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Matilde 08-15 - Solo Debra e io


di Alex46
30.10.2019    |    780    |    0 8.7
"Ahhhhhhhh!!!!!! - Ahhhhh!!!! Arghhhhhh!!!!! - le rispondo subito io, scoppiando a mia volta in un foco artificiale di goduria..."
Quando vado a prenderla, puntuale, lei se possibile è ancora più bella di oggi. Gonna blu e camicia azzurra di seta sono gli stessi, sotto il giaccone. Una figa che tutti guardano. Lei entra in auto sorridendo.
- Che pensi? - mi chiede visto che la guardo così.
- Che sei una figa da urlo e che non c’è momento che tu non mi faccia venire voglia di fare l’amore con te...
- E tu anche, cara...
- Ho voglia di toccarti, Debra - le mormoro mettendo in moto.
- E perché non lo fai... almeno un po’?
- Amore... sto guidando...
- E dai... ai semafori... almeno mettimi una mano sotto la gonna...
- Ne hai tanta voglia?
- Da morire... prova a sentire - conclude ponendo di forza la mia mano destra sul suo inguine, sotto alla gonna. Ha le mutandine umide.
- Anch’io mi sento umida - dico sottovoce.
- Matilde... ho voglia di scoparti... ho voglia che tu mi lecchi... fai presto, andiamo a casa...
- Ci sarà Michele?
- Se ci sarà vedrà sua moglie infoiata non degnarlo d’uno sguardo e saltare addosso a te...
- Poverino...
- Stasera ho soprattutto voglia di te... oggi non sono rimasta soddisfatta del tutto. È tutto il pomeriggio che ti penso. Voglio scoparti con un giocattolo...
Intanto, a un altro semaforo, le entro dentro con due dita.
- Sììì... scopami... cosìììì...
Ma purtroppo sono costretta a ritirarmi dopo poco, lei ci rimane male, si tira su la gonna, s’infila le sue di dita, si masturba come se lo scopo della sua vita fosse solo quello di eccitarmi con il suo orgasmo.
- Vengoooooooo!!!! - mi urla dopo qualche secondo.
- Prima andiamo a comprare quelle cose che dicevamo... poi corriamo a casa a scopare... ti va? - dico io.
- Come stiamo con le lettere? Ormai è passato un bel po’... mi risponde lei saltando di palla in frasca.
- Io non ho scritto ancora nulla - le rispondo.
- Neppure io.
- Siamo degli incoscienti.
- Vedrai che scriveremo - dice lei - quando sarà il momento ce ne accorgeremo.
Ci eravamo dette di fermarci da Calzedonia e comprare qualche cosetta, cosa che facciamo in fretta e furia. Credo che le commesse mai abbiano viste due così frettolose di comprare, due così fighe, poi.
Quando rientriamo in macchina Debra mi eccita ancora con i suoi discorsi, dicendomi quanto non vede l’ora di scoparmi via il cervello.
Entrate in casa andiamo in camera da letto in stato di vera agitazione, mentre ci spogliamo stiamo tremando. E finalmente le vedo la figa, ancora bagnata della venuta precedente, così non riesco a trattenermi dall’inginocchiarmi di fronte a lei e leccargliela. Ho su solo la camicia, sbottonata. Lei allarga le gambe, in piedi, in modo da favorire il mio servizio erotico. E intanto geme pesantemente. Poi però si riprende quel tanto che basta per decidere di spogliarmi del tutto e di spingermi sul letto.
Per un po’ ci baciamo, accarezzandoci e premendo seno su seno, bacino su bacino. Poi lei piano piano si abbassa e va a mettere il viso là dove non vedevo l’ora lo mettesse. Con la lingua un attimo dopo mi penetra la figa. E non contenta, dopo un minutino di trattamento così, mi infila un dito.
- Scopami... ti prego... scopami con il dito... e leccami il bottone... ahhh, sìììì... cosììììì...
Alzo le reni per andarle incontro, per offrirle tutta me stessa. Le afferro il capo, lo tiro a me con tutte le mie forze. Poi ci mettiamo a 69, e allora anch’io la lecco fino allo spasimo. Lei è sopra di me e ci stiamo leccando senza quartiere, vogliamo finirci a vicenda.
In questa furia d’amplesso saffico io vengo, mugolando, sbrodolando umori in faccia a lei che non smette neppure per un secondo di leccarmi, fino a che non sentiamo aprire la porta.
- Cazzo, questo è Michele - dico io appena rendendomi conto.
- E allora... ??? Dai, continua, leccami, così ci vede così... dai...
Lei si sta agitando su di me, io sotto di lei sembro una tarantolata. Con le cosce le sto stringendo la testa, le gambe le sto agitando per aria.
Ed è così che Michele ci vede.
- Vieni, vieni anche tu, presto - gli faccio urgenza.
- Beh, sembra che che ve la caviate bene, anche senza di me - risponde il cretino.
In quella Debra, forse eccitata dalla risposta del marito, comincia a godere il suo orgasmo, il quarto di oggi.
- Ahh, ahh.. dio... succhiami... leccami... - mi incita - mettimi due dita.. ora... ahhhhhhhh!!!!!!
- Ahhhhh!!!! Arghhhhhh!!!!! - le rispondo subito io, scoppiando a mia volta in un foco artificiale di goduria.
Quindi ci baciamo, lascive, scambiandoci le nostre rispettive sborrate, e continuiamo a strusciarci una sull’altra, fino a che non ci ritorna in mente Michele.
- Pensi che si sia arrabbiato?
- E perché dovrebbe?
- Michele, dove sei? - urlo io.
- Ragazze, stasera non ne ho voglia. Scusate... Ho avuto una giornata dura e vorrei solo prendermi un aperitivo, mangiare qualcosa e andare a letto.
- Va bene, amore - gli risponde Debra - Fra dieci minuti siamo lì da te, e saremo tutte per te... Ci lasci sole ancora un pochino?
- Beh, io posso preparare gli aperitivi, intanto - urla lui già in cucina.
E allora Debra schizza via dal letto, in pochi secondi si procura i nostri dildo, quello azzurro e quello rosso, mi porge il mio e con uno sguardo da invasata comincia a devastarsi la figa con quello strumento, mentre io faccio altrettanto. Ci vogliono cinque minuti per farci esplodere il nostro ultimo orgasmo della serata, con urla che certamente arrivano anche in cucina.
Poi ci precipitiamo ridendo in bagno. Ne usciamo vestite da ragazzine, sorridenti. Due brave ragazze, con il loro uomo tutto per loro. Ma in tutto questo sento la figa un po’ indolenzita.
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