e una della tua età non ho dubbi scelgo una della tua età”.
Sentire che era ben dotato ha aumentato le voglie che già avevo, al pensiero di prenderne uno bello grosso in figa e Bruno in culo mi sono sentita bagnare, ho guardato Bruno e ho letto nei suoi occhi che era d’accordo, mi sono alzata e sono salita in camper facendo cenno Jean di seguirmi. Mi sono tolta il perizoma e mi sono sdraiata sul letto mentre lui si spogliava, non aveva più di 25 anni, un bel fisico atletico, un bel culo e quando si è girato verso di me ho visto il suo sontuoso cazzo, era davvero notevole, bello lungo con una bella circonferenza e una cappella veramente grossa.
Si è avvicinato a me con il suo bell’arnese che non era ancora del tutto duro, io l’ho preso in mano, l’ho accarezzato e poi visto che quella cappella avrebbe stentato ad entrarmi in bocca l’ho leccato lungo tutta l’asta fino ai testicoli che erano piccolini, e poi la mia lingua è andata sul filetto e sulla cappella mentre con le mani lo masturbavo. Il cazzo si è indurito del tutto aumentando ancora la circonferenza. E’ salito anche Bruno sul camper, si è tolto il costume ed ha preso la macchina fotografica immortalandomi mentre leccavo la cappella.
Mi sono poi coricata sul letto a gambe aperte e Jean si è chinato e mi ha leccato per bene la figa raccogliendo i miei umori, si vedeva che era molto esperto, mi leccava la vagina e poi andava sul mio clitoride e quando vedeva che sussultavo dal piacere ed ero vicina all’orgasmo tornava tra le labbra della figa e poi giù fino allo sfintere che cercava di penetrare con la sua lingua appuntita. Io godevo da morire e non ho più resistito l’ho preso per i capelli e l’ho bloccato sul clitoride, la sua lingua mi ha fatto impazzire facendomi raggiungere un fantastico orgasmo. Mentre io sussultavo ancora dal piacere si è messo un preservativo e si è inginocchiato tra le mie gambe, me le ha alzate sulle sue spalle e mi ha puntato quel mostruoso cazzo tra le labbra fradice di umori della mia vagina.
Mi ha messo un cuscino piegato sotto la testa in modo che potessi vedere il cazzo che stava per entrarmi dentro, poi ha fatto scorrere la cappella tra le labbra della figa partendo dallo sfintere fino al clitoride, ha ripetuto il gesto diverse volte, mentre io con le mani mi sono allargata le labbra impaziente e pronta per riceverlo dentro. Ne avevo già presi di cazzi grossi ma vedere quella cappella enorme che scorreva sulla figa e sul clitoride turgido mi ha fatto raggiungere nuovamente l’orgasmo prima ancora di essere penetrata. Jean ha colto il momento giusto del culmine del mio godimento ed ha spinto dentro la cappella, che per entrare ha dovuto sforzare, una volta dentro mi sono sentita veramente piena, poi quel cazzo è entrato tutto dentro di me, vista la posizione in cui ero ho dovuto mettere una mano tra noi perché non entrasse tutto nonostante ciò sentivo la cappella martellare il mio utero.
Lui si è accorto che mi faceva male, e ha continuato a scoparmi senza entrare tutto dentro, io mi sono rilassata ed ho iniziato a godere con un multi orgasmo che è durato una eternità, urlavo e mi dimenavo, poi anche Jean stava per godere e i suoi colpi si sono fatti più profondi, adesso il suo cazzo entrava tutto dentro di me, non percepivo più il dolore e continuavo a godere, infine è partito anche lui e si è accasciato su di me esausto, abbiamo sussultato un bel po’ tutti e due per gli spasmi del godimento appena raggiunto, con lo sguardo ho cercato Bruno che era lì vicino con la macchina fotografica in mano tutto soddisfatto.
Il cazzo di Jean continuava ad essere abbastanza duro, si è tolto ed è andato a lavarsi, e mentre Bruno mi fotografava la figa dilatata io mi sono infilata dentro tre dita. Mi sono alzata e seduta al tavolo, Bruno ha tirato fuori tre birre e ce le siamo scolate, Jean si era seduto vicino a me, io ho allungato la mano e gli ho afferrato il cazzo, era ancora bello sodo.
_ “Ce l’hai sempre duro così”.
_ “Si sono molto resistente, prima sono partito perché ho voluto se no andavo avanti a scoparti ancora per un bel po’”.
_ “Sarai molto ricercato dalle tardone come me”.
_ “Quando inizia la stagione dello sci il mio impegno più grosso è quello di scopare, la signore mi prenotano con settimane di anticipo e alcune vogliono che il marito assista”.
_ “Allora scopiamo ancora così mi faccio una doppia con mio marito in culo”.
_ “Non posso mettertelo io in culo”?
_ “Oh no quel coso non mi entra”.
_ “Anche altre mi hanno detto che non entrava ma poi hanno voluto provare e hanno goduto”.
Mi sono alzata e sono tornata sul letto Jean è subito venuto anche lui, io l’ho fatto coricare, gli ho infilato un preservativo e gli sono andata a cavalcioni e mi sono impalata, il cazzo è entrato facilmente perché ero ancora dilatata e poi ero bagnatissima, mi sono coricata su di lui che mi ha preso i capezzoli tra le dita e me li ha pizzicati, io ho appoggiato le mani sul suo petto e mi sono scopata mentre lui sotto di me stava fermo, ho raggiunto l’orgasmo strusciando il mio clitoride sul pube poi soddisfatta mi sono accasciata su di lui.
