trio
Matilde 07-07 - Dire e fare (luglio 2004)
di Alex46
13.09.2019 |
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"Michele preferisce anche lui scegliere dire, e le domande che gli facciamo sono praticamente le stesse, qual è il suo record di sborrate in un giorno (Debra)..."
Tanto è vero che, in bagno, provo a toccarmi di nuovo, interrotta da Debra. Anche lei è pronta per una notte di fuoco, lo vedo e lo sento. Come al solito è stupenda, con quei capelli neri che le ho sempre invidiato, con quegli occhi azzurri nei quali ogni volta mi perdo. Lei ha ancora su i jeans, sandali e top. Io sono ancora nuda, da prima. Ho i capezzoli erettissimi e una voglia di scopare senza senso.Esco dal bagno per ultima, addosso ho solo i sandali e le mutandine. Dopo lo spettacolo di cui li ho gratificati poco fa, mi sembra di essere quasi vestita.
Loro sono seduti su un divano, vicino a un tavolino con delle bibite. Io gli vado vicino fantasticando cosa potremmo fare subito. Mi viene in mente che potrei mettermi lì vicino a loro e continuare la mia masturbazione.
- Matilde... sei da mangiare, così - mi dice Michele.
- Sai che, quando sono entrata prima in bagno, Matilde si stava toccando?
- Sì, certo che mi stavo toccando. Dopo l’esibizione in auto, dopo la scena sulla lavatrice... ne ho una voglia bestiale, cari miei... e adesso dovete soddisfarmi per bene...
- Altrimenti?
- Altrimenti... mi arrabbio - concludo ridendo.
- Ma Matilde, quando è arrabbiata, è ancora più sexy - Michele fa l’occhiolino a Debra.
- Non ne sarei così sicura...
Intanto beviamo vodka lemon. E ci scaldiamo sempre di più. Debra propone il giochino del dire e del fare. Tocca a me per prima e scelgo dire.
- Qual è il tuo record di orgasmi in un giorno, Matilde? - mi chiede Michele.
- Non so, non ricordo... sicuramente ero con voi... bisognerebbe andare a vedere il diario... comunque direi nove, forse dieci. Poi dipende dalla qualità...
- Quante volte ti piacerebbe venire questa sera? - mi chiede Debra.
- Beh, io oggi sono a due... credo che rimanga ancora parecchio spazio...
Poi tocca a Debra e anche lei sceglie dire.
- E tu, Debra? Qual è il tuo record? - le chiede Michele.
- Più o meno uguale, però molto dipende dal tipo di orgasmo. Di certo non siamo mai state a questi limiti solo scopando con te o dandoci dentro di dildo... quelli sono orgasmi più impegnativi...
- Vuoi dire che se vi leccate ne potete avere di più...
- Ma se lo sai benissimo...
- Invece io ti chiedo: Debra, tu ci hai mai tradito?
- No, non l’ho mai fatto. Mai. A te, Matilde, e lo sai, non ti ho mai fatto le corna; e a te, Michele, l’unico episodio che c’è stato è quello di Franco. A parte naturalmente il periodo blu in cui sono stata per conto mio...
- Ce lo giuri?
- Lo giuro. Perché io ho fatto sempre e soltanto fantasie.
Michele preferisce anche lui scegliere dire, e le domande che gli facciamo sono praticamente le stesse, qual è il suo record di sborrate in un giorno (Debra) e se ci ha mai tradite (io). Le risposte sono prevedibili, come quelle dei bambini. Sulle sborrate anche lui non ricorda con precisione, certo al massimo saremo alla metà delle nostre performances. E sui tradimenti lui esclude nel modo più totale, ammettendo solo le fantasie.
- Ora tocca di nuovo a me - dico - e scelgo fare.
- Fatti baciare da Debra - ordina Michele.
- Ma questa non è una cosa che posso “fare”... così sarei passiva.
- Allora facci rivedere la figa, mettiti un dito dentro e poi succhiatelo.
