Prime Esperienze
4 - Il prete
di stinf
24.12.2020 |
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"Invece all'improvviso mi è saltato addosso cavalcioni, in un attimo ha azionato il sedile ribaltabile e m'ha brancicato le tette continuando a ripetere:..."
CAPITOLO 4Riprendo il mio racconto “il prete” perché molti di voi mi hanno chiesto se c’era un seguito, si un seguito c’è stato con Don Aldo ci siamo rivisti diverse volte poi ho dovuto cambiare Regione per motivi di lavoro. Circa un mese fa di pomeriggio ero a letto e ho ripensato agli incontri con il prete e quando mi sono alzata mi sono messa a scriverli sul computer e adesso con calma li pubblicherò, ricordandovi che non sono inventati ma sono fatti realmente accaduti.
Un pomeriggio del 73, quando il mio ventesimo anno di età era ormai alla fine, mi trovavo a Sirmione sul lago di Garda. Ero andata al Lido delle Muse in un giorno feriale per fare il bagno da tranquilla, senza i soliti ragazzini che con la scusa di sprofondare tra i lastroni si aggrappavano alle mutande delle ragazze, togliendole quasi, per poi toccarle in mezzo alle gambe. Infatti un giorno così m'era successo: stavo camminando sui lastroni con l'acqua fino alle cosce, per andare a nuotare nell'acqua alta, quando un gruppo di ragazzini mi ha accerchiato facendo finta di niente. Loro ridevano e scherzavano quando ad un certo punto due vicino a me hanno gridato aiuto e sono spariti sott'acqua. Prima di poter far qualcosa, delle mani mi si sono aggrappate alle mie mutande abbassandole fino alle caviglie, così mi sono trovata con il culo e la passera alla vista di tutti, passera che il giorno prima avevo rasato completamente. Subito ho abbassato il culo sott'acqua e subito mi sono sentita toccare, strizzare, palpare, allargare, maneggiare la passera nuda e pelata dalle mani di quei maiali di ragazzini. Mi sono buttata all'indietro e ho scalciato aggrappandomi a qualche lastra, alla fine sono riuscita a liberarmi da quelle piovre e mi sono buttata nell'acqua alta.
Quel giorno d'autunno per fortuna i ragazzini erano a scuola e il bagno era stato tranquillo. Era quasi sera e per tornare a casa stavo facendo l'autostop, dopo un paio di macchine che non andavano nella mia direzione, s'è fermato un tipo che andava dalle mie parti, sono salita e l'ho guardato bene.
Era un bruno intorno ai 35 anni, non tanto bello e con un viso burbero, che indossava dei pantaloncini corti e una camicia a fiori stile hawaiano. Io avevo un prendisole corto e leggero. Lui sembrava timido, ma continuava a sbirciare le gambe e le tette che si vedevano dalla scollatura e dalle spalline che erano nude. Non mi piaceva granché, comunque parlando del più e del meno mi disse che io non avrei mai indovinato il lavoro che lui faceva. Incuriosita ho cominciato ad elencare tutti i lavori possibili. Niente. Dopo interminabili reticenze sue e pressioni mie m'ha svelato "l'arcano". Era un prete!
E da allora ho iniziato a guardarlo in modo diverso. Anche perché il suo sguardo insistente sul mio corpo ormai non potevo più calcolarlo come quello di un uomo normale che guarda una ragazza giovane e bella. E la cosa mi intrigava. Mi disse che era convinto della sua scelta ma che faticava a praticare l'astinenza, non tanto per il rapporto sessuale che non aveva mai avuto, ma sognava il corpo delle donne, soprattutto il seno lo attirava e gli sarebbe piaciuto vederlo e toccarlo. Sembrava non volesse spingersi oltre questo suo desiderio così "peccaminoso", sembrava veramente combattuto tra il desiderio e il senso di colpa, ed io nonostante la voglia di accontentarlo non riuscii ad essere sfrontata come mio solito, anzi, mi venne naturale essere comprensiva come una mamma... o meglio... come una balia. Gli dissi che non c'era niente di male a guardare e accarezzare il seno di una donna ecc. ecc. e che se voleva io glielo facevo fare.
