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Matilde 06-01 - Spiando Michele e il seguito


di Alex46
25.07.2019    |    3.430    |    1 7.6
"- Neanch’io, ma lo facciamo per Matilde..."
La sera del 12 dicembre entro in casa silenziosa, ogni tanto ci facciamo questo scherzo uno con l’altro. So che c’è qualcuno, non so chi. Appoggio il cappotto su una poltrona, poi vado diritta al bagno che vedo illuminato.
Michele è nudo davanti allo specchio del lavabo: posso vedere riflesso il suo bellissimo cazzo, duro come non mai. Si sta masturbando, con movimenti lenti della mano destra. Nell’altra mano ha una fotografia e la sta guardando intensamente. Chissà se è una delle pagine di tante riviste porno che girano nel suo ufficio o se è una foto mia o di Debra o di noi due assieme... Questo da qui non posso vederlo. Lui intanto ha leggermente accelerato il ritmo. Poi per essere più comodo appoggia la foto contro lo specchio. Sono distante circa tre metri, dietro la porta aperta, e riesco a vedere che... sì, sono io quella... sono proprio io mentre del tutto scosciata mi offro a lui fotografo con un dildo nella figa.
Ora comincia a gemere, la masturbazione è sempre più violenta, anche se ora la foto m’impedisce di vedere bene. Non oso avvicinarmi, altrimenti mi vede nello specchio. Fino a che ruggisce un orgasmo e spruzza sperma nel lavabo, a cazzo abbassato, anche a rischio di bagnare la fotografia. Ho ben presente quella foto, sembra che voglia dire “Hai visto dove ti ho portato?”.
Rimane un po’ lì davanti, ansimante, poi, lasciando lì la foto, si avvia deciso verso la doccia.
Attendo i primi scrosci d’acqua per entrare a mia volta silenziosa: mi avvicino alla foto, mi alzo la gonna con una mano e mi scosto le mutandine, poi con la destra mi carezzo il clitoride guardandomi nell’immagine. Non so se sono più figa nella foto o qui nella realtà, a gambe semiaperte ma vestita, a sgrillettarmi mentre il mio uomo è sotto la doccia. C’è ancora la sua sborra nel lavabo, una gocciolina è finita sulla foto. Con il dito me la metto in bocca...
Penso al suo cazzo che poco fa qui ha sborrato, mi guardo piena del dildo con quello sguardo provocante, così m’infilo il dito dentro e lo muovo sempre più veloce fino a sentire che le ondate dell’orgasmo non sono affatto lontane.
In quella l’acqua cessa di scorrere e Michele mi sorprende lì, a masturbarmi davanti alla mia foto, mentre ormai comincio a gemere e a smollare una goduta bestiale, fantastica anche per la situazione che si è venuta a creare. Lui mi abbraccia da dietro e mi porta a letto senza una parola. È di nuovo pronto.
Io però prendo tempo, dicendo che ho bisogno di andare in bagno. E così mi avvio, gettando un’altra occhiata furtiva alla foto che è sempre là.
Faccio una doccia rilassante, mi cospargo di olio con molta cura, poi esco dalla doccia con l’intenzione di asciugarmi i capelli, quand’ecco che vedo che la foto non c’è più e poi capisco che di là dev’essere arrivata anche Debra.
Vado in camera da letto e la vedo carponi sul letto, ancora praticamente vestita e con i pantaloni solo abbassati, subire la furia di Michele che la devasta da dietro, mentre lei si sta masturbando il clitoride guardando intensamente la mia fotografia!
- Fottimi, così, fottimi amore... è tutto il giorno che ti desidero... ciao, Matilde... mi ha raccontato tutto come vedi, e non ho saputo resistere... sììì, cosìììì, ahhhah, sììì, scopami così mentre io mi sgrilletto sulla foto di Matilde, sììì... e tu, dai vieni anche tu... Matilde... cosa aspetti?
Nuda come sono non me lo faccio ripetere, sono solo indecisa se prendere un vibratore e massacrarmi di seghe davanti a loro o se invece fare qualcosa di più comunitario. Poi decido di porgere il vibratore acceso a lei che se lo strofina sul clitoride con un ahhh di piacere. Mentre li guardo mi sento ribollire, vado a sedermi sul letto davanti alla sua faccia, spostando appena la foto.
- Non è meglio quella vera? - le chiedo - leccami, amore.
Lei affonda la faccia tra le mie gambe e mi lavora con la punta della lingua: sta godendo in modo continuo da almeno un minuto ma si dedica a me in modo quasi impossibile, leccandomi dal buchetto del culo al bottoncino. In un attimo mi porta alle soglie dell’orgasmo.
