Il terzo incomodo

C'era una volta in un piccolo villaggio di campagna due contadini, Giuseppe e Mario. Giuseppe era un omone alto e robusto, con una barba folta e gli occhi scuri. Mario invece era più piccolo ma molto agile e muscoloso, con i capelli biondi e gli occhi verdi.

I due si erano conosciuti sin da bambini e avevano sempre trascorso le giornate insieme, giocando nei campi e facendo il bagno nel fiume. Ma col passare degli anni, i loro sentimenti si erano trasformati in una passione incontenibile.

Un giorno, durante la mietitura del grano, Giuseppe e Mario si ritrovarono da soli in un campo. Guardandosi negli occhi, capirono che era arrivato il momento di confessare i loro sentimenti.

"Giuseppe, io ti amo da sempre", disse Mario, prendendo il coraggio a due mani.

Giuseppe rimase sorpreso, ma poi sorrise. "Anche io ti amo, Mario. Ti ho sempre desiderato", rispose.

Senza perdere tempo, i due si abbandonarono ad un bollente amore passionale, tra baci e carezze. Si sdraiarono sull'erba fresca del campo, dimenticandosi di tutto il resto.

Ma la loro passione non passò inosservata agli animali della fattoria. Una vecchia vacca, che osservava la scena da lontano, pensò che i due contadini avessero bisogno di una lezione. Così, approfittando di un momento di distrazione, la vacca si avvicinò silenziosamente e sussurrò all'orecchio del toro: "Guarda che quei due stanno facendo qualcosa che non dovrebbero!".

Il toro, un po' confuso, si avvicinò anch'esso al campo. Ma quando vide Giuseppe e Mario in intimità, non poté fare a meno di scoppiare a ridere.

"Ah ah ah! Ma cosa state facendo, ragazzi? Non mi avevate detto che eravate così intimi!".

Giuseppe e Mario si guardarono, un po' imbarazzati. Ma poi, visto che ormai la situazione era scoperta, decisero di affrontare la situazione con ironia.

"Eh sì, caro toro. Ci siamo innamorati l'uno dell'altro, e ora siamo inseparabili", rispose Giuseppe, ridendo.

Il toro annuì, e poi disse: "Bene, allora auguro a voi due di essere felici insieme. E se vi serve una mano, non esitate a chiedermi!".

E così, tra risate e scherzi, Giuseppe e Mario continuarono a vivere la loro passione senza vergogna. I loro amici contadini li accettarono per quello che erano, e la fattoria divenne un luogo di tolleranza e di divertimento.

Una mattina, dopo aver fatto l'amore appassionatamente nel fienile, i due contadini si ritrovarono davanti al toro che li fissava con espressione sospettosa.

"Guarda quello, sembra geloso!" esclamò il contadino più giovane, ridendo.

"Il toro? Ma scherzi, non può essere geloso di noi!" rispose l'altro, sorridendo.

Ma in realtà il toro era effettivamente geloso. Ogni volta che i due contadini si avvicinavano, cercava di mettersi in mezzo, mugghiando e scodinzolando.

"Guarda come fa, sembra un cane che vuole attenzioni!" commentò il giovane contadino, divertito.

"Ma tu ci stai facendo caso, eh?!" rispose l'altro, ridendo ancora più forte.

Il toro, nonostante i suoi tentativi, non riusciva mai a mettersi veramente in mezzo ai due amanti. Ma non perdeva occasione per cercare di avvicinarsi, anche solo per un po' di carezze.

La passione tra i due contadini continuò a crescere, alimentata dalla loro complicità e dalle risate che condividevano ogni volta che il toro cercava di intromettersi.

E così, tra mugugni gelosi e risate comiche, i tre continuarono a condividere il loro spazio nel fienile, senza mai dimenticare la passione che li univa.