Era ancora chiaro e comunque tutti e due dovevamo rientrare per cena così mi portò a casa e ci demmo appuntamento per le nove di quella sera.
Ci siamo rivisti in una stradina vicino a casa mia e siamo andati verso il lago. Lui era vestito normale, io pure con il solito vestitino corto, ma senza niente sotto. Ad un certo punto ha imboccato una strada di campagna e ci siamo appartati. Quante volte avevo vissuto quella scena: si ferma la macchina, si spegne il motore, il ragazzo si gira verso di te, e nel silenzio della campagna si sentono i respiri, qualche volta già affannati prima ancora di iniziare, poi il ragazzo allunga una mano o ti attira per baciarti e da lì tutto inizia... o finisce. Ma questa volta era diverso..., lui era teso e guardava dritto davanti a sé, sembrava lui la donna. Ho iniziato a parlare ma lui niente, s'é appoggiato con la testa sul volante e non si muoveva. Io non ero abituata a uno così, non sapevo che fare, poi ho pensato che se lui era come una donna io dovevo fare il maschio allora mi sono avvicinata, l'ho fatto girare verso di me, gli ho preso una mano e l'ho appoggiata sul mio seno. Lui l'ha tenuta lì per un po’ senza guardare poi ha cominciato a stringere e allargare la mano, come fa un uomo quando palpa le tette di una donna, poi con l'altra mano mi ha afferrato l'altra tetta, a lui non so, ma dopo un po’ di questi palpeggiamenti a me cominciava a piacere parecchio e cercavo di fargli infilare le mani nella scollatura, che non era delle più larghe.
Io volevo baciarlo, toccarlo, sentire se aveva il cazzo duro, ma lui non ha voluto, mi ha allontanato e con un'aria da pazzo mi ha detto: "Fammi vedere le mammelle. Fammi vedere le mammelle". Non potevo abbassarmi il vestito da sopra e allora l'ho tirato su fin sopra le tette scoprendo anche la figa bella pelata, poi l'ho tolto del tutto e restando lì nuda gli ho detto: "Toh guarda!"
Lui è rimasto pietrificato e ansimante e in quel momento mi ricordo che ho pensato: "Questo o scappa o mi mena dicendomi che sono un'indemoniata". Invece all'improvviso mi è saltato addosso cavalcioni, in un attimo ha azionato il sedile ribaltabile e m'ha brancicato le tette continuando a ripetere: "Che belle. Che belle. Che belle", e intanto le palpava, massaggiava, stringeva, me le faceva ballare, ruotare, mi pizzicava i capezzoli, li strizzava come a una vacca da latte, come forse aveva sempre sognato di fare nei suoi desideri mai realizzati. Mentre io stavo realizzando che lui era lì sopra di me, vestito e io sotto di lui, nuda, che ansimavo e muovevo i fianchi eccitatissima, perché ho sempre adorato farmi toccare il seno da un uomo, ma lui pensava solo a quello mentre io morivo dalla voglia di farmi penetrare, ma non sapevo come avrebbe reagito a quella richiesta, allora gli ho preso la testa, l'ho avvicinato a me e gli ho detto: "Succhiami le tette".
Nessuno mi aveva mai baciato il seno con il trasporto e la passione di quel prete. Era diverso dai ragazzi che coi preliminari cercano di eccitarti solo per raggiungere il loro scopo, sentivo che lui lo faceva non per far godere me, ma per soddisfare un suo desiderio troppe volte represso e mai realizzato fino ad ora e comunque lo faceva con ardore e quella sua frenesia mi eccitava tantissimo e sentivo la mia figa già bagnata.
