Lui & Lei
Matilde 06-03 - Il vicino: anni fa a Castiglioncello (retro)
di Alex46
29.07.2019 |
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"Cominciai ad accarezzarmi il seno e la pancia, ad allargare le gambe ed esporre totalmente il sesso..."
Una sera racconto ai miei due compagni un’avventura della quale ero stata protagonista tanto tempo fa, allorché ero stata al mare di Castiglioncello con uno dei miei fidanzati, Filippo. Dopo tre o quattro giorni di vacanza, lui aveva dovuto fare un viaggio lampo a Firenze: era partito al mattino con tutta l’intenzione di tornare il giorno dopo.- Ti va di stare qui da sola un po’ più di 24 ore? Scusa, ma devo proprio andare.
La casa era comoda, la spiaggia vicina. Cosa poteva impedirmi di stare a prendere altro sole e farmi una nuotata? La compagnia di Filippo era ottima, ma potevo anche stare senza di lui. Feci una smorfietta di disappunto, ma poi sorrisi che sarebbe andato benissimo.
Per tutto il giorno fui alla spiaggia, dove presi il sole, un po’ dormii, feci due o tre bagni. Dovetti scacciare con gentilezza due o tre importuni, lessi un po’ di riviste e finii un libro.
Alla sera me ne tornai a casa, una villettina vicino ad altre, abbastanza isolata ma non troppo. Me ne stavo davanti allo specchio della camera da letto e ammiravo la sottile traccia che i lacci del mio tanga avevano lasciato sulla mia pelle imbrunita. Avevo i capelli ancora più lunghi di quanto li ho adesso e guardandomi allo specchio mi piacevo un casino. Il sole della giornata poi mi aveva predisposto: e così in quel momento decisi che mi sarei toccata.
Mi accarezzai subito il seno, a mani piatte, e vidi subito e sentii i capezzoli irrigidirsi. Mi umettai un dito tra le labbra e lo passai sulle aureole, per sentire che effetto piacevole faceva. Avevo giù un discreto languore e sentivo i battiti del cuore accelerare. M’immaginavo la faccia di qualcuno affondata tra le tette, perciò mi scaldavo sempre di più.
Mi sdraiai sul letto e mi tirai via il tanga, allargando poi le gambe. Sentivo il piacere d’essere completamente nuda e sentii anche che stavo inumidendomi nell’anticipo di quanto stavo per fare.
Mi bagnai di saliva le dita e quindi le utilizzai per dividermi le grandi labbra, occasionalmente entrando un po’ in profondità.
- Mmmm - dissi tra me assaggiando il liquido della figa - come è dolce....
Tenendo separate le labbra con la mano sinistra, con il dito medio cominciai a sfregarmi il clitoride e a emettere i primi gemiti del piacere che si stava costruendo.
- Ahhh... ohhh - sospiravo.
Poi affondai il dito dentro la vagina, ormai fradicia anche se ancora stretta. Lo tenni dentro un po’ prima di uscire a riaccarezzarmi il bottoncino. Il piacere stava crescendo al galoppo, ormai dimenavo la testa all’indietro e ai lati, mentre inarcavo leggermente la schiena.
- Sììì, ecco, sììì, sono così vicina.... ohhhhhhhhhhh, ohhhhhhhhh!
Dopo quello splendido orgasmo stetti un po’ lì a cercare di connettere, a occhi chiusi. Nel frattempo la respirazione stava tornando normale.
Intanto fuori era il tramonto, potevo vedere la luce caratteristica, nel silenzio della sera. Dormii anche un po’ credo, perché quando ebbi di nuovo coscienza, era sensibilmente più scuro. In casa quasi buio.
Mi alzai per andare in bagno, poi pensai di fare una doccia ma rimandai. Nel tornare in soggiorno vidi una finestra con la luce accesa, in quella stanza si stava muovendo una figura d’uomo. Guardando meglio vidi che indossava solo un paio di shorts.
Era carino e non l‘avevo ancora visto in giro: non vedevo cosa stava facendo, mi sembrava solo in casa e improvvisamente sentii attrazione per lui: l’orgasmo appena avuto evidentemente mi aveva scaldato e avevo bisogno di darmi altre attenzioni.