Ho sentito che Bruno mi veniva dietro, sono rimasta giù in modo da facilitarlo, Jean con le sue mani mi ha tenuto le natiche aperte, Bruno si è chinato e ha puntato la cappella sul mio sfintere, tante volte mi incula senza lubrificarmi, io dietro sono molto ricettiva, però questa volta ha faticato ad entrare, il cazzo che avevo in figa era troppo grosso, ma una volta che è entrata la cappella ha spinto fino in fondo entrando tutto.
I primi movimenti sono stati un po’ disordinati ma poi hanno preso il ritmo e mi hanno pompata mentre io urlavo il mio piacere, è stata una lunga cavalcata ed io ho avuto un altro lungo multi orgasmo, poi ho sentito lo sperma di Bruno che mi inondava l’intestino, ed è stato sublime. Mi piace sentire i cazzi che hanno goduto ammosciarsi dentro di me, ma il cazzo di Bruno è uscito quasi subito perché avevo la figa piena del cazzo duro di Jean che non era partito.
_ “Vuoi provare a prendere il mio in culo”?
_ “No dai sei troppo grosso”.
_ “Adesso sei dilatata e ben lubrificata anche dietro, se hai male smetto subito”.
Io ero titubante come mi era già successo altre volte, da una parte lo desideravo e dall’altra avevo paura, ho guardato Bruno che era uscito dal bagno e aveva già la macchina fotografica in mano ed era lì che aspettava la mia decisione.
_ “Se ti dico basta tu esci subito”.
_ “Certo stai tranquilla”.
Come al solito avevo ragionato con la figa e non con la testa, mi sono alzata dal suo cazzo e gli ho tolto il preservativo, sono scesa dal letto e mi sono coricata sulla sponda a gambe larghe, ho cercato di rilassarmi più che potevo. Ero piena dello sperma di Bruno quindi ben lubrificata, ho sentito la cappella strusciare sul mio sfintere ed entrare leggermente, ho fatto passare la mano in mezzo alle gambe ed ho raggiunto il clitoride, la cappella indugiava entrando sempre di più dentro di me, io mi massaggiavo il clitoride e iniziavo a godere, Jean se ne è accorto e ha spinto di più e quella fantastica cappella mi è entrata dentro, sforzando ma senza farmi troppo male. E’ stato fermo un bel po’ poi quando ha sentito il mio sfintere che si contraeva dal piacere, lentamente è entrato sempre di più nel mio intestino in modo inesorabile fino a quando non ho sentito i testicoli che mi sbattevano contro la mano con cui massaggiavo il clitoride.
Una volta tutto dentro si è nuovamente fermato, a me mancava il respiro e avevo la testa in confusione, ho tolto la mano che avevo tra le gambe e con l’altra mi sono allargata per bene le natiche, mi sentivo il cazzo quasi in pancia, poi si è mosso lentamente sfilandosi quasi tutto dal mio intestino per poi affondare più che poteva dentro di me, è andato avanti così alcune volte molto lentamente, io stavo godendo, allora lui ha aumentato il ritmo ed io ho raggiunto il primo orgasmo, mi sembrava di avere un braccio nel culo che andava su e giù, godevo in un modo incredibile, spingevo il mio culo verso di lui per prenderlo tutto mentre continuavo a tenermi le natiche aperte. Poi l’inculata è diventata più violenta ma non mi importava io godevo, e alla fine Jean si è fermato e ha eiaculato nel mio intestino, io ho allungato le mani per trattenerlo dentro di me fino a che non mi sono finiti gli spasmi del piacere. Il cazzo si è leggermente afflosciato ma di poco, mi riempiva sempre tutta, ho girato la testa verso di lui e gli ho detto:
_ “Pisciami in culo”.
Sarà passato un minuto poi ho sentito il primo gettito di piscio nel mio intestino, poi un altro, il calore di quella pipì mi stava nuovamente eccitando, e Jean continuava a pisciarmi in culo con piccoli gettiti fino a che non l’ha fatta tutta, io roteavo il culo sul suo inguine e sentivo il cazzo che a poco a poco si stava nuovamente indurendo, Jean con molta attenzione e facendo in modo che non uscisse niente mi ha nuovamente inculata muovendosi su e giù molto lentamente dentro di me per altri 5 o 6 minuti, sentivo che un po’ di liquido mi colava lungo le gambe, ero eccitatissima, avrei voluto che altri mi pisciassero in culo, ho raggiunto un altro orgasmo e alla fine Jean è nuovamente partito anche lui depositando ancora un po’ di sperma dentro di me.
Bruno ha dato due salviette umide a Jean e 4 o 5 a me, lui è uscito lentamente mentre io mi sono tamponata lo sfintere e sono corsa in bagno, ci siamo rivestiti e siamo usciti dal camper, ci siamo seduti fuori ed abbiamo bevuto altre tre birre, mentre chiacchieravamo ho visto dall’altra parte del lago il vecchietto che mi aveva guardato mentre prendevo il sole.
Jean ci ha proposto una gita ad un rifugio dove si mangiava divinamente bene, il rifugio non era ancora ufficialmente aperto ma il proprietario aveva invitato alcuni amici maestri di sci per festeggiare l’inizio della stagione estiva, io ho subito accettato volentieri.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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