- Oh, sìì - gemo - leccami cosììì, da donna... - e mentre lo dico le spingo sempre di più il bacino sulla faccia, quasi a soffocarla. Ma lei, godendo, riesce anche a continuare a leccarmi in modo davvero selvaggio, facendomi esplodere all’improvviso. E così godiamo tutti assieme, perché anche Michele si lascia andare regalando alla moglie un’ultima ondata di amore e di godimento. E mentre lo fa la sbatte così forte che lei lascia andare il vibratore che continua a ronzare dimenticato per qualche minuto, fino a che non me lo introduco io.
- Ragazzi, che seratina che si preannuncia... non abbiamo neppure ancora mangiato! - osservo. Poi mi sdraio sul letto, decisa a farmi per la terza volta. Loro si sdraiano vicino a me, uno per parte e decidono di leccarmi il clitoride da sinistra e destra con piccoli colpi di punta di lingua mentre io mi stantuffo il vibratore. Io, la testa su un cuscino, guardo i loro visi così vicini, così intenti al mio piacere. Non ci vuole molto a farmi urlare il mio terzo e spero non ultimo orgasmo della serata.
È ora di mangiare qualcosa ma, come spesso ci capita, non è il cibo a interessarci maggiormente: è la preparazione, sono i dialoghi scherzosi, gli ammiccamenti, le piccole seduzioni. Abbiamo addosso solo le mutandine e Michele i suoi boxer. Mi sento in piena forma, quando parlo è come se lo facessi con le tette erette, sode, come se ci fosse un continuo doppiosenso in quello che dico: e ci facciamo fuori anche una bottiglia di vino, più una mezza già incominciata. Continuiamo a parlare dell’episodio di prima e di quanto fosse eccitante vedere gli altri in solitudine (o creduta solitudine) procurarsi piacere. Già rilassati, eravamo pronti per continuare una delle nostre tante maratone sessuali. Si trattava di giocare, però, di avere fantasia, almeno per ricominciare, almeno per me. Invece a un certo punto Debra abbraccia Michele e gli stampa la lingua in bocca, sfregandosi anche contro il suo torace. Li vedo giocare con la lingua, poi Michele non si trattiene dal palpare e accarezzare le fiere tette di sua moglie che, a capezzoli duri, sono un vero spettacolo. Siamo ancora in cucina, avevano appena finito di rigovernare: li osservo e mi piace farlo, poi mi concedo a Debra che di colpo ha cambiato oggetto e si dedica a me con uguale passione. Mi trascina poi sul divano e continua a baciarmi in modo assai lascivo, anche perché io le rispondo allo stesso modo. Già mi sorprendo a domandarmi quanto bagnata sia Debra, allora armeggio con i suoi slip, lei con i miei, ma sono io a vincere e ad affondare per prima il viso tra le sue gambe. L’odore di sesso è forte, nessuno di noi si è lavato, l’abbiamo fatto apposta. Nella sua figa è ancora tutto il rimasuglio di sperma e di umore suo.
Michele è rimasto in piedi a guardarci, estatico come sempre. Poi lei si ribella, mi costringe a staccarmi, mi fa spogliare del tutto. Ora siamo in piedi e di fronte, assolutamente nude. Tutto del nostro corpo vuole lo scontro fisico, un impegno totale a godere e a far godere l’altra. Ci guardiamo, respiriamo, ci accarezziamo con quest’unico scopo. Io preferisco abbandonarmi alle sue carezze, mi sta sfiorando i capezzoli: il suo stare in piedi di fronte a me è un grande show, la spettacolarizzazione dell’attesa a beneficio del maschio che guarda. Da un lato tutti e tre vogliamo che questo duri per sempre, così. Debra ora si è avvicinata e mi sta mordicchiando un orecchio poi, nella sua eccitazione si china a succhiarmi un capezzolo e lo fa come se questo fosse il mio bottone del piacere, con la stessa intensità di suzione. La necessità che provo di un sollievo più profondo si fa sempre più impellente.
Debra ora guarda Michele, come aspettasse un suo assenso, poi senza attendere nulla mi prende per mano e mi conduce sul nostro letto, mi adagia e mi copre con il suo corpo andando subito a frugare con la lingua tra le mie gambe e lasciando che io faccia lo stesso con lei. Ci lecchiamo con frenesia, concedendoci in modo totale e cercando febbrilmente l’una di far godere l’altra, di portarla al più presto all’orgasmo.
- Michele, per favore, portaci la cremina.... - s’interrompe un momento Debra.
- Spalma tutte e due, amore - aggiungo io quando lo vedo avvicinarsi con il tubetto richiesto.