Ero ancora del tutto nuda. Mi presi una poltrona e la piazzai proprio davanti alla parete a vetri del soggiorno: sapevo che da fuori non potevo essere vista senza illuminazione interna.
Cominciai ad accarezzarmi il seno e la pancia, ad allargare le gambe ed esporre totalmente il sesso. Quel poco di esperienze voyeuristiche che avevo avuto e il bagnato che sentivo riapparire tra le gambe mi confermavano che probabilmente mi sarebbe piaciuto.
Il mio vicino aveva trovato quello che stava cercando: poi si spogliò e potei vedergli un bellissimo sedere muscoloso. In quel momento non potei evitare di toccarmi, mi eccitava un casino guardarlo di nascosto.
Stavo già di nuovo respirando in modo affannoso sgrillettandomi a dovere la figa, quando lo vidi sdraiarsi sul letto, di fianco però, dandomi quindi sempre la schiena, come leggesse qualcosa. Io ero già passata al clitoride, decisa a venire ancora. Aveva una bellissima schiena. Poi mi accorsi che qualcosa di lui si muoveva, la sua mano destra era scomparsa davanti a lui e gli vedevo il bacino muoversi piano.
Quello che stava facendo era ovvio. Io allargai ancora di più le gambe, appoggiandole sui braccioli della poltrona, poi continuai a masturbarmi con gusto, particolarmente eccitata a sapere che lui non sapeva niente di tutto questo. Dopo poco mi stavo sditalinando con furia.
Ero molto vicina a venire, e anche lui aveva aumentato il ritmo. Poi lui si sdraiò, facendomi vedere con ciò la sua erezione.
- Cazzo! Che roba! - non potei fare a meno di esclamare dentro di me. Non era enorme, ma lungo e ben aggraziato, e tutto questo era ancora più bello perché lui ora aveva inarcato la schiena. Si stava letteralmente scopando la mano chiusa e io desideravo un casino essere al posto di quella mano. Me lo sentivo quasi tra le gambe da tanto lo desideravo.
Ero quasi in orgasmo quando il mio vicino improvvisamente si fermò, sempre a fianchi rialzati, sempre il cazzo nella mano che lo teneva alla radice. Non riuscii a vedere gli schizzi di sperma, ma potei contarli. Tre volte lo vidi contrarsi, mentre io avevo tre dita dentro e mi stavo facendo venire come una fontana tremante, godendo di ogni ondata che mi arrivava, fino a che non collassai sulla poltrona.
Anche lui era lì fermo, probabilmente nelle mie stesse condizioni. Poi si alzò, indossò gli shorts, uscì dalla stanza spegnendo la luce e accendendone un’altra. Poi si affacciò a una finestra verso di me.
Fui presa da raptus, mi alzai anch’io, accesi la lampada accanto alla poltrona e mi riaccomodai, ancora a gambe larghe. Non potevo vederlo in faccia, solo la silhouette, ma ero sicura che lui fosse lì, improvvisamente colpito dal mio inatteso spettacolo. Anche allora avevo il pube quasi completamente depilato e perciò sapevo che ero irresistibile. Quando lo vidi muoversi non so per fare cosa, ne approfittai per alzarmi e chiudere le tendine.
Avevo sempre più bisogno d’una doccia, così non ebbi più altri indugi. Fui sotto l’acqua almeno una mezz’ora, nel bagno ancora un bel po’, risposi al colpo di telefono del mio fidanzato, quindi finalmente potei dedicarmi al mio vicino.
Era in mezzo alla stanza a luce accesa. Io spensi la mia. Potevo vedere che intenzionalmente guardava verso casa mia, poi evidentemente deluso rispense la sua luce.
Potevo immaginare che era lì a spiarmi, farmi credere di non esserci e aspettare che io riaccendessi la luce.
A quel punto dovevo agire io. Indossai un baby doll trasparente, domandandomi se avrei avuto il coraggio di fare il prossimo passo. La mia stanza da letto era accanto al soggiorno, anch’essa con la parete a vetri. Mi avviai, poi dando la schiena alla vetrata, mi stirai con fare molto sensuale, poi mi sedetti al bordo del letto, ormai senza più baby doll. Mi domandavo se lui era là, ma quasi non avevo dubbi. Mi si stavano indurendo i capezzoli.