Eseguo volentieri, lentamente, con studio, guardandoli negli occhi con aria di sfida.
- Ora succhia i capezzoli di Michele (lui è in shorts e a torso nudo).
Obbedisco subito e prima lecco coscienziosamente i piccoli capezzoli di Michele, poi li succhio con una certa brama. Lui si gode il trattamento.
- Anch’io ora scelgo fare - dice Debra.
- Lecca i capezzoli a Matilde... facci vedere come ti piacciono le sue tette... - ordina Michele. La scena è così erotica che a me viene subito da arrovesciarmi all’indietro al primo contatto con la bocca di Debra.
- Oohh, mi piace - mormoro.
- Sai che sei davvero una bella figa? - mi bisbiglia all’orecchio Debra - e mi piace leccarti le tette, succhiarti questi meravigliosi capezzoli... mmmm!!!
Debra si tira via il top.
- Dai, ancora, succhiala ancora - le chiede Michele.
- Sì, baciami ancora su queste tette, Debra... cosììì, sìììì...
Debra interrompe ancora per togliersi i sandali e i jeans. Poi si rimette i sandali. Sotto non ha nulla.
- Ora baciatevi e toccatevi le tette...
Invece che baciarci preferiamo strusciarci le tette le une sulle altre con le teste arrovesciate all’indietro, mugolando di piacere come due cagne, in piedi, sui nostri tacchi, i capelli sciolti e le gambe leggermente allargate.
Anche Michele si alza in piedi e si sfila gli shorts e i boxer. Ha il cazzo bello duro. Poi va dietro a Debra e l’abbraccia, con le mani sulle tette, costringendo quindi me a staccarmi. Poi mi prende una mano e la dirige sulla figa della moglie.
- Infilale un dito... senti quanto è fradicia... poi dammelo da succhiare...
Eseguo.
- Mmmmm... ora rifallo, però succhiati tu il dito...
Debra sa così di buono che subito voglio di più. Michele lo capisce e mi chiede di aspettare. Va a sedersi sul letto nella stanza vicino, si prende l’uccello a pugno e mi chiede: - Ti piacerebbe che Debra ti masturbasse?
Io posso appena accennare di sì. Siamo sempre in piedi di fronte una all’altra, ma ci siamo spostate nella stanza da letto.
- Matilde, allora comincia a toccarti tu... e dimmi quanto sei bagnata...
Controllo i miei succhi che ormai colano e, tenendomi una mano sulla vagina, dico: - Sono proprio fradicia, Debra.
- Ora vorrei che tu mi toccassi... - mi chiede.
Io continuo a masturbarmi senza fare niente con lei.
- Matilde... pensavi un po’ a me prima, sulla lavatrice?
- Ssì...
- E poi in bagno, a chi pensavi?
- A te e a Michele, amore...
- Ma ti ho interrotta...
- Ssì.
- Ok. Allora adesso va a sdraiarti vicino a Michele.
Michele mi tira giù vicino a lui, mi sdraia in modo che il suo cazzo è molto vicino alla mia testa. Mi sto leccando le labbra, che sento asciutte nell’attesa. Lui si sta pompando, Debra si mette in ginocchio tra le mie gambe e con un dito inizia a lavorarmi il clitoride.
- Ti piace? - mi chiede.
In risposta io spalanco le gambe, gemendo. Sto implorando che mi lecchi. Lei lo fa subito, in modo così sensuale da farmi perdere la ragione, con Michele che si masturba a pochi centimetri.
- Matilde, ti spiace se ora fotto mia moglie? Ti va di vedere come la faccio venire? Poverina, questa sera è sotto di una...
E mentre lei continua a leccarmi, lui le va dietro e la prende senza alcun complimento alla pecorina, strappandole un gemito profondo.
- Oh... sìììì... scopala... sìììì, ahhh, mmmm...