Michele spalma il culetto di sua moglie con una dose generosa, poi anche il mio, con un po’ più di fatica visto che sono sotto. Sì, proprio così, ci lubrifica il culo, così possiamo scoparci con le dita... Ma il nostro uomo ha portato anche due vibratori, e ce li accende, nel caso preferissimo.
Mi piace sentire il mio dito che le entra nel buco più piccolo, mi piace sentire come lei cerca di favorire quest’introduzione, senza mai interrompere però di leccarmi. Poi cambia idea e, afferrato il vibratore, me lo infila. Sono così fradicia che lo inglobo quasi risucchiandolo e dopo pochi secondi di va e vieni mi ritrovo a gemere un orgasmo che promette di durare a lungo. Quando Debra capisce questo, allora repentinamente estrae l’attrezzo e me lo infila con precauzione nel buchino bianco di crema. Questo cambio di stimolo e di sensazioni è così rapido che non interrompe la mia ondata continua di piacere, anzi le restituisce energia e le dà maggiore vitalità: e così mi ritrovo a gemere sempre più forte, mentre lei mi va su e giù nel culo. Mi sento piena e dalla figa sborro già da minuti, sembra davvero interminabile. E in più non è di quelli così violenti che talvolta desideri proprio finiscano al più presto.
Ma in tutto questo mi sono dimenticata di lei, ho sempre il volto vicino al suo sesso, ma sono così presa dal quarto orgasmo della mia serata che non riesco a fare nient’altro che dirle: - Fottimi, Debra, sì, fottimi ancora così... sto sborrando, ma tu continua a fottermi... mettimeli dentro tutti quei 12 centimetri, tutti sì, da non poterlo più tirare fuori.... ahhh, ahhhhh... così te lo cago in faccia.... ahhh!
In quella Michele si avvicina con un’eccitazione che traspare chiaramente dai suoi propositi: - Debra, allarga quel culo se no te lo spacco davvero!
L’ingresso in scena di Michele fa sì che io la smetta di godere e sia presa dalla voglia di restituire a Debra tutto ciò che mi ha regalato. Mi divincolo da sotto di lei, mi estraggo il vibratore poi glielo avvicino alla figa mentre Michele le sta pompando il culo non ancora a grandi colpi ma già in modo assai deciso.
- Fallo, sì, fallo.... mettimelo dentro!
- Lo sento - ansima Michele - lo sento, quest’altro cazzo...
- Ti piacerebbe fosse un cazzo vero...? - la eccito muovendolo piano avanti e indietro.
- Sìì, mi piacerebbe, sììì... due cazzi, mmmm, sto già venendo solo al pensiero...
- E a te Michele piacerebbe che sotto Debra ci fosse un altro uomo che la fotte con il suo cazzo...?
- L’idea mi piacerebbe un casino, ma in pratica non lo farei mai...
- Allora non ti va che facciamo di queste fantasie? - geme Debra.
- Sì, lo sai che mi eccito un casino... non senti com’è duro? È quasi più duro di quel cazzillo...
- Tra poco godo... Michele, tu ora dammi qualche colpo forte, ho voglia che mi spacchi il culo, sììì, cosììì, ahhhh... anche tu, Matilde, dai, fammi sentire quell’affare, dai, dai, sono in fregola, ahhh, vengo, godo, sborro.... ahh, ahhhh.
- Anch’io, anch’io vengo, ti sborro nel culo, te lo riempio, e sento quest’altro cazzo, e penso all’altro uomo, sììì, arghhh!
Li guardo esplodere, guardo questa bella coppia di miei amanti e compagni di vita, m’intenerisco davanti al loro piacere, perché il loro piacere è fondamentalmente il mio.
La serata per me è finita, lo sento. Non si può esagerare tutte le sere, c’è un limite fisico anche per me. Più tardi però, al momento di andare tutti a dormire, mi ricordo quanto era stato bello vederli, così esprimo un desiderio: - Ragazzi, io ve lo devo dire. Avrei voglia di vedervi assieme ancora una volta, questa sera. Voi cosa ne dite?
- Tu ti masturberai a guardarci? - mi chiede speranzosa Debra, che già era sotto le lenzuola e le coperte.
- Non credo, ma non si sa mai...
- Ti va se ci mettiamo come eravate prima voi? - chiede Michele a Debra.
Debra per tutta risposta butta di lato le coperte e si offre, nuda com’è.
- Amore, dovrai leccarmi un po’, perché devo dire che adesso non ne ho proprio voglia...
- Neanch’io, ma lo facciamo per Matilde... Vedrai che dopo un po’ la voglia ci viene.
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