L'ho toccato tra le gambe e mi sono accorta che aveva il cazzo durissimo, gli ho slacciato i pantaloni e l'ho aiutato a spogliarsi. Mentre lo spogliavo, con la mano tastavo il suo cazzo: era duro e grosso. Per togliersi più facilmente i pantaloni, si era rimesso sul suo sedile e mentre era lì io gli ho accarezzato con la mano le palle: erano dure, gonfie e grinzose come le ha un uomo quando è molto eccitato. Mi sono chinata e glie le ho toccate con le labbra, bagnandole di saliva, lui ha sospirato e ha arcuato il bacino, io ho iniziato succhiargliele e a leccarle dal basso verso l'alto smovendogli i coglioni come una cagna che gusta lentamente un osso saporito.
Il prete gemeva, sospirava, ma anche a me piaceva tanto leccargli le palle, aveva uno scroto duro e peloso, ma arrendevole sotto la lingua, potevo alzarlo e abbassarlo come mi pareva o leccarlo all'attaccatura delle cosce per poi ritornare sotto, dove inizia quella linea così sensibile per un uomo: tra le palle e l'ano, ed era questo che io volevo. E lui anche a quanto pare, perché per assecondarmi ha messo i piedi sul volante, e così mentre lui era lì nudo, con le gambe sollevate, nella posizione a uovo, io mi sono messa con la testa tra il sedile e i pedali e ho iniziato a leccargli il buco del culo. Sapeva di sudore e aveva un odore acre, ma questo mi ha eccitato ancora di più, prima l'ho leccato ben bene su fino alle palle, poi gli ho girato la lingua tutto intorno al buco mentre lui sospirava e gemeva, poi quando ho sentito l'ano rilassato e sporgente, gli ho spinto la lingua dentro spingendola e muovendola più che potevo. Mi piaceva, mi piaceva tanto, anche se non aveva un buon sapore, ogni tanto uscivo e lo leccavo come per pulirlo con la lingua larga come si lecca un gelato, poi gli infilavo di nuovo la lingua dentro e glie la rigiravo come un mulinello.... godevo. Godevo nel sentirlo lamentarsi e smaniare come un cane in fregola, ormai si era lasciato andare senza più ritegno, penso che neanche nelle sue fantasie più ardite fosse arrivato a tanto, magari quando si masturbava.... non gli avevo chiesto se lo faceva, ma credo di sì. Comunque mentre lo slinguavo ogni tanto gli guardavo il cazzo: era duro. Era un bel cazzo tozzo e duro e mi era venuta voglia di succhiarglielo.
Mi son seduta sul mio sedile ed ho chinato la testa verso la sua asta dritta. Ho iniziato a insalivargli la cappella e a leccargliela muovendo velocemente con la punta della lingua e nel frattempo gliela giravo intorno per valutarne la misura: era grosso. Non ho fatto fatica ad infilarmelo tutto in gola perché non era lungo, ma era largo e mi riempiva bene la bocca, e mentre continuavo a leccare e succhiare ho infilato la mano tra le sue chiappe e sentendo il suo buco del culo che ancora umido della mia saliva si contraeva gli ho infilato un dito tutto dentro facendolo sussultare di piacere. Ho cominciato ad andare su e giù con la testa, ingoiandolo fino in fondo, un po’ forte un po’ lentamente sempre con il mio dito che rovistava il suo buco del culo, leccando e succhiando con voglia mentre pensavo a quando me lo sarei preso in figa. Ad un tratto mi ha afferrato per i capelli e mi ha tirato via, mi ha fatto mettere seduta sul mio sedile, ha cercato di mettersi tra le mie gambe ma lo spazio era troppo stretto, allora è sceso ed è venuto dalla mia parte, ha aperto la portiera della macchina, io mi sono girata e ho messo giù i piedi e ho allargato le gambe offrendogli la mia figa, il prete si è avvicinato ha puntato il cazzo nella mia figa e mi ha penetrata, il suo cazzo è entrato facilmente in quel mare di umori, la mia figa era bagnatissima. Il suo cazzo era grosso e sentirlo che andava su e giù dentro di me mi faceva godere tantissimo, lui ha accelerato il ritmo ed io sono partita quasi subito e poi dopo alcuni colpi è partito anche lui tirandosi via e tenendo il cazzo in mano menandoselo, non avevo mai visto tanta sborra uscire da un cazzo.