Perciò li accarezzai, come fossi in una di quelle vetrine in cui le donne si agitano e danno spettacolo. Di mano in mano che procedevo nel mio accarezzarmi, senza trascurare nulla del mio corpo, sentivo l’eccitazione che stava riprendendomi, anche perché m’immaginavo che fossero le sue mani a prendersi cura di me. Tutto si traduceva poi in ulteriore bagnato tra le gambe e languore al basso ventre.
Ero fermamente determinata a fare uno show per lui, quindi non ci misi molto a toccarmi la figa: dapprima piano e con rispetto, poi sempre più di furia, senza neanche far finta di coprire qualcosa. Avevo un dito dentro e lo si vedeva bene, poi lo estrassi per mettermelo in bocca e succhiarlo quasi con avidità. Mi leccavo i miei umori e mi arrapavo ancora di più.
Continuai a sditalinarmi la figa e a carezzarmi le tette per alcuni minuti. Non riuscivo a non pensare neppure per un secondo all’uomo che mi stava guardando nel segreto della sua oscurità. Fui fulminata da un piccolo orgasmo (ed era il terzo della serata) mentre pretendevo che il dito che mi rovistava fosse il suo. Mi lasciai andare di schiena sul letto, lasciando le gambe aperte e la figa bene in vista. Era il momento di finirmi. Mi stirai sul letto fino alla mia borsa, ne estrassi il vibratore, ritornai nella mia posizione a bordo letto. Ci giocai un po’, leccandolo, passandomelo sul seno, sfiorandomi il clitoride. Poi lo accesi, facendo in modo che lui vedesse bene, lo passai e ripassai sul clitoride. Praticamente tremavo, da tanto che ero eccitata e da come mi sentivo troia per uno sconosciuto. Senza neppure mettermelo dentro ero sull’orlo di un altro orgasmo che si preannunciava sconvolgente. Ma la cosa più importante rimaneva lo show, pertanto lasciai che una gamba si appoggiasse sul pavimento mentre con decisione ormai infilavo su e giù il vibratore. Non con l’intento di venire, anzi al contrario con l’intento di durare il più a lungo possibile.
Mi venne in mente che potevo strafare. Mi alzai a prendere la cremina per i miei rapporti anali (già allora mi piaceva, ma era un evento piuttosto raro...). Incremai il mio dildo davanti alla vetrata, mi spalmai ciò che rimaneva sulle mie dita nella zona della figa con un movimento che non esito a definire realmente osceno. Indossai anche un paio di sandali per essere ancora più figa, quindi mi appoggiai ancora a bordo letto, due cuscini dietro la schiena, le gambe e la figa oscenamente spalancate di fronte alla vetrata. Mi infilai il dildo in profondità, piano, senza violenza, ma con decisione. Poi lo ritirai piano, lasciando dentro solo la punta, poi lo spinsi dentro in un solo colpo. Sentivo squassarmi in due dal godere che mi procuravano quel cazzo finto assieme alla certezza di essere osservata. Cominciai a scoparmi letteralmente la figa, a ogni colpo tremavo di piacere. Mi agitavo a destra e sinistra, poi sentii che l’orgasmo era inevitabile. Ancora un ultimo pensiero allo sguardo dello sconosciuto, quindi esplosi in un “climax” che sembrava più un terremoto: e a quel punto inarcai tutto il corpo, con il dildo dentro, verso la finestra, in un ultimo sforzo di offrirmi a lui.
Ero totalmente sfinita, feci perfino fatica a spegnere la luce. Ma sdraiata dov’ero avevo buona visuale sulla finestra del mio vicino: che però non dava segni di vita.
Stavo già per andare in bagno, quindi in cucina per mangiare qualcosa, quando ecco che vedo accendersi un fiammifero nell’oscurità di quella stanza (per una sigaretta?). Per un attimo gli vidi il volto: era ancora seduto davanti alla sua finestra. Sicuramente aveva visto tutto».
- Questa non ce l’avevi mai raccontata - conclude Debra - che tu fossi un’esibizionista lo sapevamo, ma a questo punto.... Chissà quante ne hai ancora di cosette come questa da raccontarci...
- Eh, ci penserò... un seguito ci sarebbe. Voi intanto vedete di fare un po’ di esame di coscienza e magari recuperare qualche ricordo dei vostri...
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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