- Ti piace guardarci, vero Matilde? È una cosa alla quale mai potresti rinunciare... vedere come Michele mi fotte e poi mi riempie facendomi urlare di piacere... Ti piace vedere come me lo scopo... Toccati il clitoride... mentre io ti lecco... cosììì... fai la troia, cosìì... dio, Michele, mi stai sfondando... ahh... E tu, Mati, adesso infilati due o tre dita... così... e guardami in faccia ogni volta che me lo spinge più dentro...
Ora anche Debra si tocca il clitoride mentre Michele la sta pompando con gli ultimi accelerati movimenti prima dell’esplosione.
Improvvisamente urla e si contorce, non più concentrata sulla mia figa ma del tutto compresa nel suo godere: - Cazzooooo..... ahhhhhhhhhhh, dio, ahhhhhh!!!
E questo mentre sento che anche Michele le è esploso dentro e la sta inondando di sborra, quella stessa sborra che prima in macchina io mi ero bevuta.
Io mi sto divincolando, sussulto con una mano a strizzare i capezzoli, l’altra nella figa per raggiungerli nel loro orgasmo. La rincorsa è breve, perché dopo qualche secondo esplodo anch’io dando grandi colpi di figa sulla bocca di Debra che ha ripreso a leccarmi.
- Ora... vengo... oh, merda... sìììì, sìììììì, uuuuuuuunnngghhhh... ahaaaaaaaaaaaahhhh.
Dopo una breve sosta in cui ne approfittiamo per bere qualcosa di analcolico, di solito cosa facciamo? Facciamo che Debra e io facciamo l’amore, in attesa che Michele sia di nuovo in grado. Lo eccitiamo con i nostri orgasmi, fino a che ci prende di nuovo. Ma questa volta è diverso.
- Non ti manca il mio cazzo? - mi chiede Michele di punto in bianco.
- Amore... Debra mi ha appena fatto godere in un modo meraviglioso... lo sai che dopo proprio quello che voglio sei tu...
- Davvero? - mi chiede Michele. Non so dove tu voglia arrivare...
- Sì, davvero - confermo carezzandomi languida i capezzoli.
- Questa sera ti sei accarezzata facendomi un pompino, ti sei sfondata con il dildo sulla lavatrice e adesso Debra ti ha leccata fino all’orgasmo... ti manca più solo il mio cazzo!
- Sì... mi manca proprio solo lui.
- Ci sono altre cose che puoi usare...
- È vero - interviene Debra - ci è piaciuto molto prima quando eri sulla lavatrice. Io ho ancora voglia di quella sensazione di pieno e più ci penso più ho voglia di mettermi dentro qualche giocattolo.
- Quando mi masturbo penso sempre che anche voi lo fate - confida Michele - insieme, o separatamente. Mi sentirei male se voi non lo faceste. E quando, come adesso, posso guardarvi per me è solo gioia... Io stasera ho dato due volte... dovete eccitarmi, dovete farmi veder quanto siete troie! Non voglio che mi aspettiate, non dovete!
A questa preghiera chiaramente non abbiamo nulla da opporre. Sorrido a Debra.
- E non è quello che vogliamo anche noi?
- Non abbiamo due dildo qui... se non sbaglio c’è solo il tuo azzurro.
- Abbi fede, qui ci siamo organizzati - dice Debra sorridendo e andando verso la cucina.
Ne torna con un sorriso trionfante. In mano ha uno zucchino, più o meno delle stesse dimensioni del suo dildo.
- Ragazze... io vorrei scoparvi a tutte e due... il cervello... ma adesso è presto. Per favore... fatemi vedere quanta voglia ne avete... - Michele ci guarda affascinato. Sappiamo di essere belle. Io mi sto trastullando con lo zucchino. Siamo una accanto all’altra, sedute sul letto con la schiena appoggiata a cuscini, le gambe larghe, le ginocchia alte.
- Questi cosi sono più grossi del tuo... - lo attizza Debra.
- Non sono geloso...
- E noi siamo qui nude...
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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