Io ancora eccitata nel vedere quello che usciva da quel cazzo mi sono messa a massaggiarmi il grilletto, in un attimo ho ripercorso tutte le sensazioni e le immagini di quella situazione veramente arrapante, pensavo al prete sopra di me, tra le mie gambe spalancate, non all'uomo; pensavo al suo cazzo che era andato su e giù dentro di me e pensavo che non l'aveva mai messo in una figa umida e calda, tutto questo, unito al suo partire urlando, mi ha fatto nuovamente montare l'orgasmo e ho goduto come un'indemoniata per la seconda volta mentre lui mi guardava con il cazzo in mano che ancora sgocciolava di sperma e continuava a menarselo.
Mi ha poi chiesto se poteva ancora mettermelo dentro ma non avendo preservativi gli ho risposto di no, allora lui si è inginocchiato tra le mie gambe e mi ha allargato le labbra della figa, che era tutta pelata, l’ha guardata con avidità, allora io gli ho messo una mano tra i capelli e l’ho tirato tra le mie gambe, il prete non aspettava altro ha affondato la faccia nella mia figa ed ha iniziato a strofinare il suo viso tra le labbra della mia figa aperta, poi con la lingua si è messo a leccarmi tutta asciugando e bevendo tutti i miei umori, e mentre lui mi leccava io mi massaggiavo il grilletto e ricominciavo a sentire nuovamente aumentare il piacere, anche perché pensavo che quello che mi leccava la figa era un prete.
Dopo avermi leccata tutta mi ha chiesto se mi mettevo alla pecorina, io l’ho guardato con uno sguardo interrogativo ma lui mi ha detto che voleva guardarmi, allora l’ho accontentato e mi sono messa in ginocchio sul sedile con il culo che sporgeva fuori dalla macchina.
Il prete sempre inginocchiato dietro di me con le mani si è messo ad accarezzarmi le chiappe, a toccandomi il buco del culo e poi con le dita scendeva e me le metteva dentro la figa rovistandomi tutta.
Poi si è avvicinato con la bocca e ho sentito la sua lingua leccarmi prima le cosce e poi si è spostato sempre di più verso il mio buco del culo, a me non l’aveva mai leccato nessuno e in quel momento aspettavo con trepidazione di sentire una lingua che me lo leccasse.
Finalmente il prete ha postato la sua lingua sul mio buco ed io ho avuto un sussulto di piacere, lui vedendo che io godevo ha iniziato a leccarmi e infilare la sua lingua dentro, ma io da quel buco ero vergine e lui faticava un po’, ha continuato a leccarmi e mi sono accorta che nel frattempo si menava il cazzo facendosi una sega. Dopo un po’ è nuovamente partito.
Ci siamo ricomposti e seduti in macchina, io ero soddisfatta e contenta di essermi fatto un prete, mentre lui mi sembrava cupo e pensieroso, era preoccupato. Poi mi ha chiesto: “Non verrai mica a cercarmi”. Io l’ho rassicurato e gli ho detto di no, anche se in quel momento pensavo che stavo dicendo una bugia. Lui abbastanza rassicurato mi ha accompagnato a casa, prima di lasciarci gli ho detto che quando voleva sapeva dove trovarmi, lui non mi ha risposto, io sono scesa e lui se ne è andato.
Ci ho messo alcune settimane ma alla fine ho scoperto che faceva il viceparroco in un paese sul lago, e una domenica con una mia amica che era all’oscuro di tutto sono andata a Messa nella sua parrocchia, mi sono seduta in seconda fila in modo che potesse vedermi bene ed ho aspettato, quando è entrato con un chierichetto davanti non si è accorto di me ed ha iniziato a dire Messa, ma quando è venuto vicino alla balaustra per fare la predica i nostri sguardi si sono incrociati, è rimasto impietrito ma poi si è ripreso ed ha continuato la sua funzione, e io prima che lui finisse la cerimonia con la mia amica sono uscita e me ne sono andata.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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